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Voci su Fiat Auto che fanno rabbrividire


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Venerdì pomeriggio in sole 2 ore il titolo Fiat è schizzato del 7,6% sfiorando i 6,28 euro e oggi non è ancora stanco. Fiat guadagna il 2,6% a 6,42 euro. Secondo i rumors a far salire il titolo venerdì sarebbe stato l’incontro tra Sergio Marchionne, l’ad del gruppo e alcuni gestori. Durante l’incontro Marchionne ha confermato quanto già detto in passato. Raggiungimento del pareggio operativo del gruppo per questo anno mentre i primi utili arriveranno solo nel dicembre 2006. Per quanto riguarda il solo settore auto, stessi obiettivi solo rimandati di un anno. Le perdite dovrebbero essere azzerate nel 2007, mentre a fine 2005 il rosso sarà di 310 milioni di euro dagli 820 milioni del 2004. Questo però non basta a spiegare anche il movimento di oggi. Sotto si nasconde qualcosa di più. Da tempo circolano voci di un interessamento sul titolo da parte di Roberto Colaninno che si aggiungono ai rumors secondo cui le banche che diventeranno prime azioniste del gruppo il prossimo 26 settembre, si starebbero interrogando se unirsi in un patto di sindacato. La terza voce è quella che vuole Lehman Brothers allo studio di un dossier per la separazione in più attività del gruppo. L'Auto diventerebbe parte a sé e a comprarla, sempre secondo i rumors, sarebbe il nuovo fondo che Carlo De Benedetti starebbe costituendo (La Repubblica di sabato). www.websim.it

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Fiat sgomma ancora in Borsa, scambi forti

(11/07/2005 9.45.04)

Fiat sgomma ancora in Borsa. Il titolo del Lingotto dopo la fiammata di venerdì sale del 2,19% scambiando a quota 6,40 euro. Forti gli scambi: sono, infatti, passati di mano 7 milioni di pezzi contro una media giornaliera delle ultime trenta sedute pari a 12,3 milioni di pezzi. La coincidenza temporale con il boom di prezzi e volumi sul titoli ha costretto venerdì Marchionne&Co a uscire con una nota per dissinescare l'impressione di aver dribbalto Borsa e soci fornendo informazioni riservate ai gestori di fondi. L'appuntamento rientrava "nell'ambito della consueta attività di relazioni con il mercato. Ai gestori di fondi l'amministratore delegato della Fiat ha ribadito le stesse indicazioni fornite nel corso dell'assemblea degli azionisti della Fiat, tenutasi a Torino due settimane fa", si legge sul comunicato. Saraà anche ma sul mercato gli operatori hanno occhio lungo. E così secondo il tam tam di Borsa il Lingotto starebbe cercando nuovi soci per proteggersi dal rischio scalate. A settembre le banche amiche Fiat entreranno in prima fila nell'azionariato del Lingotto. Un ruolo che Unicredit, Banca Intesa e Capitalia hanno detto non sentire benissimo sulla propria pelle. Da qui l'attivismo secondo voci di mercato di Marchionne alla ricerca di fondi che possano offrire un paracadute contro la discesa in campo il prossimo autunno di mani forti non troppo gradite.

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io e' da tre anni che ho azioni fiat e non le ho mai vendute, anche quando il fallimento era imminente... spero mi sia andata bene!

Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza, ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi!Impareremo a volare! Richard Bach, 1973," Il gabbiano Jonathan Livingston"

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Non so quanto abbia in cassa De Benedetti, ma Colaninno mi sembra difficile abbia le risorse per acquisire un numero adeguato di quote, comunque si vedrà. Quel che conta è vedere se chi entra entra immettendo dei capitali o meno, solo in base a questo si potrà valutare un eventuale scalatore.

Comunque anch'io ritengo eccessivo il rialzo se collegato solo a voci di buon andamento di mercato.

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dal sole24ore

.. . .

La visita in Mediobanca, poi, ha fornito lo spunto a voci sul possibile ruolo che Piazzetta Cuccia avrebbe insieme alla Lehman Brothers in un ipotizzato fondo salva imprese che verrebbe creato da Carlo De Benedetti con l'adesione di Silvio Berlusconi e di altri imprenditori e istituzioni finanziarie. Fondo che avrebbe la Fiat tra i potenziali obiettivi. Più in generale, sono tornate a circolare le voci di una possibile scalata seguita da uno " spezzatino" che punti a separare Fiat Auto dal resto del gruppo, cedendo poi separatamente le varie attività — piano che secondo alcuni sarebbe già più di una semplice ipotesi di lavoro.

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Guest DESMO16
dal sole24ore

De benedetti e Berlusconi salva imprese . . . . . mi sembra + realistica una scalata seguita dallo "spezzatino" . . . . magari Ricucci cosi la regala alla Falchi

..tanto poi quella si farà vedere in giro in Merecedes.. :D :D

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Show di Marchionne fra i gestori, e Fiat in Borsa si impenna. Il titolo venerdì ha chiuso con un guadagno del 7,7% a 6,26 euro, in rialzo di quasi il 40% dai minimi del 20 aprile scorso. E anche oggi il titolo non sembra volere rallentare la corsa. Dopo un’apertura in forte progresso (ha sfiorato il +4%), a metà pomeriggio avanza a un ritmo più blando, ma si tratta pur sempre di un guadagno dell’1% a 6,32 euro.

Attribuire questa performance solo alle ottime capacità di Sergio Marchionne nel convincere i gestori sarebbe sbagliato. Venerdì pomeriggio Mediobanca ha ospitato i principali rappresentati dei fondi italiani e qualche hedge fund per un incontro, 40 minuti a testa, con l’amministratore delegato di Fiat. Secondo un report diffuso oggi da uno dei gestori presenti, Marchionne non avrebbe fatto altro che ribadire gli obiettivi già annunciati: il 2005 si chiuderà in utile grazie ad alcune voci straordinarie, il 2006 sarà il primo anno con un utile netto (senza componenti straordinari) superiore ai 700 milioni di euro.

Sempre nel report si legge che Marchionne avrebbe mostrato una chiara visione della situazione di Fiat. I nuovi modelli per il 2005 non basteranno ad assicurare la svolta del gruppo. Altro che Punto, e a capo. Quest’anno il miglioramento dei conti sarà affidato al taglio costi che garantirà risparmi per 750 milioni di euro: 400 milioni grazie a maggiori efficienze, 150 milioni da minor spese di pubblicità, soprattutto in Germania e Gran Bretagna e 200 da un utilizzo più razionale delle spese in ricerca e sviluppo (meno prototipi di auto non destinate alla vendita).

Ancora, Marchionne vorrebbe diminuire il numero delle piattaforme. Ma questo sarà possibile solo stringendo accordi con altri partner industriali. Dal punto di vista commerciale, la svolta dovrebbe arrivare dal totale abbandono delle vendita di auto a Km zero, che mantenevano alta la quota di mercato ma deprimevano i margini.

“Se il titolo oggi si fosse fermato, si sarebbe potuto ipotizzare che un po’ di speculazione, sommata all’ottima capacità di comunicazione di Marchionne durante le presentazioni, e qualche rumor, fossero all’origine del boom di acquisti di venerdì”, spiega un analista che aggiunge: ”Ma non è stato così. Fiat continua a correre e probabilmente sotto si nasconde dell’altro”. Secondo un gestore, “gli unici in grado di movimentare un titolo come Fiat in così poco tempo sono i grossi fondi hedge internazionali”. Finora però la Consob non ha registrato il superamento della soglia del 2% da parte di nuovi azionisti.

Dunque c’è dell’altro. A dire il vero in questi giorni i rumor che girano sul mercato sono diversi e si confondono. C’è chi parla di uno studio di Lehman Brothers orientato a fare del gruppo Fiat uno spezzatino. Da una parte andrebbero le attività “sane”, quelle che generano utili: Iveco e Cnh in primis. Dall’altra l’Auto. All’interno del comparto è doveroso fare delle distinzioni. AlfaRomeo e Maserati sono vicine al pareggio, mentre le divisioni veicoli commerciali e quella per la produzione motori già guadagnano. La voragine è rappresentata dai marchi Fiat e Lancia, inseparabili perché condividono diversi impianti. Una volta separato da Cnh e Iveco, il settore Auto andrebbe messo in vendita.

E nel mercato già si sussurra di un interesse da parte di Roberto Colaninno o del nuovo fondo a cui la strana coppia, Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi, starebbero studiando per salvare le aziende italiane in crisi. Rimane ancora un mistero:perché questi investitori troverebbero conveniente acquistare l’auto... “Probabilmente la pagherebbero una lira, come avvenne per l’Alfa Romeo”, commenta un gestore

L’idea spezzatino farebbe molto comodo alle banche che a settembre con la conversione del prestito di 3 miliardi di euro in azioni diventeranno il primo azionista del gruppo torinese, con una quota collettiva del 27%, mentre gli Agnelli si diluiranno dal 30 al 22%. Quanto al comportamento futuro delle banche, Capitalia ha già detto che è sua intenzione uscire gradualmente e senza fretta dal capitale di Fiat. San Paolo, Intesa e Unicredit non hanno dato indicazioni. Ma sul mercato circola l’ipotesi che gli istituti di credito, forse alcuni se non tutti, starebbero trattando con Ifil (famiglia Agnelli) per costituire un patto di sindacato.

Si tratterebbe di una soluzione tesa a rafforzare e sostenere il management, insomma un segnale di fiducia verso Marchionne al quale si vuole dare il tempo di realizzare il piano industriale e mantenere unito tutto il gruppo, così da avere maggiori peso in futuro per strappare accordi industriali con altri partner.

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