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agenti CIA ricercati per rapimento in Italia


Regazzoni

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quello che ha riportato desmo in prima pagina, sta a significare che questi paletti vengono abbattuti a piacere. ed altre tristi storie lo testimoniano.

a cuba succede tutti i giorni ma nessuno si scandalizza, ecco cosa intendevo x 2 pesi e 2 misure.

Se è sbalgiato, e lo è, anche se necessario, è sbagliato anche laggiù.

Prova che i paletti ci sono è che il parolaio Minà ancora parla in tivvù della bontà di fidèl e come si vive bene a cuba e quanto so stronzi gli americani (che ce mettono de loro in abbondanza).

Il lavoro sporco qualcuno lo dovrà pur fare, visto che molti magistrati si trincerano nel loro perbenismo dogmatico

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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beh, io vedo solo che la guerra in Iraq non ha risolto niente, se ora ci sono pure i campi di addestramento per i terroristi.

qualcosa ha risolto, anche se hanno fatto la cosa giusta nel modo sbagliato.

Ed i terroristi prima o poi li ammazzano tutti... o li comprano ;)

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...

Mode serious on:

bisogna far rapidamente crescere economicamente le popolazioni in questione. E' proprio questo che combattono i terroristi. Migliorando le condizioni ecoomiche e di vita le nuove generazioni non saranno + nelle condizioni di "non aver + nulla da perdere" e di invidiare/odiare il ricco occidente...

Secolarizzare drasticamente ma con tatto ed intelligenza la cultura. La si ammazzano ancora tra loro perchè frequentano moschee differenti.

Ci vogliono almeno 30/50 anni... forse, se invece di litigare per le concessioni petrolifere in babba all'embargo, se anche i francesi facessero fronte comune culturale, ed aiutassero a cambiare le cose, non militarmente ma socialmente...

Penso che non ci siano termini migliori. Da sempre, la povertà economico/intellettuale è stata terreno fertile per violenza, terrorismo ed illegalità. Indubbiamente ciò che tu descrivi sarebbe la soluzione ideale, ma appare chiaro anche che c'è qualcuno a cui non andrebbe giù.

Quanto alla soluzione bastarda...pero', sei draconiano eh! :mrgreen:

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a cuba succede tutti i giorni ma nessuno si scandalizza, ecco cosa intendevo x 2 pesi e 2 misure.

Se è sbalgiato, e lo è, anche se necessario, è sbagliato anche laggiù.

Prova che i paletti ci sono è che il parolaio Minà ancora parla in tivvù della bontà di fidèl e come si vive bene a cuba e quanto so stronzi gli americani (che ce mettono de loro in abbondanza).

Il lavoro sporco qualcuno lo dovrà pur fare, visto che molti magistrati si trincerano nel loro perbenismo dogmatico

adesso ti ho capito meglio e concordo, è ovvio che non possiamo rapportarci alle dittature.

il problema è dove piantare 'sti paletti. leggendo qui qualcuno non li vorrebbe proprio, tu magari piantati laggiù io un po' più vicino. ;)

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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Non vi preoccupate, quando sarò Imperatore della Galassia, Principe del Quadrante, incontrastato ed Illuminatissimo dittatore dell'universo... mi ricorderò di voi, amabili amici di autopareri, prima di fare pulizia cosmica ;):lol::mrgreen::b1

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E mo li vogliono pure ingabbiare sti spioni... da Radio Capital

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Il personaggio

Bob, 007 senza limiti. Chi lo ha coperto?

MILANO - Robert Seldon Lady, detto Bob, non ci voleva credere. Ad incastrarlo sono stati quelli che lui ha aiutato per anni a scovare terroristi. Nel mondo delle ombre va così, mai fidarti. L’amico può diventare avversario, specie se violi in modo sfacciato la sovranità di uno Stato. Il mandato di cattura per il sequestro di Abu Omar ha rovinato la pensione a Bob, ex «capo antenna» della Cia a Milano. Voleva ritirarsi nella sua villa nell’Astigiano, dove aveva organizzato feste e cene per tanti amici investigatori. Invece ha dovuto fare i bagagli. La sorpresa è stata doppia.

Perché la Cia avrebbe informato gli italiani - governo, servizi? - dell’imminente operazione. Un atto non solo dovuto per motivi di opportunità - siamo il migliore alleato - ma anche per ragioni tecniche. Abu Omar era il terrorista più sorvegliato a Milano, quindi c’era il rischio che gli 007 americani potessero essere scoperti durante la ricognizione. E un’altra domanda riguarda il team del sequestro. I mandati di cattura riguardano solo cittadini americani, ma la testimone del rapimento ha parlato di due uomini che fermano Abu Omar «parlando in italiano». C’era qualcuno di «locale» al fianco degli agenti Cia? A chi indaga piacerebbe scoprirlo.

Intanto i magistrati puntano su Bob, uno che viene dalla strada. Seldon ha iniziato a lavorare al «Nypd», il Dipartimento di polizia di New York, bucando le scarpe a forza di andare a caccia di ladri. Sgobbava sui fascicoli, tormentava gli informatori, li spremeva finché non otteneva quello che voleva. Un’esperienza dura, che ti forma. E Bob, quanto ha imparato nelle strade, se lo è portato dietro nella «Company», la Cia. Essendo nato a Tegucigalpa (Honduras) - il 2 febbraio 1954 - conosce lo spagnolo alla perfezione, un motivo in più per mandarlo in missione in Centro America. Un teatro d’operazioni particolare. Lo 007 si muove tra regimi dispotici, corruzione, movimenti di guerriglia.

Gli piace l’azione, gli piace l’aria che si respira. Si infiltra in un gruppo d’opposizione e riesce a controllarlo a distanza: gridano morte ai gringos, ma non sanno che è un Amerikano con la K a consigliarli. Sono missioni dove l’elemento umano conta più di quello che ti hanno insegnato a Langley, la sede della Cia. Un’ora in una posada a scolarsi birre ghiacciate e a fumare sigari con una fonte vale più dei cablo che arrivano da Washington. Troppo lontani da quello che c’è in strada. Eppure Bob, come altri suoi colleghi, non può sottrarsi alla soffocante burocrazia dell’intelligence. Le regole, fondamentali in apparati delicati, non danno garanzie di sicurezza.

Raccontano che Bob sia stato smascherato - «bruciato» in gergo - dalla più grande spia che il Kgb ha piazzato nella Cia: Aldrich Ames. Alto dirigente dell’Agenzia, con grande bisogno di denaro per accontentare l’amante sudamericana, tradisce svelando a Mosca una montagna di segreti, tra cui identità e ruoli degli 007 in America Latina. Quando lo scoprono, nel 1994, Ames ha già fatto danni devastanti. La Cia incassa il colpo, però non può sacrificare l’esperienza di Bob e dei latinos, gli uomini che faticosamente ha impegnato nella parte sud del continente americano. In tanti passano in Europa e soprattutto in Italia. Bob, diventato nel settembre 2000 capo della sezione Cia a Milano, non fatica a creare un rapporto di fiducia con i nostri investigatori.

Chi lo ha conosciuto lo racconta «mai superbo, sincero». Non è sfuggente, da buon sbirro va subito al sodo. «È uno 007 - afferma un poliziotto -. Ma non spunta all’improvviso dietro gli angoli». A Milano ha la classica copertura di console, o meglio questo è quello che c’è stampato sul biglietto da visita. Ma non vive da diplomatico. Molte delle inchieste sul terrorismo integralista hanno successo grazie al suo aiuto. Una collaborazione tecnica. Microspie così piccole da essere nascoste in un Corano, «cimici» alimentate da batterie al litio che durano un’eternità. Attraverso Bob arrivano foto, nomi, tracce elettroniche lasciate dai telefoni satellitari in Kurdistan, Afghanistan, Iran.

Per l’intelligence statunitense Milano è un avamposto di Al Qaeda e Abu Omar è l’emiro. Servizi italiani e americani lo seguono sin dall’epoca dell’Albania, dove era stato coinvolto in un’inchiesta su un complotto per distruggere l’ambasciata Usa a Tirana. Lo ritrovano a Milano impegnato a reclutare kamikaze. La Cia decide di farlo sparire alla vigilia della guerra del Golfo, perché teme possa organizzare una rappresaglia contro un obiettivo Usa. È Bob che prepara la trappola con l’aiuto dei «cavernicoli», la squadra-rimozione mandata da Langley e un gruppo di donne 007, scelte perché danno meno sospetti.

Abu Omar finisce in un carcere egiziano e Bob lo segue perché deve assistere ai primi terribili interrogatori, accompagnati da sevizie e torture. La Digos individua il suo cellulare al Cairo qualche settimana dopo il sequestro. È una delle prove che gli agenti hanno seminato senza badare a cancellarle perché pensano di avere carta bianca. Infatti quando trapelano le notizie sull’indagine Bob reagisce: «Che vengano a prendermi...». Come dire: potrei raccontare tante cose. Non lo sfiora l’idea che ha violato la legge, non si preoccupa del pasticcio diplomatico. Prova anche a rimanere nella sua casa di campagna e si trova una consulenza nel settore sicurezza. Ci sono le Olimpiadi invernali in arrivo. Dalla «fabbrica», il comando, però fanno pressioni. Bob si sente tradito. E con lui i poliziotti italiani che lo stanno cercando.

Guido Olimpio

Onore al camerata BOB ;) solita storia di viscidume italiota e opportunismo mediatico dei magistrati di turno!!

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L'uomo era indagato nell'inchiesta sui presunti militanti islamici

«Arrestate l'ex imam rapito dalla Cia»

Il gip di Milano Salvini ha emesso un'ordinanda nei confronti di Abu Omar, la guida spirituale della moschea di via Quaranta

MILANO - il Gip di Milano Guido Salvini ha emesso un'ordinanza di arresto per terrorismo internazionale nei confronti dell'ex imam egiziano di una moschea milanese Abu Omar, nello stesso giorno in cui un altro gip milanese ha firmato 13 ordinanze d'arresto a carico di altrettanti cittadini stranieri riconducibili alla Cia, accusati di aver rapito lo stesso Omar.

L'IMAM DI VIA QUARANTA - Abu Omar, all'anagrafe Nasr Osama Mostafa Hassam, di origine egiziana e già imam della moschea milanese di via Quaranta, scomparve il 17 febbraio 2003 dopo esser uscito dalla sua abitazione. L'uomo, già indagato dai magistrati milanesi nell'ambito di un'inchiesta su presunti militanti islamici e per cui oggi è stato disposto l'arresto, fu, secondo gli inquirenti, «rapito da soggetti appartenenti a strutture di intelligence straniere che avevano interesse a sottoporlo ad interrogatori e a neutralizzarlo, per consegnarlo poi alle autorità egiziane», come ha scritto in una precedente ordinanza lo stesso Salvini.

IL RAPIMENTO - «Il sequestro di Abu Omar non solo è illegale avendo violato la sovranità italiana ma è stato anche un atto nefasto e iqnuinante ai fini dell’efficacia della complessiva lotta al terrorismo». Lo scrive il gip Guido Salvini nel provvedimento con cui spiega l’arresto dell'ex imam egiziano rapito il 17 febbraio del 2003 a Milano, per responsabilità, secondo la procura, della Cia. L’arresto di Abu Omar per associazione sovversiva finalizzata al terrorismo internazionale, afferma Salvini «tutela non solo da una possibile fuga ma anche da possibili intenzioni di provocare una definitiva scomparsa dell’indagato di carattere extralegale... Il provvedimento tutela anche l’individuo e tutela in primo luogo il diritto dello Stato italiano di impedire la sottrazione di soggetti sottoposti alla sua giustizia e di evitare situazioni giuridicamente incontrollabili».

LA RICERCA - Ma dove si trova adesso Abu Omar? Alla domanda cerca di rispondere lo stesso Salvini, che nel provvedimento di arresto scrive: «È molto probabile che che Abu Omar si trovi attualmente in Egitto, non si conosce esattamente in base a quale titolo di detenzione dopo essere stato nell’aprile maggio 2004 sottoposto ad un regime paragonabile al permesso di soggiorno nella città di Alessandria ed è stato di nuovo incarcerato per aver raccontato quanto era avvenuto. Si tratta di un titolo di detenzione di carattere non giurisdizionale, evidentemente aleatorio, soggetto a forme di caducazione o di rinnovazione che in ragione delle esgigenze politiche del momento, non escluse talune trattative che sembrano essere in corso per il rientro nella legalità di militanti legati alla Jihad islamica, processo comunque sempre soggetto a invertirsi».

Certo che se le inventano proprio tutte... sti magistrati, tra un po' anche l'onorabilità del sindaco ;)

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però ..bello ,noi a Milano siamo sempre in mezzo ai casini !!!!!

Che palle.!!!

e dove vuoi che li facciano i casini, ahimè...

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