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Londra, esplode bomba in metro


Guest DESMO16

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Guest DESMO16
Che animali... bestie...

Li odio.

..speriamo che qualcuno in caso di cattura di questi malviventi prenoti un biglietto di sola andata per G U A N T A N A M O e comunque non si può più tollerare che nelle moschee si insegni e si induca ad uccidere ed a commettere queste stragi, perché é proprio da molte di quelle moschee che si incitano e si formano i potenaziali kamikaze.

Dove sono i vertici religiosi dell'Islam?

Perché non alzano la voce denunciando chi incita, programma ed esegue questi massacri?

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Guest DESMO16
l'islam non ha vertici religiosi..

...intendevo nessuno che si oppone ad essere trattato come banderuola ed ostaggio del terrorismo; possibile che dopo l'11 settembre non hanno sentito questo desiderio di non essere equiparati ad AL QAEDA e a costruirsi una propria identità?

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Un comunicato ammette l'errore ed esprime rammarico

Infuriano le polemiche sulle direttive impartite agli agenti

La polizia: "Estraneo agli attentati

l'uomo ucciso nella metropolitana"

La vittima era un brasiliano di 27 anni. Anche oggi ripetuti allarmi

Pacco sospetto in un parco. Continua la caccia all'uomo, un altro arresto

LONDRA - Non era in nessun modo collegato agli attentati, non era un terrorista, non aveva addosso esplosivi. La polizia britannica ha ammesso che l'uomo

ucciso ieri nella metropolitana a Stockwell era estraneo agli attacchi che hanno seminato morte e paura a Londra. Si è trattato di un tragico errore. E all'ammissione le forze di sicurezza accompagnano le espressioni di rammarico. Il che non basta a placare le polemiche.

Sulla vicenda indaga il direttorato della polizia per la condotta professionale, e una commissione indipendente, che tenteranno di capire com'è possibile che una persona - forse con qualcosa da nascondere, vista la sua fuga davanti all'alt della polizia, ma sicuramente non un terrorista - sia stata uccisa con cinque colpi sparati a bruciapelo davanti a decine di passeggeri terrorizzati della metropolitana.

La vittima è un brasiliano. Scotland Yard ha confermato quanto detto da una cugina dell'uomo ucciso: Jean Charles de Menezes, di 27 anni, un elettricista originario dello stato di Minas Gerais. Sua cugina Maria Alves ha anche detto che il giovane "lavorava da cinque anni a Londra con un regolare permesso".

"E' una tragedia che qualcuno perda la vita in queste circostanze, e la polizia esprime il proprio rammarico - si legge in un comunicato della polizia britannica - Siamo ora certi che non era connesso con gli attentati del 21 luglio". Quindi la nota ricostruisce la dinamica dei fatti: "L'uomo è uscito da una casa a Tulse Hill che era sotto sorveglianza nell'ambito delle indagini sugli attacchi del 21 luglio. E' stato seguito da agenti alla stazione della polizia metropolitana. Quello che indossava e il suo comportamento hanno aumentato i sospetti degli agenti".

Ieri il capo della polizia londinese Ian Blair aveva detto che la sparatoria "era direttamente collegata all'indagine sul terrorismo", ma molti interrogativi erano stati sollevati da subito su un episodio che aveva ulteriormente acuito la tensione a Londra.

L'uomo è stato freddato in base ai dettami della Operation Kratos, che dà alle squadre antiterrorismo l'ordine di sparare alla testa di possibili attentatori. Ma l'uomo ucciso, era subito emerso, non aveva addosso esplosivi.

In un Paese dove ancora oggi le armi le portano solo alcune unità della polizia (come la SO-19 entrata in azione ieri a Stockwell) e le persone uccise dalla polizia sono una rarità, la sparatoria nel metrò ha creato forte impressione, e l'ammissione dell'errore è destinata a infiammare ulteriormente le polemiche, soprattutto da parte della comunità musulmana.

Azzam Tamimi, portavoce dell'associazione dei musulmani britannici ha chiesto una revisione delle consegne della polizia: "Ci dovrebbe essere. Questa politica dello sparare per uccidere è molto pericolosa". Per Iqbal Sacranie, segretario generale del Consiglio dei musulmani britannici, "mentre accettiamo il fatto che la polizia è sotto tremenda pressione per prendere i criminali che vogliono fare stragi per le strade di Londra, è assolutamente vitale assicurare che innocenti non vengano uccisi per eccesso di zelo".

Per Myriam Ibrahim, portavoce del Muslim Public Affairs Committee, "la polizia opera in un momento molto difficile, e non ce la sentiamo di condannarla. Ma viviamo in un Paese dove si è innocenti finché non viene provata la colpevolezza".

Intanto anche oggi a Londra è stata una giornata di paura. L'allarme è scattato nella tarda mattinata alla stazione della metropolitana di Mile End, riaperta dopo che i controlli non hanno rivelato nulla di insolito. Nel pomeriggio è stato segnalato un pacco sospetto in un parco pubblico nel quartiere di Scrubs Lane: la zona è stata isolata. Secondo la polizia il pacco potrebbe essere legato agli attentati: potrebbe essere stato un quinto ordigno non esploso il giorno degli attentati di giovedì.

Sul fronte delle indagini da segnalare un altro fermo, dopo quello di ieri sera, nella zona di Stockwell. Le forze dell'ordine hanno inoltre effettuato un blitz in un edificio nella parte sud-occidentale di Londra. E continua la caccia ai quattro responsabili dei falliti attentati di giovedì scorso, le cui immagini sono state diffuse ieri. In circa 24 ore a Scotland Yard sono arrivate più di 400 segnalazioni

(23 luglio 2005)

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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...intendevo nessuno che si oppone ad essere trattato come banderuola ed ostaggio del terrorismo; possibile che dopo l'11 settembre non hanno sentito questo desiderio di non essere equiparati ad AL QAEDA e a costruirsi una propria identità?

diversi iman hanno preso una ferma posizione contro il terrorismo dichiarando che non ha nulla a che fare con la religione, purtroppo come avete detto l'islam non ha una voce sola.

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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Guest DESMO16
diversi iman hanno preso una ferma posizione contro il terrorismo dichiarando che non ha nulla a che fare con la religione, purtroppo come avete detto l'islam non ha una voce sola.

..ancora troppo pochi (una rarità) purtroppo, rispetto alla stragrande maggioranza che é o connivente oppure fa finta di niente considerandoli come fatti che non li riguardano, e comunque ora ce li abbiamo in casa, come ha ben scritto l'anno scorso Madgi Allam: "Kamikaze made in europa".

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interessante intervista al ministro Pisanu (noto comunista della vechcia guardia) oggi su repubblica:

Il ministro dell'Interno: l'organismo permetterà il dialogo con i musulmani moderati

"Le forze dell'ordine, la difesa e la protezione civile sono all'altezza del compito"

Pisanu: "La repressione non basta

subito la Consulta islamica"

"Noi stiamo in guardia, ma il terrorismo può colpire"

di LUIGI CONTU

ROMA - "L'Europa deve saper tendere la mano al mondo islamico moderato evitando ad ogni costo di rinchiudersi in se stessa, negando accoglienza a chi vuole venire in pace e nel rispetto delle regole alla ricerca di un futuro migliore." Gli attentati di Londra e Sharm El Sheik non hanno fatto cambiare idea al ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, da sempre assertore di una linea di dialogo tra Occidente e Islam. Anzi. Pisanu mette in guardia dai rischi che comporterebbe il prevalere di una politica di repressione indiscriminata e xenofoba capace di portare altri argomenti alla propaganda terroristica che invece perde consenso anche tra gli immigrati che vivono nelle nostre città. E proprio nella convinzione che insieme cristiani e musulmani possono sconfiggere il terrorismo il ministro annuncia a Repubblica che nei prossimi giorni nascerà al Viminale la Consulta islamica, un organismo consultivo pensato proprio per far dialogare lo stato con la comunita islamica nazionale.

Ministro Pisanu, subito dopo l'attacco di Londra intellettuali e politici occidentali hanno sostenuto che una risposta ai terroristi deve essere quella di non modificare il sistema di libertà civili conquistate nei secoli e di difendere anche le piccole abitudini di tutti i giorni. I massacri londinesi e di Sharm el Sheik fanno però sembrare questo ragionamento lontano dalla realtà. La gente ha paura di prendere la metropolitana, ormai non solo a Londra. Molti in Italia rinunciano alla vacanza in Egitto. Per restare se stesso, l'Occidente è costretto a cambiare?

"No, deve semmai consolidare queste libertà e queste abitudini. E ciò proprio per rispondere più efficacemente all'attacco dei terroristi. Tenga presente che si tratta di gruppi oltremodo aggressivi, sparsi in gran parte del mondo, ma assolutamente minoritari e privi di una organizzazione gerarchicamente costruita. Hanno perduto l'Afghanistan, che era il loro Stato base, hanno subito colpi durissimi e ora stanno perdendo rapidamente gran parte del consenso di cui godevano nel mondo islamico e presso gli immigrati in Occidente. Sono destinati alla sconfitta. Conservano, però, una grande aggressività, un forte potere destabilizzante e colpiranno ancora per diversi anni. Ma otterranno risultati politici rilevanti soltanto se l'Europa, allontanandosi dai suoi valori, lascerà spazio alla repressione indiscriminata, al razzismo e all'islamofobia".

La nostra inquietudine però cresce. Ci sentiamo sempre più insicuri a casa nostra. Dobbiamo abituarci all'idea di vivere in una realtà all'israeliana con la paura di imbatterci in un kamikaze mentre prendiamo l'autobus per andare in ufficio o al cinema?

"Il paragone mi sembra esorbitante, perché Israele vive in un vero e proprio stato di guerra"

Ma l'emergenza terrorismo implica anche un restringimento degli spazi di libertà.

"Certo, più sicurezza vuol dire anche meno privacy e disciplina più severa delle nostre libertà. Ricordiamoci, comunque, che la sicurezza è l'espressione concreta di una libertà fondamentale: la libertà dalla paura"

Dopo molte polemiche il governo ha approvato il pacchetto di misure per rafforzare la sicurezza in Italia. Si sente di tranquillizzare i cittadini italiani che il massimo è stato veramente fatto?

"L'esempio di Londra, che è ancora oggi una delle città meglio protette del mondo, non consente affermazioni baldanzose. Comunque con l'adozione di queste misure abbiamo accresciuto l'efficienza del sistema antiterrorismo costruito dopo l'11 settembre e via via potenziato dopo le tragedie di Nassiriya e Londra. Resta il fatto che nessuna città, nessun luogo al mondo può considerarsi al riparo dalla minaccia terroristica"

Roma è indicata dagli esperti come un possibile obiettivo del terrorismo islamico. Può confermare questa analisi? E può indicare quali sono ad avviso del governo gli obiettivi sensibili in Italia?

"Si può sostenere anche il contrario. Perché, a parte la grande considerazione politica di cui gode il Santo Padre, Roma, sede di una delle tre "religioni del libro", appare agli occhi di molti musulmani come una città santa e intoccabile. Ma non facciamoci illusioni. In realtà il terrorismo può colpire diverse città italiane e gli obiettivi più disparati, compresi i cosiddetti soft target. I simboli e le coincidenze sono importanti, però contano di più le possibilità di riuscita dell'attentato. Insomma, si colpisce nel luogo e nel momento più propizio all'attacco"

C'è qualcosa che possono fare direttamente i cittadini italiani nella lotta al terrorismo? Sono a suo avviso sufficientemente preparati ad affrontare emergenze tipo quelle londinesi?

"Un sondaggio recente lascia intendere che sono preparati al peggio, anche se, come è giusto, pretendono che si faccia tutto il possibile per evitarlo. Le forze dell'ordine, quelle della difesa e della protezione civile sono all'altezza del compito. Agli italiani chiederei di essere più collaborativi, specialmente nel segnalare persone e situazioni sospette"

Si sente di escludere che la nostra presenza in Iraq ci collochi tra i paesi a rischio attentati?

"Non posso escluderlo a priori. Osservo però che l'Egitto non ha mandato soldati in Iraq, eppure è stato colpito ripetutamente prima e dopo quella guerra. No, mi creda, l'Iraq come l'Afghanistan o il conflitto israelo-palestinese sono soltanto pretesti politici di grande impatto propagandistico, ma non sono cause scatenanti del terrorismo di matrice islamica".

C'è qualche misura che ancora non è stato possibile adottare e che vorrebbe vedere approvata per rafforzare la lotta al terrorismo? La superprocura può essere un ulteriore risposta?

"L'idea della superprocura circola da qualche anno e recentemente ha dato luogo anche a proposte parlamentari che appaiono tanto autorevoli quanto difficili da comporre in un disegno unitario. Penso, in particolare, a quelle avanzate dai democratici di sinistra e dal Presidente emerito della repubblica Francesco Cossiga. Le resistenze di cui lei parla si spiegano con la complessità della materia e la delicatezza dei ruoli in gioco, dalla magistratura alle forze dell'ordine".

Nei giorni successivi al massacro di Londra lei è stato protagonista di un braccio di ferro con la Lega e con il ministro Castelli, sembrando più in sintonia con le opposizioni. Oggi Castelli canta vittoria per l'introduzione del prelievo della saliva. Non crede che alcune forze strumentalizzino quanto sta accadendo nel mondo per alimentare anche da noi paure irrazionali contro gli stranieri ?

"In fatto di sicurezza e specialmente di lotta al terrorismo, io ho sempre tenuto alta la mira su un obiettivo fondamentale: quello di realizzare la più larga concordia possibile tra governo e Parlamento, tra cittadini e forze dell'ordine. Finora credo di esserci riuscito, senza menarne vanto. E continuerò a farlo. Sono infatti convinto che, oggi come non mai, in un Paese afflitto da questo bipolarismo immaturo, il Viminale abbia bisogno di un ministro di garanzia, non di un ministro di polizia. Per il resto porto pazienza, ben sapendo che "ogni aiuola dà i fiori che può dare".

Lei è stato fautore del dialogo interreligioso. Gli attentati londinesi compiuti da cittadini britannici riportano i riflettori sulle comunità islamiche. Qual è il suo giudizio sull'Islam italiano? Sono motivate le preoccupazioni di alcuni media, che Lega e settori di An cavalcano in chiave xenofoba? Ci sono controlli sufficienti?

"Mi lasci fare una premessa indispensabile. La battaglia al fondamentalismo islamico si combatte e si vince a due mani: una armata contro i terroristi e l'altra tesa cordialmente verso i musulmani moderati. Finora l'Europa si è preoccupata molto della prima mano e poco della seconda, con le conseguenze che tutti vediamo. E non mi riferisco soltanto alle atrocità del terrorismo, ma anche agli effetti dannosi (emarginazione sociale, isolamento culturale ed esasperazione politica) di una immigrazione islamica più subita che governata. Per questo sostengo il dialogo interreligioso, guardando all'integrazione senza assimilazione degli immigrati islamici e, contemporaneamente, alla pacifica convivenza del mondo islamico e di quello cristiano, specialmente nell'area mediterranea. Come confermano Londra e Sharm el Sheik, il terrorismo colpisce indiscriminatamente l'uno e l'altro. E' tempo che cristiani e islamici, egualmente minacciati, si uniscano per isolare e battere il nemico comune".

Non le sembra che proprio in Italia la seconda mano sia stata meno attiva che in altre parti d'Europa?

"Se si riferisce ai paesi di più antica immigrazione, come il Regno Unito e la Francia, ha certamente ragione. Debbo dirle però che in questi ultimi tre anni abbiamo fatto molto, all'interno e all'estero (Fini si sta muovendo benissimo), per tessere una fitta rete di rapporti amichevoli e per favorire la nascita di un "Islam italiano": e cioè, di una comunità di immigrati regolari salvaguardata nella propria identità, ma rispettosa dei nostri valori e delle nostre leggi. Grazie a questo lavoro oggi conosciamo bene la realtà variegata delle moschee, dei centri culturali, delle scuole coraniche e di altri luoghi di aggregazione; e siamo sempre più capaci di individuare le insidie che ci nascondono e le opportunità che ci offrono. Abbiamo acquisito strumenti adeguati per fronteggiare questa situazione."

Dia qualche esempio concreto...

"Non posso certo parlarle delle attività di intelligence e di altre forme riservate di prevenzione. Le ricordo, invece, le iniziative promosse dalle prefetture per il dialogo interreligioso e per la tutela dell'immigrazione regolare. E le annuncio la nascita, fra pochi giorni, della consulta islamica presso il ministero dell'Interno: un passo difficile e promettente per cominciare a dare consistenza e voce all'Islam italiano".

Punto centrale del confronto e del dialogo è il trattamento riservato agli immigrati. Le misure che il governo sta per approvare non rischiano di accanirsi sui clandestini che arrivano con la speranza di trovare un lavoro e non con l'obiettivo di partecipare alla guerra santa jihadista? Non stiamo andando proprio nella direzione auspicata dalle forze xenofobe?

"Questo rischio sarà evitato se continueremo a rispettare scrupolosamente le leggi e le convenzioni internazionali".

Il presidente Ciampi chiede il mantenimento degli accordi di Schengen. Ma in Europa il dibattito è aperto e in Italia la Lega insiste per una sospensione del trattato. Ci attende un'Europa chiusa in se stessa, con le frontiere sigillate e la paura di viaggiare?

"Il presidente Ciampi ha ragione da vendere. Le ricordo, peraltro, che gli accordi di Schengen sono stati sospesi temporaneamente più volte e per ragioni diverse in diversi Paesi d'Europa, mai per terrorismo. Con questa motivazione lo ha fatto solo la Francia e solo per la durata di un mese. L'Europa, invece, deve proteggere meglio le sue frontiere esterne perché i terroristi o sono già nel suo territorio (e si muovono all'interno con documenti passabili) o vengono da fuori. La chiusura delle frontiere interne, dunque, non servirebbe a contrastare il terrorismo e limiterebbe inutilmente quella "libertà di andare e venire" che il Trattato di Westfalia consegnò alla storia d'Europa".

(25 luglio 2005)

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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Guest DESMO16
Le operazioni di polizia a Birmingham e vicino all'aeroporto di Luton

Allarme per un pacco sospetto a Fleet Street, l'ex strada dei giornali

Londra, fermato un terrorista

Altri 3 arresti per le bombe del 21

LONDRA - Arrestato uno dei quattro terroristi colpevoli degli attentati nella metropolitana di Londra una settimana fa. La Polizia ha fermato all'alba, nel quartiere di Hay Mills, a Birmingham, Yasin Hassan Omar, 24 anni, somalo, l'estremista che ha fallito l'attentato dinamitardo nella stazione metropolitana di Warren Street; uno dei due terroristi (l'altro è Muktar Said Ibrahim, l'attentatore dell'autobus 26 ad Hackney), che riceveva un regolare sussidio di povertà dal governo britannico.

Yasin Hassan Omar, stordito da una speciale arma che rilascia una scarica elettrica paralizzante, è stato rapidamente condotto dalla polizia a Londra, al carcere di massima sicurezza di Paddington Green, dove è stato a lungo interrogato. Il circuito televisivo interno della metropolitana l'aveva ripreso, il 21 luglio, intorno alle 12.30, nella stazione di Warren Strett. Dopo aver tentato di far esplodere uno zaino sul treno fra Oxford Circus e Warren Strett, era stato visto fuggire dalla stazione di Warren saltando le barriere del controllo biglietti. Yasin Hassn Omar vive nel Regno Unito dal 1992 e nel 2000 aveva ottenuto il permesso di soggiorno permanente.

Altri tre uomini sono stati arrestati stamane, sempre a Birmingham, in relazione ai falliti attentati terroristici del 21 luglio a Londra. Tre dei quattro arresti sono stati effettuati nella stessa abitazione. "E' stato trovato anche un pacco sospetto - ha rivelato un portavoce della polizia - e quale misura cautelativa è stato disposto lo sgombero del vicinato".

Due uomini sono stati inoltre fermati stanotte alla stazione ferroviaria di Grantham (Inghilterra centrale), a bordo di un treno proveniente da Newcastle (nel nord) e diretto a Londra. A questi ultimi arresti, tuttavia, la polizia attribuisce un'importanza minore.

Il clima in città resta teso. Nel primo pomeriggio, un pacco sospetto ha indotto la Polizia a chiudere il traffico in Fleet Street, nel centro della capitale, una volta la strada dove avevano sede i principali media britannici. L'intervento degli artificieri ha permesso di scoprire che la preoccupazione era infondata: il pacco era innocuo e il traffico è ripreso regolare. Un altro sospetto è stato fermato vicino all'aeroporto di Luton, a nord di Londra. L'uomo si apprestava a prendere un volo per Nimes, in Francia. Per permettere il fermo, la zona è stata circondata dalle forze di polizia e il traffico aereo sospeso, ma al termine delle indagini, il sospetto è stato rilasciato.

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Che palle... io a Londra vado il mese prossimo (viaggione in D, NL, UK, F, CH :D ) e intanto i miei amici vanno a Roma... e io non considero sicuro nessuno dei due posti...

Ma come diavolo si fa a bloccare in fretta questa situazione, consentitemi, di me*da? A me piace tanto viaggiare, e vorrei godermeli i miei viaggi soprattutto finché sono giovane, non avere paura di saltare in aria ogni volta che visito una grande città...

I terroristi sono stronzi. E per combatterli efficacemente dobbiamo esselo anche noi, senza troppi patemi di coscienza. :evil:

There's no replacement for displacement.

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Anche tu ti ecciti palpeggiando pezzi di plastica? Perché stare qui a discutere con chi non ti può capire? Esprimi la tua vera passione passando a questo sito!

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