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Cosa non si fa per vendere un auto in piu'...


stev66

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Pubblicità con l'autobomba

è giallo sullo spot Volkswagen

Il video realizzato da due creativi britannici

"Sono cose che la gente sente tutti i giorni"

di DARIO OLIVERO

La Volkswagen è finita nella bufera per uno spot che circola su internet. Spot non autorizzato' date=' non commissionato, non realizzato dall'agenzia che di solito lavora con la casa automobilistica, ma messo insieme con una tale perizia e competenza tecnica da sollevare più di un lato oscuro sull'intera vicenda. Lo spot ha per protagonista un kamikaze islamico, anzi palestinese, visto che indossa la kefiah, che cerca di farsi esplodere davanti a un ristorante affollato. Lo scoppio avviene all'interno dell'abitacolo, il conducente muore, ma l'autombile, una Polo, resiste all'urto e non fa una piega. Tutti salvi tranne l'attentatore. E slogan finale: "Piccola ma resistente".

La Volkswagen, così come l'agenzia Ddb, si sono dissociate "con forza" e hanno bollato lo spot come una bufala che circola su Internet con cui non hanno nulla a che fare e minacciano azioni legali contro gli autori. E in effetti la paternità dello spot è accertata: lo hanno realizzato due creativi indipendenti britannici che si celano sotto lo pseudonimo di Lee e Dan che hanno curato campagne pubblicitarie regolarmente commissionate per clienti importanti.

Analizzando lo spot, si vede che è opera di professionisti. Alcuni esperti sostengono che per realizzare un lavoro simile occorrerebbero non meno di 60 mila euro. Un po' troppo per un semplice burlone in vena di scherzi. Infatti uno dei due creativi, Lee, è stato costretto ad ammettere che dietro quello spot ci sono lui e il suo socio e si è scusato. Quel video, ha detto, non doveva finire su internet. Ma le scuse non bastano a chiarire cosa sia avvenuto. Chi ha commissionato lo spot? Chi ha messo i soldi? Come è finito su Internet? Perché?

Lee dice che è lo spot è stato fatto per la Volkswagen ma che a metà del lavoro, ha deciso di modificarlo e di utilizzarlo come materiale promozionale a uso della sua agenzia. Dopo tutto, dice, sono cose che la gente vede e sente nelle notizie di tutti i giorni.

Ed è a questo punto che le scuse iniziano a scricchiolare. Il video finisce su internet dove in breve diventa una chicca da scaricare e da scambiare. E gli autori diventano sempre più famosi. Quello che Lee e Dan fanno si chiama viral advertising, far circolare uno spot su internet e lasciare che si diffonda. Per vedere l'effetto che fa. Una specie di test di gradimento. C'era finita dentro anche la Ford. In quel caso lo spot mostrava una Ka che decapitava un gatto.

Chi ci guadagna sono soprattutto gli autori degli spot che, vista l'assenza di censura che caratterizza Internet, si lasciano andare e si creano fama di creativi maledetti e geniali. In teoria chi ci perde sono i marchi che vengono accostati a questo tipo di operazione. Sono in molti invece a pensare che non solo questo tipo di pubblicità faccia comodo, ma che quegli stessi marchi che poi si indignano sia in realtà i committenti nascosti.

In questo caso la posizione ufficiale della Volkswagen è: "Non prendiamo certi rischi con la pubblicità. Guardiamo a noi stessi come onesti e rispettabili". Uno spot meno efficace. [/quote']

Da "la Repubblica"

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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bel casino questo.....sinceraemnte il video non l'ho visto e della Polo non me ne frega nulla ma la VW non ci fa una bella figura......mentre quei 2 tipi li si sono fatta tanta pubblicità gratuita....cmq su internet finisce di tutto inutile stupirsi

 

花は桜木人は武士

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Difficile dire quanto la casa c'entri veramente.

Di "spot" di cattivo gusto come questi ne ho visti più o meno per tutte le marche, italiane comprese. Del resto su internet uno ci può mettere di tutto, e il bello é che trova sempre qualcun altro che ci crede.

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  • 1 mese fa...
Difficile dire quanto la casa c'entri veramente.

Di "spot" di cattivo gusto come questi ne ho visti più o meno per tutte le marche, italiane comprese. Del resto su internet uno ci può mettere di tutto, e il bello é che trova sempre qualcun altro che ci crede.

l'integralista pasticca

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Volkswagen nel recente passato ha utilizzato cadaveri umani (spero almeno realmente cadaveri) per testare le sue auto. Non mi meraviglierei poi tanto se, date le nobili origini del gruppo (vedi il padre fondatore), cadessero così in alto (non mi sono sbagliato con il termine in alto).

Commento molto duro,quasi una provocazione.....ma condivisibile,pensandoci non hai tutti i torti....

 

花は桜木人は武士

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