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Londra, esplode bomba in metro


Guest DESMO16

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Piccoli razzisti crescono, anche da noi

Sapete chi sono i razzisti? Gente che, «in base a un'arbitraria gerarchia delle popolazioni umane, attribuisce superiori qualità biologiche e culturali a una razza, legittimando discriminazioni nei confronti di altre razze considerate inferiori» (dizionario Zingarelli).

Sapete dove queste idee hanno portato il mondo? In un mare di guai.

Osama e soci, per esempio, sono pericolosi razzisti professionisti. Ma tra di noi s'allenano alcuni dilettanti: e la buona fede non li giustifica. Chi dice oggi che i musulmani sono per natura traditori e aggressivi domani dirà che i neri sono pigri e violenti e gli ebrei infidi e rapaci.

Ho ricevuto una email in cui, seriamente, mi si spiega che gli islamici in Europa sono come i meridionali a Milano: non cambieranno mai. Avanti così, e vedrete dove andiamo a finire.

I mercanti di morte sperano questo: che i razzisti dilettanti - per incoscienza o per ignoranza - trasformino in «militanti fondamentalisti» musulmani che non lo sono.

Lo so: certi discorsi, per adulti di media cultura, sono innocua «antropologia estiva». Ma sugli ingenui e sui ragazzi fanno presa: si comincia con le battute da bar e si finisce con una svastica sul giubbotto.

Se avete letto fin qui - non sono sicuro: qualcuno avrà già buttato il giornale dandomi dello stupido o del buonista (che è peggio) - starete pensando: d'accordo, ma la cultura islamica ha prodotto moschee che sono diventate centri di reclutamento terrorista; ha seminato morte per il mondo, a cominciare dall'Iraq; e un quinto dei musulmani britannici, secondo un sondaggio, simpatizza con i terroristi.

E' vero, purtroppo, ed è tragico. Alcune persone in Europa, coprendo i propri crimini dietro un paravento religioso, hanno fatto cose gravissime, e una parte dei correligionari li giustifica. Si comportano così perché sono musulmani e la loro indole è quella (vendicativa, aggressiva)? No: si comportano così perché hanno vissuto in ambienti sbagliati, che noi abbiamo tollerato. Sbagliando. Avanti, diciamolo: se il «multiculturalismo» porta a questo, ne facciamo a meno. Meglio un'onesta integrazione, basata su alcuni punti fermi.

Chi sceglie di vivere in Europa - cristiano o islamico, ebreo o ateo - deve sapere che i nostri Paesi hanno certe regole. Eccono alcune: il terrorismo è un crimine, così come la propaganda (eppure su internet continua impunemente, anche da server europei). I luoghi di culto sono fatti per pregare, non per complottare. Le scuole devono insegnare, non indottrinare. I diritti delle donne non sono un optional. La libertà d'opinione, nemmeno. Infine, e fondamentale: l'equidistanza non basta.

Ai musulmani pacifici e onesti che vivono tra noi - ce ne sono - ora si chiede coraggio: devono dire da che parte stanno. «Né con Osama né con l'Occidente» non è una risposta. E', per noi, un'offesa; e, per loro, l'ammissione di una sconfitta. Ecco: queste cose si possono - scusate: si devono - dire. Ma condannare i musulmani in quanto musulmani, o gli arabi in quanto arabi, non si deve e non si può.

Sere fa ero a cena con un italiano che, parlando dei fatti di Londra, sibilava: «Tutti a casa, i bastardi!»; e un inglese - bianco, anzi latteo - che rispondeva, con l'accento di Stanlio e Ollio: «Ma sono GIA' a casa! Quei musulmani sono miei concittadini. Hanno in tasca un passaporto britannico come me! E sono milioni. Dobbiamo convincerli, e punirli quand'è il caso. Non possiamo buttarli a mare!».

Domanda: se ci arrivano gli inglesi, perché noi no?

Beppe Severgnini

Dal Corriere della Sera di giovedì 28 luglio 2005

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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molto bello questo articolo di SEVERGNINI ...lo sottoscrivo ,si parte da un concetto che è il rispetto delle nostre regole ...perciò il musulmano in italia deve per prima cosa rispettare le nostre regole ...

Es.il luogo di culto serve per pregare e non per complottare ...

sino a quanod sarà usato per complottare sarà chiuso e non ne saranno aperti altri ...

perfetto ..il mio pensiero.

solo su una cosa mi fa girare un pò le palle ed esattaente questa frase

I musulmani sono come i meridionali a MILANO .....

è charamente un spiritosata ,però fa male al sottoscritto perchè come al solito lascia un'immagini della mia città non vera ....

Milano è la citta che meglio di qualsiasi altra ha integrato gli immigrati

negli anni 50 i meridionali ...e poi cinesi ....e poi sarà così anche con gli arabi e magrebini.

non è riconosciuta alla mia città la capacità di tolleranza

non è riconosciuta alla mia città la capacità di soidarietà

peccato..sopratutto perchè tale dichiarazioene proviene da un della mia stessa regione.

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..ancora troppo pochi (una rarità) purtroppo, rispetto alla stragrande maggioranza che é o connivente oppure fa finta di niente considerandoli come fatti che non li riguardano, e comunque ora ce li abbiamo in casa, come ha ben scritto l'anno scorso Madgi Allam: "Kamikaze made in europa".

Quando si parla di stragrande maggioranza bisognerebbe tenere conto di un dato statistico di rilievo.

Il numero di musulmani che frequentano le moschee è il 5% del totale.

Quindi qui si parla di una maggioranza di un piccola minoranza.

Insomma alal gran paret di chi proviene dai paesi islamici non gliene frega niente degli imam.

Atteggiamento sano credo, se la gente ragiona con la propria testa avremo qualche religioso in meno e molte guerre in meno.

Sono la secolarizzazione e la laicità l'arma più dura contro l'islamismo radicale, visto che comporta il loro isolamento.

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solo su una cosa mi fa girare un pò le palle ed esattaente questa frase

è charamente un spiritosata ,però fa male al sottoscritto perchè come al solito lascia un'immagini della mia città non vera ....

Milano è la citta che meglio di qualsiasi altra ha integrato gli immigrati

negli anni 50 i meridionali ...e poi cinesi ....e poi sarà così anche con gli arabi e magrebini.

non è riconosciuta alla mia città la capacità di tolleranza

non è riconosciuta alla mia città la capacità di soidarietà

peccato..sopratutto perchè tale dichiarazioene proviene da un della mia stessa regione.

veramente, nell'articolo viene riportato come il testo di un'email, ovvero il pensiero di una persona singola, che come ha fatto notare lo scrittore è sbagliato, a suo modo di vedere, sia per i meridionali sia per gli islamici.

di quello che dici della tua città non ho dubbi, ma mi piacerebbe anche qualche testimonianza diretta.

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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Guest DESMO16
Amicizie Sbagliate

Di solito prima di portare qualcuno a casa nostra, ci si informa quantomeno su chi sia. Capita invece che noi italiani non soltanto ci portiamo in casa un estraneo, ma l’abbracciamo e stringiamo accordi. Accordi che ridicolizzano la nostra credibilità e minano la nostra sicurezza. Sarà perché siamo anime pie, forse spregiudicati avventurieri o peggio ancora degli ideologizzati che infieriscono contro se stessi. Ma è così che abbiamo consegnato la rete delle moschee d'Italia agli integralisti e estremisti islamici dichiarati fuorilegge nei rispettivi Paesi d'origine. Che scegliamo come interlocutori all'estero nomi altisonanti di prestigiose istituzioni islamiche, come l'università Al Azhar del Cairo o la Lega musulmana mondiale della Mecca, senza preoccuparci minimamente del fatto che in realtà sono degli strenui apologeti del terrorismo suicida che massacra gli ebrei in Israele o gli occidentali in Iraq. E tra questi, val la pena ricordarlo, ci siamo anche noi italiani.

E' successo poco più di un mese fa, il 15 giugno, che al Cairo è stato siglato un accordo per la creazione di un Comitato accademico italo-egiziano di «studi comparati per il progresso delle scienze umane nel Mediterraneo» (Oscum), tra la celebre università islamica di Al Azhar, considerata una sorta di Vaticano sunnita, e un cartello di cinque università italiane (La Sapienza di Roma, il Pontificio Istituto Orientale di Roma, l'Orientale di Napoli, la Bocconi di Milano, l'Iuav di Venezia), coordinato dal professore Sergio Noja Noseda, ex docente di Lingua e letteratura araba alla Cattolica di Milano e titolare di una omonima Fondazione. L'accordo è stato firmato dal rettore di Al Azhar, Ahmed al-Tayeb e dall'ambasciatore d'Italia, Antonio Badini, alla presenza dello sheikh di Al Azhar, Mohamed Sayed Tantawi, ritenuto la massima autorità teologica dell'islam sunnita. Ed è sorprendentemente l'Avvenire , l'organo della Cei (Conferenza episcopale italiana), a ricordarci che proprio Tantawi, un «amico del Papa» avendo accolto Giovanni Paolo II al Cairo nel 2000 e partecipato alle sue esequie, è in realtà a capo di un'istituzione islamica che legittima il terrorismo suicida.

Lo ha fatto il rettore al-Tayeb persino nel convegno organizzato dalla comunità di Sant’Egidio a Milano il 7 settembre 2004 dal titolo «Disarmare il terrore. Un ruolo per i credenti». «Un conto è il terrorismo che colpisce innocenti, un conto è affibbiare l'etichetta di terrorismo a quella che è solo una reazione di autodifesa per proteggersi da qualcosa, come nel caso della resistenza nei confronti di forze di occupazione», spiegò in un'intervista al mensile 30 Giorni , «I palestinesi sono un popolo che non ha niente. Povera gente che viene uccisa ogni giorno. Nella disperazione ricorrono a mezzi estremi per opporsi all'occupazione». In precedenza, il 4 aprile 2002, quando ricopriva la carica di Gran mufti d'Egitto, massimo giureconsulto islamico, sentenziò che «la soluzione al terrorismo israeliano si basa sulla proliferazione degli attacchi di martirio che terrorizzano i cuori dei nemici di Allah. I Paesi islamici, sia i popoli che i governanti, devono sostenere queste operazioni di martirio». Così come lo stesso Tantawi, sempre il 4 aprile 2002, ricevendo al Cairo il deputato arabo-israeliano Abdel Wahhab Darawsheh, emise una fatwa, un responso giuridico, in cui sentenziò che «le operazioni di martirio contro qualsiasi israeliano, inclusi i bambini, le donne e i giovani, sono legittime dal punto di vista della legge islamica».

Tantawi spronò «il popolo palestinese a intensificare le operazioni di martirio contro il nemico sionista, in quanto la manifestazione più alta della Jihad». Non sorprende quindi che il collega Carlo Termignoni concluda sull' Avvenire : «Alla luce di una simile realtà ad alcuni osservatori non è parso dunque prudente l'accordo di collaborazione culturale e di cooperazione scientifica tra l'università di Al Azhar e istituzioni italiane». Che l'università di Al Azhar sia pesantemente infiltrata dal movimento integralista dei Fratelli Musulmani è un fatto noto. Così come lo è la Lega musulmana mondiale sponsorizzata dall'Arabia Saudita che, tramite il Centro culturale islamico d'Italia, gestisce la grande moschea di Roma. Anche se l'ambasciatore Mario Scialoja, che presiede la sezione italiana della Lega musulmana mondiale, non ha nulla a che fare con i Fratelli Musulmani. Ben diverso è il caso di gran parte delle moschee sorte in modo incontrollato in Italia. E che oggi sono sottoposte al controllo, diretto o indiretto, dell'Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), emanazione dei Fratelli Musulmani, e di gruppi fondamentalisti che predicano la Jihad, intesa come guerra santa, ed esaltano i kamikaze islamici in Israele e in Iraq. E' qui che si attua il lavaggio di cervello che trasforma i musulmani in robot della morte. Ed è da qui che deve scaturire il riscatto alla piena legalità dell'islam d'Italia.

Magdi Allam

25 luglio 2005

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Guest DESMO16

..per loro non vale la Convenzione di Ginevra..

...giusto un biglietto di sola andata per Guantanamo..

..o parlano facendo i nomi di tutti gli altri kamikaze o la morte per loro sarà solo un miraggio..

Sotto assedio la casa di uno degli attentatori barricato in casa

Tentò di far esplodere una bomba sulla metropolitana a Oval

Londra, operazione anti terrorismo

Fermati tre attentatori del 21 luglio

Arrestati altri sospetti in diversi quartieri di Londra

Evacuata la stazione di Liverpool strett per un pacco sospetto

LONDRA - Il blitz è scattato intorno alle undici: le strade principali di Notting Hill sono state chiuse al traffico. Alcuni palazzi sono stati fatti evacurare. Un elicottero della Polizia si è fermato in volo su una palazzina bianca a due piani. E dai camion della Polizia sono scesi una ventina di uomini con il volto coperto da una calzamaglia nera, giubbotto antiproittile e una grossa pistola legata al polpaccio.

I testimoni hanno sentito l'esplosione di tre grosse cariche, poi altri agenti protetti dalle maschere antigas sono entrati nella palazzina. Sono usciti qualche minuto dopo, trascinandosi dietro due giovani stranieri. Sono due dei presunti terroristi coinvolti nei falliti attentati del 21 luglio nella metropolitana di Londra. Uno dei fermati potrebbe essere "Mohammed", l'attentatore che le telecamere interne della stazione sotterranea di Oval hanno ripreso mentre fuggiva indossando una maglietta scura con la grossa scritta New York sul petto. Per fuggire all'arresto, si era barricato nella sua casa a Notting Hill ma i lacrimogeni lo hanno stanato.

L'altro dinamitardo è il terrorista che tentò di far saltare l'autobus numero 26, Muktar Said Mohammed, eritreo di 27 anni con passaporto britannico, l'altro africano, insieme ad Yassin Hassan Omar che aveva ottenuto negli anni scorsi un sussidio ed una casa popolare dal governo inglese.

Un terzo uomo è stato fermato in un altro quartiere di Londra. Dei quattro attentatori di cui la polizia aveva le immagini, resterebbe in libertà solo quello responsabile del mancato attentato a Shepherd's Bush. Appena due giorni fa era stato arrestato il quarto complice degli attentatori, il somalo Yassin Hassan Omar.

Altre voci danno per certe operazioni di Polizia in diversi quartieri della city. Sono stati arrestati altri sospetti. Uno dei fermi è avvenuito a Sutton Way, nella zona di North Kensington. Due donne sono state invece arrestate alla stazione di Liverpool Street, subito dopo evacuata e chiusa al pubblico per la presenza di un pacco sospetto.

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Guest DESMO16
non si scherza con sua Maestà.....altrimenti se si incazza sono caxxi amari :mrgreen:

..si, infatti..anche qui in Italia le forze di polizia hanno fatto un eccellente lavoro con l'arresto di ieri, che comunque é servito da un lato a spezzare un possibile collegamento, mentre dall'altro serve a fare pressione psicologica sui terroristi per stanarli, grazie ai vari corpi speciali di cui disponiamo; comunque dall'UK arriva questa proposta intelligente nei confronti dei terroristi, da applicare anche qui in Italia, nella speranza di non sentire le solite critiche per il metodo, perché va detto che questi vogliono fare stragi, quindi bisogna impedirglielo con ogni mezzo:

L'iniziativa di uno dei giornali di Murdoch

Scotland Yard ringrazia: "Ci sarà molto di aiuto"

Wanted per centomila sterline

arriva la taglia sui terroristi

LONDRA - I primi sono arrivati verso le cinque di ieri pomeriggio, sotto il Big Ben, mentre i turisti sciamavano tra la Torre di Londra e Westminster. Un'ora dopo erano più di un migliaio. I brasiliani di Londra hanno organizzato una manifestazione di protesta contro la licenza d'uccidere delle unità speciali di polizia che hanno giustiziato il loro compatriota Jean Charles de Menezes, freddato con cinque colpi alla testa venerdì mattino, nella metropolitana della linea Northern, a Stockwell. Non erano soli in piazza.

Con loro, molti attivisti delle associazioni di diverse comunità straniere che si sentono minacciate da questa "ondata di violenza legale". Ma la protesta non è solo di strada. Il presidente brasiliano Lula ha chiesto "spiegazioni" al governo inglese ed ha incaricato il ministro degli Esteri Celso Amorim di formalizzare la protesta e di esigere una severa e rapida inchiesta. Gli inglesi hanno risposto che è già in corso.

Siamo già al caso diplomatico, dunque. Ma quel che è peggio, il pasticcio di Stockwell ha messo a nudo le difficoltà che Scotland Yard e i servizi d'intelligence britannica stanno avendo nelle indagini per catturare i terroristi in fuga, ormai, da quattro giorni. Sono ancora a Londra, o sono scappati all'estero, grazie alla loro rete clandestina? Gli inquirenti pensano che siano ancora nell'area della Grande Londra ma sanno anche che è come cercare un ago nel pagliaio. Tuttavia hanno esteso le ricerche in Galles e ripreso a tappeto le investigazioni a Leeds, per accertare eventuali legami con i kamikaze morti il 7/7 e a Nottingham, dove sono segnalati gruppi di estremisti islamici. Il cuore dell'inchiesta si sarebbe spostato nel Galles del nord. Qui, a giugno, due dei quattro attentatori suicidi, Mohammed Sidique Khan e Shahzad Tanweer, erano stati fotografati al National Whitewater Centre mentre facevano rafting sul fiume Canolfan Tryweryn, a Bala. A quello stesso corso di rafting, secondo la polizia, potrebbero aver partecipato "alcuni nomi importanti" coinvolti nell'inchiesta sugli attentati del 21 luglio.

Il capo della polizia, Sir Ian Blair, è nel mirino dei critici. Con imbarazzo ha espresso ai familiari di Menezes le sue scuse personali, ha detto che la sua morte è stata una "tragedia". I giornali, ieri, ricordavano che negli ultimi 22 anni ci sono stati solo altri quattro casi, l'ultimo nel 2003 fu un certo Kewith Larkins, nei pressi di Heathrow. Poi, però, intervistato da Sky, Blair ha cambiato registro, ha cioè confessato che la stessa sorte di Menezes potrebbe capitare ad altri. E' l'emergenza dell'antiterrorismo, l'ordine di shoot to kill, di sparare per uccidere resta: "La polizia di Londra si assume piena responsabilità per quanto è accaduto. Alla famiglia posso solo esprimere il mio profondo rammarico. Qualcun altro potrebbe essere colpito, anche se facciamo di tutto per fare questa cosa nel modo giusto. L'ordine di sparare per uccidere resta. Non ha senso sparare al petto, perché è lì che si trova probabilmente la bomba. E non ha senso sparare altrove, se poi possono far detonare la bomba cadendo".

Vaglielo a dire, ai manifestanti sotto il Big Ben (i brasiliani in Gran Bretagna sono 100mila). Loro ti raccontano che "l'amico", nato nel 1978 nello stato di Minas Gerais, era fuggito dalle favelas miserabili di San Paolo. Da tre anni stava a Londra, con tanto di regolare permesso. Era un buon elettricista, doveva sposarsi. Viveva in un appartamento non lontano dalla fermata, parlava un ottimo inglese: dunque l'ipotesi che non si sia fermato all'ordine della polizia perché non aveva capito non sta in piedi. Era uscito di casa con due cugine. È stata una di loro a rivelare l'identità dell'uomo ucciso dalla polizia. Scotland Yard se ne era ben guardata. E' scappato per paura, secondo loro: "Inoltre non erano in divisa ma in borghese e armati". Avrà pensato a una squadra di giustizieri, come quelle di San Paolo.

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intanto il nostro, conoscendo la papocchia italiota ha chiesto di rimanere in italia e di non essere estradato!!

Speriamo che qualche benpensante non lo prenda in parola, i sudditi di sua maestà son abituati a ragionare con l'IRA... sanno come far cantare gli uccellini...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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