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Giordania, corte islamica approva la custodia dei figli a vedova cristiana


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Prima di tutto vorrei dire che propongo questo articolo perché è un bel segnale di apertura di un mondo, quello islamico, troppo spesso dipinto a tinte scure; non è mia intenzione iniziare discussioni di carattere politico e/o religioso, ma solo evidenziare un fatto che probabilmente non sarà ritenuto interessante dai comuni mezzi di informazione ;)

14 Aprile 2005GIORDANIA

Amman (AsiaNews/Compass) - Una corte islamica di Amman ha dato ragione a Siham Qandah, una vedova cristiana, e ha revocato la custodia legale dei suoi 2 figli affidati a uno zio musulmano. Il tribunale ha inoltre ordinato all’ex tutore di rifondere ai nipoti il denaro sottratto in maniera illegale dai loro fondi assistenziali.

Il giudice Mahmud Zghl ha emesso la sua sentenza nel tribunale islamico Al-Abdali di Amman dando torto a Abdullah al-Muhtadi, lo zio ex tutore che 7 anni fa aveva iniziato una battaglia legale per strappare i suoi 2 nipoti alla custodia della madre. Ora egli ha 30 giorni per presentare appello.

Qandah ha reagito con grande gioia alla notizia: “Non riesco a crederci: sono così contenta che sono senza parole. Non riesco a descrivere cosa provo in questo momento!”.

La donna, che abita nella città settentrionale di Husn, ha già chiamato i suoi figli da Amman: “Non potevo aspettare di tornare a casa e dirlo di persona” ha detto Qundah.

I due figli, Rawan di 16 anni e Fadi di 15, hanno perso il loro padre 11 anni fa, morto in Kosovo durante una missione umanitaria dell’Onu. Quando la madre cercò di ottenere i benefici previsti per gli orfani, un tribunale locale si appellò a un certificato non firmato di conversione all’islam, stabilendo che il marito di Qandah era diventano musulmano 3 anni prima di morire.

Il certificato non poteva essere contestato in base alla legge islamica, per questo Qandah è stata costretta a cercare un adulto musulmano che garantisse per i suoi figli, i quali – nonostante il battesimo – venivano dichiarati automaticamente musulmani in base alle norme islamiche sugli orfani. Al-Muhtadi, fratello del padre defunto dei 2 ragazzi, si dichiarava disponibile ad essere il tutore musulmano dei 2 nipoti.

Ma nei 5 anni successivi lo zio-tutore continuava a rubare denaro dai fondi dagli assegni mensili ottenuti dai 2 orfani, arrivando addirittura a sottrarre metà dei benefici elargiti dall’Onu in favore dei ragazzi grazie alla compiacenza di alti funzionari di un tribunale islamico locale.

Nel 1998 al-Muhtadi presentava la richiesta per ottenere la custodia dei 2 adolescenti per educarli come musulmani. Dopo 4 anni di disputa legale la Corte islamica suprema giordana si pronunciava in suo favore ordinando a Qandah di consegnare al cognato musulmano i suoi ragazzi. Negli ultimi 3 anni la vedova cristiana ha dovuto nascondersi varie volte per sfuggire all’arresto e non vedersi togliere i suoi figli.

La vicenda di Qandah ha suscitato l’attenzione di alcune organizzazioni internazionali che si battono per i diritti umani che hanno lanciato una campagna in suo favore: il re Abdullah II e altri membri della casa regnate giordana hanno iniziato a monitorare la correttezza giuridica del caso, impegnandosi a fare in modo che i due ragazzi non venissero tolti alla madre.

Qandah e i suoi figli frequentano la chiesa battista nella città di Husn, nel nord della Giordania. (LF)

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