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Melfi, il mostro che ingoia!!!


lust

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I più attivi nella discussione

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Bravo Paco.... io sono della basilicata... un giovane ventenne lucano ke ora si affaccia al mondo del lavoro. per la poca esperienza ke ho io vi posso assicurare ke in alcune voci fondamentali i costi nn sono proprio diversi, ma in tanti altri lo sono, lo so xkè ho mio cugino ke lavora a torino e quindi c confrontiamo cotinuamente!!! A me dispiace che si veda come mancanza di voglia di lavorare questa protesta di melfi, non è così!!! io conosco parecchi operai della SATA e credetemi c'è anche chi è disposto a lavorare 24ore al giorno per dare un futuro migliore ai propri figli.... gli scansafatiche ci sono ovunque questa non è una differenza nord-sud!!! e poi su contratti e sui salari.... mi sembra che a livello nazionale ci siano dei contratti collettivi che non prevedono le differenze nord-sud!!! ok avete ragione a dire che anche a mirafiori le cose non vanno in modo migliore... ma è colpa degli operai di melfi??? cioè a melfi non si può protestare perchè c'è chi è nelle stesse condizioni?? e x quale motivo?? solo per solidarietà?? bè se un operaio a mirafiori non può avere una vita dignitosa è meglio che alzi la cresta perchè al mondo d'oggi solo così si viene rispettati.... invece di dare addosso a un povero operaio lucano!!! rispondo a chi parlava delle altre fabbriche di qua.... la barilla.... lo sai che casini stanno succedendo con la barilla??? che ha chiuso.... o è in procinta di farlo.... nn so posso continuare... la parmalat... la ferrosud.... l'ilva a taranto che tanti problemi sta dando (anche se là è puglia)... guardate non è un problema FIAT... è solo che molti sono venuti ad investire pensando di arrivare in un posto dove si accetta tutto e cmq.... e così è stato per troppi anni... ora ci si sta rendendo conto che noi nn siamo inferiore a un qualsiasi cittadino del nord... e si protesta!!! quello che succedeva tantissimi anni fa al nord... che si sentivano trattati peggio di un operaio del nord-europa... ora succede qua!! perchè etichettarci come scansafatiche???

spero non avervi rotto con il mio post :)

Un pò di storia di ordinaria follia:

A Matera c'era una discreta economia basata sul grano, sulla farina e sui mulini; c'erano numerosi mulini alcuni dei quali li trovavo anche architettonicamente affascinanti. In seguito all'avvento della globalizzazione, la cui filosofia prevede di portare l'industria laddove sia economicamente più conveniente, su Matera piombò come manna calata dal cielo la grande industria rappresentata dalla Barilla, che comprò i mulini più importanti. Gli altri chiusero per manifesta incapacità a competere col gigante. Al posto degli antichi mulini oggi ci sono dei parcheggi; anche laddove prima c'erano i mulini comprati dalla Barilla. L'antica e secolare economia materana basata su grano, farina e mulini si estinse con la rapidità di un fulmine. La calamità fu parzialmente edulcorata dalla creazione di un pò di posti di lavoro in Barilla. Dopo anni di grandi profitti che Barilla ha poi sistematicamente reinvestito vattelappesca in quale remoto angolo del globo terrestre a Matera qualcosa ha cominciato ad andare storto per le tasche di Barilla. Molto probabilmente è aumentato il prezzo del grano prodotto nel materano, nel metapontino, nel barese e nel grande granaio europeo che è il tavoliere delle Puglie. Per sovramercato gli schiavetti negri di Matera devono aver fatto il passo falso di cominciare a chiedere un salario in cambio del loro lavoro.

Il risultato è che la Barilla a Matera chiude i battenti.

I materani sono rimasti cornuti, mazziati e depredati e con loro i produttori di grano appulolucani.

La nobile e secolare economia materana basata sul grano, sulla farina e sui mulini è oramai morta e sepolta. In cambio è morta anche la grande industria promessa. In compenso sono scomparsi i salari che Barilla elargiva magnanimamente a qualche centinaio di materani affinchè potesse depredare indisturbata l'intera città e l'intero territorio.

Una storia di ordinaria follia, una storia di ordinaria globalizzazione o l'ennesima storia di ordinaria e secolare predazione del Sud?

Non si sa, perchè a fronte di numerose storie di ordinaria follia distruttrice come quella della Barilla ci sono storie di fulgida globalizzazione come quella dello stabilimento Ferrero di Balvano che naviga a gonfie vele a seguito di un'accorta gestione aziendale, nonostante che Balvano sia in Lucania e nonostante che gli operai dello stabilimento Ferrero di Balvano siano lucani.

Certamente quella della Barilla è una storia di ordinaria depredazione del mezzogiorno. Tutto regolare: ci siamo abituati da millenni. Esistiamo per essere depredati, e se nessuno ci depredasse nessuno si accorgerebbe che sulla faccia della terra esistiamo anche noi. Ognuno contribuisce alla storia secondo le sue possibilità e secondo le sue attitudini. La nostra attitudine storica e naturale è quella di farci depredare dai predators di turno che più ci aggradano. Amen.

0spaziovuoto.gifMATERA - I lavoratori dello stabilimento di Matera della Barilla hanno incaricato oggi le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil di organizzare 24 ore di sciopero, con modalità e date da fissare, a sostegno della vertenza in atto con l’azienda, che ha avviato le procedure di mobilità per i 113 dipendenti e deciso la cessazione delle attività produttive dal primo gennaio 2006.

Le prime otto ore di sciopero, da quanto si è appreso, saranno organizzate entro la fine del mese di ottobre. I lavoratori, nel respingere all’unanimità il piano di dismissione dell’impianto di Matera, hanno affidato al sindacato il compito di individuare tutte le possibili iniziative per indurre Barilla a recedere dalle decisioni adottate. Tra queste vi sono la richiesta di coinvolgere il Ministero per le Attività produttive, attraverso le istituzioni, la Regione Basilicata, i parlamentari e le segreterie nazionale Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, per evitare la chiusura degli impianti di Matera e procedere al rilancio della produzione in relazione alle potenzialità della filiera agroalimentare.

I sindacati hanno anche annunciato di avere chiesto all’azienda e alla sede della Confindustria di fissare un incontro per discutere nel merito i contenuti dell’avvio delle procedure di mobilità. All’assemblea dei lavoratori, svoltasi in un clima di apprensione per le sorti dello stabilimento, hanno partecipato i segretari provinciali della Cgil, Angelo Cotugno, della Cisl, Giuseppe Amatulli, e della Uil, Franco Coppola, e i responsabili di categoria di Flai, Fai e Uila.

La Gazzetta del Mezzogiorno

19/10/2005

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Copco, provo a risponderti da meridionale, non da settentrionale che fa la ramanzina ai terroni lagnosi e sfaticati.

Prima di tutto tu dici che l'arrivo della Barilla ha provocato la fine dei mulini locali. Scondo me il problema non può stare proprio in questi termini. Il mercato della farina è mondiale, o quanto meno nazionale. Se i mulini locali sono usciti dal mercato perché troppo piccoli per reggere la concorrenza, probabilmente questo sarebbe successo anche se la Barilla non avesse investito a Matera.

Poi, la Barilla non è un ente di beneficenza. E' ovvio che quando ha investito aveva il suo interesse a farlo e che se ora vuole chiudere è perché non ha più questo interesse. Il problema è: perché ora per la Barilla non è più conveniente produrre a Matera? Sono circostanze oggettive e immodificabili, o con un po' di buona volontà si può andarle incontro? Se si trattasse della prima ipotesi, poco male. Vuol dire che non è più produttivo fare certe lavorazioni il Lucania, perché i salari sono troppo alti o le normative troppo stringenti o... non lo so perché. Paradossalmente è un segno di progresso, non di crisi. La Lucania deve reagire passando a produrre prodotti o servizi che è ancora conveniente produrre lì. Che so, trasformando le masserie in agriturismo e i vecchi mulini in musei, o magari riprendendo la vecchia tradizione semi artigianale producendo farine e pasta di alta qualità. Roba di nicchia, con margini molto più alti, che non interessa alla Barilla, ma può essere interessante per piccoli imprenditori.

In conclusione io non credo che la Barilla abbia depredato Matera, ha investito e portato lavoro per anni. Ora se ne va perché non le conviene più restare... fa il suo mestiere, non si può pretendere altro. Se devo dirtela tutta, credo anche io che il Sud sia stato depredato, ma (oltre all'oro che si fottettero nel 1860 e le tasse che ci triplicarono, su cui sorvoliamo) il furto maggiore è stato quello della fiducia in se stesso, dell'orgoglio di provarci a fare le cose da soli, dell'idea che un giorno, prima o poi, a seguito di impegno e fatica e non di aiuti esterni, anche il Sud Italia possa trovare la propria via allo sviluppo. Purtroppo, mentre tanta gente al Sud si dà da fare e tenta di tirare su il sud col proprio lavoro, l'idea generale diffusa a livello di popolo e di classe politica meridionale, è che questi sfrorzi non porteranno mai a niente, che sono dei poveri illusi, e che lo sviluppo del Sud può derivare solo dall'aiuto dello stato, dagli investimenti delle grandi imprese, ecc. ecc.

E' ora di crescere, nessuno ci aiuterà mai per beneficenza, gli altri investiranno da noi, verranno come turisti o compreranno i nostri prodotti, solo se ne avranno interesse, e sta a noi creare le condizioni perché questo avvenga.

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Tutto molto bello quello che hai detto car low,ma siamo davvero sicuri che far basare l'economia del sud sul turismo e sulle produzioni di nicchia sia la strada giusta per riempiegare tutti gli operai e loro prole licenziati dalla grande industria?E comunque ci vorrebbero enormi risorse economiche per riconvertire gli impianti dismessi e ripristinare l'ambiente precedente e aggiungiamoci il fatto che spesso il sud è infestato dai campanilismi dei più assurdi oltre al pericolo criminalità sempre in agguato.

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Guest frallog

Ecco, sono proprio i personaggi come lust quelli che fanno venire la voglia di costruire fabbriche fuori dall'Italia. Ma perfavore..... il solo termine "scatole di latta" e' di per se' una amara ed eclatante provocazione, nonche' una chiara e netta evidenza di come certa gente la pensi sull'industria nazionale.....

Senza regards,

Francesco 8(((

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Copco, provo a risponderti da meridionale, non da settentrionale che fa la ramanzina ai terroni lagnosi e sfaticati.

Prima di tutto tu dici che l'arrivo della Barilla ha provocato la fine dei mulini locali. Scondo me il problema non può stare proprio in questi termini. Il mercato della farina è mondiale, o quanto meno nazionale. Se i mulini locali sono usciti dal mercato perché troppo piccoli per reggere la concorrenza, probabilmente questo sarebbe successo anche se la Barilla non avesse investito a Matera.

Poi, la Barilla non è un ente di beneficenza. E' ovvio che quando ha investito aveva il suo interesse a farlo e che se ora vuole chiudere è perché non ha più questo interesse. Il problema è: perché ora per la Barilla non è più conveniente produrre a Matera? Sono circostanze oggettive e immodificabili, o con un po' di buona volontà si può andarle incontro? Se si trattasse della prima ipotesi, poco male. Vuol dire che non è più produttivo fare certe lavorazioni il Lucania, perché i salari sono troppo alti o le normative troppo stringenti o... non lo so perché. Paradossalmente è un segno di progresso, non di crisi. La Lucania deve reagire passando a produrre prodotti o servizi che è ancora conveniente produrre lì. Che so, trasformando le masserie in agriturismo e i vecchi mulini in musei, o magari riprendendo la vecchia tradizione semi artigianale producendo farine e pasta di alta qualità. Roba di nicchia, con margini molto più alti, che non interessa alla Barilla, ma può essere interessante per piccoli imprenditori.

In conclusione io non credo che la Barilla abbia depredato Matera, ha investito e portato lavoro per anni. Ora se ne va perché non le conviene più restare... fa il suo mestiere, non si può pretendere altro. Se devo dirtela tutta, credo anche io che il Sud sia stato depredato, ma (oltre all'oro che si fottettero nel 1860 e le tasse che ci triplicarono, su cui sorvoliamo) il furto maggiore è stato quello della fiducia in se stesso, dell'orgoglio di provarci a fare le cose da soli, dell'idea che un giorno, prima o poi, a seguito di impegno e fatica e non di aiuti esterni, anche il Sud Italia possa trovare la propria via allo sviluppo. Purtroppo, mentre tanta gente al Sud si dà da fare e tenta di tirare su il sud col proprio lavoro, l'idea generale diffusa a livello di popolo e di classe politica meridionale, è che questi sfrorzi non porteranno mai a niente, che sono dei poveri illusi, e che lo sviluppo del Sud può derivare solo dall'aiuto dello stato, dagli investimenti delle grandi imprese, ecc. ecc.

E' ora di crescere, nessuno ci aiuterà mai per beneficenza, gli altri investiranno da noi, verranno come turisti o compreranno i nostri prodotti, solo se ne avranno interesse, e sta a noi creare le condizioni perché questo avvenga.

Sono d'accordo quasi su tutto.

Ma la mia impressione è che chi ha diretto e gestito lo stabilimento Barilla di Matera è un gran testa di rapa.

La storia di Barilla a Matera credo sia iniziata circa una ventina di anni fa, e la storia sta ora per concludersi definitivamente.

Una storia di pura e semplice razzia devastatrice e distruttrice. In un Sud che nonostante il mio piagnisteo (fatto per stimolare) vede oramai numerose aziende funzionanti, anche nel settore agroalimentare.

Barilla ha solo depredato senza reinvestire per il suo futuro a Matera.

Che Barilla non sia un'opera di carità è normale, meno normale è che sia una banda di ladri che scappano via dopo aver intascato il bottino. Le aziende ben gestite reinvestono su se stesse e non chiudono. Solo i ladri scappano col malloppo.

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  • 1 mese fa...

Lunedi' 19/12 incontro alla direzione regionale del lavoro (ANSAweb)-

POTENZA,15 DIC

I dirigenti della Barilla hanno espresso la loro disponibilita' a convertire in cassa integrazione straordinaria per un anno le procedure di mobilita' per i 113 dipendenti dello stabilimento di Matera, che dal prossimo primo gennaio non sara' piu' in attivita'. E' quanto emerso al termine di un incontro tra il Governatore lucano, Vito De Filippo e i rappresentanti delle istituzioni, della Confindustria materana e delle organizzazioni sindacali. Le parti hanno inoltre deciso di rivedersi lunedi' prossimo, 19 dicembre, nel capoluogo lucano, presso la Direzione regionale del Lavoro, per definire le modalita' per la cassa integrazione straordinaria. De Filippo ha annunciato che convochera' 'una nuova seduta del tavolo politico, che avra' il compito di fare luce sul futuro dei dipendenti'. (ANSAweb)

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Ho un modo molto pratico di manifestare la mia indignazione: ho smesso di comprare prodotti Barilla.

è meglio che vai su www.barillagroup.it perchè Barilla controlla molti più marchi di quelli che puoi immaginare [vedi Voiello - dal 1973 - e Pavesi....]

Auto attuale: VW Passat Variant 4Motion 130cv con Torsen

La tua prossima auto: a trazione posteriore o integrale

Moto: YAMAHA FZ6 FAZER Diamond Black '05 "BLACK MAMBA" [clic], Suzuki GSX750 "Cicciottona" e YZF-R6 solopista 8-)

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è meglio che vai su www.barillagroup.it perchè Barilla controlla molti più marchi di quelli che puoi immaginare [vedi Voiello - dal 1973 - e Pavesi....]

Ammazza! Pensa che consideravo Voiello come alternativa! Per la pasta non ci sono problemi: c'è solo l'imbarazzo della scelta. Più problematici sono i pavesini. Ma dopo la storia delle uova marce è più facile rinunciarci.

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