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[LUNGO] Il Caso Fiat


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scusate, è MOLTO LUNGO, ma l'avevate visto? l'ho trovato in rete...

è interessante ma le conclusioni fanno un po' paura...

se non avete voglia di leggerlo, pazienza...vi capisco ;)

(al numero 6 in fondo c'è l'articolo riassuntivo...)

da www.simplicissimus.it

1- Dicevamo? Ah, sì: il caso FIAT

La FIAT è un'azienda che va male. Anzi: che va molto male. E' un'azienda che va molto male da molti anni. E' un'azienda che probabilmente, non si chiamasse FIAT, e si trovasse in un altro paese, sarebbe già stata posta in liquidazione da tempo.

Tutto questo la Borsa lo sa, naturalmente. Non sarà un caso che l'andamento del titolo FIAT negli ultimi 7 anni (dal 1998 ad oggi) è quello che si vede qua sotto.

fiat7anni_1.jpg

Nell'aprile 1998 un'azione FIAT valeva 43 Euro. Nell'aprile 2005, quattro mesi fa, esattamente sette anni dopo, un'azione FIAT valeva 4,40 Euro, 10 volte di meno. In altre parole: chi aveva comprato, che ne so, 10 mila Euro di azioni FIAT nell'aprile 1998, sette anni dopo si ritrovava in tasca mille Euro.

Ma la FIAT è la FIAT, e l'Italia è l'Italia: va male, va malissimo, va sempre peggio, ma di chiusura, di liquidazione, non si parla. La FIAT (sono tutti d'accordo: confindustria, sindacati, governi, opposizioni, destre sinistre e centri) va salvata ad ogni costo.

Ognuno ci mette del suo: lo Stato, come al solito, con contributi a fondo perduto per aprire nuovi stabilimenti inutili a nostre spese, e pagare la cassa integrazione a vita a migliaia di dipendenti FIAT, sempre a nostre spese. Gli italiani, continuando (sempre meno per la verità) a comprare automobili FIAT, sempre meno belle, sempre meno buone, e sempre più care: ma pur sempre italiane. Le banche, dando una mano come possono, e cioè continuando a finanziare la FIAT, a prestare soldi alla FIAT anche in una situazione come questa.

2- Il caso FIAT: il 2002, un anno chiave

La FIAT copre l'inutilità di tutto lo spreco di risorse pubbliche su di essa riversato con l'emissione periodica di sedicenti piani di rilancio, regolarmente smentiti dal mercato. Lo scopo di quei piani, ovviamente, non è industriale, ma mediatico, e da questo punto di vista funziona: lo Stato continua a versare nelle casse della FIAT - direttamente e indirettamente - fiumi di denaro.

Nel 2001 la situazione si è fatta insostenibile. Guardate un po' qua:

fiat2002.jpg

Vedete quel picco spaventoso sulla sinistra del grafico? Il 3 settembre del 2001 un'azione FIAT vale 24 Euro. Il 21 settembre, diciotto giorni dopo, quella stessa azione vale 14 Euro: una perdita del 42% in pochi giorni, un vero e proprio tracollo. E' in quel periodo che si parla sui media, per la prima volta, della possibilità che la FIAT non ce la faccia, che possa chiudere.

Per evitarlo (e bisogna a tutti i costi evitarlo, chissà perché) stavolta ci vuole qualcosa di grosso, e lo Stato da solo (direttamente) non basta più. Ci vuole un prestito colossale: 3 miliardi di Euro, altrimenti leggasi: 6.000.000.000.000 (seimilamiliardi) di lire. E' il 2002, l'anno decisivo: o si riesce ad avere quei soldi, o finisce che la FIAT chiude davvero.

Ora tocca alle banche fare la loro parte, prestare denaro è il loro mestiere. Un mestiere che tutti noi conosciamo bene nel suo funzionamento: il cliente chiede alla banca un prestito, la banca chiede al cliente a cosa gli servono quei soldi e che garanzie può dare a fronte della mancata restituzione dei soldi. Se le finalità del prestito e (soprattutto) le garanzie sono di gradimento della banca, la banca eroga il prestito. Altrimenti, niente da fare.

Così funzionano i prestiti di denaro da parte delle banche, perlomeno nei confronti dei comuni mortali.

Ma a questa regola non sottostanno, in Italia, e non da oggi, alcuni privilegiati, e la FIAT è tra questi. Ricomincia il gioco delle parti:

Balle raccontate in pubblico (Verità nascoste da banche, potenti e media al popolo idiota):

-Il prestito serve alla implementazione del nuovo piano di rilancio industriale dell'Azienda, che senz'altro recupererà in breve tempo una posizione di leader sul mercato automobilistico europeo. (Il prestito serve a tenere in piedi la baracca, perché conviene un po' a tutti i potenti, e poi si vedrà. Al piano di rilancio, ovviamente, non ci crede nessuno, ma bisogna pur tenere a bada il popolo idiota.)

-Il prestito viene garantito dalle stesse azioni FIAT: se per caso (ma non succederà, figuriamoci, con un piano di rilancio così cazzuto!) l'Azienda non ce la dovesse fare a restituire il denaro alla scadenza, le banche si prenderanno in cambio azioni FIAT, diventandone così azionisti. Che volete di meglio? (Il prestito di 3 miliardi di Euro (seimila miliardi di lire) viene concesso senza alcuna garanzia reale, ad un'azienda che si sa già che non potrà mai restituire quei soldi. Non vorrete mica che chiediamo agli Agnelli & Co. di darci in garanzia le loro proprietà di famiglia come in genere facciamo con voi pezzenti quando ci chiedete un fido di diecimila Euro per la vostra cazzo di aziendina!)

La situazione precipita, il titolo continua a scendere. Il 27 maggio 2002 viene finalmente siglato l'accordo tra FIAT e il pool di banche (tutte, in pratica) sulle condizioni dell'ormai famoso prestito convertendo di 3 miliardi di Euro, garantito (si fa per dire) dalla conversione dell'importo in azioni FIAT in caso di mancata restituzione dei soldi alla scadenza, prevista per il 20 settembre 2005 (sì, stiamo pian piano arrivando alle questioni di questi giorni, di queste ore...).

Ma adesso seguitemi bene!

L'accordo deve definire un punto chiave: quale sarà il prezzo a cui le banche, invece di ricevere i soldi indietro, trasformeranno il prestito di 3 miliardi di Euro in acquisto di 3 miliardi di Euro di azioni FIAT?

Se si stabilisse un prezzo più basso di quello che si avrà in realtà fra tre anni, le banche guadagneranno, vendendo sul mercato azioni comprate a prezzo inferiore rispetto al loro valore corrente, trovando senz'altro acquirenti, e potranno dire di aver fatto (nonostante gli immensi rischi) una buona operazione finanziaria.

Se si stabilisse invece un prezzo più alto di quello che si avrà in realtà fra tre anni, le banche perderanno, e perderanno due volte: intanto, perché si ritroveranno obbligate a comprare azioni FIAT a un prezzo più alto di quello che chiunque sta pagando in borsa per comprarle; poi perché quelle azioni, pagate così care, non riusciranno a venderle se non sottocosto, ammettendo così la pessima riuscita dell'operazione e mettendo a rischio la propria immagine sui mercati; d'altra parte, scegliendo (per evitare la pessima figura e bilanci impresentabili) di tenerle in attesa di tempi migliori, aumenteranno così ancora di più il rischio di ritrovarsi in mano - in caso di ulteriori tracolli della FIAT - vera e propria carta straccia. Do you remember Parmalat?

Ecco, questo dovrebbe esservi chiaro, e se non lo è, inutile che andiate avanti con la lettura: alle banche conveniva fissare il prezzo più basso possibile. E a buon diritto: in fin dei conti ti sto prestando la bellezza di 3 miliardi di Euro senza garanzie...

Ma come andò in realtà, in quel maggio 2002 in cui veniva deliberato il prestito convertendo, la storia della fissazione del prezzo di conversione del prestito in azioni FIAT?

3-Il caso FIAT, intermezzo: come si riconoscono i furbi dagli idioti

Prima di proseguire con la storia del caso FIAT, nel tentativo di capire come mai un'azienda che va malissimo da anni, negli ultimi quattro mesi ha messo a segno in borsa un +77% (dai 4,40 Euro di aprile ai 7,80 Euro di questi giorni), fermiamoci un attimo, e vediamo di capire come funziona la borsa.

Per capire la borsa occorre infatti conoscerne le segrete leggi e regole fondamentali. Leggi che, nel mio immenso altruismo, ora vi svelerò, e che dovrete fissare bene nella vostra mente.

Per prima cosa, occorre sapere che la borsa è frequentata prevalentemente da due categorie di persone: i furbi e gli idioti. Tenendo ben presente quella che chiameremo la prima legge di Simplicissimus: in borsa (come e più che altrove) i furbi sono pochi, gli idioti sono molti. Chiameremo Volessimo azzardare una stima, diremmo 5% furbi, 95% idioti (ma ho largheggiato coi furbi, probabilmente).

Attenzione: questo è un postulato, e non va mai messo in discussione, anche (e anzi: soprattutto!) quando le apparenze direbbero il contrario. E' la cosiddetta Sindrome del MSLHCPLQA (Ma Se Le Ha Comprate Pure Lui Quelle Azioni!), che conduce ineluttabilmente a far parte dell'ampia schiera degli idioti.

Si pone ora il problema di riconoscere i furbi dagli idioti, cosa a tutta prima non così semplice: entrambi infatti, in borsa, fanno le stesse identiche cose, comprano e vendono azioni. A volte comprano, a volte vendono. Ecco come si fa a distinguerli: quando il furbo compra, l'idiota vende; quando il furbo vende, l'idiota compra. Ma questa regola, da sola, non basta: è un ragionamento ricorsivo, ci manca un punto d'appoggio. Se vediamo un po' di gente che compra e un po' di gente che vende, come facciamo a sapere se in quel momento sono i furbi o gli idioti a comprare? Ci viene in soccorso, per fortuna, la prima legge di Simplicissimus (non l'avrete dimenticata, vero?), in base alla quale i furbi sono pochi e gli idioti sono tanti.

Diventa un gioco da ragazzi: se mi affaccio in borsa, e vedo che tanti comprano e pochi vendono, capisco subito che a comprare, in quel momento, sono gli idioti, e a vendere sono i furbi. E viceversa. E per questo esistono i grafici. Se avete mandato bene a mente quanto sopra, non vi sarà ora difficile capire il significato essenziale di un grafico azionario. Riprendiamone uno di nostra conoscenza:

fiat2002.jpg

Nella parte superiore, quella in rosso, c'è l'andamento del prezzo delle azioni FIAT dall'1 agosto 2001 al 31 maggio 2002.

Abbiamo già imparato a dare un significato all'andamento complessivo di un grafico in un periodo così lungo. Qui il grafico, da questo punto di vista, ci parla di un'azienda che va malissimo. Ma in realtà, ai furbi e agli idioti, questo interessa poco. A loro interessa un'unica cosa: comprare delle azioni a 1000 sperando di poterle rivendere al più presto possibile a 1100, o a 1500, o magari a 2000. Si chiama speculazione. Ai furbi la cosa riesce, agli idioti no. E vediamo perché. Prendiamo un grafico FIAT su un periodo più breve, quattro mesi, da maggio a settembre 2002:

fiatmagset2002.jpg

In un grafico di breve periodo come questo ha meno senso tirare conclusioni sull'andamento dell'azienda. E' vero, si può dire che il titolo complessivamente è andato male (è passato da 12,70 a 8,70 Euro in quattro mesi, perdendo più del 30%!), ma questa potrebbe essere una parentesi all'interno di un andamento più complessivo positivo, eccetera.

Quello che interessa di più nel breve periodo sono le oscillazioni, i picchi: i picchi al rialzo e quelli al ribasso, le vette e gli strapiombi. Vette e strapiombi che - quando sono tanti e netti come in questo caso - segnalano che su quel titolo è in corso una forte attività speculativa.

Ma è tempo di dare un'occhiata anche alla parte inferiore del grafico, quella con le barre blu. Qui viene segnalato, giorno per giorno, il numero delle azioni scambiate (cioè comprate e vendute) al prezzo di quel giorno (al valore corrispondente del grafico rosso sopra).

Spesso in televisione, quando un titolo crolla di valore, vi dicono che è crollato perché tutti hanno venduto e nessuno ha comprato. Così come se un titolo si impennano vi dicono che tutti litigano per comprarlo e nessuno lo vende. Ecco: questa è la fabbrica degli idioti. Come è possibile infatti che tutti possano aver venduto delle azioni, se non c'è stato nessuno a comprarle? Se qualcuno vende, c'è sempre qualcun altro che compra, ovviamente. Ma la televisione, questo, sembra essere dispensata dal saperlo. Ed è la cosiddetta Sindrome del AMLHDALTV (Ah, Ma L'Ha Detto Anche La TV!).

Allora, cosa dice il nostro grafico? Facile: quando c'è un picco in basso, i pochi furbi comprano (a pochi soldi) tutte le azioni che i molti idioti vendono; quando c'è un picco in alto, i molti idioti comprano (a prezzi gonfiati) tutte le azioni che i pochi furbi vendono.

Risultato: i pochi furbi hanno comprato a due lire e rivenduto a mille; i molti idioti... beh, avete capito come funziona, giusto?

Ma è tempo di tornare al nostro caso FIAT: senza dimenticare le regolette appena imparate, ok?

4- Il caso FIAT: il prezzo del convertendo

Dunque, avevamo lasciato la FIAT al 27 maggio 2002, giorno in cui azienda e banche siglano l'accordo sul prestito convertendo: le banche si impegnano a sganciare alla FIAT la bellezza di 3.000.000.000 (tremiliardi) di Euro, da restituire dopo tre anni. E accettano che alla scadenza, in caso di mancata restituzione, il prestito venga convertito in acquisto di azioni FIAT.

Per essere precisi avevamo lasciato FIAT e banche ancora attorno al tavolo, alle prese con la determinazione del prezzo di conversione, ovvero del prezzo a cui le banche avrebbero, scaduti i tre anni, acquistato le azioni FIAT invece di riprendersi i soldi. E avevamo chiarito che attorno a quel tavolo, l'interesse delle banche sarebbe stato quello di fissare un prezzo più basso possibile.

Come andarono in realtà le cose?

Adesso i grafici a lungo termine (quelli che servono per valutare l'andamento di un'azienda) non ci servono più: l'abbiamo già visto col grafico a sette anni, la FIAT è stracotta, e da tempo. Adesso, per seguire quel che di strano accade tra il 2002 (data del prestito) e oggi (all'approssimarsi della mancata restituzione del prestito, e quindi della conversione di esso in acquisto di azioni FIAT da parte delle banche), ci servono i grafici a breve termine, quelli che ci aiutano a capire chi sono e come si muovono i furbi e gli idioti. Prendiamoci allora un grafico a quattro mesi, dal 27 maggio, data dell'accordo, al 24 settembre 2002, data in cui il denaro viene effettivamente erogato a FIAT:

fiatmagset2002.jpg

Come vedete questi quattro mesi sono belli movimentati: molti picchi, all'insù (i molti idioti comprano dai pochi furbi) e all'ingiù (i pochi furbi comprano dai molti idioti), segno di una intensa attività speculativa.

Quel giorno, quel 27 maggio, il giorno in cui si fa l'accordo sul prestito e bisogna fissare il prezzo di conversione che varrà fra tre anni, un'azione FIAT vale 12 Euro, e loro sanno che per le banche più basso si fissa il prezzo di conversione, meglio è.

A quanto te lo vanno a fissare?

Alla media tra 14,44 Euro e il prezzo medio che le azioni FIAT avranno nei tre o sei mesi precedenti alla scadenza del prestito.

Come valutarlo?

La base di calcolo, 14,44 Euro, è assurda, chiaramente gonfiata, un vero favore a FIAT. Nulla lascia pensare (checché ne dica la stampa, che parlerà periodicamente di un rilancio aziendale) che il titolo possa mai tornare a quei valori, tutt'altro.

Assurdità che potrà tuttavia essere mitigata dai valori che il titolo avrà di fatto nei sei mesi precedenti alla scadenza: se il titolo avrà un valore molto più basso dei 14,44 Euro, il prezzo di conversione ne terrà conto, dovendo considerare la media.

Il periodo chiave perciò diventa quello compreso tra il 20 marzo e il 20 settembre 2005: i giorni che stiamo vivendo. Ma di questo diremo fra un po'.

Per ora torniamo al giorno della conclusione dell'accordo, a quel 27 maggio 2002: come dovrebbe reagire il mercato alla notizia che tutte le maggiori banche ritengono giusto concedere un prestito così enorme a un'azienda in crisi nera come la FIAT, e che accettano come garanzia il fatto di mettersi in tasca, alla scadenza, invece che denaro le stesse azioni aziendali?

A rigor di logica uno dovrebbe ricavarne che gli esperti delle banche ritengono che il rilancio ci sarà davvero, che è una notizia molto positiva per la FIAT, e la quotazione dovrebbe tornare a riprendersi. E invece...

Invece succede che i furbi sanno che la FIAT è comunque cotta, che il trend complessivo sarà comunque al ribasso, e trasformano quello che era un tempo un titolo industriale solido, su cui si investiva solo a lungo termine, in un classico titolo da speculazione a breve, e cominciano i saliscendi da ottovolante. Dai 12 Euro del 27 maggio, si precipita agli 8,70 Euro del 24 settembre (-30% in quattro mesi), e nel mezzo di tutto: balzi e precipizi in continuazione.

Provate a considerare le banche nell'ottica delle cose che abbiamo imparato sulla borsa: sono furbi o idioti?

Le banche vanno ascritte d'ufficio, ovviamente, alla schiera dei furbi, lo sono per mestiere. Ma godono in più di una posizione particolare: sono dei furbi che - avendo come clienti un sacco di idioti cui dare consigli di investimento - possono procurarsi tutti gli idioti che vogliono. Sono cioè quei furbi che, con un picco all'insù, possono vendere tutte le loro azioni (furbi!) ai tanti idioti che seguiranno il loro consiglio di comprarle (idioti!). Chi meglio di loro può sfruttare situazioni come questa? Per di più su un titolo, la FIAT, di cui ormai sono di fatto i maggiori azionisti, e cioè i veri padroni, in grado di imporre cosa far sapere e cosa non far sapere?

Di fatto, da quel 27 maggio 2002, le banche si ritrovano in tasca, al posto di 3 miliardi di Euro in contanti, una montagna di azioni di un'azienda decotta acquistate al prezzo folle di 14 e rotti Euro. Però hanno tre anni di tempo per operare sul mercato in termini speculativi, per cercare di ridurre quella perdita. E cominciano subito: sono soprattutto loro a diramare alternandole notizie positive e negative, destinate a creare l'effetto ottovolante necessario. Sono soprattutto loro a comprare dai tanti idioti che vendono nei picchi più bassi, e a rivendere quelle stesse azioni a quegli stessi idioti nei picchi più alti. E cominciano così a ridurre le perdite.

Questo è quello che vi dice il grafico qui sotto:

fiatmag2002mar2005.jpg

In tutto il lungo periodo che va dalla concessione del prestito nel maggio 2002 alla vigilia dei sei mesi che contano (ricordate? Iniziano il 20 marzo 2005), il titolo FIAT prosegue il suo inesorabile declino, disegnando una parabola discendente molto classica, con andamento che si va assestando attorno ai 5 Euro di fine periodo. Una parabola però molto accidentata nel suo percorso, e abbiamo visto il perché.

C'è poi un altro fatto strano, verso la fine di questo periodo: date un'occhiata a quel picco blu, nella parte inferiore del grafico, verso la fine. E' il giorno di San Valentino, il 14 febbraio 2005. La General Motors decide di regalare (letteralmente) a FIAT 1,55 miliardi di dollari, pur di non averci a che fare (chiarimenti dettagliati qui e qui). Azienda, banche e media riescono a fare un miracolo: trasformano una pessima notizia in una vittoria straordinaria. La FIAT compra un paginone intero di pubblicità su tutti i quotidiani: Dedicato a tutti i tifosi d'Italia, c'era scritto, alludendo all'operazione GM. Gli idioti arrivano, e arrivano alla grande: non erano mai state comprate così tante azioni in un solo giorno, 114 milioni di azioni a 6,22 Euro. La quotazione è bassa, la FIAT è alla riscossa, consigliavano le banche agli idioti, che aspettate a comprare?

E' il colpo grosso. Tutti si aspettano il rilancio definitivo di FIAT, Montezemolo promette faville, stavolta è la volta buona!

Ma a voi dovrebbe essere venuto un sospetto ormai: ma come, il 20 marzo inizia il periodo in cui alle banche farebbe comodo che i valori siano bassi, per i prossimi sei mesi, possibile che si facciano fregare così, che il rialzo di FIAT parta proprio quando è per loro meno opportuno? Che fanno? Hanno comprato azioni a 14 Euro, e ne vendono come non mai (perché sono state soprattutto loro a venderle il giorno di San Valentino) a 6,22?

Tenetevi forte, stiamo entrando, finalmente, nei sei mesi che contano.

E infatti, soltanto un mese dopo...

5- Il caso FIAT, ovvero: il Grande Punto (interrogativo)

Chiariamoci subito: questa non è l'ultima puntata.

E non lamentatevi: è un thriller che si svolge in diretta, sotto i vostri occhi, e sarebbe stupido non tenere conto di quel che succede, rischieremmo di perderci il meglio. Del resto ve l'ho detto: qui l'assassino si conosce già, prima ancora dell'assassinio. L'assassino è il Potere. E conosciamo già anche l'arma del delitto scelta dal Potere per commettere il suo crimine: le Banche. Anche il morto lo conosciamo già: è la FIAT, naturalmente, e quindi il Paese, cioè noi stessi e la nostra economia, perché (ce l'hanno ripetuto per decenni, no?) le sorti della FIAT sono le sorti dell'intero Paese. Quel che ci manca di capire è il movente. E quel che ci affascina scoprire sono le modalità con cui l'assassinio viene perpetrato, con calma e geometrica potenza.

Ma oggi, signori miei, oggi è il giorno della (del) Grande Punto (interrogativo), e noi non possiamo fare finta di niente!

La (il) Grande Punto (interrogativo) è l'ultimo bluff della FIAT.

Le prove di questa mia apparentemente avventata affermazione sono inoppugnabili. Eccole qua:

Silvio Berlusconi definisce l’auto «decisiva per il rilancio» e la ripresa Fiat «un fatto importante per l’intero sistema industriale »

Il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco ha definito la vettura di «grande qualità»

Secondo Romano Prodi la Grande Punto è un «momento di svolta. E’ venuto il momento della battaglia. E’ possibile vincerla».

Cosa accadrebbe negli USA se, tanto per dire, un Bush, un Greenspan, un Kerry, se ne uscissero così pubblicamente, per commentare con pari sobrietà l'uscita di un nuovo modello della Ford? Non si incazzerebbe la General Motors? Non si metterebbe in allarme la SEC?

Da noi no. Tutto regolare, su tutti i giornali e su tutte le TV a reti unificate, che ormai manco più il Papa.

Tenetevi forte: l'ottovolante, quello vero, comincia adesso.

6-Il caso FIAT. Se Lapo non vi basta, eccola: la Soluzione Finale

Ci siamo. Tenetevi forte. E ripassiamo velocemente quel che abbiamo imparato nelle scorse puntate, idioti miei carissimi.

Ah, per inciso: mi dicono che qualcuno si sia adontato per l'appellativo di idiota che vi ho affibbiato. Questo mi rattrista, perché mi sarei piuttosto aspettato dei ringraziamenti: chi me lo farebbe fare a me di stare qui a spiegare a voi idioti tutte queste cose se non vi amassi? E se vi amo, non dipende forse dal fatto che idiota lo sono stato, e a volte lo sono ancora, pure io? E se non ci diamo una mano tra noi, che succede? Mica vorremo morire idioti senza manco sapere di esserlo, no? Oppure sì? Se sì, allora, scusate, ma questo posto non fa per voi. Andatevi piuttosto a godere l'intervista-cult rilasciata nientepopodimenoché da Lapo Elkann ad un cazzutissimo (dai, vabbè, tiene famiglia...) giornalista di Radio24 qualche giorno fa, dove ci si comunica che con la Grande Punto, che è molto friendly, saremo tutti pieni di orgoglio nel mostrare un'auto così figa ai nostri buddies. E dove "sono certo - parola di Lapetto! - che i nostri collaboratori stiino tutti dando il nostro meglio".

Siete ancora qui con me. Bene. A questo punto siete idioti convinti, ne sono certo. Proseguiamo. Per vostra comodità vi metto qui sotto uno schemino col riassunto delle cose principali imparate nel corso delle scorse puntate del nostro caso FIAT:

Prima puntata, dove si impara che vi è un'unica certezza: la FIAT va male, va molto male, va definitivamente male.

Seconda puntata, dove si impara che pur di tenere in stato di vita apparente il cadavere della FIAT, dopo aver bruciato un'infinità di soldi dello Stato, ci pensano le banche, prestandole 3 miliardi di Euro in cambio di carta straccia (cioè azioni FIAT in garanzia).

Terza puntata, dove si impara la fondamentale prima legge di Simplicissimus, in base alla quale in borsa (come quasi ovunque) i furbi sono pochi e gli idioti sono molti; dalla cui legge si ricava che in presenza di un picco in alto i molti idioti stanno comprando un mare di azioni dai pochi furbi, mentre in presenza di un picco in basso i molti idioti stanno vendendo tutte le loro azioni ai pochi furbi.

Quarta puntata, dove si impara che - chissà perché - le banche che prestano i 3 miliardi di Euro a FIAT decidono di valutare un'azione FIAT a 14,40 Euro contro gli effettivi 12 Euro che vale nel giorno dell'accordo, e contro gli effettivi 8,70 Euro che vale il giorno della erogazione del prestito alle casse FIAT; e dove si impara pure che le banche sono furbe due volte, perché oltre a essere furbe, di mestiere danno consigli su cosa e quando comprare agli idioti, e dunque possono procurarsi idioti quando vogliono (e non illudetevi: le fregature che hanno piazzato coi titoli Argentina e Parmalat non sono abbastanza, per degli idioti veramente incalliti come gli investitori privati italiani); e dove si impara infine che con quel prestito le banche si sono tolte di tasca 3 miliardi di Euro per darli a FIAT, riempiendole di carta straccia, nella consapevolezza di avere tre anni di tempo per rivendere quella carta straccia agli idioti, magari guadagnandoci pure qualcosina: e infatti da quel momento le banche cominciano a comprare e vendere azioni FIAT a rotta di collo, come non era mai successo prima.

Quinta puntata, dove si impara che la FIAT ha più di 32 miliardi di Euro di debiti, e che questa cifra supera di 6 volte il capitale netto di FIAT; detto in altre parole: se la FIAT non avesse debiti, oggi uno potrebbe comprarla con poco più di 5 miliardi di Euro. Peccato che poi invece i debiti ce li ha, e comprata la FIAT con quei 5 miliardi, dovrebbe tirarne fuori altri 32 per saldare i debiti: come si può capire, un'azienda che fa gola, no?

Sesta puntata, dove si impara che, essendo ormai vicini all'epilogo (il prestito, e quindi la sua conversione in azioni, è in scadenza il 20 settembre), i furbi (e cioè le banche con la complicità della famiglia Agnelli e del management aziendale, che sono poi ancora la stessa cosa) danno fondo a tutte le loro ultime risorse per sostenere il bluff: prima tra tutte la (il) Grande Punto (interrogativo).

E siamo finalmente a oggi. Tenetevi forte, vi raccomando ancora una volta, l'ottovolante non è per tutti.

Le azioni FIAT hanno toccato ieri un nuovo massimo, a 7,70 Euro, valore che non raggiungeva dal gennaio 2003. I volumi di scambio sono stati molto elevati, come in tutto questo periodo (e come resteranno fino al 20): moltissimi idioti ieri hanno comprato moltissime azioni FIAT dai pochissimi furbi che le hanno vendute. Ma non tutte. Ne hanno ancora un bel po' da vendere.

Non è finita. Pare che (bisogna dire così perché si sa che in Italia le norme non sono mai così precise), pare proprio che il giorno 20 le banche dovranno iscrivere nei loro bilanci le azioni FIAT, che riceveranno al posto dei 3 miliardi di Euro che hanno dato in prestito tre anni fa, al valore che avranno il giorno 19. Se il valore sarà molto basso, nei bilanci dovranno iscrivere grosse perdite, e questo non sta bene. Se invece saranno alti, beh, magari riescono a farci anche bella figura. Diciamo che le banche continueranno ancora per i prossimi giorni a tenere su il morale degli idioti, a tenere su il bluff.

Un po' di numeri: con le operazioni di speculazione effettuate nel corso di questi tre anni, le banche sono riuscite ad abbattere il costo di acquisto di quelle azioni-carta-straccia dall'iniziale 14,40 Euro a poco più di 10 Euro. Ecco, se il 19 settembre la quota FIAT fosse il più vicina possibile a quei 10 Euro, così da mettere a bilancio un bel pareggio, non sarebbe male (per loro). Se poi si arrivasse addirittura a qualcosina di più... magari ci guadagnano pure!

Ma è pensabile che le azioni che oggi valgono 7,70 possano arrivare in 6 giorni a 10 Euro? E' possibile che guadagnino il 30% in sei giorni mentre sono già ora ai massimi mai toccati da 20 mesi a questa parte?

Tutto è possibile in borsa, e la risposta è: dipende, e vi spiego pure da cosa dipende.

Quello in corso è un bluff, non lo dimentichiamo. Perché abbia successo il bluffeur non può porsi limiti al rilancio, perché al primo tentennamento il bluff verrebbe scoperto, e tutto crolla.

Il bluff in corso consiste nel far credere agli idioti (è già riuscito molte volte in passato) che questa è la volta buona, che stavolta la FIAT riparte davvero, che la FIAT (come dice Lapo) è tornata figa, molto figa.

Per sostenerlo sono state già spese molte carte: il presidente è nientepopodimenoché LucaCorderodiMontezemolo, quello che vince tutto con la Ferrari, e che adesso la Ferrari perde proprio perché lui, poverino, è tutto concentrato nel rilancio FIAT; abbiamo la Grande Punto, il modello della svolta definitiva, l'auto del secolo ecc. ecc.; abbiamo la partnership con la Ford (che poi si riduca al fatto che la Ford ha deciso di comprare dalla FIAT un po' di piattaforme della Panda invendute, a prezzi di realizzo, per farci sopra la Ka, questo non lo racconta nessuno); abbiamo (per i più rompiballe e scafati tra gli idioti) un bilancio semestrale scintillante, con risultato operativo positivo e debiti che presto scenderanno sotto il 50% (che poi l'uno e l'altro risultato dipendano dall'ultima tranche del regalo di 2 miliardi di dollari fatto da GM pur di togliersi la FIAT dalle balle, e dai 3 miliardi di Euro prestati gratis dalle banche senza bisogno di restituirli, cose che non accadranno mai più, questo nessuno lo dice; che poi il debito sotto il 50% sia quello prodotto nell'anno, ma che i debiti totali siano il 600% del capitale, questo nessuno lo dice; e che in questo splendido semestre la FIAT sia riuscita a vendere l'1% in meno del già disastroso anno precedente, questo nessuno lo dice).

Ecco, tutte queste carte sono state giocate. E hanno portato a 7,70 Euro. Per arrivare a 10 Euro c'è ancora un 30%. E ci sono solo 6 giorni. Per rilanciare fino a 10 Euro bisogna spararne una grossa, molto grossa.

Ecco a cosa stanno pensando ora i vertici del management FIAT e quelli delle banche coinvolte: raccontare che la Punto è l'auto del secolo era grossa, molto grossa, e gli idioti l'hanno bevuta; spacciare la svendita a Ford di un po' di ferraglia invenduta come fosse la joint venture del secolo era grossa, molto grossa, e gli idioti l'hanno bevuta; far passare un semestre in cui riesci a vendere meno che l'anno scorso come il semestre del rilancio era grossa, molto grossa, e gli idioti l'hanno bevuta.

Adesso ne serve una ancora più grossa, e serve subito. Non solo: Montezemolo ne ha già sparate, il tandem Berlusconi-Prodi è già stato usato per spararle sulla Grande Punto... servirà anche qualche pezzo grosso, molto grosso, per spararla grossa abbastanza.

Se l'hanno trovata, preparatevi a sentirne parlare un po', ma discretamente, già tra questa sera e domani, il 14, e in maniera più potente il 16 sera (è venerdì), e a leggerla e sentirla sparata su tutti i titoli di stampa e TV il sabato e la domenica, 17 e 18: e vedrete frotte di idioti ammassarsi e litigare per comprare azioni FIAT fino alla sera di lunedì 19. E vedrete i grafici impennarsi come non li avete mai visti in vita vostra.

Se per domani sera o al più tardi giovedì mattina non avrete sentito niente, vorrà dire che hanno mollato, che basta così, che una grossa quanto quella che ci vorrebbe non l'hanno trovata. E vedrete i grafici placidamente trastullarsi tra 7,50 e 8 Euro.

Ma poi, dal 20 settembre in poi?

Beh, qui non è più finanza, idioti miei amatissimi. E' ottovolante. E sapete tutti com'è fatto l'ultimo tratto dell'ottovolante, no?

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http://www.simplicissimus.it/2005/09/il_caso_fiat_se.html

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Ma chi è sto stronzetto che ha scritto? :?

Dicesse anche la pura verità (cosa da cui siamo molto lontani) gli sputerei in faccia solo per il modo...

There's no replacement for displacement.

5967677fbce20_autohabenbahnfahren.jpg.4606d45af194e6808929d7c2a9023828.jpg

Anche tu ti ecciti palpeggiando pezzi di plastica? Perché stare qui a discutere con chi non ti può capire? Esprimi la tua vera passione passando a questo sito!

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Ma chi è sto stronzetto che ha scritto? :?

Dicesse anche la pura verità (cosa da cui siamo molto lontani) gli sputerei in faccia solo per il modo...

e perchè? guardiamo i fatti, non i modi.

Dato che non ho presente i dati resi pubblici da FIAT, Taurus puoi linkare per piacere le pagine dove sono? Mica perchè non credo a te o al contrario all'articolo, ma per capire meglio.

Auto attuale: VW Passat Variant 4Motion 130cv con Torsen

La tua prossima auto: a trazione posteriore o integrale

Moto: YAMAHA FZ6 FAZER Diamond Black '05 "BLACK MAMBA" [clic], Suzuki GSX750 "Cicciottona" e YZF-R6 solopista 8-)

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e perchè? guardiamo i fatti, non i modi.

Dato che non ho presente i dati resi pubblici da FIAT, Taurus puoi linkare per piacere le pagine dove sono? Mica perchè non credo a te o al contrario all'articolo, ma per capire meglio.

ma tu ,quando io spiego ,

cosa fai guardi fuori dalla finestra ?

pensi alla moto ?

pensi alla fidanzata ?

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ma tu ,quando io spiego ,

cosa fai guardi fuori dalla finestra ?

pensi alla moto ?

pensi alla fidanzata ?

prof, lo faccia venire accompagnato dai gentori, così impara una buona volta quel fannullone buono a nulla. :D :D :D

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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ma che stronzate....che menzogne.....inventano pure il debito l'ora che e' qualcosa di pubblico di dichiarato...davvero bravissimi.....meritano un calcio nel culo...

Sei a livello di quella giornalista antipatica che cmq penso abbia scritto una marea di verità su lapo dato che mi sembra siano sulla stessa lunghezza d'onda...

"Fiat era in crisi di prodotto e la crisi si è concluso con un prodotto che piace".

Parole sante di fini alla presentazione della Gpunto.

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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ma che stronzate....che menzogne.....inventano pure il debito l'ora che e' qualcosa di pubblico di dichiarato...davvero bravissimi.....meritano un calcio nel culo...

beh detto da te, come secondo post al messaggio, direi che il messaggio ha preso in pieno.

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