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Il metodo capitalistico è morto.


lust

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quotisssiimooo

La cina è la "via marxista al capitalismo"... ossia = all'inghilterra in piena rivoluzione industriale del 18mo secolo.

Un fornitore mi raccontava di bambini che cromano i cerchi in lega nelle vasche di cromocicciomicnhiacomesichiama, con le mani senza guanti ne maschera. Durano 3/4 mesi. Nel senso che poi crepano e li sostituiscono. E c'è la fila fuori x lavorare...

Vedi quello che dico io è che i dazi sarebbero troppo poco.

Se una scarpa prodotta in cina costa 3 € ed in Italia 18, posso tassarla quanto voglio che non risolverò nulla.

Bisogna vietare l'importazione di merci da TUTTI quei paesi che non assicurano condizioni di lavoro degne, in sicurezza e con diritti sindacali base assicurati.

E questo vale per le ruote cromate cinesi, come per le concerie di pelle a Fez (marocco), è vero che sono passati 15 anni da quando le ho visitate magari la situazione è migliorata, ma ho ancora negli occhi quei bambini senza guanti e maschere che colorano il pellame.

Ovviamente la mortalità era molto .........alta (ma non di età).

Quando questi paesi dimostreranno che i loro operai lavorano in condizioni decenti, non sono schiavizzati, hanno una dignità come persone, allora che ci sia concorrenza, la più libera possibile.

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I più attivi nella discussione

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Purtroppo oggi viviamo in un mondo in qui i paesi industrializzati si 'prostituiscono' ai cinesi per l'avidità.

Tutti vanno li in Cina, accettano le condizioni imposte dai cinesi, poi stanno attenti di adattarsi in ogni modo chiudendo gli occhi davanti alle piu barbare realtà - per cosa? Per soldi....

Il problema, alla fine diciamolo chiaramente - non sono i produttori cinesi se nessuno comprasse piu la scarpa cinese - ma il consumatore che preferisce spendere di meno.

Qui poi arriviamo ad altri problemi - e chiaro che la situazione oggi non puo andare avanti per decenni - il sistema capitalista in occidente finirà - ci sarà un colasso finanziario. Troppo speculazione, troppa gente che fai i soldi con i soldi...

Io personalmente cerco di boicottare ogni prodotto cinese - non per odio - ma per rispetto della popolazione.

Ricordiamo tutti cosa sucesse nel 1989 sulla Piazza Tien amen! Lo stesso governo....

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Continuare ad attribuire l'attuale crisi automobilistica italiana all'incapacità gestionale di questo o quel gruppo dirigente, come fanno sindacati e politici interessati, è inutile e fuorviante.

I dati della produzione e delle vendite del settore automobilistico sono omogenei su scala mondiale e dimostrano un divario tra capacità produttiva e assorbimento del mercato. D'altra parte l'attuale crisi non è solo crisi del modello di sviluppo basato sulla "quattroruote", ma di tutti i settori produttivi, e lo stesso fenomeno si ripete per le società produttrici di computer (IBM, Bull, Olivetti, etc.) indicando che questa non è solo crisi del settori tradizionali.

La crisi è dovuta all'aumento costante della produttività, ottenuto tramite la continua introduzione di nuove tecnologie e metodi. Questo aumento, che è contemporaneamente aumento enorme dello sfruttamento dei lavoratori, si scontra con la limitatezza di un mercato che non è più in grado di assorbire la vulcanica produzione di merci con cui il capitalismo cerca di soddisfare la sua insaziabile necessità di profitto. Questo fenomeno non è nazionale ma mondiale.

Le "strategie" che i sindacati confederali ci propinano da decenni, sposando la causa "patriottica" della competitività e della produttività, non rispondono alle necessità di difesa degli interessi vitalidei lavoratori. Anche la semplice difesa del "posto di lavoro", che non sia accompagnata da una chiara denuncia del "normale" funzionamento dell'economia capitalistica, non può che assecondare la disastrosa concorrenza tra gli occupati. E' ovvio che la concorrenza capitalistica della FIAT contro la Volkswagen si traduce nei fatti, se non interviene la lotta di classe, in una concorrenza fra operai non solo di FIAT e Volkswagen, ma di Mirafiori e Melfi, Alfa e FIAT, Arese e Pomigliano, e così via, inuna spirale destinata a sviluppare all'infinito regionalismi e settorialismi assolutamente mortali per la necessaria unità della classe proletaria, in cui rientrano allo stesso titolo occupati e disoccupati.

I contratti di solidarietà, sbandierati in Italia e in Germania come se rappresentassero una soluzione all'anarchia produttiva capitalistica, sono ammortizzatori sociali indispensabili al capitalismo: proprio per questo sono destinati non solo ad essere applicati per abbassare il salario, ma anche per fornire un'ancora di salvezza ad un sistema che sta andando verso la catastrofe. Si tenta di far passare come opera pia ed umanitaria un mezzuccio per aumentare il profitto dei capitalisti in crisi, mentre la crisi stessa è frutto delle tendenze inarrestabili dello sviluppo capitalistico, le quali comportano la progressiva riduzione della quantità di lavoro umano necessario nella produzione.

Là dove sono già stati applicati, i cosiddetti contratti di solidarietà non solo non hanno contribuito a salvare posti di lavoro, ma hanno aiutato i singoli capitalisti a mettersi in tasca un sacco di soldi dilazionando fallimenti già decisi o semplicemente introducendo forme velate di vera e propria schiavitù col ricatto continuo della disoccupazione.

Non sono necessari governi di sinistra o sinistre sindacali per richiedere l'applicazione o l'ideazione di nuovi ammortizzatori sociali: sono gli stessi economisti e reggicoda del capitale a indicarne la necessità, come fa per esempio La Stampa additando come modello da seguire le nuove forme di politica industriale introdotte negli Stati Uniti, che secondo Deaglio "implicano potentissimi sostegni indiretti alle imprese". Senonché si tace sul fatto che proprio negli Stati Uniti è in aumento la povertà assoluta di fasce sempre più vaste della popolazione.

Finché rimane in piedi l'attuale modo di produzione capitalistico, indipendentemente da una sua situazione di crisi o meno, è vitale per i proletari rivendicare comunque la possibilità di esistenza attraverso la garanzia del salario pieno in qualsiasi situazione, anche quando si perde il posto di lavoro. Non esistono palliativi: gli aiuti ai capitalisti in crisi si trasformano in sciacallaggi e speculazioni sui fallimenti, tirati in lungo per trasferire alla spesa pubblica ogni disastro privato. I contratti di solidarietà non sono altro che uno dei mezzi per permettere ai capitalisti di usare i proletari come carne da cannone nella guerra di concorrenza e, al limite, come arma di ricatto per estorcere banditescamente quattrini alla società. L'attuale sistema economico e sociale, basato sullo sfruttamento della forza-lavoro, segue il suo percorso catastrofico e nulla può "migliorarlo": ogni intervento gli dà ossigeno e peggiora le condizioni dello sfruttamento. Esso può solo essere tolto di mezzo con un'azione coerente di tutta la classe proletaria, ricongiunta storicamente alla sua teoria rivoluzionaria e alla pratica immediata che ne deriva.

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Purtroppo oggi viviamo in un mondo in qui i paesi industrializzati si 'prostituiscono' ai cinesi per l'avidità.

Tutti vanno li in Cina, accettano le condizioni imposte dai cinesi, poi stanno attenti di adattarsi in ogni modo chiudendo gli occhi davanti alle piu barbare realtà - per cosa? Per soldi....

Il problema, alla fine diciamolo chiaramente - non sono i produttori cinesi se nessuno comprasse piu la scarpa cinese - ma il consumatore che preferisce spendere di meno.

Qui poi arriviamo ad altri problemi - e chiaro che la situazione oggi non puo andare avanti per decenni - il sistema capitalista in occidente finirà - ci sarà un colasso finanziario. Troppo speculazione, troppa gente che fai i soldi con i soldi...

Io personalmente cerco di boicottare ogni prodotto cinese - non per odio - ma per rispetto della popolazione.

Ricordiamo tutti cosa sucesse nel 1989 sulla Piazza Tien amen! Lo stesso governo....

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Sia duetto80 che Gug, ed anche Lust dicono cose giuste a mio parere.

Vi faccio un esempio: nell'anno 2005 i caselli autostradali in italia non servono a nulla. Volendo far pagare propozionalmente all'uso (e non come in svizzera una tantum) basta trasformare tutte le porte in automatiche e distribuire i telepass a tutti in comodato gratuito. Si posso addirittura eliminare le porte di accesso, sostituendole con antenne che captano il segnale dei telepass in transito. La tecnologia è pronta da anni. Il gruppo Gavio sulle proprie autostrade (ex fiat) ci aveva commissionato lo studio di fattibilità nel 99.

Ma politicamente è impossibilie, oggi. Dovrvebbero ricollocare centinaia e centinaia di addetti, che quello e solo quello fanno e sanno fare e che hanno anche uno stipendio mediamente del 20/25% superiore alla media.

Se moltiplicate per tutte le soc di gestione autostradale (anche la Bs-Pd stava studiando la stesa cosa) abbiamo migliaia di persone "superflue" tra operativi e gestionali.

Ciò creerebbe disoccupazione, con conseguenti agitazioni sindacali e quantaltro.

Specialmente in italia l'economia è ingessata anche da queste situazioni, senza via d'uscita perchè socialmente troppo impattanti.

Il capitalismo originario è morto da un pezzo, specialmente in italia ed europa. Per fortuna da una parte. Purtroppo durante il funerale hanno infilato nella bara anche quelle cose buone che aveva creato, lasciando alcune eredità molto "Lockiane".

La vedo dura, ormai, anche solo bloccare le importazioni da detti paesi, anche perchè il concetto di socialità e moralità cambia talmente tanto da cultura a cultura che...

ps: le concerie di Fez (e Marrakech) sono purtroppo ancora lì, nelle medesime condizioni, perlomeno la scorsa estate... ergo...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Mah, io in Cina (a Shanghai) ho vissuto per quattro mesi e devo dire di non aver visto i bambini che lavorano 12 ore al giorno e muoiono dopo pochi mesi. Lo so che non vuol dire niente, però posso raccontarvi quello che ho visto io.

Ho visto un paese in forte crescita economica, che cambia visibilmente da un giorno all'altro. Ho visto un paese che sta facendo una corsa per uscire dalla miseria (negli ultimi 20 anni sono usciti dalla povertà 300 milioni di cinesi), un paese dove crescono al ritmo del 20-30% l'anno i consumi alimentari, vale a dire che la gente adesso mangia e prima non era in grado di farlo. In cina si respira un ottimismo generalizzato. La gente vive meglio oggi di come viveva 5 anni fa ed è fiduciosa che fra 5 anni starà ancora meglio. Anche chi oggi vive in condizioni di povertà è ottimista sul futuro. Certo non nego che ci possano essere casi di sfruttamento, ma sono destinati a ridursi mano a mano che il paese progredisce nello sviluppo.

Imporre alla Cina, per esportare le merci, condizioni di tutela dell'ambiente e dei lavoratori analoghe a quelle che abbiamo da noi in occidente, sarebbe il modo migliore per bloccare il loro slancio di sviluppo e farli ripiombare nella povertà. Per carità, i nostri industriali del tesile sarebbero felicissimi, ma non diciamo che lo facciamo per altruismo!

Quanto alla fine del capitalismo.... il buon Marx l'aveva prevista come imminente 160 anni fa... hai voglia ad aspettare. Sempre sulla Cina, negli anni '60 mentre il comunista Mao, con la geniale politica del "balzo in avanti", faceva morire di fame (letteralmente) 20 milioni di persone, in Europa i cuori teneri brandivano il suo libretto e lo idolatravano. Sono gli stessi (o erano i padri?) che oggi gridano all'orrore di fronte allo sviluppo cinese, guardando ai casi limite di sfruttamento invece che ai milioni di persone che migliorano le loro condizioni di vita?

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Mah, io in Cina (a Shanghai) ho vissuto per quattro mesi e devo dire di non aver visto i bambini che lavorano 12 ore al giorno e muoiono dopo pochi mesi. Lo so che non vuol dire niente, però posso raccontarvi quello che ho visto io.

sono i soliti comunisti che difronte al capitlaismo applicato alla grande nazione di MAO rimangono sbigottiti e dicono tutte le loro cosette

Ho visto un paese in forte crescita economica, che cambia visibilmente da un giorno all'altro. Ho visto un paese che sta facendo una corsa per uscire dalla miseria (negli ultimi 20 anni sono usciti dalla povertà 300 milioni di cinesi), un paese dove crescono al ritmo del 20-30% l'anno i consumi alimentari, vale a dire che la gente adesso mangia e prima non era in grado di farlo. In cina si respira un ottimismo generalizzato. La gente vive meglio oggi di come viveva 5 anni fa ed è fiduciosa che fra 5 anni starà ancora meglio. Anche chi oggi vive in condizioni di povertà è ottimista sul futuro. Certo non nego che ci possano essere casi di sfruttamento, ma sono destinati a ridursi mano a mano che il paese progredisce nello sviluppo.

si ....mi dispiace solo che ognitanto non preservano le loro ricchezze culturali

spianano interi quartieri vuoti che magari sono dei beni culturali per fare grattacieli ...con tutto lo spazio che hanno potrebbero presevare

Più crescono in fretta ..più il loro bisogni li porteranno a organizzarsi come noi

e soprattutto la loro ricchezza sarà il nostro mercato di domani

Imporre alla Cina, per esportare le merci, condizioni di tutela dell'ambiente e dei lavoratori analoghe a quelle che abbiamo da noi in occidente, sarebbe il modo migliore per bloccare il loro slancio di sviluppo e farli ripiombare nella povertà. Per carità, i nostri industriali del tesile sarebbero felicissimi, ma non diciamo che lo facciamo per altruismo!

la CINA deve preservare l'ambiete indipndentemente !!

Quanto alla fine del capitalismo.... il buon Marx l'aveva prevista come imminente 160 anni fa... hai voglia ad aspettare. Sempre sulla Cina, negli anni '60 mentre il comunista Mao, con la geniale politica del "balzo in avanti", faceva morire di fame (letteralmente) 20 milioni di persone, in Europa i cuori teneri brandivano il suo libretto e lo idolatravano. Sono gli stessi (o erano i padri?) che oggi gridano all'orrore di fronte allo sviluppo cinese, guardando ai casi limite di sfruttamento invece che ai milioni di persone che migliorano le loro condizioni di vita?

sicuro .....ti bacio due volte ,alla russa ...tanto sai che a me piace la figa.

per concludere

il DRAGO si è svegliato

va assecondato ...e cosi buterra fuoco nella direzione che ci interessa

ma se gli andiamo contro

rimarrarremo inceneriti.

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culturalmente non è probabile (sono schiavi dentro ;) come gli irakeni, ed i russi in parte). Ma rimane possibile che appena nel drago si svegliano le fregole sindacaliste stile occidente europeo... faranno i 200 anni che ci separano in circa 10...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

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