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Calipari: nessuna colpa dei soldati Usa


carrera4

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Guest DESMO16
Il rapporto americano è pronto, in attesa di un via libera politico

Cominciate le perizie sui sette fori di proiettile sulla Toyota da ieri a Roma

Calipari, disaccordo Italia-Usa

Washington cerca una mediazione

ROMA - Le indagini sulla morte di Nicola Calipari proseguono su due fronti distinti. Negli Usa il rapporto finale sull'uccisione del funzionario del Sismi è sostanzialmente pronto, ma continua a restare in attesa di un via libera politico, più che militare. C'è disaccordo sulle conclusioni trapelate nei giorni scorsi, e in queste ore a Washington ci cerca una soluzione che eviti una contrapposizione troppo netta tra Stati Uniti e Italia.

Intanto l'inchiesta della magistratura italiana sull'omicidio dello 007 e sul duplice tentato omicidio dell'autista della Toyota Corolla e della giornalista del Manifesto, Giuliana Sgrena, cerca invece di capire chi diede l'ordine di sparare e perché. Per i magistrati della procura di Roma i contatti telefonici di Calipari e gli incontri avuti dal funzionario del Sismi prima e dopo la liberazione di Giuliana Sgrena costituiscono infatti "un falso problema".

Intanto hanno preso il via gli accertamenti dei carabinieri del Ris e della polizia scientifica sulla Toyota Corolla arrivata ieri sera da Bagdad, custodita nello stesso hangar dell'aeroporto militare di Pratica di Mare dove ci sono i resti del Dc9 dell'Itavia precipitato a Ustica nel giugno del 1980.

Le conclusioni dell'inchiesta congiunta Usa-Italia, su cui il governo italiano dissente, si trovano nelle mani del generale George Casey, il comandante delle forze americane in Iraq, cui spetterà con ogni probabilità il compito di dare l'annuncio a Bagdad sulla chiusura delle indagini, non appena arriverà l'ok del Pentagono. Di una copia del rapporto è ovviamente in possesso anche l'ambasciatore statunitense in Italia Mel Sembler che sta mediando a Roma con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.

Tra Usa e Italia resta il disaccordo sulle conclusioni. Il Pentagono ha già fatto sapere, attraverso indiscrezioni ai giornalisti americani nei giorni scorsi da parte di un alto ufficiale dell'Esercito, che assolverà da ogni accusa i soldati che il 4 marzo a Bagdad aprirono il fuoco contro l'auto su cui viaggiavano il funzionario del Sismi, un suo collega e la giornalista Giuliana Sgrena.

Frenetiche consultazioni tra Roma, Washington e Bagdad sono proseguite nelle ultime ore per cercare di definire le formulazioni da utilizzare nel rapporto.

Fonti militari a Washington hanno ribadito che gli Usa sono disponibili a far mettere in discussione, nella relazione del generale Peter Vangjel, le modalità delle regole d'ingaggio sulla base delle quali hanno agito i soldati del 69mo reggimento di fanteria della Guardia nazionale che gestivano il posto di blocco fatale. Ma sulla base delle regole in vigore, secondo il Pentagono, non ci sono dubbi sul fatto che i militari abbiano agito con modalità che escludono qualsiasi azione disciplinare nei loro confronti. Ai soldati verrà riconosciuto che hanno "seguito gli ordini" e agito in base al regolamento che attualmente disciplina la gestione dei posti di blocco.

Le indagini italiane ripartono invece dai sette fori relativi a colpi d'arma da fuoco trovati sulla Toyota Corolla arrivata ieri sera a Roma. Questo il nuovo punto di partenza dell'inchiesta giudiziaria che dovrà stabilire chi ha sbagliato la sera del 4 marzo e, soprattutto, perché la pattuglia americana ha fatto fuoco su quell'auto che stava riportando a casa Giuliana Sgrena.

Per i magistrati della procura di Roma non rappresenta un particolare fondamentale il fatto che "le autorità Usa sapessero o meno della missione in Iraq di Calipari. Quello che conta è capire se chi ha fatto fuoco quella sera abbia rispettato o no le regole di ingaggio".

I fori, molto evidenti, soprattutto sulla carrozzeria anteriore dell'auto sono stati fotografati e filmati la scorsa notte in una prima ispezione preliminare. Il Ris e la polizia scientifica, insieme agli investigatori del Ros e della Digos della capitale, hanno in sostanza "fissato lo stato di arrivo dell'auto in Italia".

Nei prossimi giorni si procederà con accertamenti balistici e altri rilievi tecnici che potrebbero stabilire sia la dinamica sia la traiettoria dei proiettili che hanno colpito l'auto e ucciso Nicola Calipari. Si passerà infatti alla fase più viva degli accertamenti che, sulla base di studi dei metalli, potranno calcolare la traiettoria, l'impatto dei proiettili e soprattutto capire quante armi hanno sparato quella sera del 4 marzo scorso.

Gli esami balistici serviranno anche a capire se i colpi sparati verso la Toyota Corolla e quelli che hanno ucciso Nicola Calipari siano stati sparati solo verso la parte anteriore della macchina o anche verso l'abitacolo. Accertamento che chiarirà anche la velocità con la quale procedeva la vettura prima di essere bloccata al check point a pochi passi dall'aeroporto di Bagdad.

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Guest DESMO16
Il portavoce del Dipartimento di Stato risponde alle dichiarazioni

del premier che aveva parlato di difficoltà interne al Pentagono

Gli Usa smentiscono Berlusconi

"Fra noi nessun disaccordo su Calipari"

"L'inchiesta sulla morte del funzionario non è ancora finita

e procede in stretta collaborazione con gli italiani"

WASHINGTON - Il Dipartimento di Stato smentisce le dichiarazioni fatte oggi da Silvio Berlusconi sul caso Calipari. Il presidente del Consiglio aveva detto che gli Stati Uniti hanno delle "difficoltà", in particolare dei "problemi interni per quanto riguarda il Pentagono".

Il portavoce Adam Ereli ha invece detto, rispondendo a precise domande sulle dichiarazioni odierne del premier italiano, che il Dipartimento di Stato lavora "in pieno accordo con il Pentagono" sull'inchiesta relativa all'uccisione di Nicola Calipari. Ereli ha ribadito che il lavoro sull'inchiesta "non è ancora finito" e che procede insieme agli italiani, "alleati forti" e con i quali ci sono "valori condivisi".

"Il Pentagono è stato chiaro. Il rapporto non è stato diffuso. E' in via di preparazione, congiuntamente, dalle autorità americane e italiane", ha proseguito Ereli. Il presidente George W. Bush e il primo ministro Silvio Berlusconi "hanno concordato che rappresentanti statunitensi e italiani effettueranno un'inchiesta congiunta", ha detto il portavoce, e ha aggiunto: "Ritengo che sia importante prendere nota che i rappresentanti italiani erano a Bagdad e hanno partecipato pienamente all'indagine".

"La morte di Nicola Calipari, un eroe nazionale in Italia, è stata certo un evento tragico", ha continuato Ereli. Per quanto riguardano i pareri del Dipartimento di Stato, Pentagono e Casa Bianca, "noi, come governo, rispettiamo la posizione dell'Italia in questa vicenda". "In questo caso, il nostro obiettivo comune, nell'Amministrazione, è di lavorare in collaborazione, come alleati, con l'Italia", ha concluso il portavoce del segretario di Stato Condoleezza Rice.

Berlusconi dal canto suo, questa mattina, uscendo da palazzo Madama dopo la fiducia del Senato, incalzato dai giornalisti sul caso del funzionario del Sismi ucciso a Bagdad aveva detto: "Non firmeremo nulla se non saremo convinti. Stiamo lavorando, speriamo di arrivare a una soluzione".

Il premier aveva quindi confermato le analisi dei giorni scorsi che parlavano di forti divisioni all'interno dell'amministrazione Usa: da una parte il Dipartimento di Stato preoccupato di mantenere i buoni rapporti con l'Italia e, quindi, più disponibile alla mediazione; dall'altra il Pentagono che punta, soprattutto, a difendere i soldati che hanno sparato.

Berlusconi aveva poi spiegato lo stato della trattativa: "Noi trattiamo con Sembler che rappresenta l'amministrazione Usa - ha detto - che deve fare i conti con il Pentagono. Non è una cosa facile. Stiamo lavorando, speriamo di arrivare, capiamo le difficoltà della controparte".

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Guest DESMO16
Il ministro degli Esteri: "La ricostruzione degli Americani non corrisponde

a quanto avvenne la sera dell'uccisione dell'agente all'aeroporto di Bagdad"

Fini: "Non firmiamo con gli Usa

per dignità nazionale e per Calipari"

Ma Casa Bianca e Dipartimento di Stato insistono

"L'Italia è alleato fedele e la nostra amicizia resta"

ROMA - "No, non si poteva chiedere al Governo italiano di sottoscrivere una ricostruzione degli avvenimenti che non corrisponde a quello che è accaduto quella sera" a Bagdad. Non ha dubbi Gianfranco Fini nello spiegare perché l'Italia non abbia accettato le conclusioni del rapporto americano sull'uccisione di Nicola Calipari. E poco importano le dichiarazioni che arrivano da Washington a ribadire che l'amicizia fra Stati Uniti e Italia "è vibrante" (parole del viceportavoce del Dipartimento di Stato Adam Ereli) o l'auspicio che le relazioni tra l'America e l'"alleato fedele" "restino quelle che sono" (Fred Jones, portavoce della Casa Bianca. L'Italia si smarca dalle conclusioni della commissione e presto Berlusconi riferirà in Parlamento sulla vicenda.

Sono da poco passate le 18 e la dichiarazione congiunta italo-americana, che ha formalizzato il disaccordo tra Washington e Roma sulle conclusioni dell'inchiesta è da poco uscito sulle agenzie quando Fini si sottopone alle domande dei giornalisti per spiegare meglio i contenuti di un documento diplomatico, a tratti criptico, frutto di estenuanti trattative condotte in questi giorni dalla Farnesina con il Dipartimento di Stato americano.

"Non si poteva chiedere al governo italiano di firmare una ricostruzione che non corrisponde alla nostra", chiarisce subito il ministro degli Esteri. Non si poteva proprio firmare il rapporto Usa, prosegue, "per un doveroso omaggio alla memoria di Nicola Calipari", ma anche e soprattutto per rispetto "all'indispensabile dignità nazionale".

Un riferimento che lascia ben capire, oltre al braccio di ferro che si è consumato tra le due sponde dell'Atlantico, come l'accettazione delle conclusioni Usa sarebbe stata letta come un'offesa alla memoria dell'agente del Sismi e come un'ombra al sentimento comune degli italiani che attendono risposte su chi abbia sparato all'aeroporto di Bagdad e perché.

Tutto sarà più chiaro, annuncia Fini, quando sarà diffuso il contestato rapporto (non più di due giorni, fanno sapere fonti italiane): il testo delle conclusioni, anticipa il vicepremier oggi alla Farnesina, "renderà ancora più evidente perché il governo italiano non poteva sottoscrivere" la ricostruzione americana.

Adesso si riparte con un'altra inchiesta, tutta italiana questa volta. "Per l'Italia sarà la magistratura, che ha già un'inchiesta aperta, a fare tutto quello che è in suo potere, ovviamente con il sostegno del governo", precisa Fini a chi gli chiedeva come andrà avanti in Italia la vicenda Calipari.

Dopo aver ribadito che la ricostruzione americana "non fotografa al cento per cento quello che è accaduto" quella sera del 4 marzo nei pressi dell' aeroporto di Bagdad, il ministro degli Esteri ha voluto mettere in risalto i pochi punti positivi, spiegando che su diversi aspetti dell'inchiesta "c'è stata piena convergenza" tra Roma e Washington.

E ha anche ricordato come "a seguito della tragica morte di Calipari, il governo chiese ed ottenne la possibilità di partecipare ai lavori della commissione" americana. Allora come oggi, aggiunge, "avevamo un unico dovere: ricostruire i fatti, accertare la verità e rendere omaggio a Calipari".

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e be'... Cermis, Ustica etc. insegnano. Come al solito oltreoceano fanno tutto quello che vogliono. E noi siamo ancora lì a chiedergli scusa per quello che cerchiamo di fare, dicendo che la nostra amicizia per loro non finirà mai. Bleah! Che schifo.

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a quanto pare il tutto è stato filmato da un satellite e l'auto andava a 96km/h... i soldati USA hanno sparato quando l'auto era a meno di 40mt... a quella velocità il conducente dell'auto ha certamente commesso un errore, e 4 ragazzini americani si sono sbrodolati il pannolone ed ahho fatto fuoco.

A questo punto la cara sgrena deve spiegare qualcosa e cmq rimangiarsi le parole in cui diceva che andavano a meno di 50km/h.

Tanto lei è sempre pronta a sputare merda a prescindere. Vivrà x sempre con il viso di Calipari in mente, morto x causa sua alla fine dei conti.

Ho sempre + rispetto x Quattrocchi.

Mi sa che, come al solito in questo tipo di situazioni, si cerca di far polemica anche dove la soluzione è molto + semplice.

A mio parere nessuna responsabilità grave da parte di alcuno, solo un gran casino dettato dalla situazione di M che c'è laggiù

Si parla anche che gli USA avrebbero le prove di un riscatto pagato.

Il governo seccamente smentisce, e non "cala le braghe" o come dice il manifesto, noto fogliaccio rivluzionario "non abbassa la testa" e si affida alla magistratura.

La sgrena che dice sul riscatto??

A mio parere ecco cosa succede:

Silvio dice a Bush: guarda, laggiù qualcuno ha fatto una cazzata per paura, per zelo o per mancanza di coordinamento. Non posso dare la colpa ai miei xkè c'è di mezzo un morto ormai eroe nazionale. I tuoi hanno agito secondo regole d'ingaggio, ma l'opinione pubblica non lo capirà mai. Ergo, ufficialmente mi tocca prendere le distanze dalle vostre conclusioni per convenienza politica, anche se alla fine non ci sono ancora elementi per incolpare nessuno.

Alla fine il governo di centrosx ha calato le braghe sul Cermis ed io non posso presentarmi con lo stesso atteggiamento altrimenti mi chiamano servo.

E bush gli dice: vai in pace fratello e fai quello che devi fare. E un mondo diffizile!!

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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io sono molto curioso di vedere questo satellite... non male dare la velocità con la precisione di una unità!

ti posso assicurare, che quello che si vede nel film Nemico Pubblico, quello con Will Smith, è vicinissimo alla realtà, se non inferiore. Ho visto delle simulazioni reali della stessa tecnologia circa 7/8 anni fa. Oggi sono anche + avanti.

Possono vedere l'articolo di giornale che stai leggendo se ne fossero interessati.

Quindi difficile mettere in discussione i fatti se sono ripresi da un satellite.

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e cmq si tratta di pura matematica e geometria, anche avendo un filmato a bassa definizione, insomma la tecnologia c'è, ma la velocità la puoi calcolare anche tu filmando con un video8.

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