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sondaggio sul referendum


viva l'italia

Come voterai al referendum?  

120 voti

  1. 1. Come voterai al referendum?

    • Si
      63
    • No
      4
    • Mi astengo
      21


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Ti assicuro che le mie richieste non sono polemiche ma interessate ;-))

Tranquillo è che le news di google non vanno così indietro.

Fino ad ora sono risucito a trovare una proposta di AN intorno al 15 gennaio sui refrendum + o - nello steso periodo c'era la proposta Amato.

Ho trovato inoltre un editoriale di Scalfari che riporta queste opinioni espresse in prolusione alla CEi a Bari di Ruini l 19/1/2005

Egli parte da un´affermazione: la legge 40 non soddisfa appieno le esigenze della Chiesa in materia di fecondazione medicalmente assistita; è troppo permissiva per i gusti della gerarchia ecclesiastica. Tuttavia disegna un impianto apprezzabile che, allo stato dei fatti, è il massimo che si possa raggiungere. Ne consegue che ogni modifica di quella legge non può che peggiorarne la qualità dal punto di vista della Chiesa. Perciò essa non va emendata. Bisogna invece mobilitare le coscienze affinché il referendum abrogativo fallisca. La Chiesa farà di tutto perché ciò avvenga e si riserva di decidere, in prossimità della consultazione, quale sia la via migliore da seguire: se votare "no" oppure disertare dal voto e impedire così il raggiungimento del "quorum" necessario per la validità del referendum

Ricordo bene che dopo questa prolusione tutti i parlamentari che avevano votato la legge ritirarono le proposte di compromesso.

Se trovo qualcosa di più ti faccioi sapere.

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I più attivi nella discussione

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Ho torvato anche questa intervista di Chiara Valentini a Cacciari in gennaio.

Ti metto in grassetto la parte dell adomanda che mi pare significativa.

La risposta di Cacciari la condivido, anche se sull'"indagine storica" è meno rilevante.

Professor Cacciari, il cardinal Ruini ha fatto sapere

che la legge sulla fecondazione assistita non si tocca e

che la via più sicura perché questo succeda è il non

voto dei cattolici. Che cosa ne pensa?

> "Non mi sembra né giusto né corretto. Di fronte a una

questione di principio la Cei dovrebbe invitare al

confronto. Dovrebbe dire ai fedeli 'andate a votare,

sostenete nell'urna le nostre posizioni'. Puntare sul

disinteresse, cercar di sopire invece che chiarire ha

poco senso. Se veramente si tratta di questioni tanto

importanti la gente deve essere spinta a esprimersi

secondo coscienza".

Può bastare? altrimenti ricerco + tardi

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Riassumo qui i passi più importanti della legge 40, dalla quale ho eliminato tutti gli aspetti economico-finanziari, logistici e di gestione delle strutture deputate ad eseguire la fecondazione assistita.

Al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla infertilità umana è consentito il ricorso alla procreazione medicalmente assistita, alle condizioni e secondo le modalità previste dalla presente legge, che assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito.

Il ricorso alla procreazione medicalmente assistita è consentito qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità.

Il Ministro della salute può promuovere ricerche sulle cause patologiche, psicologiche, ambientali e sociali dei fenomeni della sterilità e della infertilità e favorire gli interventi necessari per rimuoverle nonché per ridurne l'incidenza, può incentivare gli studi e le ricerche sulle tecniche di crioconservazione dei gameti e può altresí promuovere campagne di informazione e di prevenzione dei fenomeni della sterilità e della infertilità.

Il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita è consentito solo quando sia accertata l'impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della procreazione ed è comunque circoscritto ai casi di sterilità o di infertilità inspiegate documentate da atto medico nonché ai casi di sterilità o di infertilità da causa accertata e certificata da atto medico.

Le tecniche di procreazione medicalmente assistita sono applicate in base ai seguenti princípi:

a) gradualità, al fine di evitare il ricorso ad interventi aventi un grado di invasività tecnico e psicologico più gravoso per i destinatari, ispirandosi al principio della minore invasività;

B) consenso informato

È vietato il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo..

Possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie (strili o infertili) di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi.

Prima del ricorso ed in ogni fase di applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita il medico informa in maniera dettagliata i soggetti (su tutti gli aspetti fisici, psicologici, economici, sociali etc.) Alla coppia deve essere prospettata la possibilità di ricorrere a procedure di adozione o di affidamento ai sensi della legge 4 maggio 1983, n. 184, e successive modificazioni, come alternativa alla procreazione medicalmente assistita.

I nati a seguito dell'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno lostato di figli legittimi o di figli riconosciuti della coppia che ha espresso la volontà di ricorrere alle tecniche medesime.

Qualora si ricorra a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo in

violazione del divieto, il coniuge o il convivente non può esercitare l'azione di disconoscimento della paternità.

La madre del nato a seguito dell'applicazione di tecniche di procreazione medicalmente assistita non può dichiarare la volontà di non essere nominata (madre).

In caso di applicazione di tecniche di tipo eterologo in violazione del divieto, il donatore di gameti non acquisisce alcuna relazione giuridica parentale con il nato e non può far valere nei suoi confronti alcun diritto né essere titolare di obblighi.

Chiunque a qualsiasi titolo utilizza a fini procreativi gameti di soggetti estranei alla coppia Richiedente è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 300.000 a 600.000 euro.

Chiunque a qualsiasi titolo, in violazione dell'articolo 5, applica tecniche di procreazione medicalmente assistita a coppie i cui componenti non siano entrambi viventi o uno dei cui componenti sia minorenne ovvero che siano composte da soggetti dello stesso sesso o non coniugati o non conviventi è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 200.000 a 400.000 euro.

Chiunque applica tecniche di procreazione medicalmente assistita senza avere raccolto il consenso è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 50.000 euro.

Chiunque a qualsiasi titolo applica tecniche di procreazione medicalmente assistita in strutture diverse da quelle di cui all'articolo 10 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da100.000 a 300.000 euro.

Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.

Chiunque realizza un processo volto ad ottenere un essere umano discendente da un'unica cellula di partenza, eventualmente identico, quanto al patrimonio genetico nucleare, ad un altro essere umano in vita o morto, è punito con la reclusione da dieci a venti anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro. Il medico è punito, altresí, con l'interdizione perpetua dall'esercizio della professione.

È vietata qualsiasi sperimentazione su ciascun embrione umano.

La ricerca clinica e sperimentale su ciascun embrione umano è consentita a condizione che si perseguano finalità esclusivamente terapeutiche e diagnostiche ad essa collegate volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell'embrione stesso, e qualora non siano disponibili metodologie alternative.

Sono, comunque, vietati:

a) la produzione di embrioni umani a fini di ricerca o di sperimentazione o comunque a fini diversi da quello previsto dalla presente legge;

B) ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti ovvero interventi che, attraverso tecniche di selezione, di manipolazione o comunque tramite procedimenti artificiali, siano diretti ad alterare il patrimonio genetico dell'embrione o del gamete ovvero a predeterminarne caratteristiche genetiche, ad eccezione degli interventi aventi finalità diagnostiche e terapeutiche.

c) interventi di clonazione mediante trasferimento di nucleo o di scissione precoce dell'embrione o di ectogenesi sia a fini procreativi sia di ricerca;

d) la fecondazione di un gamete umano con un gamete di specie diversa e la produzione di ibridi o di chimere.

4. La violazione dei divieti di cui al comma 1 è punita con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 50.000 a 150.000 euro. In caso di violazione di uno dei divieti di cui al comma 3 la pena è aumentata.

5. È disposta la sospensione da uno a tre anni dall'esercizio professionale nei confronti

dell'esercente una professione sanitaria condannato per uno degli illeciti di cui al presente articolo.

È vietata la crioconservazione e la soppressione di embrioni, fermo restando quanto previsto dalla legge 22 maggio 1978, n. 194.

Le tecniche di produzione degli embrioni, tenuto conto dell'evoluzione tecnico-scientifica e di quanto previsto dall'articolo 7, comma 3, non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre.

Qualora il trasferimento nell'utero degli embrioni non risulti possibile per grave e documentata causa di forza maggiore relativa allo stato di salute della donna non prevedibile al momento della fecondazione è consentita la crioconservazione degli embrioni stessi fino alla data del trasferimento, da realizzare non appena possibile.

Ai fini della presente legge sulla procreazione medicalmente assistita è vietata la riduzione embrionaria di gravidanze plurime, salvo nei casi previsti dalla legge 22 maggio 1978, n. 194.

I soggetti sono informati sul numero e, su loro richiesta, sullo stato di salute degli embrioni prodotti e da trasferire nell'utero.

La violazione di uno dei divieti e degli obblighi di cui ai commi precedenti è punita con la reclusione fino a tre anni e con la multa da 50.000 a 150.000 euro.

È disposta la sospensione fino ad un anno dall'esercizio professionale nei confronti dell'esercente una professione sanitaria condannato per uno dei reati di cui al presente articolo.

È consentita la crioconservazione dei gameti maschile e femminile, previo consenso informato e scritto.

La violazione delle disposizioni di cui al comma 8 è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 50.000 euro.

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Sono io che sono incapace a comprendere un testo o già ADESSO vi è la possibilità di usare embrioni per la ricerca (basta che non siano creati ad hoc) e la possibilità di non trasmettere malattie genetiche (eugeneutica a fine terapeutico)?

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Guest DESMO16
Procreazione: Rutelli, mi astengo

Vittoria del si' farebbe un macello

ROMA, 3 GIU-'Io mi asterro' dal voto' ai 4 referendum sulla fecondazione assistita: lo ha detto il leader della Margherita, Francesco Rutelli. Rutelli ha aggiunto che 'il si' farebbe un macello e produrrebbe una legislazione inaccettabile. L'astensione e' l'atto piu' efficace e produttivo'. Rutelli ha precisato di parlare a titolo personale e non a nome del suo partito.

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No non hai capito bene, con la norma attuale si può fare un'analisi dell'embrione ma con tecniche "non invasive" e se fosse comunque portatore di malattie resterbbe l'obbligo dimpianto nell'utero.

Se poi la donna non si sente di portare avanti l agravidanz apuò abortire.

Proprio questa logica è una delle maggiormente contestate dai referendari.

Io penso che sia una crudeltà questo meccanismo obbligo d'impianto-possibilità di aborto

Dulla ricerca sugli embrioni è più controversa.

In effetti secondo alcuni giuristi le linee guida avrebbero consetntito, in base alle norme della legge l'utilizzo degli embrioni soprannumerari attualmente esistenti.

In effetti però queste hanno chiarito il divieto. Va detto che alcuni scienziati vicini agli astensionisti hanno proposto di ragionare sull possibilità di utilizzo degli stessi.

In goni caso è possibile fare ricerca sulle staminali embrionali, purchè non non si utilizzino embrioni da embrioni.

Sembra un a contarddizione in termini, ma la soluzione è semplice.

Si comprano all'estero staminali embrionali (non embrioni attenzione, quelli sarebbero vietati).

Spero di essere stato chiaro e preciso

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Sono vietate:

B) ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti ovvero interventi che, attraverso tecniche di selezione, di manipolazione o comunque tramite procedimenti artificiali, siano diretti ad alterare il patrimonio genetico dell'embrione o del gamete ovvero a predeterminarne caratteristiche genetiche, ad eccezione degli interventi aventi finalità diagnostiche e terapeutiche.

.

Non mi sembra che dica che non si possano scegliere gli embrioni "sani".

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Ah...allora è incompleta.....

Non sono io che capisco male....se manca una parte!

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Guest DESMO16
Beh, prova ad immaginare: se tu fossi un talassemico saresti gravemente ammalato e sopravviveresti solo grazie alle cure ed alle trasfusioni. Un vero tormento. Ma comunque vivresti e potresti essere felicissimo di vivere anche in condizioni così disagiate.

...testimonianza della grande dignità di chi vive con problemi fisici e disagi..

Storia di Carmelo Porcu

L'onorevole disabile che rivivrebbe tutta la sua vita così com'è

Affetto da tetraparesi spastica, ha scelto il "partito più handicappato in assoluto", ha iniziato la carriera nell'MSI

Doveva fare il bandito

Pietro Piccinini

Il maestro della scuola elementare di Orune portava i suoi alunni in aperta campagna e li faceva giocare a calcio. Così, in pantaloncini di velluto e scarponi corazzati da pastore, i piccoli indemoniati potevano sfogare sul pallone la loro furia e tornare in classe con un po’ di attenzione da dedicare alla lezione. Quella volta, però, poco prima di cominciare a sollevare tutt’intorno il consueto polverone, i ragazzini di Orune dovettero fermarsi per considerare un problema inedito, quel loro nuovo compagno tutto storto e un po’ deboluccio che il maestro aveva buttato in mezzo alla mischia: “E a Carmelo cosa gli facciamo fare? Dove lo mettiamo Carmelo?”. Carmelo stava in piedi per miracolo, scomposto com’era, e se si provava anche solo di parlare il suo corpicino gracile si agitava tutto, convulsamente. Figurarsi se riusciva a calciare diritto un pallone. Ma quelli erano gli anni Sessanta, gli anni in cui il Mago Helenio Herrera faceva faville con l’Inter di Moratti (Angelo), e a qualcuno dei bambini di Orune venne subito l’idea: Carmelo doveva fare l’allenatore. Doveva fare Herrera, Carmelo.

“Ecco come ho potuto addirittura giocare a calcio, io: facevo l’allenatore, e organizzavo contemporaneamente l’una e l’altra squadra”. Oggi, 2005, il Mago Herrera della Barbagia non fa più l’allenatore, è un deputato del Parlamento della repubblica. Come sempre, quando parla, il suo corpo freme incontrollato, perché la tetraparesi spastica che lo affligge è irreversibile, ma con quel fisico deformato l’onorevole Carmelo Porcu ora ha imparato a convivere. E a scherzare: “Io sono un sardo della Barbagia, nel mio Dna c’è scritto che avrei dovuto fare il bandito o il sequestratore. Perciò, visto che mi manca la forza fisica, ho scelto di intraprendere la carriera politica”.

La carriera politica Carmelo Porcu ha scelto di cominciarla nell’Msi. Scelta paradossale per uno che i nazisti probabilmente avrebbero infilato vivo in un forno crematorio. “Ma io che potevo fare? Da handicappato ho scelto il partito più handicappato in assoluto”. E gli è andata di lusso, visto che oggi Porcu è coordinatore regionale di Alleanza nazionale per la Sardegna: “In effetti in politica mi sono trovato bene, e posso garantire che da handicappato a Montecitorio non ho mai sofferto la solitudine”.

L’onorevole ride volentieri del suo corpo traballante, ma il caso Carmelo Porcu farebbe rabbrividire tutti gli illustri dottori referendari alla Umberto Veronesi, i quali vanno dicendo che la legge 40 condanna i disabili alla vita, e alla vita da disabile. Ed è proprio per questo che oggi l’onorevole Porcu al suo brutto corpo è affezionato più che mai, e ha deciso di raccontarne la storia drammatica – “ma in punta di piedi, con discrezione, perché mi dà fastidio mettere in piazza queste cose” – “per difendere la legge 40, perché mi sto rendendo conto che tutto il grande progresso culturale e di costume che abbiamo compiuto in tanti anni riguardo al problema della disabilità viene ora rimesso in discussione. Si dice che i disabili non devono venire più al mondo, e nessuno fa una piega, nemmeno le sinistre, che si stracciavano le vesti quando la società ignorante di qualche decennio fa si azzardava solo a trattare uno spastico come me da disabile anche mentale. Oggi invece perfino loro si permettono il lusso di predicare una felicità che può essere definita a priori”.

Per Carmelo Porcu il Mondo Nuovo verso cui il nostro secolo precipita, è per certi versi un tuffo all’indietro “negli anni Cinquanta-Sessanta, quando l’avere in casa un figlio disabile era considerato disdicevole, una sorta di marchio d’infamia, una punizione del destino, una colpa da lavare”. Cinquant’anni di battaglie e conquiste sociali spazzati via in un istante: “All’epoca in cui mia mamma mi portava in braccio, da piccolino, la gente che ci incontrava si commuoveva. ‘Oh poverino, questo bambino!’, le dicevano. Qualche volta anche esagerando, in maniera pietistica, ma comunque sempre esprimendo solidarietà. Adesso, al contrario, le donne come mia mamma (che sono delle donne-coraggio, donne che faticano in maniera sovrumana per portare avanti la vita dei loro figli disabili, che amano i loro figli e più sono disabili e più li amano) invece di sentirsi amate, ammirate o comunque di sentire la solidarietà degli altri, si sentono quasi rimproverate: ‘Perché hai messo questo figlio al mondo? Non c’hai pensato? Ti è sfuggita la situazione di mano?’.

Io allora mi chiedo: perché non facciamo loro coraggio, piuttosto di scoraggiarle a fare nascere quelli come me? E poi qual è la giuria? C’è chi accampa la pretesa assurda di poter dire a un altro uomo: ‘Tu non sarai felice. Per questo non devi venire al mondo’. In un’epoca in cui il progresso della scienza potrebbe permettere anche agli handicappati più gravi di superare moltissime barriere, e in cui il progresso civile ci permette di considerare cosa condivisa il fatto che tutte le persone sono uguali, si cerca contraddittoriamente di far passare questa possibilità di scelta come positiva, mentre è solo la premessa ipocrita di una società che si avvia ad ammettere le pratiche eugenetiche. Tutto questo mi ha convinto a vincere la naturale riservatezza con cui parlerei della mia malattia”.

Così Carmelo Porcu comincia a raccontare la sua vita, una vita interamente determinata da quelli che lui chiama “i miracoli dell’Amore con la a maiuscola, che sono quei fatti che avvengono quando c’è difficoltà a riconoscere la vita e allora è la vita stessa si fa riconoscere, che si fa vedere”.

Miracolo dell’Amore numero uno, la nascita. “Mia mamma aveva avuto numerosi aborti spontanei prima di concepire me, e i medici le avevano diagnosticato che non avrebbe più potuto avere figli. Quindi affrontò la mia gravidanza quasi con un po’ di leggerezza, aspettandosi che si verificasse uno dei soliti aborti. Invece nacqui, ma accadde prematuramente (ero di otto mesi), a casa, senza assistenza medica. La levatrice che assisteva mamma durante il parto, quasi spaventata da com’ero ridotto, mi diede alle donne di casa, le quali furono subito davanti al problema di capire se io ero vivo o morto. Si sincerarono del mio essere in vita attraverso il metodo empirico. Mi misero cioè il dito mignolo in bocca per vedere se succhiavo. Quando videro che in effetti succhiavo, tutte si misero a gridare: ‘Vivu este! Vivu este!’, che in sardo significa: ‘E’ vivo! E’ vivo!’”.

Così, nel 1954, Orune si rese conto che Carmelo Porcu era vivo. E soprattutto che, nonostante le previsioni, sopravviveva. “Contrariamente a tutto ciò che si poteva prevedere umanamente, fui accettato con grandissimo amore dai miei genitori, dalla mia famiglia e successivamente da tutta la comunità paesana, che in un certo senso mi adottò. Divenni una specie di mascotte. Mi vedevano crescere con i miei problemi fisici, ma mi sollecitavano sul piano dell’intelligenza, facendo crescere la mia sicurezza e la mia voglia di stare in mezzo agli altri. Allora che i miei genitori fecero un ragionamento da gramsciani inconsapevoli: nella società barbaricina di allora i maschi, i forti, andavano in campagna a lavorare e a seguire il bestiame, mentre le donne, nelle famiglie che potevano permetterselo, venivano mandate a studiare; ebbene io, nella mia condizione di debolezza, ero equiparabile a una donna e fui mandato a scuola. I miei erano convinti che il mio riscatto dovesse venire attraverso l’istruzione, la scuola”.

E proprio a scuola avvenne il secondo miracolo dell’Amore nella vita di Porcu: quel bambino tutto contorto fu accolto a braccia aperte dagli insegnanti e dai compagni di classe. “Grazie a questa accettazione, riuscii addirittura a compiere il percorso scolastico ‘normale’, in un momento in cui in Italia non c’erano leggi per l’inserimento dei negli istituti scuole. Anzi, credo di essermi inserito molto di più io allora di quanto non lo siano, purtroppo, molti disabili oggi che quelle leggi esistono”.

L’impatto con l’istituto

Poi Porcu fa una breve pausa, come per preparsi ad assorbire un colpo tremendo: “Per le scuole medie fui ricoverato in un istituto per ragazzi disabili, perché la mia famiglia pensava che accanto all’istruzione dovesse esserci il tentativo di recuperarmi sul piano fisico. Perciò mi mandarono al centro di Sassari, dove studiai e insieme mi sottoposi al trattaemento fisioterapico. Fino a quel momento avevo vissuto in una sorta di ignoranza sulla realtà dell’handicap: io facevo perfino a botte con i miei compagni di scuola, mi bastava appoggiarmi al muro per menare come tutti gli altri. Vivevo una perfetta integrazione. Invece quando vidi gli altri ricoverati, scoprii l’handicap. E fu una scoperta traumatica”.

Gli occhi di Carmelo Porcu si velano di lacrime mentre il disabile onorevole si prende un attimo pesante quanto tutte quelle vite vissute nel dolore. “In mezzo a quei quattrocento handicappati da tutta la Sardegna, ho vissuto anche con persone in uno stato paragonabile a quello di Terri Schiavo. E ho imparato a riconoscere, perfino in loro, lampi di vitalità e – perché no? – di felicità, sia pure fra tutte le virgolette possibili e immaginabili. E’ bellissimo poter vedere la vita anche in chi sembra non averla quasi più. La forma più debole di vita è quella che merita di essere più tutelata. Se vogliamo costruire una società più umana, dobbiamo affrontare il discorso anche il discordo della non perfezione dell’uomo, che è bello in qualunque situazione e persino quando è più limitato. Ecco perché l’esistenza degli handicappati è utile, perché insegna a tutti che la vita non è perfetta, non è uno spot pubblicitario”.

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