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Leone Gay


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il leone d'oro del festival di Venezia è andato a BROKEBACK MOUNTAIN, storia GAY di due cowboys costretti a sposarsi per la società bigotta in cui vivono.

Che schifo questa deriva morale che ha preso il festival :lol:

Titolo Film

BROKEBACK MOUNTAIN

Anno

2005

Titolo italiano

LA MONTAGNA DI BROKEBACK

Durata

134 minuti

Nazionalità

USA

Genere

SENTIMENTALE - WESTERN

Tratto da

GENTE DEL WYOMING" - RACCONTO DI E. ANNIE PROULX

Produzione

DIANA OSSANA E JAMES SHAMUS PER FOCUS FEATURES, GOOD MACHINE, PARAMOUNT PICTURES, THIS IS THAT PRODUCTIONS, ALBERTA FILMWORKS INC.

Distribuzione

BIM

Regia

ANG LEE

Principali attori e personaggi

JAKE GYLLENHAAL (JACK TWIST)

HEATH LEDGER (ENNIS DEL MAR)

MICHELLE WILLIAMS (ALMA BEERS DEL MAR)

ANNE HATHAWAY (LUREEN TWIST)

RANDY QUAID (JOE AGUIRRE)

ANNA FARIS (LASHAWN)

LINDA CARDELLINI (CASSIE CARTWRIGHT)

SCOTT MICHAEL CAMPBELL (MONROE)

Soggetto

E. ANNIE PROULX

Sceneggiatura

LARRY MCMURTRY e DIANA OSSANA

Fotografia

RODRIGO PRIETO

Musiche

GUSTAVO SANTAOLALLA

Montaggio

GERALDINE PERONI e DYLAN TICHENOR

Scenografia

JUDY BECKER

Effetti

MAURICE ROUTLY e LOUIS MORIN

Costumi

MARIT ALLEN

Trama

Nell'estate del 1963, a Signal, nel Wyoming, Ennis e Jack, due giovani mandriani, si incontrano mentre sono in fila dinanzi all'ufficio di collocamento. Entrambi sono alla ricerca di un lavoro sicuro e di una sistemazione. Joe Aguirre, il proprietario di un ranch li assume e li invia come mandriani ai piedi della Brokeback Mountain. Tra i due, soli per tutta l'estate, nasce un'amicizia intensa e profonda fatta di sincerità e cameratismo. Quando al termine della stagione devono separarsi, Ennis decide di rimanere nel Wyoming e sposare Alma; invece Jack parte per il Texas dove conosce Lureen, la regina del rodeo, se ne innamora e la sposa. Quattro anni dopo arriva a casa di Ennis una cartolina di Jack: è in viaggio per andare a trovare l'amico di un tempo. Un solo attimo è sufficiente per comprendere che la loro amicizia è destinata a durare e trasformarsi in un legame che li unirà per tutta la vita.

Critica

"Arriva l'annunciato, da molti, film-scandalo in concorso della Mostra di quest'anno, 'Brokeback Mountain', firmato dal regista di Taiwan Ang Lee e tratto dal racconto di Annie Proulx, 'Gente del Wyoming'. Il creatore de 'La tigre e il dragone', 'Hulk', 'Ragione e Sentimento' non lascia spazio a dubbi: (...) I protagonisti del film di Ang Lee, dopo aver sperimentato un cameratismo che li porta a provare un primo sentimento di attrazione, lasciano alla fine dell'estate il monte Brokeback per condurre una vita normale: Ennis, rimasto in Wyoming, sposa la sua fidanzata Alma dalla quale avrà due figlie; Jack va in Texas dove si unirà alla regina del rodeo, Laureen. Ma il destino li farà ritrovare... Applausi alla proiezione per la stampa." (Leonardo Jattarelli, 'Il Messaggero', 2 settembre 2005)

"E' singolare che sia un taiwanese, Ang Lee, a rompere un tabù del western e a smontare definitivamente la mitologia del cowboy. In realtà non è la prima volta. I western classici e moderna con eroi dalla sessualità sfumata sono decine: basterebbe pensare al personaggio di Anthony Quinn in 'Ultima notte a Warlock' o a quello di Montgomery Clift nel 'Fiume rosso'. Ma le anime belle che si stupiranno alla scena di sesso sui monti del Wyoming dovrebbero rivedersi 'Lonesome Cowboys' di Andy Warhol (...) Detto questo, il film è abbastanza bello. Si sente la mano del grande Larry Mc Murtry che ha molto elaborato il sensazionalismo del racconto originale. I personaggi sono forti, intensi, veri. Il senso del racconto e del paesaggio confermano in Lee un regista di grande eclettismo. Per cui, andatelo a vedere, senza stupori." (Dario Zonta, 'L'Unità', 3 settembre 2005)

"'In the Mood for Love' fra i monti selvaggi del Wyoming. Stessa epoca, anni '60 e oltre (con omaggio esplicito, la canzone Quizàs ); amore altrettanto infelice; regista cinese, anche se non è l'hongkonghese Wong Kar-wai ma il taiwanese americanizzato Ang Lee, autore di film diversissimi come 'Banchetto di nozze', 'Tempesta di ghiaccio', 'Ragione e sentimento'. I protagonisti invece sono americani - e sono tutti e due maschi. O almeno ci provano, sposandosi e facendo figli per condurre una vita normale. (...) Ang Lee, da bravo falsario, sa rifare tutti gli stili, tutte le culture. Così gioca l'intero film sul filo del mito (il West) seguendone uno ad uno tutti i luoghi comuni, non per metterli in facile parodia ma per ridargli vita e verità. Ed ecco i due cowboys a cavallo con lo Stetson d'ordinanza, anche se pascolano greggi e non mandrie. Ecco riff avvolgenti alla Ry Cooder, cieli sconfinati, la Natura incantevole e insidiosa, scarne confidenze intorno al falò. Anche se Jack (Jake Gyllenhaal) non centra un coyote a pochi passi; Ennis (Heath Ledger) cade addirittura da cavallo; e se la notte ha freddo finisce per rifugiarsi nella tenda di Jack. Dove la (loro) natura fa finalmente il suo corso. Naturalmente Ang Lee ha troppo spirito per non intuire i risvolti umoristici del ribaltone. Così se ne libera in una sola scena, quando il padrone del bestiame vede col binocolo i due bravi cowboy rotolarsi seminudi sul prato. Il resto non è commedia, semmai è solido melodramma, strutturato intorno a due esistenze mancate come tante (dietro il film c'è un racconto di Annie Proulx, scrittrice da Pulitzer)." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 3 settembre 2005)

"Certo, una materia difficile. Ang Lee, tuttavia sulla scorta di una sceneggiatura del noto romanziere Larry McMurthy l'ha risolta con delicatezza, specie quando, nella seconda parte, i sentimenti e i loro contrasti, all'interno di due caratteri molto dissimili, prevalgono sul sesso. Il linguaggio è arioso, i climi, anche i più tesi, sono quasi sempre interiori e i due protagonisti Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, lo portano avanti con incisività ma anche con tatto riuscendo nella non facile scommessa di farsi accettare ." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 3 settembre 2005)

"Ang Lee e il suo direttore di fotografia Rodrigo Pietro rinnovano la tradizione del western nella bellezza del paesaggio, dei grandi cieli aperti disseminati di nuvole candide, nella neve sulle alte cime, nelle montagne incantate. Ma, s'è detto, 'Brockeback Mountain' è davvero troppo sentimentale: una caratteristica di altri film del regista, certo non 'Hulk' però 'Il banchetto di nozze' o 'Tempesta di ghiaccio'. L'amore che stavolta racconta è secondo lui l'illusione per eccellenza ma anche la ragione di vita per definizione: il sogno di un'unione totale e onesta con un'altra persona". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 3 settembre 2005)

"Tra gli applausi scroscianti che hanno accolto 'Brokeback Mountain' s'insinua un nuovo quesito: il western omosessuale servirà per irridere ancora più a sangue il modello americano ovvero dovremo prenderlo per un segnale di recupero culturale, di riscatto civile, di radicale rivalutazione del mito? (…) Può darsi che 'Brokeback Mountain' non faccia altro che portare alla luce i motivi striscianti di tanta letteratura e tanto cinema classico, dai vagabondaggi senza donne dei pionieri di Fenimore Cooper alla sospetta solitudine degli eroi whitmaniani e all'ambigua, indefettibile solidarietà tra i pistoleri di John Ford, Arthur Penn o Sam Peckinpah. Ma le ventennali peripezie dei romantici cowboy impersonati da Heath Ledger e Jake Gyllenhaal hanno bisogno di un contorno troppo oleografico e troppo didascalico (padroni machisti, mogli grottesche, marmocchi urlanti, suoceri cafoni) per riuscire a farci davvero emozionare o quantomeno a farci sognare che il western sia stato efficacemente rivisitato." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 3 settembre 2005)

Note

LEONE D'ORO ALLA 62MA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2005).

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Inviato

da repubblica ecco tutti i premiati

VENEZIA - Come spesso accade in occasioni del genere, le previsioni sono state rispettate. Il Leone d'oro della 62esima Mostra del Cinema di Venezia è andato a Brokeback Mountain di Ang Lee, la storia dell'amore gay fra due cowboy interpretati da Heath Ledger e Jake Gyllenhaal. Il secondo premio, il Leone d'argento, è stato assegnato a Les Amants Reguliers, il film sul '68 francese diretto da Philippe Garrel.

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Inviato

scusa ludico...pero pure tu potresti affibiare anche altri titoli alla discussione...cosi sembra (a parte il regista) che il film sia ispirato unicamente a tematiche gay!come se il film avesse vinto solo per quello!è una storia d'amore con tanti altri ingredienti ;)

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