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sondaggio sul referendum


viva l'italia

Come voterai al referendum?  

120 voti

  1. 1. Come voterai al referendum?

    • Si
      63
    • No
      4
    • Mi astengo
      21


Messaggi Raccomandati:

Quello del dottor Piccinni è un esempio non completamente significativo...

Voglio dire: come ho scritto più sopra, a noi che cambia impiantarne uno invece di un'altro, a scatola chiusa? E se invece possiamo sceglierlo pure sano? Lo andremmo a rifiutare? Mah...

E gli altri si buttano? Quanti se ne buttano lo stesso ogni giorno, non è chissà che tragedia...

L'Organizzazione Mondiale della Sanità specifica che il complesso fisico dell'embrione si può considerare vita umana dopo il 14° giorno, cioé dopo la determinazione di quali cellule costituiranno la placenta e quali l'individuo, e se l'embrione si dividerà in più individui... dopo siamo sicuri che quella è vita. Prima è "roba", detto in modo un po' truce. Sono stato "roba" anch'io! :)

Disapprovo totalmente la visione dell'OMS che hai citato.

E' davvero ridicolo stabilire che al 13° giorno l'embrione non si possa considerare vita umana mentre al 14° giorno sì.

Occorre semplicemente avere ben chiara in mente la distinzione fra vita ed individuo. La vita è presente negli esseri umani, negli animali, negli alberi, nel plasmodio della malaria, nei batteri, negli spermatozoi, negli ovociti etc.. Non esiste mai un momento preciso in cui nasce una nuova vita. Esiste invece sempre un momento preciso in cui nasce un individuo, sia esso un uomo, una pianta, un protozoo, un'alga o un batterio. La vita non nasce mai, per il semplice fatto che è nata una volta sola e da allora si è semplicemente propagata fino a colonizzare l'intero nostro pianeta. La vita è nata una sola volta dal brodo primordiale (chiamiamolo così per semplificare) miliardi di anni fa e da allora non si è più fermata ma si è evoluta in vario modo, diversificando le forme attraverso cui si manifesta, fino ad arrivare alle migliaia di specie viventi oggi note (e moltissime ancora ignote). Un uomo ed una donna che si accoppiano e generano un figlio non creano affatto una nuova vita, ma semplicemente fanno fluire la loro vita nella vita del figlio, propagano ed amplificano la vita preesistente che è in loro, ma non generano una nuova vita, generano invece un nuovo individuo dotato della stessa vita di cui erano dotati i loro genitori. La novità consiste in un nuovo individuo portatore di vita, non in una nuova vita, perchè la vita è sempre la stessa, cambia l'individuo che ne è portatore visto che ora ce n'è uno nuovo che si distingue dai suoi genitori.

In tutto c'è la stessa vita: nell'uomo, negli animali, nelle piante, nelle alghe, nei batteri e nei virus. Tutto ciò che contiene un genoma a base di DNA contiene potenziale vita. Se voglio posso prendere un pelo di un mammuth della Siberia, recuperare un pò dei suoi geni e farli rivivere in provetta facendogli svolgere in vitro le funzioni che svolgevano nel mammuth, ossia posso ricreare in vitro dei frammenti di vita del mammuth, e chissà se fra mille anni non saremo davvero capaci di creare dei giurassic park. Questa è la vita e la sua manipolazione. Per quanto riguarda l'uomo c'è una sola vita nei genitori e nei figli, vita che fluisce e si propaga dai genitori ai figli attraverso i gamenti ed il processo di fecondazione, gravidanza e parto della donna.

Per non incorrere in errori e seghe mentali, se non mistificazioni, occorre solo considerare che genitori, gameti e figli contengono la stessa vita, e tutti insieme non sono assolutamente in grado di originare nuova vita, che, ripeto, è nata una sola volta miliardi di anni fa. I genitori possono solo creare un nuovo individuo portatore di stravecchia vita (altro che nuova, come comunemente si crede!). La domanda che comunemente la gente si pone è: quando si può parlare di nuova vità? Dopo la fecondazione dell'uovo? Al 13° giorno? Al 14° giorno? Dopo qualche settimana? Al passaggio dell'embrione dallo stadio di morula allo stadio di blastula? Allo stadio di feto? Alla nascita?

E' un bel canaio! E' assolutamente impossibile rispondere! E perche?

Il motivo di tutta questa confusione è semplice: la domanda di partenza è totalmente sballata! Non ci si può assolutamente chiedere quand'è che nasce una nuova vita, perchè la vita non nasce. La vita semplicemente fluisce dai genitori ai figli. Ciò che nasce non è la vita ma un nuovo individuo che ne è portatore. E quando cazzo è che nasce un nuovo individuo? Questa sì che è una domanda corretta che possiamo porci. La risposta non può dare adito a dubbi: quando uno spermatozoo feconda un uovo abbiamo un nuovo individuo potenziale. Dopodichè, tutte le elucubrazioni che faremo sono solo seghe mentali. Perchè lo spermatozoo ha solo metà del patrimonio genetico necessario a creare un nuovo individuo umano, lo stesso dicasi per l'uovo. Quando lo spermatozoo feconda l'uovo i due emi-genomi si uniscono per dare un genoma completo necessario e sufficiente per definire l'uovo fecondato un potenziale nuovo individuo.

Ora facciamoci un pò di seghe mentali: Ma l'uovo fecondato si impianta nell'utero? Se sì è un nuovo individuo, se no è spazzatura, Ma l'embrione si sviluppa in feto? Se sì è un nuovo individuo, se no è spazzatura. Ma l'embrione ha un'anima? Se sì è un nuovo individuo, se no è spazzatura. Ma l'embrione è sano o è ammalato? Se sì è un nuovo individuo, se no è spazzatura. Ma il feto è sano o è affetto da trisomia 21? Se è sano è un nuovo individuo, se è mongoloide è spazzatura. Etc. etc. etc....

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Guest DESMO16
L. L. Vallauri:

"L'embrione umano fin dallo stadio di zigote è un individuo uomo in atto. E'un'unità indivisibile sia sincronicamente (a dividerlo, muore) che diacronicamente (a tutelarlo "dopo", avendolo soppresso "prima", non vive). Essere indivisibili in questo doppio senso significa appunto essere in-dividui. L'embrione è quell'individuo, la cui vita è quella di un uomo. Quindi è un individuo uomo. Non un individuo uomo in potenza (...), quindi ha i diritti dell'uomo adeguati alla sua fase di sviluppo (primo, ovviamente, il diritto alla vita) e via via acquisisce tutti gli altri".

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Io molto probabilmente mi asterro perchè

1. preferisco che la legge (seppur perfettibile) resti quella

2. non sono d'accordo su qs scelta di indire un referendum su un argomento così delicato e di cui la stragrande maggioranza delle gente sa poco o nulla....

I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte e i passanti li segnano a dito ma i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno..essi sono altrove..nell'abbagliante splendore del loro primo amore

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Io molto probabilmente mi asterro perchè

1. preferisco che la legge (seppur perfettibile) resti quella

2. non sono d'accordo su qs scelta di indire un referendum su un argomento così delicato e di cui la stragrande maggioranza delle gente sa poco o nulla....

Sarei tentato di fare lo stesso, ma non ho ancora deciso. Certamente se andrò a votare non voterò nè quattro sì e nè quattro no.

Per ora ho deciso che sono contrario all'uso degli embrioni per ricavarne cellule staminali a scopo di ricerca. La ricerca è assolutamente necessaria ma si può fare altrettanto bene sulle cellule staminali ottenute per altre vie. E poi rimangono anche altre vie che non prevedono affatto l'uso di cellule staminali. E queste altre vie sono più difficili am più serie, perchè tentano di capire a fondo cosa si andrà a combinare, mentre l'uso delle cellule staminali permette certamente di ottenere delle cure ma non permette di capire a livello molecolare come curare le anomalie. Si demanda alle cellule staminali il compito di curare, senza sapere come esse lo fanno.

Poi c'è una questione di non poco conto: dietro a questa faccenda allucinante della fecondazione in vitro per ricavarne embrioni in eccesso da cui a loro volta ricavarne cellule staminali c'è una lobby di veri e propri criminali animati soprattutto dalla volontà di arricchirsi e che della ricerca se ne strafottono ampiamente.

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Dico la mia

per la prima volta nella mia vita a giugno mi trovero' a votare.. bene.. avrei preferito iniziare con qualcosa di piu' "leggero" ma poco importa.. io le idee le ho abbastanza chiare.

Io personalmente odio l'ipocrisia.. come un po successe per il nucleare (che oggi tuttavia compriamo dalla francia che ha centrali poco lontane dai nostri confini) temo possa ripetersi una simile cosa.. ovvero: fra 20 anni chi vorra' guarire da qualche malattia curabile grazie alla ricerca attuale su embrioni umani dovra' andare all'estero.. e scommetto che non saranno in pochi a farlo.

C'e' da dire oltretutto che la legge attuale e' piena di incongruenze.. gia' fatte notare peraltro.. io non posso sperimentare su un embrione ma posso uccidere un feto prima che raggiunga i 3 mesi? :o boooh!

io credo comunque che il voto, e in particolare questo voto, non debba essere dettato da cio' che ci dicono esponenti piu' o meno autorevoli della chiesa o della classe politica.. facciamoci un esame di coscienza e proviamo anche a pensare al futuro con ottica realistica.. che il voto sia si o no l'importante e' che sia frutto di un esame interiore ma anche di una valutazione oggettiva e ragionata su quello che puo' accadere in futuro..

Questo e' il succo di quello che penso.. visto che mi interessa molto questo argomento tornero' a far sentire la mia idea da "appena maggiorenne" ;)

ciau

P.S io votero' SI

" ...E`detto liberato in vita colui che non percepisce un io nel corpo o nei sensi, e non percepisce un altro da sé in alcuna cosa... "

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Guest DESMO16
...ovvero: fra 20 anni chi vorra' guarire da qualche malattia curabile grazie alla ricerca attuale su embrioni umani dovra' andare all'estero.. e scommetto che non saranno in pochi a farlo.

..l'utilizzo di cellule embrionali non danno luogo a vantaggi, guarda:

Adulte 58, embrionali 0: tra staminali non c'è partita.

Se le pesiamo sulla bilancia dei fatti e non su quella della propaganda, le staminali embrionali rivelano un’imbarazzante inferiorità rispetto a quelle adulte. Nei laboratori di tutto il mondo, infatti, dalle staminali adulte sono stati ottenuti benefici – di gradi diversi – per 58 tipi di malattie. E le cellule tratte da embrione, quelle che – prevalessero i «sì» ai referendum – ci farebbero guarire da infermità di ogni tipo, stando ai suggestivi ma ingannevoli slogan della campagna pro-referendum? Allo stato attuale, la loro utilità clinica è pari a zero. Allora, perché insistere? Per lo stesso motivo che ha originato il caso mediatico dei giorni scorsi.

Riepiloghiamolo insieme. La notizia è rimbalzata giovedì nelle redazioni dei giornali: «Clonate cellule staminali su misura da embrioni umani», «scorta genetica per curare le malattie», «la scienza più veloce del referendum», titolavano molti quotidiani.

Oggetto del pressoché corale entusiasmo, l’annuncio di un esperimento portato a termine da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti e da quella sudcoreana di Seul seguiti a ruota dall’ateneo di Newcastle, in Inghilterra: la creazione di 11 linee di cellule staminali embrionali ottenute tramite clonazione umana. In pratica: il materiale genetico (Dna) di cellule della pelle di 11 pazienti malati è stato inserito in altrettanti ovuli privati del loro nucleo originario. Questi ovuli così "fecondati" sono diventati veri e propri embrioni (capaci di evolversi in feti, se trasferiti nell’utero), con lo stesso patrimonio genetico dei donatori del Dna. Cloni umani, insomma, da cui, una volta raggiunto lo stadio di maturazione detto di "blastocisti" (cioè dopo 4-5 giorni) sono state estratte cellule staminali. Queste, nelle speranze degli scienziati, potrebbero un giorno essere trapiantate negli stessi pazienti donatori, per rimpiazzare cellule di tessuti malati.

Lasciando da parte le considerazioni etiche sulla clonazione umana – nell’esperimento sono stati sacrificati più di centro embrioni – resta un punto dolentissimo, vista la necessità di dare un’informazione corretta ai cittadini che devono decidere cosa fare il 12 giugno: il messaggio passato dai media, secondo il quale le terapie con staminali embrionali sarebbero dietro l’angolo. Solo questione di tempo e di un po’ di tentativi. Oltre che essere falso, il concetto permette di aggirare la domanda più pertinente e concreta cui va data risposta: è ragionevole investire su un tipo di ricerca (quella sulle embrionali) che a fronte di complicazioni etiche gravissime rappresenta ancora una totale incognita per la medicina? O non è forse più ragionevole – dati risorse e fondi per forza di cose limitati – privilegiare la ricerca con le staminali adulte, da cui finora provengono tutti i risultati che hanno acceso tante speranze?

Per aiutare a capire pubblichiamo un documento divulgato da un’importante associazione di bioetica americana con sede a Washington, Do no harm. The Coalition of Americans for Research Ethics, in cui sono affiancate, appunto, le malattie per le quali sono stati ottenuti fino a oggi risultati terapeutici, più o meno rilevanti, attraverso le cellule staminali: adulte per il primo elenco, embrionali per il secondo. La fonte del documento è il testo Monitoring Stem Cell Research, elaborato dall’autorevole Comitato di bioetica del presidente Bush e pubblicato nel gennaio 2004. «Abbiamo monitorato – scrive nell’introduzione Leon Kass, presidente del Comitato – i recenti sviluppi della ricerca con le cellule staminali adulte ed embrionali, ricerca sia applicata sia di base. Obiettivo del nostro rapporto è aiutare i lettori (in particolare i non specialisti) ad apprezzare le ragioni dell’entusiasmo sulle cellule staminali e a prendere coscienza della difficile strada che dev’essere ancora percorsa». Difficile, sì: ma diventa tutta in salita se si rovesciano i dati della realtà.

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Desmo, sul discorso staminali adulte/embrionali ti rispondo con un articolo che stava sul manifesto del 25 maggio. Come al solito, fonte che prendi, parere che trovi:

RICERCA IN CAMPO

Perché abbiamo bisogno anche delle staminali embrionali

ELENA CATTANEO*

In Italia i malati con malattie degenerative sono decine di migliaia. Se pensiamo alle sole malattie neurologiche come il Morbo di Alzheimer o di Parkinson, la Corea di Huntington e la Sclerosi Amiotrofica Laterale, sono moltissime le persone che vivono con la speranza di una terapia. Speranze che però dovrebbero essere alimentate solo dopo una rigorosa autenticazione sperimentale delle ipotesi sulle quali gli scienziati lavorano nei laboratori di tutto il mondo. Se quelle ipotesi però dovessero risultare non ripetibili allora devono essere letteralmente «lavate via», perché la ricerca di frontiera ha il dovere di autocorreggersi.

Non-scoperte sulle staminali adulte

E' successo proprio questo, ad esempio, con le staminali adulte e la loro presunta capacità di «transdifferenziare» a cellule di un tessuto molto diverso da quello di origine, con scoperte che le ipotizzavano come equivalenti alle embrionali. Queste «scoperte» sono state, purtroppo, pubblicamente e ampiamente smentite. Non mi sembra però che l'effetto prodotto da queste «non-scoperte» sia stato «lavato via» nella percezione che si ha nella società civile italiana. Anzi, soprattutto in quest'ultimo periodo, aleggia sulla discussione referendaria e viene costantemente alimentato.

Ovviamente questa propaganda mediatica tutta basata su una fittizia promessa di «curare tutto», sull'elencare protocolli «sperimentali» che usano le staminali adulte (come se «usare» significhi cura totale e garantita per tutti e per tutte le malattie) in contrasto con quelli che usano le embrionali (fortunatamente zero, in quanto la ricerca sulle embrionali nasce pochi anni fa ed è ancora tutta da sperimentare), questo «pompare», è utilizzato ad arte per creare immagine, posizionamenti, imperi e baronie, cercando di influenzare l'opinione pubblica. Senza specificare che la cura certa e duratura per le malattie del sangue con le adulte (ma è così?) non significa cura certa, per esempio, per le malattie del cervello. Per queste ultime infatti si deve ancora decidere: (1) se le staminali, di fatto, possono essere utili; (2) quale staminale funziona meglio; (3) se deriveranno eventuali benefici dall'inserimento nel circuito lesionato o piuttosto da fattori che esse rilasciano, con il conseguente spostamento dell'obiettivo sui «farmaci» rilasciati dalle staminali piuttosto che sostituire ciò che è degenerato. Tutte ipotesi di lavoro, non certezze.

La scienza non è una partita

E' un vero problema, dunque, quando ipotesi o risultati ancora in nuce escono dai laboratori troppo presto e troppo presto vengono amplificati ed esagerati. Si assiste al tentativo di imporre una nuova «scienza», quella delle teorie e delle promesse, citando protocolli a favore e protocolli contro, come in una partita, in una logica aberrante del «raccontare all'opinione pubblica» quello che l'opinione pubblica (soprattutto se meno esperta e preparata) avrebbe piacere a sentirsi raccontare, contrapponendola alla «scienza» dei risultati duraturi, comunque e per chiunque difficile da governare e da predire: la «scienza» che, ancora oggi, non può dare aprioristicamente garanzie di cura per tutto, indipendentemente da quale cellula si stia considerando. Allora, dico, ben vengano le armi in più offerte dalla ricerca. Poi decideremo in base a risultati ottenuti in protocolli verificabili.

In questo panorama ormai troppo mediatico, la ricerca passa come qualcosa di «aneddotico», come se bastasse una parola magica, «staminale (adulta)», e automaticamente ciò di cui si dispone nei laboratori diventi tale, pronto all'uso negli ospedali, la cura è lì... tra tre anni saremo sul Parkinson (veniva dichiarato ben più di tre anni fa)... ci stiamo arrivando...? Come scienziato non accetterò mai il «ci stiamo arrivando» come principale argomento di una discussione scientifica! Anche perché c'è molto da fare prima di arrivarci. Per esempio, i protocolli di preparazione di molti tipi di staminali adulte restano grossolani, al punto da avere poco controllo su ciò che si cresce, finendo con lo spacciare per staminali adulte miscele di cellule instabili e non omogenee.

I diktat della pseudo-scienza

Ma qualcuno va anche oltre: i diktat scientifici italiani, recitati da scienziati che andrebbero chiamati pseudo-tali quando si comportano così, aggiungono che «la ricerca sulle cellule staminali embrionali non serve». Eppure queste cellule sono da un lato uno strumento quotidiano per comprendere i meccanismi di base di tutte le cellule umane e di alcune malattie in particolare. Dall'altro sono talmente straordinarie e interessanti da essere necessarie per capire l'attività e la tossicità di farmaci.

Allora, mi domando, come lo consideriamo uno scienziato che afferma, senza prove e magari senza esperienza diretta, che «una ricerca - quella dell'altro - non serve»? A quale scopo uno scienziato si pronuncia in questo modo? Perché siamo arrivati, non a caso solo in Italia, a questo finto marasma tecnico-scientifico che ha, in realtà, l'obbiettivo di far passare per «conflitto scientifico» quello che è un problema etico? Chi l'ha generato? Forse basterebbe consultare la stampa degli anni precedenti la scoperta delle embrionali (era il 1998) per ricordarsi del bombardamento mediatico in cui le possibilità di cura di queste cellule sono state a dir poco esagerate. Esagerazioni che sono state poi indirizzate verso le adulte «che curano» creando ad arte il finto conflitto scientifico.

Perché questo marasma in Italia?

Erano altri anni, uno direbbe. ma ancora oggi si usano le stesse strategie: si passano le ipotesi per fatti, le teorie per risultati. Due modi diversi di alimentare le speranze. Personaggi eminenti (o considerati tali) spacciano sulla stampa soluzioni a raggiera, naturalmente non autenticate. Come se enunciare un'ipotesi potesse equivalere a validarla sperimentalmente. Non sono forse tentativi di confondere, di mettere il risultato davanti all'esperimento che deve ancora essere fatto? Ma abbiamo presente, dal punto di vista scientifico, cosa si sta divulgando? Siamo di fronte, invece, a ipotesi di lavoro su cui siamo ancora liberi di studiare a patto che i finanziamenti pubblici vengano erogati attraverso un attento vaglio scientifico delle ipotesi e delle loro razionalità. Studi che non possono essere propinati subdolamente già come la nuova soluzione. Facendo passare tra l'altro il solito concetto sbagliato di scienza «facile e risolutoria» (ovviamente sempre attraverso leadulte) pronta ad entrare in azione.

Molte le vie, uno il metodo

Da sempre non sono tra gli scienziati che dicono che disporre di embrionali equivalga ad avere una cura, per esempio, per le malattie del cervello. E' una strada (non l'unica). E a dire il vero non ne conosco nemmeno uno di scienziato che si esprime in quel modo. Ma non sono nemmeno tra quelli che cavalcano le ipotesi fantascientifiche delle adulte pronte a curare e che promuovono una visione della scienza vista dal buco della serratura. Magari tentando pure di far passare il concetto che il trapianto rappresenta l'unico obiettivo della ricerca sulle staminali e che in virtù delle loro «proprietà cura-tutto» le staminali (spesso non-staminali) adulte siano sufficienti. Peccato che ci siano numerosi laboratori (tra cui metto il nostro all'Università di Milano) interessati a usare le staminali embrionali per studiare il differenziamento, i meccanismi di malattia e sviluppare farmaci. E allora? Allora oggi c'è bisogno di entrambe le ricerche sulle adulte e sulle embrionali e posso motivare scientificamente e in modo dettagliato con chiunque me lo chieda.

Che si parta dall'una o dall'altra cellula, per realizzare le speranze c'è comunque un solo modo: lavorare nei laboratori senza inventarsi scorciatoie. Magari evitando che scienziati seri debbano competere per i finanziamenti con scienziati «dalla ricetta facile». Scienziati che, magari, stanno anche in commissioni che erogano i fondi e, magari, riescono ad auto-assegnarseli attraverso procedure che, ancora oggi e nonostante le richieste, non sono ancora state rese trasparenti (a proposito di «etica»).

Perché votare è un dovere

Chiudo ricordando quello che a mio avviso è l'essenza del ricercatore. Non lo stipendio (credo nessuno abbia dubbi) ma una tensione etica che spinge ad affrontare con spirito critico e senza preconcetti ipotesi razionali che sfociano in risultati autenticati. La medicina e la scienza oggi hanno bisogno anche (ma non solo) della ricerca sulle staminali embrionali. Lo si può fare anche in Italia, attraverso regole razionali e condivise che, per esempio, consentano di utilizzare le blastocisti sovrannumerarie le quali, ad oggi, sono destinate a restare congelate per i prossimi duemila anni. Il tutto senza creare nuovi embrioni e senza attivare quella importante discussione etica su cui è poi difficile legiferare se non violando i riferimenti etici di alcuni a favore dei riferimenti etici di altri (di chi poi? dei più ascoltati? dei più ricchi?).

Un parere strettamente personale sulla legge: sono cattolica praticante e uno dei primi principi che perseguo è l'uguaglianza tra le persone. L'Italia non è appesa nel nulla e una legge che consente agli italiani più ricchi di by-passarla semplicemente andando all'estero è, a mio avviso, una brutta legge. Votare è un dovere.

* Comitato per il Sì al Referendum

Ordinario di Farmacologia

Università degli Studi di Milano

Auto attuale: VW Passat Variant 4Motion 130cv con Torsen

La tua prossima auto: a trazione posteriore o integrale

Moto: YAMAHA FZ6 FAZER Diamond Black '05 "BLACK MAMBA" [clic], Suzuki GSX750 "Cicciottona" e YZF-R6 solopista 8-)

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4 si convinti!!!

con dulbecco, montalcini, veronesi, hack...etc

"Tutto finisce col consumarsi, nulla è duraturo. Il cambiamento è l'unico elemento costante della vita."

Jack (da "Noi Marziani" di P.K.Dick)

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4 si convinti!!!

con dulbecco, montalcini, veronesi, hack...etc

Ho sentito l'opinione di Dulbecco poco fa su Rai3.

Ha detto una grande verità, ossia che la vita non comincia ma fluisce. Ciò che comincia è l'individuo. Esattamente quello che ho sostenuto in un mio precedente post.

Quando gli hanno chiesto quand'è che nasce un nuovo individuo ha detto che esso nasce quando, dieci giorni dopo la fecondazione, si ha l'impianto nella mucosa uterina, perchè è da quel momento che inizia la possibilità di sviluppo con successo del nuovo individuo.

Poi però non si è fatto remore nel sostenere la ricerca sugli embrioni. Il suo punto di vista di scienziato è che la scienza deve poter lavorare, sottintendendo così che è favorevole all'abolizione della legge 40. Francamente io la penso diversamente: la ricerca deve poter lavorare, ma occorre anche chiedersi come lavorare. Anche gli scienziati nazisti che lavoravano usando come cavie gli esseri umani dei campi di concentramento facevano ricerca. Se non ci si pone alcun limite etico si possono fare le cose più turpi che l'umanità possa fare, e farle in nome della scienza o della ricerca non è una valida giustificazione.

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Veronesi:

«Ogni giorno almeno 10 mila uova fecondate in normali rapporti di coppia non attecchiscono in utero e muoiono. Circa 300 mila al mese, 3 milioni e seicentomila l´anno. E questo solo in Italia. Una strage di potenziali bambini e, secondo la Chiesa, di anime che non si sa dove vanno. Un eccidio di innocenti inspiegabile».

Umberto Veronesi, ex ministro della Sanità, oncologo e scienziato di fama internazionale voterà sì al referendum di abrogazione di alcuni punti controversi della ormai nota legge 40 che regola in Italia la procreazione medicalmente assistita o fecondazione artificiale.

Professore, secondo lei dove vanno tutti questi ovuli fecondati?

«Da scienziato e ateo rispondo: da nessuna parte. Ma secondo la Chiesa, non essendo battezzati, dovrebbero finire tutti nel Limbo. Ipotesi scartata però da San Tommaso d´Aquino che fissa al terzo mese di vita la comparsa dell´anima. Mentre per l´ebraismo il momento chiave è il quarto mese. Detto questo, ricordo la mia infanzia di bimbo cresciuto in cascina: la mortalità neonatale era allora altissima e ricordo l'angoscia dei genitori per non far finire il loro figlio al Limbo. Quando i piccoli stavano male, chiamavano prima il prete del medico».

Ma allora, quand´è che questo ovulo fecondato si completerebbe con l´anima?

«Scientificamente potremmo far coincidere l´anima con il pensiero, con la psiche. È ormai provato che il feto pensa, all´ottavo-nono mese. È ragionevole quindi ipotizzare che l´anima esiste se c´è il pensiero. Ed è ragionevole immaginare che l´anima, e secondo il pensiero cattolico la vita, entra nel corpo quando c´è un abbozzo di struttura pensante, di avvio dell´intelligenza. Tant´è che la morte oggi coincide con la morte del cervello: l´espianto di organi vitali è consentito anche dalla Chiesa dopo la morte documentata del cervello. Ma quando l´embrione inizia ad avere questo abbozzo? Questo accade dopo due settimane dall´attecchimento in utero. Prima è solo un ammasso di cellule. Un progetto di essere vivente».

Di essere vivente o di essere umano?

«Uno scimpanzé che cos´è? Un essere vivente con una differenza minima nel genoma rispetto all´uomo. Talmente minima, i geni sono uguali al 99,5 per cento, che potenzialmente potrebbe essere un progetto di uomo. E allora perché non tutelare anche lui? La Chiesa in realtà ha una visione antropocentrica: solo l´uomo conta. Ma io che sono animalista e vegetariano mi chiedo, provocatoriamente, perché non tuteliamo anche gli embrioni degli scimpanzé, anch´essi sono progetti di esseri umani».

Quindi, che cosa non va nella legge 40?

«Innanzitutto che tutela più gli ammassi di cellule che la donna o i feti veri e propri».

In che senso?

«Basti pensare all´inumana proibizione della diagnosi preimpianto per verificare la buona salute dell´embrione. Una palese contraddizione con la legislazione italiana in vigore che prevede l´esame prenatale del liquido amniotico o dei villi coriali, così come l´ecografia già dal secondo mese, che in caso dimostri una malformazione o una situazione grave del feto autorizza la scelta dell´aborto. E credo che nessuna donna ami abortire. Eppure mentre è prevista l´eliminazione di un feto, di un essere umano, si tutela un ammasso di cellule non pensante... Almeno fino a quando non diventa pensante, perché poi l´aborto è ammesso... Sconcertante».

Ma non c´è un rischio di deriva eugenetica?

«Bè, anche l´esame del liquido amniotico o l´ecografia al secondo mese in teoria nascondono il rischio di selezione eugenetica. Forse che poi la differenza non è fatta dall´etica del medico e dall´amore dei genitori in attesa. Non ho mai sentito di un aborto legato al colore degli occhi del futuro bambino. Eppure potenzialmente questo potrebbe accadere... In realtà la legge 40 offende i successi della ricerca scientifica che era arrivata ad anticipare la verifica della salute dell´embrione addirittura a prima dell´impianto evitando drammi psicologici ben maggiori. Offende me scienziato».

E sul numero massimo di tre embrioni da creare e impiantare, per evitare di congelarli?

«Anche in questo esiste una grave contraddizione etica. Se l´embrione è un essere vivente perché ne prevediamo la morte per legge?».

Che cosa vuol dire?

«Semplice, se impiantiamo tre embrioni sappiamo per certo che minimo uno muore, se non tutti e tre. Inoltre i parti plurigemellari sono un rischio per la donna. Allora, o si preleva un ovulo per volta, lo si feconda e lo si impianta. O si preparano più embrioni, si congelano e se ne impianta uno per volta. Questa peraltro è l´ultima indicazione dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms)».

La legge però serviva a regolare una sorta di Far West?

«Parlare di situazione da Far West è un oltraggio per la medicina italiana che in questo campo era al primo posto in Europa. E comunque, come dice il giurista Pietro Rescigno, sarebbe stato meglio il vuoto normativo a una legge lacunosa e contraddittoria».

E il problema degli embrioni congelati «orfani»?

«Ho già espresso più volte il mio pensiero: piuttosto che finire in un lavandino, potrebbero essere fondamentali per la ricerca sulle cellule staminali e altro. Donatori di cellule così come un adulto, constatata la morte cerebrale, può essere un donatore di organi... E poi, quando un domani, studiando le cellule staminali di un embrione, all´estero verrà trovato un farmaco che cura per esempio il Parkinson, i cattolici che fanno?... Non lo prendono?».

Autore:Corriere della Sera - 15/05/05

e mi sa che ne capiscono +loro di biologia...4 si con dulbecco, montalcini, e veronesi.

ciao

"Tutto finisce col consumarsi, nulla è duraturo. Il cambiamento è l'unico elemento costante della vita."

Jack (da "Noi Marziani" di P.K.Dick)

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