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JP Morgan adesso scommette sulla Fiat


Guest DESMO16

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Guest DESMO16
Se i nuovi modelli avranno successo e nel 2005 si arriverà al pareggio, si potrebbe aprire uno scenario positivo

Jp Morgan si sente di scommettere su Fiat. "Pensiamo che il gruppo abbia messo a punto una strategia per migliorare il valore dell´azienda per gli azionisti. Conosceremo entro i prossimi 12 mesi se l´incognita nuovi modelli porterà al pareggio dell´auto". Da lì in poi, spiegano gli analisti, potrebbero aprirsi interessanti scenari che passano attraverso la ristrutturazione del portafoglio (per esempio la cessione dell´auto) e l´ingegneria finanziaria. Non mancano certo i rischi di esecuzione. Il principale, nota Jp Morgan, riguarda un deterioramento dei volumi di vendita e dei ricavi, a causa di pressioni competitive che potrebbero ridurre i benefici dei tagli ai costi. Mentre quest´anno le immatricolazioni di auto in Europa (dove Fiat vende il 67% delle auto prodotte) aumenteranno dell´1%, il 2005 potrebbe vedere una contrazione dello stesso ammontare. C´è poi un rischio di liquidità che potrebbe costringere il gruppo a rinegoziare con le banche creditrici i termini del prestito convertendo da 3 miliardi (a cui Jp Morgan assegna "un´elevata possibilità di conversione in azioni"). E il gruppo potrebbe anche essere costretto a ricorrere al mercato dei capitali con il lancio di un bond, per il quale sarebbero richieste più garanzie che in passato. Di fronte a tutti questi pericoli, "la scommessa su Fiat - dicono gli analisti - richiede innanzitutto fede nel management e nella promessa degli azionisti di controllo di creare valore".

Il punto di partenza è che senza l´auto, il giusto valore di Fiat sarebbe di 8,5 euro, circa il 50% della quotazione attuale. Con l´eventuale vendita delle quattro ruote, Fiat infatti cambia pelle e assume i contorni di una società di beni capitali, concentrata in particolare sui veicoli commerciali dell´Iveco e sui trattori di Cnh. Poiché Fiat si troverebbe a quel punto a dover competere con gruppi come Volvo, Man e Scania, sul titolo potrebbe partire un "re-rating", ossia una nuova valutazione che porta ad un prezzo decisamente più interessante. Questa, in sintesi, la tesi di Jp Morgan, più che mai convinta che la vendita di Fiat auto sia "parte della strategia di medio termine" del gruppo torinese. E infatti gli analisti assegnano "un´elevata probabilità" di realizzazione a quella che resta un´ipotesi finora smentita dal Lingotto, anche se con meno convinzione che in passato ("tutte le soluzioni sono possibili", ha detto di recente al riguardo l´amministratore delegato Sergio Marchionne). Molto più complesso stabilire i tempi e i modi. Di certo la vendita non avverrà prima del 2006, prima cioè di aver riportato in pareggio le quattro ruote. Nonostante la possibilità di un interesse da parte di altri costruttori (nei giorni scorsi si è parlato perfino di un gruppo cinese), Jp Morgan resta convinta che il candidato ideale resti General Motors, verso cui Fiat potrebbe esercitare la put che le consente, dal gennaio 2005 al luglio 2010, di vendere al socio americano l´auto. "Ci aspettiamo che Gm resista ai tentativi di Fiat, ma notiamo anche che il gruppo americano non ha mai affermato pubblicamente l´intenzione di opporsi attraverso vie legali. Tanto più che mettere fine all´alleanza con Fiat significherebbe mettere a rischio il piano di ristrutturazione appena avviato in Europa", precisano gli analisti.

Supponendo la vendita dell´auto a 4,8 miliardi, una cifra pari al debito, il Lingotto potrebbe portare in attivo la posizione finanziaria netta e concentrarsi su Iveco e Cnh (oltre che sulla Ferrari, naturalmente). Il mercato dei veicoli commerciali e dei trattori è certamente più legato al ciclo economico, ma i fondamentali di queste industrie appaiono migliori rispetto a quelli dell´auto e inoltre sono soggetti a minori investimenti e minori pressioni al ribasso sui prezzi. Inoltre, nota Jp Morgan, nonostante l´esistenza di legami tra Iveco e Cnh, le sinergie tra le due divisioni non sono ancora ottimizzate e c´è spazio per un´ulteriore accelerazione. Poiché l´auto conta per il 60% del fatturato del gruppo Fiat, i ricavi (il riferimento è ai conti 2006) scenderebbero da 53 a 30 miliardi a fronte di un utile operativo lordo (Ebitda) in contrazione da 3,9 a 2,5 miliardi, con un utile per azione fermo però a 1,1 euro. I benefici più evidenti sono però a livello di margini, con l´Ebitda margin atteso in rialzo dal 7,4% all´8,4%.

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ma non e' che alla fine noi ci ritroviamo dall'oggi al domani come dei co....ni che erano convinti che Fiat stesse inscenando una farsa per alzare il prezzo del put ignorando invece la possibilita' che vogliano vendere l'auto veramente??? Sarebbe una delusione enorme....

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Guest DESMO16
Fiat (Milano: FIA.MI - notizie - bacheca) torna a viaggiare in territorio positivo. Il titolo del Lingotto segna un rialzo dello 0,66%, scambiando a quota 5,62 euro.

Vivaci i volumi: sono, infatti, passati di mano 5,1 milioni di pezzi contro una media giornaliera delle ultime trenta sedute pari a 8,5 milioni di pezzi.

Per riscoprire l'azione il mercato ha aspettato la nuova governance.

Pezzetto dopo pezzetto la cura Sergio Marchionne sta arrivando alla fine del puzzle. Secondo le linee anticipate a luglio, Fiat ha modificato la struttura della holding Fiat e cambiato il sistema di governance. C

osa significa tutto questo per il Lingotto?

"Per quanto riguarda il primo punto viene sostanzialmente ridotto il numero di manager nella holding a capo della catena di controllo con un organico che passa da circa 200 persone a 150.

Per quanto riguarda invece il secondo punto, viene creato il Group Executive Council, di cui faranno parte i responsabili degli 8 settori operativi del gruppo e i responsabili di 6 funzioni comuni, che risponderanno al ceo, Sergio Marchionne", rispondono gli analisti di Abaxbank.

La riorganizzazione ha un duplice obiettivo: ridurre i costi, rendendo la struttura più snella e velocizzare il processo decisionale all'interno del gruppo.

Ebbene a detta degli esperti questa riorganizzazione è un fatto positivo, ma con un impatto limitato. "Diverso il discorso sulla velocità nei processi decisionali da sempre uno dei punti deboli di Fiat, ma per giudicare l'efficacia del nuovo piano in questo senso servirà tempo", concludono gli analisti di Abaxbank, che su Fiat confermano il rating outperform(l'azione farà meglio del mercato).

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