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Il Sole 24 Ore: "La pubblicità riscopre l'autarchia"


Blu Pitti

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Guarda...onestamente dove viene prodotta una cosa mi importa relativamente...

Quello che mi fa girare i maroni è che ti dicano: "Compra italiano che salvi operaio italiano" da una parte. E dall'altra parte licenziano l'operaio italiano e vanno a produrre in Cina (un esempio. Armani) che dire...mi sento un tantinello preso per il culo!;)

scusa tanto, ma Armani ha licenziato qualcuno ??? E poi dove venderà quello che eventualmente produrrà (non ci sono ancora certezze) in Cina ??!! Te lo sei chiesto ??

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di solito ai polli basta questo, poi se guardi i pezzi della Gt scopri che il 90% li fanno aziende estere.

prima a che serve "sparare" il 90% senza citare la fonte, secondo i fornitori sono sempre meno nel mondo... l'obiettivo della Fiat è produrre auto e fare profitti...

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scusa tanto, ma Armani ha licenziato qualcuno ???

Certo....ha licenziato gli operai e chiuso la sua storica fabbrica di Settimo Torinese......

Per non parlare della linea "Intimissimi" che sta mandando sul lastrico le fabbriche di intimo del Veneto....

Le delocalizzazioni "montedison" in Cina...

ecc ecc....parlando di Torino gli esempi si sprecano!

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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ma sai in Italia, vista dall'alto della industria familiare ( abbiamo circa 1.000.000 di aziende a carattere familiare), i problemi divengono tali solo quando ne sei partecipe, fino a qul momento a nessuno gliene frega niente.

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ma sai in Italia, vista dall'alto della industria familiare ( abbiamo circa 1.000.000 di aziende a carattere familiare), i problemi divengono tali solo quando ne sei partecipe, fino a qul momento a nessuno gliene frega niente.

Oddio...la fabbrica per Armani aveva 250 dipendenti (ed erano già la metà dell'origine)..

La FarmItalia a furia di delocalizzare è passata da 2-3 decine di migliaia di persone a poche migliaia....

Cioè..non si tratta del gommista "perozzi igino"...

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Certo....ha licenziato gli operai e chiuso la sua storica fabbrica di Settimo Torinese......

Per non parlare della linea "Intimissimi" che sta mandando sul lastrico le fabbriche di intimo del Veneto....

Le delocalizzazioni "montedison" in Cina...

ecc ecc....parlando di Torino gli esempi si sprecano!

Forse ti riferisci alla Gft ??!!!

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Il crollo del Gft di Torino

Nel ’96 contava ancora 6 mila dipendenti, di cui la metà in Italia. Aveva un fatturato di 1.500 miliardi di vecchie lire, 14 stabilimenti sparsi per il mondo, e produceva 15 milioni di capi l’anno con le più affermate griffe mondiali: da Armani a Valentino, da Ungaro a Calvin Klein. Oggi di quell’impresa non è rimasto più nulla. O meglio: del Gruppo finanziario tessile (Gft), leader internazionale della moda, con sede a Settimo Torinese, restano 336 lavoratori (187 operai, 149 impiegati), che il 28 febbraio, dopo tre anni di cassa integrazione, saranno definitivamente licenziati. Per cercare di «salvarli», il 15 gennaio scorso azienda, sindacati e amministratori locali si sono riuniti in prefettura: «Chiediamo al governo – spiega Sergio Perino, segretario generale della Filtea piemontese – di concedere la proroga di un anno di cassa integrazione. Formalmente, la misura sta scadendo, poiché le attuali regole ne limitano l’utilizzo a 36 mesi, ma la legge finanziaria prevede per casi particolari un ulteriore allungamento. L’anno scorso siamo riusciti a ricollocare circa 300 lavoratori, la proroga ci serve per sistemare gli ultimi dipendenti».

Il Gft nasce nel 1930, dalla fusione tra le famiglie piemontesi Rivetti e Levi. Nell’arco di sessant’anni d’attività si afferma, nell’ambito dell’abbigliamento maschile, tra i più importanti produttori europei (soprattutto grazie al marchio Facis, nato nel 1952) e, successivamente, mondiali. Le prime difficoltà del gruppo hanno inizio nel ’92, anche se la vera crisi inizia nel ’96, con l’uscita di Armani. «In quest’azienda – continua Perino – è successo di tutto. Ci sono state politiche industriali sbagliate, strategie da multinazionale spinte all’eccesso, sottovalutazioni dei propri marchi, drammatiche vicende proprietarie, joint-venture fallite. Il colpo di grazia gliel’ha dato l’ultimo proprietario, l’Hdp di Romiti: il suo intento era creare un polo del lusso italiano, in realtà ha portato la società al disastro, tornandosene poi a occuparsi di editoria». Alla fine degli anni novanta il Gft comincia a essere venduto a «spezzatino»: una parte se la prende Armani, un’altra Marzotto, il marchio Facis trova un compratore. A salvarsi sono circa un migliaio di lavoratori, per gli altri si ricorre a un mix di ammortizzatori sociali.

La produzione termina definitivamente negli ultimi mesi del ’99. «Questa storia - continua il segretario della Filtea piemontese – è la migliore dimostrazione di cosa accade quando la finanza arriva nell’industria. Il gruppo ha bruciato miliardi, oltre che un patrimonio professionale senza uguali: non bastano i soldi a scalare le vette più alte, serve una capacità imprenditoriale che gli ultimi vertici non hanno avuto». Del vecchio Gft rimangono in 336, in larga parte magazzinieri e amministrativi. «Ci auguriamo che il governo – conclude Perino – voglia concederci ancora un anno per ricollocarli. È difficile, soprattutto a causa della delicata situazione dell’industria piemontese, ma finora abbiamo lavorato molto bene. Se il ministro ci negherà la proroga, a quel punto scatteranno i licenziamenti. Abbiamo già cominciato a ragionare su quest’eventualità, certamente non lasceremo soli quei lavoratori».

http://www.rassegna.it/2003/lavoro/articoli/tessile/prima.htm

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Si appunto la GFT....mi veniva in mente ma non ero sicuro!

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Ma già che costa 250€....visto che ti chiami Armani lo fai produrre a 10€ in Italia e lo vendi a 270€ (facendoci la cresta....)....e fai DI PIU' per l'Italia!;)

Io ad esempio preferisco PRADA. Costano un botto...ma almeno ho la soddisfazione di vedere scritto "MADE IN ITALY" invece che "MADE IN CHISSADOVEKAZZSTAN"

Sono perfettamente d'accordo con te.... preferisco pagare di più (qualunque cosa) avendo la certezza del "Made in Italy"...

Qui parliamo di abbigliamento di alto livello, e sappiamo che la posizione dell'Italia è ancora forte e "l'appeal" dell'Italia è ancora determinante, ma la concorrenza ti spinge alla perenne ricerca del costo di produzione più basso in assoluto e all'utile sempre maggiore... questa è l'economia di mercato...

Guglielmo ha PERFETTAMENTE RAGIONE !!!! Megli concentrarci su quei 249 € di guadagni (o di creazione di valore) e lasciamo quel che rimane al vero produttore. Ovviamente, potendo scegliere, sarei disponibilissmo a pagare 260 € affinchè si possa mantenere il centro produttivo in Italia... ma NON è QUELLO la fonte primaria di ricchezza....

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