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Maroni critica il piano Fiat,non lasceremo l'auto a se stess


Guest DESMO16

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Nel giorno in cui fa un altro passo avanti nel piano di ristrutturazione, la Fiat subisce un duro attacco da parte del ministro del Welfare Roberto Maroni. In serata giunge l'annuncio della cessione della controllata Fiat Avio alla cordata formata dal fondo statunitense Carlyle e dall'italiana Finmeccanica per circa 1,5 miliardi di euro. Ma per gran parte della giornata gli uomini del Lingotto hanno dovuto incassare alle "perplessità" che il ministro leghista ha avanzato proprio nei confronti di quel progetto industriale partito la settimana scorsa e che dovrebbe riportare il gruppo al di là della più dolorosa crisi della sua storia.

Maroni ha espresso dubbi sulla possibilità che il piano di rilancio della Fiat consenta la conquista di nuove quote di mercato, si è detto preoccupato per l'impatto occupazionale della riorganizzazione dei concessionari e, più in generale, anche sulla possibilità che il gruppo torinese possa agire come "global player", soggetto di un mercato globale. Ma nello stesso tempo, il ministro ha manifestato "piena fiducia" nel management che quel piano ha confezionato.

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Davanti ai deputati della commissione Lavoro della Camera, Maroni ha sottolineato come il rischio di una crisi permanente del gruppo possa avere effetti più generali sull'industria nazionale, di cui la Fiat "continua ad essere un'architrave". Per questo, assicura il ministro, il governo non può abbandonare a se stessa l'industria automobilistica "poiché una simile scelta avrebbe l'effetto di avviare una fase di deindustrializzazione non auspicabile e dagli esiti imprevedibili".

E il governo attraverso Maroni mostra di non gradire il piano presentato nei giorni scorsi dai vertici del gruppo torinese. Sia l'impegno nello studio dei nuovi prodotti, sia la riqualificazione dell'esistente "non appare produrre un consistente incremento di vendite e delle quote di mercato". "Questo, dunque, resta un elemento di perplessità rispetto agli obiettivi del piano", aggiunge il ministro.

Per altri motivi preoccupa la riorganizzazione della rete distributiva, un altro degli elementi considerato "essenziale nel miglioramento delle performance del gruppo", perché "l'opera di razionalizzazione potrebbe avere delle ripercussioni significative in termini di impatto occupazionale sui concessionari".

Il governo, dunque, si riserva di "esaminare con attenzione l'impatto delle riduzioni di personale" previste dal piano di rilancio della Fiat "e i loro effetti sui territori locali, anche alla luce delle differenti situazioni del mercato del lavoro e in relazione alle prospettive di produzione dei diversi stabilimenti".

Al termine dell'audizione, però, il ministro conferma "la piena fiducia nel management Fiat", sottolineando che è "in grado di sviluppare al meglio il progetto che porterà la Fiat a riconquistare quote di mercato". Le preoccupazioni, conclude, "non sono legate a sfiducia sui modelli, ma si basano sulle valutazioni dell'andamento del mercato e delle quote Fiat fatte dalla stessa azienda".

Intanto è andata in porto l'operazione Fiat Avio. Il contratto è stato firmato da Avio Holding, una società partecipata al 70% da Carlyle e al 30% da Finmeccanica. Le attività aerospaziali della società saranno conferite alla neocostituita Avio Spa. L'operazione determinerà un miglioramento della posizione finanziaria del Gruppo Fiat di circa 1.400 milioni di euro e una plusvalenza netta di circa 700 milioni. L'advisor di Fiat nell'operazione è stata Lazard. Nel 2002 FiatAvio ha fatturato 1.534 milioni di euro, con un risultato operativo di 210 milioni. L'azienda ha 14 stabilimenti, 9 centri di ricerca e oltre 5 mila dipendenti.

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