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[I leggendari della F1] Gilles Villeneuve


AndreaB

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Gilles Villeneuve

Distruggeva le macchine ma conquistava i cuori. È stato campione di combattività”. (Enzo Ferrari, “Piloti, che gente…”)

Nell’estate del 1977 tra le tende del “circo” della Formula 1 si affacciò un pilota, dallo sguardo vivace e dal cuore impavido. Salì sul filo dell’acrobata con la sua Ferrari, e per 5 anni lo percorse tra capriole e piroette. Poi un giorno scese dal filo, ed entrò nella leggenda.

Gilles Villeneuve nasce il 18 gennaio 1950 a Chambly, e inizia a correre tra i bianchi paesaggi del Quebec, tra strade insidiose e piste innevate. La motoslitta è per lui un allenamento eccezionale alla velocità. Lanciato a oltre 150 km/h tra schizzi di neve che riducono al minimo la visibilità, Villeneuve impara a governare il mezzo in condizioni estreme. Nei primi anni ’70, Gilles ha una moglie, Joanna, due figli, Jacques e Melanie e uno scopo: diventare pilota di F1. Un traguardo sulla carta irraggiungibile, se non si ha denaro a sufficienza per pagare le auto da corsa. Tra mille sacrifici, circuito dopo circuito e trionfo dopo trionfo, Villeneuve raggiunge la F.Atlantic, vetrina per aspiranti campioni. È qui che le sue peripezie richiamano l’interesse delle maggiori scuderie europee. Nel 1976 per Villeneuve la tanto sospirata F1 è ormai a un passo. La McLaren lo recluta come terzo pilota, a fianco del campione in carica James Hunt e a Jochen Mass. Il 16 luglio, sulla pista di Silverstone, Villeneuve esordisce in F1, e conclude 11°. La McLaren, nonostante Gilles si sia qualificato davanti a Mass e abbia ottenuto il miglior tempo nel warm-up, lo boccia, preferendogli Patrick Tambay, ma è proprio il mitico Enzo Ferrari a incuriosirsi alle vicende del giovane pilota. Il Drake si affascina proprio grazie alla sua spericolatezza, e ai suoi sbagli. Intuisce in quel ragazzo il campione in grado di trascinare gli entusiasmi. Al volante della Ferrari, il 9 ottobre 1977, Gilles fa ritorno a casa dopo tanta gavetta: è infatti in Canada il suo debutto sulla rossa, nel penultimo GP della stagione. Gilles, 17° allo start, risale fino all’8° posizione, ma a 4 giri dalla fine va in testacoda ed è costretto al ritiro: un esordio sfortunato. C’è ancora una gara prima della fine del campionato, per dimostrare al pubblico che in lui non c’è solo talento, ma anche tecnica e volontà: l’appuntamento è in Giappone, sul circuito del Fuji. Al 6° giro Villeneuve si trova davanti il suo idolo Ronnie Peterson, sulla famosa Tyrrell P34 a 6 ruote. Il canadese lo tampona e vola fuori pista, schiantandosi sopra un gruppo di fotografi e spettatori: due perdono la vita.

È il suo stile di guida a portarlo continuamente sul filo del rasoio. È così che Gilles cerca il suo limite e quello della macchina, l’opinione pubblica lo considera però soltanto un immaturo: uno sfascia-macchine. Ma è la fiducia di Enzo Ferrari nei confronti del suo beniamino che fa diminuire lo scetticismo nei suoi confronti.

Il suo modo di correre è assai rischioso: fa sentire l’odore della vittoria senza mai poterla assaporare. A Long Beach è primo per metà gara, poi colpisce la Shadow del doppiato Regazzoni, e la gara per lui si conclude anzitempo. Ormai portare la macchina al traguardo è un favore che il team gli chiede. Obiettivo raggiunto tre settimane dopo: Gilles si classifica 4°, conquistando i suoi primi punti mondiali. Dopo 15 giorni finalmente sale per la prima volta sul podio. È così la volta di Monza: davanti ai suoi tifosi Gilles desidera più che mai la prima vittoria. Ma quel giorno non ci sarà niente da festeggiare: a 300 metri dalla partenza l’auto del suo idolo Peterson si incendia, e nulla e nessuno riescono a salvarlo. Solo in chiusura del 1978 Villeneuve centra la sua prima vittoria, nella sua gara di casa a Montreal.

Per la stagione successiva Reutemann passa alla Lotus; il team di Maranello decide allora di mettere sotto contratto Jody Scheckter, affiancandogli il confermato Gilles Villeneuve. La decisione si rivela propizia: la nuova Ferrari è protagonista di un’annata esaltante. A competere per il mondiale dall’inizio alla fine sono proprio i due piloti della rossa. Gilles, nelle prime quattro gare, coglie subito due vittorie: in Sudafrica, in casa di Scheckter, sotto la pioggia tra grandi nuvole d’acqua, e a Long Beach. Poi arriva il GP di Francia: a Digione il pubblico assiste a bocca aperta al duello più intenso di tutta la storia della F1. A condurre la gara è Jean-Pierre Jabouille. Villeneuve e Arnoux ingaggiano una battaglia per il 2° posto. Arnoux guida la Renault turbo; Villeneuve supplisce alla carenza di potenza con una determinazione straordinaria: rischia, porta il duello fino al limite estremo. Sono 6 giri indimenticabili. Villeneuve disegna traiettorie imprevedibili, sembra avere il diavolo addosso. È questa la gara che lo consacra. Nessuno come lui è capace di entusiasmare le folle, di provocare una vera e propria febbre: la febbre Villeneuve.

Grazie a questa striscia di risultati positivi, il canadese comanda la classifica. Ma per conquistare un titolo mondiale c’è bisogno di continuità. Gilles non riesce ad accontentarsi, a correre con la testa: è questo che ha portato la sua popolarità alle stelle, ma è anche ciò che lo allontana dal mondiale. Emblematico è il giro su tre ruote della gara di Zandvoort, dopo aver forato il pneumatico posteriore sinistro: tornato ai box, sbraita contro i poveri meccanici che tentano di spiegargli come la sospensione sia ormai distrutta, e sia impossibile rientrare in gara. Scheckter, invece, pur conseguendo poche vittorie, ottiene molti piazzamenti e risale in classifica. Alla fine Gilles, ormai fuori gioco, si sacrifica e aiuta a Monza il suo compagno a riportare il mondiale alla Ferrari.

Le due stagioni successive al fantastico 1979 non sono molto brillanti. La macchina è ormai antiquata: Villeneuve e Scheckter raccolgono ritiri e incidenti. Nel GP di Imola 1980 Villeneuve esce di pista a 280 km/h e sbatte contro le barriere. È uno scontro terribile: gli spettatori trattengono il respiro, prima di liberarlo in un sospiro di sollievo quando, illeso, Villeneuve esce dalle lamiere.

Nel 1980 il titolo va ad Alan Jones; al termine della stagione Jody Scheckter, con un titolo mondiale in bacheca, appende il casco al chiodo. Il 1981 potrebbe essere l’anno giusto: la Ferrari passa al motore turbo, per riempire il posto lasciato vacante da Scheckter a Maranello arriva il parigino Didier Pironi. Villeneuve e Pironi diventano presto amici, come già Gilles aveva fatto con Scheckter. Dalle gare, però, non arrivano molte soddisfazioni. La mitica rossa numero 27 fa l’en-plein di abbandoni nelle prime tre gare. Poi l’acrobata coglie due salti incredibili: con una gara condotta superbamente vince a Monaco, ottenendo il primo successo di un motore turbo nel Principato; poi trionfa anche in Spagna, quando, partendo dalla 4° fila con una vettura inadatta ai circuiti misti, dà prova di una lucidità e di un’efficacia notevoli, rintuzzando per 66 giri gli attacchi di un trenino assatanato di avversari. Al traguardo i primi cinque saranno racchiusi in un secondo, dietro a un grande Villeneuve. Il percorso per il titolo mondiale per Gilles, però, dopo questi acuti, torna ad essere difficile. Incidenti e ritiri si susseguono fino al GP di Montreal. L’aria di casa lo rinvigorisce. Sul circuito canadese Villeneuve torna a fare il funambolo, guidando una vettura che perde pezzi tra scintille e turbini d’acqua. Sarà 3° alla fine, ma per chiunque altro sarebbe stata un’impresa impossibile anche solo rimanere in pista. Al termine della stagione Gilles è solo 7°. Ha avuto i suoi momenti di gloria, ma il mondiale se l’è aggiudicato il brasiliano Piquet. A fine 1981 però Gilles una sfida la vince: è quella contro il jet militare F104 in una prova di accelerazione nell’aeroporto di Istrana.

I progetti all’inizio del 1982 sono ben precisi: si punta al titolo mondiale. Ma l’inizio per Gilles è uguale a quello dell’anno precedente: 3 corse, 0 punti. Il 25 aprile a Imola è in programma il GP di San Marino. Per Gilles e Didier è un banco di prova importante: non bisogna più sbagliare. Le qualifiche sono incoraggianti: Villeneuve e Pironi occupano la 2° fila, subito dietro alle Renault di Prost e Arnoux, che parte in pole. Per 26 giri Arnoux tiene saldamente il comando, ma poi è costretto ad arrendersi. In testa alla corsa passa Villeneuve, con Pironi in 2° posizione. Piloti della stessa squadra, amici fuori dalle piste, al comando della gara, non possono che mantenere le stesse posizioni. Ma sulle piste niente è scontato: i due fanno a gara a chi spinge di più sull’acceleratore, e non scherzano. Per circa 15 giri, si susseguono sorpassi e controsorpassi. Dai box l’apprensione fa capolino dietro un segnale: “slow”. Pironi vuole vincere, e ci riesce: non rispettando gli accordi precedenti, all’ultimo giro Didier sorpassa il compagno, e transita per primo sotto il traguardo di Imola. Per Gilles, l’amarezza è immensa: è un doloroso colpo alle spalle. A stento Villeneuve viene convinto a salire sul secondo gradino podio. Gilles rompe completamente con Didier: d’ora in poi lo considererà un nemico.

Due settimane dopo il circus si sposta in Belgio, a Zolder. È il circuito dove Gilles ha preso i suoi primi punti mondiali: ormai sono passati 4 anni. Ma il presente scende giù amaro per Gilles, solo e desideroso di rivincita. Sabato 8 maggio si corrono le prove di qualificazione. A pochi minuti dalla fine Villeneuve ha l’8° tempo, Didier è 6°. Gilles decide di scendere di nuovo in pista: c’è ancora tempo per tentare un ultimo assalto, guadagnare posizioni e scavalcare Pironi, il traditore. Alle 13:52, Gilles Villeneuve affronta la curva Terlamenbocht, la sua ultima curva. Davanti a lui la March di Jochen Mass, che è nel corso del giro di rientro. Mass si sposta leggermente a destra, i due si toccano. La macchina si alza in volo, si capovolge, e Gilles viene proiettato fuori con tutto il sedile contro la rete di recinzione. I soccorsi arrivano rapidissimi, ma non c’è nulla da fare. Gilles Villeneuve, l’acrobata, alle 21:12 scende dal filo. Per sempre.

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AH!!!!! Ma tu vuoi farmi venire un colpo al cuore!!!! :cry: :cry: :cry:

Non servono commenti. Gilles fa parte di quella categoria di piloti che ti regalano emozioni vere, categoria ormai estinta secondo me...

PS: Hai visto quella bellissima puntata di "Sfide" trasmessa dalla RAI quest'estate? Due ore di overdose da Gilles...fantastico!!! :D

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Hai visto quella bellissima puntata di "Sfide" trasmessa dalla RAI quest'estate? Due ore di overdose da Gilles...fantastico!!! :D

Si: purtroppo non l'ho registrata..... ma quei giri a Digione con Arnoux mi sono bene impressi nella mente.....

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AH!!!!! Ma tu vuoi farmi venire un colpo al cuore!!!! :cry: :cry: :cry:

Non servono commenti. Gilles fa parte di quella categoria di piloti che ti regalano emozioni vere, categoria ormai estinta secondo me...

"Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare come si è vissuto"

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  • 18 anni fa...

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