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Amore per l'Alfa: ritorno al passato.


daytona

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Si, ma nell'80 superati i tre mesi di prova potevi fare un mutuo e farti una casa, come feci io. I miei genitori piangevano quando uscii di casa a 25 anni per sposarmi . Oggi devo riconoscere che questi dispiaceri sono stati debellati, come il vaiolo, considerato che nessuno riesce ad affrancarsi dalla casa o dall'aiuto dei genitori (a meno che non si sia imprenditori: non capita a tutti). Riguardo al "poveri ma intelligenti" parlavo di esperienza personale e non metto in dubbio che le persone benestanti fossero all'epoca ugualmente impegnate ed intellettualmente dotate (anzi, in qualche modo erano anche facilitate dal più facile accesso a certe Università).

Riguardo al precariato non mi trovi d'accordo. E' logico che un imprenditore la veda dal suo punto di vista. Io ho conosciuto una giovane a tempo determinato che per fare un intervento chirurgico che le comportava la residenza fuori sede per un periodo (e ti assicuro che non si rifaceva le tette) non ha trovato nessuno che le facesse un prestito personale.... Le statistiche dei giovani che cadono in depressione sono in aumento anche per questo. Non si può costruire un progetto di vita e di famiglia senza la solidità del posto di lavoro. In America lo fanno ma noi del Sud discendiamo dai greci e dai bizantini ed abbiamo altri atteggiamenti verso la vita.

Inoltre i lavori a tempo determinato hanno un effetto moltiplicatore ISTAT che falsa la reale rotazione facendoci credere chissà che. Certo che se un imprenditore, invece di legarsi a tempo indeterminato, può percorrere altre strade meno vincolanti è giusto che lo faccia.

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Si, ma nell'80 superati i tre mesi di prova potevi fare un mutuo e farti una casa, come feci io. I miei genitori piangevano quando uscii di casa a 25 anni per sposarmi . Oggi devo riconoscere che questi dispiaceri sono stati debellati, come il vaiolo, considerato che nessuno riesce ad affrancarsi dalla casa o dall'aiuto dei genitori (a meno che non si sia imprenditori: non capita a tutti). Riguardo al "poveri ma intelligenti" parlavo di esperienza personale e non metto in dubbio che le persone benestanti fossero all'epoca ugualmente impegnate ed intellettualmente dotate (anzi, in qualche modo erano anche facilitate dal più facile accesso a certe Università).

Riguardo al precariato non mi trovi d'accordo. E' logico che un imprenditore la veda dal suo punto di vista. Io ho conosciuto una giovane a tempo determinato che per fare un intervento chirurgico che le comportava la residenza fuori sede per un periodo (e ti assicuro che non si rifaceva le tette) non ha trovato nessuno che le facesse un prestito personale.... Le statistiche dei giovani che cadono in depressione sono in aumento anche per questo. Non si può costruire un progetto di vita e di famiglia senza la solidità del posto di lavoro. In America lo fanno ma noi del Sud discendiamo dai greci e dai bizantini ed abbiamo altri atteggiamenti verso la vita.

Inoltre i lavori a tempo determinato hanno un effetto moltiplicatore ISTAT che falsa la reale rotazione facendoci credere chissà che. Certo che se un imprenditore, invece di legarsi a tempo indeterminato, può percorrere altre strade meno vincolanti è giusto che lo faccia.

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daytona bellissime parole, complimenti per il discorso che non fa una piega...

non nego di essere cresciuto con qualche agio in più degli altri, ma ad esmpio di scempi tipo macchinette a 14 anni o auto a 18 non ne ho mai fatti... nemmeno ho mai avuto la faccia di chiederle...le auto che mi ritrovo oggi fortunatamente sono riuscito a farmele guadagnando..

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scusa ..non hai letto dove ho scritto che chi è precario spende di meno.

a me interessa che tutti siano pieni di soldi da spendere e che abbiano posti sicuri ,questo perchè il mio lavoro sarebbe molto più produttivo ,venderei molto di più ,ma purtroppo questa è un'utopia ..precari siamo tutti anche noi imprenditori.

mi dispiace ma la visione che hai del punto di vista dell'impreditore è molto lontana dala realtà.

vorrei anche aggiungere che "percorrere starde meno vincolanti" può essere

un esigenza

perchè oggi come oggi potrebbero "non esserci strade".

Ciao

Dallo scambio di opinioni e dagli altri contatti avuti con te ho avuto la certezza che fai sicuramente parte di quella numerosa fascia di imprenditori che svolgono con serietà e correttezza il loro lavoro con il rispetto dei collaboratori e dipendenti. Sono d'accordo con te che fare Impresa oggi è più difficile con la concorrenza di certi Paesi che - in barba a tutte le leggi etiche - stanno scippando il lavoro a chi, come te, è invece costretto ad una serie di vincoli, tasse , leggi e leggine. Oggi l'incognita non è se si riuscirà a confermare il lavoratore a tempo determinato ma se le nostre aziende riusciranno a parare un'offensiva ad armi impari.

Però, e fattelo dire da me che faccio un'attività affine alla consulenza Aziendale, la categoria imprenditoriale ha fruito di un lungo periodo di vacche grasse e di quiete sindacale e non ha saputo prevedere (ma forse è meglio dire non è stata preparata adeguatamente dalle strutture preposte: Associazioni di categoria e Governo) agli scenari che le si sarebbero parati a breve.

Certo che il sistema Italia è in crisi! Le nostre manifatture si son viste azzerare gli ordini da una stagione all'altra, la grande distribuzione francese ormai ha monopolizzato il mercato e sta mettendo in crisi le ultime aziende che producono localmente e che non trovano più canali di commercializzazione. Ci dicono che l'arma vincente sarà la qualità ma si sarebbe dovuti partire almeno nel 2000 e poi per fare nuova qualità ci vogliono nuovi investimenti e per acquistare, da consumatore, qualità ci vogliono redditi alti (sennò si è costretti ad acquistare nei mercatini dei cinesi le felpe a 5 euro che in Italia non potrebbero mai produrre a quel prezzo).

Io provo ad acquistare italiano e, possibilmente, anche il prodotto locale. Certo che se ci fosse la tracciabilità del prodotto ed un indice di "Azienda etica" sarebbe più facile.

E' un cane che si morde a coda!

Con tutta la mia stima.

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