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Ciampi contestato a Strasburgo


Guest DESMO16

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interessante vedere che appoggio ha avuto l'autorizzazione a procedere per Bossi...

http://www.corriere.it/

22 giugno 2005

Primo sì a Strasburgo, anche Forza Italia raccomanda all’aula di «non difendere» l’immunità del Senatùr per i fatti di via Bellerio del 1996

Europarlamento, la commissione vota: «Bossi può essere processato»

L’assemblea plenaria dovrebbe pronunciarsi nella sessione dal 4 al 7 luglio

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

BRUXELLES - Umberto Bossi in giudizio. Il leader della Lega Nord rischia seriamente di tornare sotto processo per i fatti di via Bellerio, per aver «minacciato e aggredito membri della polizia italiana». La Commissione giuridica del Parlamento europeo ieri ha deciso di «raccomandare» all’aula di «non difendere l’immunità parlamentare dell’onorevole Bossi». L’assemblea plenaria dovrebbe pronunciarsi nella sessione programmata dal 4 al 7 luglio: la decisione sarà presa a maggioranza semplice. In Commissione tutti i gruppi politici, (Ppe, socialisti, liberaldemocratici, Verdi, Comunisti) hanno votato «contro» il leader della Lega, a cominciare dal presidente Giuseppe Gargani di Forza Italia (Ppe). Solo il leghista Francesco Speroni ha difeso fino all’ultimo le ragioni di Bossi. A questo punto è molto probabile che il voto dell’emiciclo confermi le indicazioni emerse dalla «giuridica». Se così sarà Bossi, che di recente si è dimesso dalla carica di ministro, non sarà più protetto da alcuno «schermo» istituzionale e quindi dovrà risottoporsi al giudizio della magistratura di Milano. Il leader del Carroccio è già stato condannato a 4 mesi di reclusione con una sentenza della Corte d’Appello del 10 novembre 2001. Ora dovrebbe riaffrontare una difficile battaglia legale. La vicenda risale al 18 settembre 1996. Quella mattina agenti della Polizia di Stato e della Digos si presentarono nel quartier generale della Lega Nord a Milano, con un mandato di perquisizione firmato dal Procuratore della Repubblica di Verona, Guido Papalia. I dirigenti del Carroccio reagirono con veemenza. Ci furono spintoni e parolacce. L’attuale ministro del Welfare Roberto Maroni fu colpito e finì all’ospedale. Il documento parlamentare ricostruisce così la scena: «Durante questa operazione i funzionari di polizia sono stati spinti, tirati, presi a calci e a pugni. Alcuni hanno subito anche lesioni. In particolare l’on. Bossi ha strattonato un ispettore afferrandolo per l’uniforme, che è finita in brandelli. Egli ha anche insultato insieme ad altri i funzionari della polizia di Stato, trattandoli da fascisti, mafiosi e Pinochet». In sostanza la «Commissione giuridica» osserva: i reati contestati dalla magistratura di Milano, cioè oltraggio e resistenza a pubblici ufficiali, non sono coperti dall’immunità, prevista, invece, sostanzialmente per «opinioni o voti espressi nell’esercizio della funzione parlamentare». Gli europarlamentari guidati da Gargani, invece, hanno fatto scattare il dispositivo di protezione per altri tre procedimenti a carico di Bossi. Il primo è in corso al Tribunale civile di Padova, su denuncia di Fabrizio Comencini, ex leghista demolito dal segretario dei lumbard, nella sua versione anti-berlusconiana. Il testo parlamentare elenca una serie di espressioni di Bossi riportate dai giornali veneti, tipo «Sputagli in faccia», «Siamo uomini, non Comencini», «Comencini stava considerando di dare aiuto alla coalizione del Polo delle Libertà e al suo leader Silvio Berlusconi il mafioso». Altri tempi, evidentemente. In ogni caso la maggioranza della Commissione (8 a favore, 3 contrari tra socialisti e Verdi) ha ritenuto che le uscite di Bossi, in questo caso, possano rientrare sotto l’ombrello dell’immunità. Niente via libera al processo, dunque. Stessa decisione e quindi stop alle inchieste giudiziarie anche per altre due cause: la querela per diffamazione presentata il 28 marzo 1996 dall’allora sostituto procuratore di Varese, Agostino Abate; il processo aperto al Tribunale di Bergamo per due comizi del 4 agosto 1995, in cui Bossi si scagliò contro «i fascisti-mafiosi, non importa se finiani o finini».

l parlamento europeo ha respinto la richiesta

Strasburgo nega l'immunità a Bossi

Il leader della Lega è accusato di «aver usato violenza a funzionari della polizia durante la perquisizione nella sede di via Bellerio»

STRASBURGO - Il Parlamento europeo ha respinto la richiesta presentata da Umberto Bossi di beneficiare dell'immunità parlamentare per una procedura avviata dalla pretura di Milano che lo accusa, insieme ad altre persone, di «aver usato violenza, minacciato ed insultato funzionari della polizia di stato che stavano svolgendo una perquisizione nella sede di Milano della Lega», ordinata dal pubblico ministero di Verona nel settembre del '96.

Gli eurodeputati, in seduta plenaria, hanno invece concesso l'immunità per provvedimenti avviati contro Bossi dai tribunali di Brescia, Bergamo e Padova concernenti dichiarazioni fatte durante comizi o manifestazioni pubbliche.

LE MOTIVAZIONI - Nel caso di Milano il Parlamento europeo, recependo la proposta della commissione giuridica presieduta da Giuseppe Gargani (Fi) e la relazione di Diana Wallis, deputata britannica del gruppo dei liberaldemocratici, ha ritenuto che Bossi non possa godere dell'immunità in quanto l'articolo 68, secondo paragrafo, della Costituzione italiana, prevede che questa viene meno «in esecuzione di una sentenza irrevocabile» ovvero, come nel caso in esame, «se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previstio l'arresto obbligatorio in flagranza».

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