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Virus dei polli: colpirà 16 milioni di italiani


Guest DESMO16

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Il ministero della Salute: l'epidemia è inevitabile, ma ci stiamo preparando.

Le previsioni: 150 mila vittime. Commissari nelle Asl

SAN GIULIANO (Malta) - Sedici milioni di infetti, due milioni di ricoveri, 150 mila morti solo in Italia: è la previsione degli esperti per la prossima annunciata pandemia di influenza, quella che potrebbe essere innescata dall’ormai noto virus dei polli H5N1, isolato per la prima volta a Hong Kong nel 1997. Una previsione basata su modelli statistici, che prendono in considerazione le passate epidemie influenzali, l’asiatica del 1958 e l’Hong Kong del 1967, soprattutto.

Una donna indonesiana nutre i suoi polli a Giakarta (Ansa)

«Prerogativa del nuovo virus - riferisce Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società italiana di medicina generale, a San Giuliano (Malta) dove è in corso la Seconda conferenza europea sull’influenza - è la possibilità di trasmissione all’uomo direttamente dai volatili, polli innanzitutto, senza passaggi intermedi in altri animali, come per esempio i maiali. Al momento, all’H5N1 manca l’ultimo requisito per creare una pandemia, cioè una diffusione su larga scala: il contagio da uomo a uomo. Soltanto in un caso è stato documentato questo passaggio, un evento pericoloso in quanto la probabilità che il virus provochi una pandemia fra gli esseri umani dipende proprio dalla capacità di adattarsi al nostro organismo».

Di fronte allo spettro di un’emergenza globale, si stanno attivando piani in tutto il mondo. Italia in ritardo, secondo l’Oms, ma ora in prima linea. «L’epidemia è inevitabile - commenta Pietro Crovari, presidente della Commissione pandemia influenzale del ministero della Salute italiano -. Ci stiamo preparando».

Il ministero italiano ha predisposto un piano, presentato in anteprima a Malta e mutuato da quello del 2002: è aggiornato secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e in base all’esperienza maturata negli ultimi mesi in Estremo Oriente e sarà reso pubblico sul sito del ministero entro fine settembre. E’ un piano che individua i sistemi di sorveglianza, capaci di intercettare gli eventuali primi casi, stabilisce i provvedimenti di emergenza in caso di pandemia, organizza la distribuzione dei farmaci e dei vaccini e indica le autorità responsabili. «Le fasi sono due - continua Crovari -. La prima è preliminare e si basa sulla sorveglianza da parte dei medici di medicina generale e dei dipartimenti di emergenza degli ospedali che dovrebbero identificare eventuali casi "sospetti". Di fronte a un dubbio entrano in gioco sofisticate indagini di laboratorio che, grazie alla cosiddetta Pcr (un esame basato sulla reazione a catena della polimerasi, che identifica il codice genetico del virus ndr ), possono individuare il virus nel giro di 3 ore».

La seconda fase scatterebbe nel caso di pandemia che, da noi, spetta al ministro della Salute o addirittura al Presidente del consiglio annunciare. Per questa evenienza sono previsti anche l’intervento della Protezione civile e il coinvolgimento della sanità militare e sono state ipotizzate le autorità di riferimento che dovrebbero decidere sulla somministrazione dei farmaci per la profilassi ed eventualmente dei vaccini. In periferia ci potrebbe essere un «commissario per l’influenza» per ogni Asl, capace di gestire ogni singola realtà locale e in grado di collegarsi con le autorità centrali, regionali o statali. «Per rallentare la diffusione abbiamo oggi a disposizione soltanto i farmaci antivirali come l’oseltamivir - commenta Aurelio Sessa, membro della Commissione pandemia influenzale del ministero - che serve per il trattamento precoce di chi è colpito dal virus e per la prevenzione "ad anello" dell’infezione fra le persone che gli stanno intorno». Le scorte attuali, predisposte dal ministero, si aggirano attorno a 154 mila dosi. Devono aumentare fino a 2,5 milioni di dosi per coprire quel 5 per cento della popolazione italiana considerata a rischio. Il problema è soltanto quello dei finanziamenti che dovranno essere stabiliti dal prossimo Consiglio dei ministri. Indispensabili perché le aziende produttrici pianifichino la produzione, per ora insufficiente. Tutto questo in attesa del vaccino, già allo studio.

Adriana Bazzi

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mia cugina 5 giorni fa si è ammalata di broncopolmonite (ha 40manni). I medici la stanno curando con antibiotici a largo spettro ma senza alcuna efficacia, anche i più potenti. Ora ieri questa notizia che ci ha spaventati tutti...

il paese in cui mia cugina vive è popolato al 40% da indiani ed asiatici in genere

Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza, ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi!Impareremo a volare! Richard Bach, 1973," Il gabbiano Jonathan Livingston"

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il paese in cui mia cugina vive è popolato al 40% da indiani ed asiatici in genere

mica sono loro quelli che portano le malattie!! sono i polli allevvati dall'altra parte del mondo!!!

come quando cetinaia di ristoranti cinesi fallirono durante la sars... l'ignoranza della gente non ha limiti!

evolution_dacia_logo.jpg

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L'influenza aviaria non la portano gli immigrati, per lo meno quello che sono qui da più di qualche mese.

Quindi non mi agiterei più di tanto, le probabilità che abbia questa malattia sono estremamente bassa, più probabile un virus s'altro tipo o un batterio di un ceppo resistente, magari gram negativo

Si teme di più un trasporto a causa degli uccelli migratori, oppure dai puttanieri che girano l'estremo oriente.

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peccato che della mucca pazza non se ne parli più, o della carne con estrogeni che gli americani ingurgitano ogni giorno.

Se voi foste delle persone che donano il sangue, scoprireste che vi chiedono se avete soggiornato in GB per un periodo cumulativo superiore a sei mesi dal 1980 al 1996.

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