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Terrorismo, in corso perquisizioni in tutta Italia


Guest DESMO16

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Polizia e carabinieri al lavoro per controllare "vecchie conoscenze" della giustizia

Milano e Napoli le città maggiormente interessate dall'opeazione

ROMA - Una vasta operazione antiterrorismo di polizia e carabinieri sarebbe in corso da questa mattina all'alba. Nel mirino, gli ambienti dell'integralismo islamico. Circa duecento le perquisizioni e decine e decine i controlli finora effettuati da agenti e militari.

L'operazione sta interessando quasi tutte le regioni, Sicilia compresa, ma l'attività delle forze dell'ordine si sta concentrando soprattutto a Milano, Roma, Torino e Napoli. Nel capoluogo lombardo sono stati avviati in particolare una serie di controlli preventivi mirati nei confronti di personaggi già entrati, in maniera marginale, in alcune indagini sul terrorismo di matrice islamica. Le perquisizioni sarebbero finalizzate anche a realizzare, ove possibile, delle "espulsioni veloci" di persone indesiderate e prevalentemente già conosciute dalle forze dell'ordine se non addirittura indagate in precedenti inchieste.

Stessa iniziativa è stata presa dalle forze dell'ordine a Napoli dove sono stati controllati in particolar modo alcuni algerini residenti da anni in Campania che in passato hanno avuto a che fare con la giustizia. Tutti personaggi, precisano gli investigatori, mai persi d'occhio dall'Antiterrorismo. Secondo quanto è trapelato finora alcune di questi personaggi, risultati irregolari, sarebbero stati condotti in questura per verificare le loro posizioni.

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Guest DESMO16
Brescia la prima sentenza in Italia per il reato su scala internazionale

I due erano legati a una cellula che gravitava intorno alla moschea di Cremona

Terrorismo, condannati due islamici

Il pm: "Colpiranno come a Madrid"

Il procuratore rivela il colloquio con alcuni estremisti marocchini

"Ci hanno detto che accadrà presto qualcosa di simile alla Spagna""

BRESCIA - Il Gup di Brescia, Silvia Milesi, ha condannato per terrorismo internazionale due dei quattro islamici imputati, sospettati di far parte di una cellula terroristica gravitante intorno alla moschea di Cremona. Si tratta delle prime condanne in Italia in base all'articolo 270 bis del codice penale, che punisce il terrorismo internazionale. Un terzo imputato è stato condannato per un reato minore e un quarto è stato assolto.

A margine del processo il procuratore aggiunto Roberto di Martino ha rivelato che "nei giorni scorsi io e il mio collega Piantoni siamo stati in Marocco e abbiamo sentito alcuni di questi soggetti: uno ci ha detto che in Italia ci sarà presto qualche cosa di simile a quello che è successo in Spagna".

I due islamici riconosciuti colpevoli al termine del processo con rito abbreviato davanti al giudice per l'udienza preliminare di Brescia sono l'ex imam itinerante Mohamed Rafik e Kamel Hamroui. Il primo è stato condannato alla pena di 4 anni e 8 mesi, il secondo a 3 anni e 4 mesi. Najib Rouass è stato invece condannato a 1 anno e 4 mesi per un reato minore. Assolto, come aveva chiesto l'accusa, Romdhane Ben Khir.

Sino ad ora nei procedimenti per 270 bis si era registrato solo un patteggiamento. Mohammed Hammid Thair, di nazionalità curda, aveva patteggiato 1 anno e 11 mesi con la sospensione condizionale della pena nell'ambito di una inchiesta milanese.

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Guest DESMO16
«Cellule di terroristi pronti a colpire l'Italia»

Enzo Bianco: «Siamo a rischio, ma senza allarmismi» «Terroristi in grado di colpire l'Italia» Lo ha affermato il direttore dell'intelligence militare Pollari in un'audizione al Comitato di controllo dei servizi segreti STRUMENTIVERSIONE ROMA - L'Italia è a rischio terrorismo. Cellule islamiche «sono potenzialmente in grado di colpire» il Paese. Ma senza allarmismo. È questa la sintesi del discorso di Enzo Bianco, presidente del Copaco (Comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti) dopo l'audizione di Nicolò Pollari, direttore del Sismi, i servizi segreti militari. «Senza allarmismi, ma l'Italia è a rischio», ha affermato Bianco.

«CELLULE ATTIVE E IN GRADO DI COLPIRE» - «Anche in Italia ci sono cellule logistiche attive e operanti. Già da oggi sono potenzialmente in grado di colpire», ha aggiunto Bianco. «L’Italia è un bersaglio», anche se non vi sono segnali specifici di rischi imminenti. Nel corso dell’audizione, ha poi aggiunto Bianco, è stata fatta una valutazione con il direttore del Sismi sui livelli di pericolo per l’Italia e su quanto finora è emerso nelle indagini dei servizi e degli apparati di sicurezza britannici dopo l’attentato del 7 luglio.

«Si cerca di capire se le cellule che hanno operato a Londra sono solo ed esclusivamente locali. Cioè se sono composte da cittadini di origine e di religione musulmana, oppure se si tratta di cellule attive, collegate e dirette da una regia lontana. Se fosse vera la seconda ipotesi il livello di preoccupazione sarebbe ben più alto per tutti gli altri Paesi, inclusa l’Italia. La percezione è che si tratti di un’attività che gode di una copertura e di una regia più bassa. Torna, quindi, l’elemento della ’rete’. C’è una regia che muove le singole cellule».

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Guest DESMO16
Una nuova minaccia dalla formazione terroristica legata ad Al Qaeda

Il messaggio sul web. Per gli esperti è una strategia mediatica

Al Masri, ultimatum anche all'Italia

"Un mese per ritirarsi dall'Iraq"

Ha rivendicato le stragi di Londra ed è sospettato di quella di Madrid

ROMA - Un mese di tempo per ritirarsi dall'Iraq altrimenti sarà colpito il cuore dell'Europa. E' questo l'ultimatum lanciato via internet dalle brigate Abu Hafs Al-Masri, l'organizzazione terroristica che ha rivendicato gli attentati di Londra, ai "paesi crociati" tra cui viene indicata anche l'Italia.

Nel messaggio di minaccia, che è apparso nelle ultime ore su un sito web legato all'organizzazione, che è al vaglio degli esperti, si dà un mese di tempo per il ritiro dei soldati stranieri dall'Iraq. "Dopo di che - si legge - non vi saranno altri avvertimenti e agiremo direttamente toccando il cuore dell'Europa e dando origine ad una guerra cruenta e sanguinosa".

"Questo - si legge nel messaggio - è un comunicato rivolto ai Paesi europei dopo gli attacchi che hanno colpito Londra e riguarderanno altre città crociate i cui soldati sono ancora in Iraq. Rinnoviamo l'ultimatum che vi abbiamo precedentemente inviato dandovi un mese di tempo per rivedere le vostre posizioni nei confronti dell'Islam e del popolo musulmano. Con un altro ultimatum - prosegue il messaggio - vi diffidiamo a rivedere i vostri rapporti di alleanza con l'America ed i sionisti, per far terminare il bagno di sangue che attualmente è in corso in Iraq, Afghanistan e Palestina".

Il messaggio ripropone alcuni dei temi spesso toccati dalle organizzazioni terroristiche: "Noi siamo uomini che aspirano alla morte come voi aspirate alla vita e quindi la jihad sulla strada di Allah verrà condotta fino al giorno del giudizio". Quindi le minacce esplicite: "Colpiamo le città dell'Europa a difesa del popolo musulmano in reazione alle terribili condizioni in cui esso vive dal Golfo arabo al Marocco. I mujahidin non smetteranno di combattere finché l'Islam non potrà affrancarsi dall'oppressione e dalla mortificazione".

Quello pubblicato oggi sul web, affermano le brigate Abu Hafs Al-Masri "è l'ultimo messaggio che trasmettiamo ai paesi crociati: concediamo un mese di tempo per il ritiro dei vostri soldati dall'Iraq dopodiché non vi saranno altri avvertimenti ed agiremo direttamente toccando il cuore dell'Europa e dando origine ad una guerra cruenta e sanguinosa".

In un passaggio le brigate Abu Hafs Al-Masr indicano esplicitamente i destinatari del messaggio: "I crociati, tuttora presenti in Iraq, con particolare riguardo alla Danimarca, alla Gran Bretagna, all'Italia e ad altri Paesi che hanno ancora i loro eserciti sul territorio iracheno. Noi vi giuriamo - conclude il messaggio - che queste sono le nostre ultime parole. Dopo di ciò i mujahidin si faranno sentire nelle vostre capitali".

Gli esperti ritengono che il messaggio rientri nell'ambito di una strategia mediatica, diretta a diffondere e ad accrescere un clima di tensione e di paura nei confronti dei popoli dei paesi europei, sottolineando che non è la prima volta che accade.

Le brigate Al Masri hanno rivendicato l'attentato del 7 luglio a Londra e sono ritenute responsabili, anche se non c'è mai stata una conferma, delle stragi della stazione di Atocha, a Madrid, dell'11 marzo 2004. I servizi segreti italiani del Sismi, proprio il 30 maggio scorso avevano diramato un'informativa su nuove minacce di questa formazione terroristica legata ad Al Qaeda.

Le brigate Al Masri sono inoltre ritenute coinvolte negli attentati alla sede Onu a Bagdad, in cui perse la vita anche il capo missione Sergio Vieira de Mello, negli attentati contro le sinagoghe in Turchia e nelle stragi di Giakarta, in Indonesia. Le Brigate Abu Hafs al-Masri, che il 29 luglio 2004 dichiararono "una sanguinosa guerra" all'Europa e minacciarono il premier Silvio Berlusconi, prendono il nome dallo pseudonimo dell'egiziano Mohammed Atef, ucciso alla fine del 2001 durante la guerra in Afghanistan. Oltre che stretto collaboratore, Atef era anche consuocero di Bin Laden: la figlia ha sposato Mohammed, secondogenito e delfino del miliardario saudita.

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Guest DESMO16
Libero 14 luglio 2005

Uccidono i bimbi E l'Islam tace

Renato Farina

Le madri percuotendosi il petto e il volto hanno gridato: «E’ questa la jihad, la guerra santa? Perché, perché? Perché uccidono i bambini?». Povere madri velate di Bagdad, siamo con voi, piangiamo con voi. Ma perché i vostri correligionari di tutto il mondo non organizzano una vera guerra santa contro chi bestemmia Allah? O in fondo pensano che questa strage nel Corano ci sta e non merita di scaldarsi troppo? Pretendiamo troppo dalle madri, lo sappiamo: intanto avete da seppellire i vostri figli. Qualcuno però parli per voi. E agisca per favore.

Hanno fatto entrare queste donne nella cella frigorifera dell'ospedale al-Kindi di Bagdad. Lì c'erano le membra sparse dei loro figli. Un kamikaze ha fatto saltare la sua auto mentre i ragazzini ricevevano le caramelle e altri dolciumi da soldati americani fermi su un mezzo corazzato. La strada era bloccata, i militari avevano chiuso il traffico nella zona nuova della città. C'era notizia di un kamikaze in circolazione. Hanno pensato ingenuamente: non agirà, ci sono troppi bambini intorno. Il kamikaze non ha avuto esitazioni. Per lui erano mosche intorno al miele sacrilego e lui il giustiziere. Aveva l'ordine da parte di Al Zarqawi di assassinare in un sol colpo i crociati e chi si avvicina ad essi accettando qualsiasi cosa, un bonbon o un sorriso. Ne sono rimasti uccisi 32, di ragazzini. Anche 9 adulti sono morti, e tra essi un soldato statunitense. Se lo meritano tutti, secondo Al Qaeda: gli americani perché sono americani, gli altri perché sciiti, gente che alle elezioni ha votato secondo input democratico occidentale, dunque deve crepare.

Le donne alla camera mortuaria hanno visto le testoline depositate su un lenzuolo. Urlano: «E’ questa la guerra santa? Perché uccidono i bambini?». Alle eterne domande delle madri che guardano il figlio morto, stavolta la risposta c'è. Perché la jihad è proprio questo. È uccidere i bambini. Perché? Non sono di pura razza islamica sunnita. Insomma: i loro genitori non sono devoti a Osama. Per un fondamentalista eliminare questi piccolini, colpevoli di contaminazione con l'Occidente o con l'eresia democratica, rende gloria ad Allah e garantisce il Paradiso. Mistero non c'è. Questa è oggi la pura essenza dell'Islam trionfanfe di Osama e Al Zarqawi, adorati dalle moltitudini musulmane di mezzo mondo. In Algeria hanno ammazzato bambini con gioia. La giustificazione dell'infanticidio (decine di migliaia su duecentomila sgozzati) era che passandoli a fil di coltello facevano loro un piacere. Li lavavano dalla colpa.

Se fanno così con i bambini musulmani, che cosa ci aspettiamo facciano dei nostri? Chi crede che con il ritiro dall'Iraq saremo più tranquilli è un illuso e anche un mascalzone, uno che non sente come i bambini, tutti i bambini, ci riguardino. Chi ne programma lo sterminio, o ne accoglie l'assassinio con tranquilla coscienza, non può essere lasciato impunito, dovunque se ne stia. A Bagdad o a Bologna. La nostra umanità impone questo. Forse è addirittura l'essenza della nostra civiltà quella di pensare che tutto quanto riguarda l'uomo ci debba toccare, meriti interferenza. Oltretutto, come ha detto Bush, ci si difende dal terrorismo attaccando. Bisogna metterselo in mente: i militanti di quella rete barbuta sono una minaccia presente e futura dovunque circolino e si organizzino. Qui in Italia e là in Mesopotamia. Non serve ripararsi la faccia dai pugni nel nostro orto, ritirandoci dall'Iraq. Ci ubriacheremo di week end forse pacifici per un quinquennio. Poi sarebbe peggio. Quelli non mollano. Non li commuovono i bambini delle loro stesse terre. Figuriamoci se li inteneriscono dei teneroni d'italiani, pronti a tutto pur di non fare il minimo sacrificio.

«È questa la guerra santa? Perché uccidono i bambini?», domandano le donne islamiche di Bagdad. A loro non osiamo oggi dirlo, ma lo ripetiamo a Giuliana Sgrena, alle Simone, a chi agita il turibolo comprensivo dinanzi alla resistenza: non lo avete ancora capito? Perché non organizzate una spedizione che liberi l'Iraq da queste turbe che assassinano i bambini? E voi imam italiani perché non dite e fate qualcosa di forte e inequivocabile. Se questi islamici bestemmiano davvero Allah come dite (sottovoce, però) scrivete una fatwa, una scomunica, un'imprecazione pubblica e televisiva. Malediteli in nome di Allah, giurando tre volte in tivù che saranno maledetti. O forse non potete? E allora andatevene. Perché non parte dall'Italia un kamikaze musulmano all'incontrario? Uno che giuri di lottare contro il falso Islam di Bin Laden e si proponga di annientarlo, e invece dalle moschee di Milano ne partono per combattere dalla parte di Osama? Forse siamo ingenui. Intanto piangiamo i 32 ragazzini di Bagdad, accorsi con le loro biciclette per una caramella o per vedere meglio i soldati. Ce la pagheranno anche per questi 32.

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Guest DESMO16
Ma brutti pez** di me***!!!

Ma mi spiegate come non dovrei odiarli e non volerli bruciare tutti?

Sono deluso, davvero deluso! Non si sta facendo niente di concreto qui in Italia!

Invece non bisogna avere mezze misure con questa gente... zero cedimenti, zero spiragli!

...prova a dirlo a Bertinotti & soci che subito ti rivoltano le piazze: la sinistra ancora non ha capito che siamo in guerra contro questi criminali ed é ancora pronta ad accoglierli ed a difenderli in ogni occasione: che vergogna!

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