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Per Viva l'Italia: Il centenario della Relativita' Generale.


Guest frallog

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Guest frallog

Vorrei precisare meglio quanto sopra detto. Sappiamo che, ***secondo le ipotesi fatte***, la precisa configurazione del quadrivettore di carica rende la curvatura stabile o meno. Ora abbiamo anche accennato al fatto che la massa aumenta in virtu' del fatto che la ipotetica curvatura dovuta alla componente della massa si trova molto al di sotto della lunghezza fondamentale che e' quella della teoria delle stringhe (10^-35m). Questo rende la massa libera di variare. Ora pero' la massa varia in risposta ad una "pressione esterna", pressione che e' dovuta alla velocita'. Questo in realta' non cambia per nulla l'energia di struttura della configurazione del vettore di carica, che anzi rimane lo stesso. E' come se facendo pressione con un dito su una bilia sentiamo a nostra volta la pressione della bilia sul nostro dito. Ecco che nel paragone la bilia e' la particella stabile generata dal quadrivettore di carica, ed il dito e' l'universo circostante. Cosi' il quadrivettore innalza la componente libera della massa in risposta ad una pressione dell'universo esterno, pressione dovuta alla velocita'. Ecco che allora la misura dell'aumento della massa corrisponde alla misura della pressione da radiazione che l'universo circostante esercita sul vettore di carica.

Ecco che allora abbiamo le due visioni:

1) Solidale all'universo: Il quadrivettore di carica crolla in relazione ad una componente di massa che cresce fino a rendere la configurazione del quadrivettore instabile (io penso che questo potrebbe accadere quando la componente della massa del vettore di carica supera in dimensione la componente del vettore di carica che delimitava la singolarita')

2) Solidale alla particella: (quadrivettore di carica): Il quadrivettore di carica crolla in relazione ad una densita' di energia esterna che supera la densita' di energia interna.

3) Il tre non c'e' ma a me piace il dispari.

Regards,

Francesco 8)

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Guest frallog

E veniamo ad un punto fondamentale della teoria: la spiegazione per l'energia di annichilazione di una coppia di particelle identiche ma con carica opposta.

Ad una prima visione tale fenomeno sembra contraddire la teoria fin qui esposta perche' infatti l'energia liberata e' proporzionale alla sola componente di massa delle particelle, questo la' dove si e' supposto che l'energia interna (cioe' a riposo) delle particelle stabili sia dovuta alla somma di tutte le componenti del quadrivettore di carica.

Quello che in realta' dobbiamo fare a questo livello di dettaglio consiste nel ripensare l'energia.

Come abbiamo detto la energia interna e' la somma di tutte le componenti del vettore di carica. Dunque la lunghezza stessa del vettore di carica e' la rappresentazione dell'energia. Questo significa altresi' che la energia e' ancora definita positiva (la lunghezza e' una quantita' definita positiva) ma che comunque la somma tra energie e' la lunghezza di una quantita' vettoriale che e' il quadrivettore della carica.

Allora con due vettori di carica come un elettrone ed un antielettrone, ciascuno con due componenti si ha la seguente situazione.



^ M
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<--- | --->
\--- | ---/
\--- | ---/
\|/
-------------------------------+---------------------------------> Q
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E dunque in questo caso la risultante sara' tutta sulla componente di massa dell'energia, perche' semplicemente le componenti energetiche relative alla carica elettrica si annullano. Si noti che questo non significa che a monte le relative componenti non esistano, anzi esse contribuiscono all'energia totale interna delle relative particelle, pero' nella annichilazione si annullano.

Puo' sembrare assurdo pensare che un energia possa essere sottratta e dunque negativa rispetto ad un'altra, ma sottolineo che in meccanica quantistica, nella teoria standard, gia' esistono esempi di energia negativa. Basti pensare all'autovalore per l'equazione di Klein-Gordon per la particella libera a spin nullo (i mesoni), dove esiste per l'appunto un autovalore negativo. I fisici fanno i tripli salti mortali carpiati per spiegare il senso di quell'autovalore, pur di non ammettere che esistano energie negative.

CFR. Meccanica Quantistica, Davydov, I edizione 1981, par 55, pag 243

Dunque il processo di annichilazione non contraddice la teoria della carica fin qui esposta, teoria che conduce ad un concetto di energia come scalare rappresentativo del quadrivettore di carica.

E dunque veniamo ad una possibile equazione dell'energia interna della curvatura di un quadrivettore di carica:

E(int) = c^2 SQ(m0^2 + qe^2 + qa^2 + qd^2)

dove m0 e' la massa a riposo delle particelle. Si nota esplicitamente che qui nelle cariche sono assorbite le rispettive costanti di accoppiamento. Dunque a questo livello della descrizione della natura l'energia stessa e' un'entita' scalare, rappresentativa di un'entita' vettoriale.

Cio' che invece contraddice fortemente la teoria rimane invece la dimensione dei neutrini elettronici o muonici, sempre ammesso che questi siano stabili. Qui la teoria "effettivamente" fallisce.

Regards,

Francesco 8)

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Guest frallog

Teoria della carica: annichilimento paragrafo II

Scusate in anticipo le bestialita' ma ripeto e' moltissimo tempo che non faccio piu' fisica. Quello che sto per scrivere in questo paragrafo va assolutamente preso con le molle.

§{A}

Abbiamo fatto conoscenza con l'annichilimento con un vettore di carica molto semplice, cioe' con il vettore bidimensionale relativo all'elettrone-positrone. Ora vogliamo occuparci dell'annichilimento in modo piu' generale. Il fatto che il protone abbia un trivettore di carica ci fa pensare subito ad una questione fondamentale: anche la energia di carica adronica scompare, e dunque la carica adronica dell'antiprotone deve essere inversa a quella del protone. Ora sappiamo che tipicamente la forza nucleare forte e' di origine puramente radiale e non dipende dal segno della carica. Allora possiamo ipotizzare che la forza nucleare forte dipende solo dal modulo della carica adronica. Cioe' Fnf=Fnf( |qa| ). Allora la interazione forte e' invariante per inversione della carica forte ci dice anche che la carica adronica puo' invertire il segno senza che ce ne si accorga dalla legge di forza. In questo caso possiamo immaginare che l'antiprotone abbia carica elettrica e carica adronica invertite rispetto al protone. Se facciamo lo stesso discorso per la carica della forza nucleare debole allora

piu' in generale possiamo immaginare un quadrivettore di particella e quello di antiparticella in questo modo:



Particella
/ m \
|+qe|
|+qa|
\+qd/

Antiparcicella
/ m \
|-qe|
|-qa|
\-qd/

Dunque l'antiparticella ha un operatore di specchio sulle tre componenti qe, qa e qd. La componente della massa invece rimane identica, come se in qualche modo le tre componenti qx x=(2,3,4) siano legate a "simmetrie spaziali" la' dove invece la componente della massa sia legata ad una "simmetria temporale", che non puo' essere invertita. In questo caso infatti l'operatore di specchio per l'antiparticella inverte solo le componenti qx x=(2,3,4).

Sempre ammesso di non aver detto troppe "corbellerie", qui ce ne e' per iniziare una matematica della carica a cui io purtroppo non posso piu' partecipare attivamente. In seguito mi riferiro' alle tre cariche qe, qa e qd con il termine di cariche spaziali.

§{B}

Ed andiamo ad un altro punto fondamentale: perche' si possono annichilire solo le particelle che abbiano massa identica e cariche spaziali inverse. Abbiamo detto che uno dei modi in cui le singolarita' possono diventare "permeabili" consiste nel fatto che la densita' di energia esterna deve essere maggiore della densita' di energia interna.

Ora la densita' di due particelle quali il protone e l'elettrone e' differente. Supponinamo per fissare le idee che la densita' di energia dell'elettrone sia superiore a quella del protone. Questo significa che sparando un elettrone su di un protone la curvatura del protone dovrebbe diventare permeabile. Il punto ora e' sottile. Se l'elettrone penetrasse il protone esso non potrebbe mantenere la propria curvatura, le curvature di entrambi dovrebbero sparire sotto una nuova curvatura (instabile) questo perche' abbiamo ipotizzato che la densita' di energia all'interno di una curvatura deve essere costante.

Questo pero' non puo' accadere in quanto la curvatura dell'elettrone si trova a densita' di energia superiore e dunque rifiuta la propria permeabilita' nei confronti della densita' di energia da parte del protone. Il risultato e' che ***alle comuni energie di interazione*** le particelle si negano.

Viceversa consideriamo l'energia totale di due particelle incidenti nelle condizioni espresse dai due vettori particella-antiparticella prima esposti.

Allora la seconda particella vedra' la prima particella incidente con energia totale:

E' = E(v') + E(interna') = E(m'-m0') + E(interna')

A sua volta la prima particella vedra' la seconda con energia totale:

E" = E(v"=-v') + E(interna"=interna') = E(m'-m0'=m"-m0") + E(interna"=interna")

Allora a causa del moto per la prima la densita' di energia della seconda e' maggiore della propria, per la seconda la densita' di energia della prima e' maggiore della propria. Entrambe le curvature sono allora permeabili e dunque si ha il processo di annichilimento.

§{C}

Come tutte le astrazioni matematiche che diventano realta' fisiche probabilmente il discorso di mutua esclusione delle densita' di energia differenti e' valido entro certi limiti fisici. Questo significa che la mutua esclusione in una interazione tra elettrone e protone e' vera entro certi limiti. Cosi' come il principio di esclusione di Pauli genera una pressione "da esclusione" anche in questo caso la mutua esclusione e' valida fino ad una densita' di energia di soglia al di la' della quale le due particelle decadono. Il limite superiore di questa soglia e' presto detto: una interazione la cui densita' di energia maggiore o uguale a quella della particella con densita' di energia interna maggiore. Per le ipotesi fatte in precedenza e' chiaro infatti che in questo caso decadono entrambe le curvature.

Supponiamo ora pero' che il limite di soglia sia inferiore a questo. Ipotizziamo allora un'interazione protone-elettrone configurata in questo modo:

- Densita' di energia del protone ro(Ep) minore della densita' di energia dell'elettrone ro(Ee)

- Densita' della energia di soglia ro(S) compresa tra ro(Ep) e ro(Ee)

Allora facendo collidere le particelle ad un'energia che renda la densita' di energia appena maggiore di quella di soglia libereremo certamente la energia del quadrivettore di carica del protone e probabilmente anche quella del quadrivettore relativo all'elettrone. In sintesi avremo ottenuto un saldo positivo tra energia spesa ed energia ricavata, ed il tutto con una densita' di energia inferiore a quella massima.

Regards,

Francesco 8)

(P.S. pare proprio che il mio PC (piu' precisamente l'Hard Disk) mi stia salutando, per tanto se non mi vedete piu' sapete il motivo).

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  • 1 mese fa...

Ciao Carissimo,

dopo un periodo di lunga assenza eccomi ritornato su autopareri. In questo mese sono stato sommerso dagli impegni, siamo in piena attività con la presa dati dell'esperimento ZEUS e sono in ritardissimo con la mia analisi. In questo momento mi trovo nella control room di Zeus presso il tunnel dell'acceleratore HERA al DESY di Amburgo e, purtroppo abbiamo un problema con il vuoto nel tubo dell'acceleratore per cui i faci sono stati spenti e non si prevede di riuscire a risistemare tutto prima delle 15 (si spera...). Dunque, mentre sono costretto a fare solo qualche test sui cosmici (che non fa mai male) eccomi finalmente con un pò di tempo per autopareri!!!

Vorrei rispondere brevemente alle tue considerazioni ripartendo da dove mi ero fermato...

Alcune precisazioni.

1) La teoria della carica fin qui esposta crolla sul neutrino per i seguenti motivi

- Se il neutrino carico e' stabile esso e' sempre un trivettore di carica rispetto alle componenti di forza debole, forza gravitazionale e forza elettromagnetica. Allora come tale dovrebbe avere le dimensioni della curvatura pari a quelle calcolate per l'elettrone

- Se il neutrino privo di carica elettrica e' stabile allora dovrebbe avere un raggio determinato dalla costate di accoppiamento della forza debole. Ma la costante di accoppiamento della forza debole purtroppo e' un'energia, ed e' completamente differente dalle altre costanti di accoppiamento fondamentali. Dunque e' molto difficile riuscire a ricavare un raggio di Schwartzchild dalla forza debole.

Beh sul fatto che il neutrino sia neutro nessuno nutre alcun dubbio, altrimenti interagirebbe elettromagneticamente e lo si rivelerebbe con facilità in una camera a tracciamento.

Il dubbio rimane sulla massa che se esiste è piccolissima, forse (fantastico io) possiede la carica di massa fondamentale, come l'elettrone possiede la carica elettrica fondamentale pel una particella libera (i quark non lo sono), inoltre una carica fondamentale piccolissima farebbe apparire la gravità come un continuo ed è ciò che vediamo. Purtroppo questa è filosofia, aspettando OPERA...

Per il raggio di Schwartzchild hai proprio ragione ma anche qui l'eventuale, seppur infinitesima, massa del neutrino risolverebbe il problema.

2) La forza espressa:

F = qi q'j delta(ij) / r^2

in realta' non tiene presente il fatto che la carica elettrica puo' essere attrattiva o repulsiva. E' allora piu' giusto introdurre un tensore Fij che chiameremo "tensore di frallog" cosi' fatto:



Trivettore di carica:
(q1) m
(q2) q-
(q3) q+

m q- q+

/-1 0 0 \ m
| |
F(ij) = | 0 1 -1 | q-
| |
\ 0 -1 1 / q+

dove l'ortogonalita' e' mantenuta tra la massa ed il sottospazio della carica elettrica.

La legge di forza allora in questo caso e':

F = qi q'j F(ij) / r^2

Complimenti ancora peril bel formalismo... ovviamente sia i che j possono assumere 3 valori.

Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza, ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi!Impareremo a volare! Richard Bach, 1973," Il gabbiano Jonathan Livingston"

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E veniamo ad un punto fondamentale della teoria: la spiegazione per l'energia di annichilazione di una coppia di particelle identiche ma con carica opposta.

Ad una prima visione tale fenomeno sembra contraddire la teoria fin qui esposta perche' infatti l'energia liberata e' proporzionale alla sola componente di massa delle particelle, questo la' dove si e' supposto che l'energia interna (cioe' a riposo) delle particelle stabili sia dovuta alla somma di tutte le componenti del quadrivettore di carica.

Quello che in realta' dobbiamo fare a questo livello di dettaglio consiste nel ripensare l'energia.

Come abbiamo detto la energia interna e' la somma di tutte le componenti del vettore di carica. Dunque la lunghezza stessa del vettore di carica e' la rappresentazione dell'energia. Questo significa altresi' che la energia e' ancora definita positiva (la lunghezza e' una quantita' definita positiva) ma che comunque la somma tra energie e' la lunghezza di una quantita' vettoriale che e' il quadrivettore della carica.

Allora con due vettori di carica come un elettrone ed un antielettrone, ciascuno con due componenti si ha la seguente situazione.



^ M
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\--- | ---/
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-------------------------------+---------------------------------> Q
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E dunque in questo caso la risultante sara' tutta sulla componente di massa dell'energia, perche' semplicemente le componenti energetiche relative alla carica elettrica si annullano. Si noti che questo non significa che a monte le relative componenti non esistano, anzi esse contribuiscono all'energia totale interna delle relative particelle, pero' nella annichilazione si annullano.

Puo' sembrare assurdo pensare che un energia possa essere sottratta e dunque negativa rispetto ad un'altra, ma sottolineo che in meccanica quantistica, nella teoria standard, gia' esistono esempi di energia negativa. Basti pensare all'autovalore per l'equazione di Klein-Gordon per la particella libera a spin nullo (i mesoni), dove esiste per l'appunto un autovalore negativo. I fisici fanno i tripli salti mortali carpiati per spiegare il senso di quell'autovalore, pur di non ammettere che esistano energie negative.

CFR. Meccanica Quantistica, Davydov, I edizione 1981, par 55, pag 243

Dunque il processo di annichilazione non contraddice la teoria della carica fin qui esposta, teoria che conduce ad un concetto di energia come scalare rappresentativo del quadrivettore di carica.

E dunque veniamo ad una possibile equazione dell'energia interna della curvatura di un quadrivettore di carica:

E(int) = c^2 SQ(m0^2 + qe^2 + qa^2 + qd^2)

dove m0 e' la massa a riposo delle particelle. Si nota esplicitamente che qui nelle cariche sono assorbite le rispettive costanti di accoppiamento. Dunque a questo livello della descrizione della natura l'energia stessa e' un'entita' scalare, rappresentativa di un'entita' vettoriale.

Cio' che invece contraddice fortemente la teoria rimane invece la dimensione dei neutrini elettronici o muonici, sempre ammesso che questi siano stabili. Qui la teoria "effettivamente" fallisce.

Regards,

Francesco 8)

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Molto interessante il modello da te proposto, davvero! Io continuo a consigliarti di trovare un bravo teorico (magari giovane) che si occupi di interazioni tra particelle fondamentali ad alte energie e magari sia esperto in superstringhe. Ne potrebbe venir fuori una pubblicazione... io purtroppo non ne so molto, sono solo un grezzo sperimentale che lavora sugli acceleratori...

Cmq penso, e lo verificheremo ad OPERA, che i neutrini muonico e tau non siano affatto stabili. Inoltre sono d'accordo che spesso i fisici teorici pongono paletti. E' una tentazione che viene a tutti ed in cui cadde perfino Einstein!

Spesso se si trovano energie negative bisogna per forza trovare una soluzione "fisicamente corretta" inoltre ci si fissava che la carica DEVE conservarsi, poi, quanto si osservarono reazioni in cui non si conservava... sgomento..... ed uscì fuori che doveva conservarsi la somma tra carica e parità (teorema di CP). Guarda caso l'esperimento BABAR Pare dimostrare, anche se gli errori sono ancora alti, che cp non si conserva ed a mio avviso tutti i dubbi saranno fugati dall'eperimento HERAb. Ma i bravi teorici hanno alzato già un nuovo paletto (DEVE conservarsi cpt...!).

Io penso che sia giusto che ognuno elabori dei modelli ma sia scorretto reintrodurre l'ipse dixit. Alla fine l'ultima parola spetta alla natura (al Padre Eterno per me che credo) che spesso non si è rivelata d'accordo con noi.

Questo per dirti che le tue congetture sono molto interessanti anche se potrebbero infastidire qualche anziano barone universitario. Ma ti invito a verificarle... non si finisce mai di fare fisica penso io, anche quando la vita ci allontana dal mondo universitario, la nostra è pur sempre una sorta di vocazione

Saluti carissimi

e fammi sapere...

Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza, ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi!Impareremo a volare! Richard Bach, 1973," Il gabbiano Jonathan Livingston"

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Guest frallog

Ciao egregio!

Per prima cosa: 8))))))))))))))))))))))))))

Poi io pero' mi ricordavo che il neutrino elettronico, quello che per intenderci decade dal neutrone, fosse carico elettricamente. Mah e' tanto tempo che non faccio piu' fisica che potrei dire veramente delle corbellerie terrificanti!

(Ah io comunque ai miei tempi ero un nucleare e "particellaro" ma teorico)

I miei personali ringraziamenti e naturalmente i miei:

Best best best regards,

Francesco 8)

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Carissimo,

appena puoi si "off-topic" c'è un sondaggio e si parla di referendum... la tua opinione sarebbe molto gradita...

a dopo

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Poi io pero' mi ricordavo che il neutrino elettronico, quello che per intenderci decade dal neutrone, fosse carico elettricamente. )

...il neutrino è sempre neutro altrimenti perchè l'avrebbero chiamato così? ;-)

è una particella che interagisce solo in modo debole (se è vero che non ha massa) ecco perchè può attraversare l'intero pianeta senza interagire ed ecco perchè rivelarlo è un'impresa titanica. Nel decadimento di un neutrone avviene che un quark d passa ad u mediante l'interazione debole emettendo un bosone W che decade un leptone (antilep) ed un antineutrino (neutrino). Se W è un W- il leptone sarà un elettrone (raramente un muone) mentre se è un W+ sarà un positrone (raramente un antimuone). Il neutrino sarà appunto neutro (la carica si conserva) e sarà di tipo elettronico o muonico a seconda del leptone che si è creato.

(Ah io comunque ai miei tempi ero un nucleare e "particellaro" ma teorico)

I rise my hat!!

Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza, ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi!Impareremo a volare! Richard Bach, 1973," Il gabbiano Jonathan Livingston"

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Guest frallog

Che bellllllloooooooooooo il neutrino allora e' sempre neutro!!!!!! La teoria allora sta in piedi perche' semplicemente il neturino descritto da questa teoria della carica sarebbe solo un bivettore di carica (carica di massa e carica di forza debole) con le dimensioni esterne determinate dalla forza debole (ovvero dal raggio di schwartzchild per la forza debole)

YYYYYYYYYYYEEEEEEEEEEEEEEAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!

Grazieeeeeeeeee,

i miei best, best, best best best regards a te,

Francesco 8)))))))))))))))))))))))))))))))))))))

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