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Inviato
Perchè secondo te un'opera del genere non farebbe da volano per l'economia siciliana? I trasporti da sempre sono la componente primaria di qualunque sviluppo economico sostenibile nel tempo. Da sempre la Sicilia è isolata, con il ponte forse qualcosa potrebbe cambiare veramente...

Non sono molto daccordo sul fatto che sia così isolata, comunque se vuoi collegare meglio la Sicilia all'Italia e all'europa col ponte non risolvi quasi nulla perchè colleghi soltanto un po' meglio Messina con Reggio Calabria, cioè due estremità dell'Italia e della Sicilia: fai molto di più potenziando il trasporto su mare e via aerea. Con quelli si che colleghi davvero tutta la sicilia a tutta l'Italia.

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Inviato
Non sono molto daccordo sul fatto che sia così isolata, comunque se vuoi collegare meglio la Sicilia all'Italia e all'europa col ponte non risolvi quasi nulla perchè colleghi soltanto un po' meglio Messina con Reggio Calabria, cioè due estremità dell'Italia e della Sicilia: fai molto di più potenziando il trasporto su mare e via aerea. Con quelli si che colleghi davvero tutta la sicilia a tutta l'Italia.

Io credo che fai confusione, e non poca. I trassporti aerei e marittimi sono una cosa, i ponti sono un'altra. Non c'è assolutamente alcuna possibilità che gli uni siano alternativi agli altri. Servono tutti e tre perchè le esigenze di trasporto e comunicazione sono numerose e le più disparate e di volta in volta occorre avere la possibilità di scegliere il mezzo migliore, ed una cosa è poter scegliere solo fra aereo e nave, altra cosa è poter scegliere fra aereo, nave, ferrovia e trasporto su gomma.

Se il discorso che fai tu fosse valido nessuno al mondo si imbarcherebbe nella costruzione dei ponti. A che pro? Per quale motivo l'intera umanità costruisce costosissimi ponti dappertutto quando basta salire su una nave o su un aereo per andare dall'altra parte?

Vai a vedere dov'è che sono stati costruiti i più grandi ponti del mondo e poi chiediti se hai ragione tu o se hanno avuto ragione quelli che hanno costruito i ponti.

Quando arrivi in quel di Reggio col treno, con l'auto, col furgone, con l'autobus, col camion a rimorchio, col camper, con la moto, con l'autoarticolato, col TIR etc., magari dopo due, cinque, otto o 15 ore di viaggio, un conto è tirare dritto verso Messina ed oltre attraversando un ponte, altro conto è fermarsi per aspettare di potersi imbarcare su un traghetto con tutte le operazioni che la cosa comporta. E non è solo una questione di tempi. E' anche una questione di rotture di palle.

Credimi: il ponte è liberazione dalla schiavitù, amicizia, fratellanza, socialità, concordia, unione, industria, artigianato, turismo, spettacolo, cultura, finanza, agricoltura, commercio, comunicazione, ricchezza, sogno, sviluppo, scambio, condivisione, bellezza, emancipazione, economia, immaginazione, progresso, libertà e vita. Se così non fosse gli uomini non costruirebbero ponti. E se gli uomini non costruissero ponti non cotruirebbero manco autostrade, gallerie, bretelle autostradali, varianti di valico, tangenziali e raccordi.

Inviato

Non so ... se il Mose e il ponte (di Messina, ndr) verranno finalmente realizzati. Posso dirvi tuttavia che negli ultimi trent’anni, mentre noi discutevamo periodicamente dell’utilità di queste opere, la Francia e la Gran Bretagna hanno fatto il tunnel sotto la Manica e costruito il Concorde, la Francia ha costruito una splendida rete di treni ad alta velocità (Tgv) e costretto l’Europa ad avere una politica spaziale, la Francia e la Germania hanno sfidato con l’Airbus la supremazia dell’industria aeronautica americana, i danesi e gli svedesi hanno deciso di unire le loro coste con un ponte, la Germania ha interamente ricostruito e restaurato il centro di Berlino, la Spagna ha realizzato in pochi anni il Tgv Madrid-Siviglia e i cinesi sono andati nello spazio.

Da noi invece, in questo campo, poco o niente.Danoi lo sport nazionale preferito consiste nell’affondare qualsiasi progetto sotto una valanga di dubbi. So che i «grandi lavori» possono diventare cattedrali nel deserto, che il tunnel sotto la Manica non è ancora riuscito a decollare economicamente e che il ponte scandinavo sta suscitando molte discussioni.

Ma so anche che queste iniziative scuotono le vecchie società dalle fondamenta, mettono in moto la macchina della modernizzazione e presentano uno straordinario vantaggio immateriale: danno al Paese che li realizza una grande, insostituibile, soddisfazione collettiva. Per realizzarli non bastano il denaro, gli architetti, gli ingegneri, le attrezzature.

Occorre un ingrediente di cui gli italiani, da qualche tempo, sembrano esse privi: l’ambizione.

Sergio Romamo

http://www.corriere.it/solferino/romano/05-10-19/01.spm

Inviato
Non so ... se il Mose e il ponte (di Messina, ndr) verranno finalmente realizzati. Posso dirvi tuttavia che negli ultimi trent’anni, mentre noi discutevamo periodicamente dell’utilità di queste opere, la Francia e la Gran Bretagna hanno fatto il tunnel sotto la Manica e costruito il Concorde, la Francia ha costruito una splendida rete di treni ad alta velocità (Tgv) e costretto l’Europa ad avere una politica spaziale, la Francia e la Germania hanno sfidato con l’Airbus la supremazia dell’industria aeronautica americana, i danesi e gli svedesi hanno deciso di unire le loro coste con un ponte, la Germania ha interamente ricostruito e restaurato il centro di Berlino, la Spagna ha realizzato in pochi anni il Tgv Madrid-Siviglia e i cinesi sono andati nello spazio.

Da noi invece, in questo campo, poco o niente.Danoi lo sport nazionale preferito consiste nell’affondare qualsiasi progetto sotto una valanga di dubbi. So che i «grandi lavori» possono diventare cattedrali nel deserto, che il tunnel sotto la Manica non è ancora riuscito a decollare economicamente e che il ponte scandinavo sta suscitando molte discussioni.

Ma so anche che queste iniziative scuotono le vecchie società dalle fondamenta, mettono in moto la macchina della modernizzazione e presentano uno straordinario vantaggio immateriale: danno al Paese che li realizza una grande, insostituibile, soddisfazione collettiva. Per realizzarli non bastano il denaro, gli architetti, gli ingegneri, le attrezzature.

Occorre un ingrediente di cui gli italiani, da qualche tempo, sembrano esse privi: l’ambizione.

Sergio Romamo

http://www.corriere.it/solferino/romano/05-10-19/01.spm

Sono d'accordo su questa analisi, nel senso che per fare cose importanti bisogna anche averne il coraggio e a volte la faccia tosta.

Però il ponte sullo stretto, rispetto a molti dei progetti citati, unisce controindicazioni tecniche a dubbia superiorità funzionale.

Il tunnel sotto la manica (pur non passandosela benissimo) ha dalla sua (tecnicamente) il fatto di essere immune da vento e problemi atmosferici e dal non essere costruito in una zona altamente sismica e tettonicamente attiva come lo stretto (infatti il tunne sotto lo stretto non si riesce a fare perchè attraverserebbe di netto una faglia tettonica e si spezzerebbe in due in pochi anni. Inoltre il tunnel della manica unisce una nazione enorme come l'inghilterra e in particolare unisce la zona della capitale (londra) con il centro dell'europa.

Il ponte che unisce Svezia e Danimarca è tecnicamente molto più semplice di quello sullo stretto: ha una campata sospesa di 400 metri (non 3,3 chilometri) ed il resto è un viadotto su piloni. Inoltre non è costruito in una zona geologicamente più stabile. Ma soprattutto unisce una regione estesissima (la scandinavia) con il centro dell'europa; è costuito a meno di 10 km da Copenhagen, cioè è nel cuore della danimarca non alla sua estremità.

I progetti di lineee ferroviarie ad alta velocità sono un vanto della Francia a cui molte altre nazioni si ispirano, e a cui anche l'Italia sta puntando (nella sua cronica lentezza) ma ricordiamo che noi abbiamo inventato un treno che consente alte velocità anche sulle normali linee ferroviarie, il pendolino.

Se a questa maggiore presenza di punti critici tecnici e alla minore funzionalità aggiungiamo anche i già citati pericoli di commistione mafiosa, di compromissione ambientale di un luogo non solo splendido ma epico e di "cattedrale del deserto", ecco spiegato perchè il ponte sullo stretto non andrebbe fatto (almeno non nella nostra epoca).

Inviato

Concordo pienemente con Copco e con Sergio ;)

Sono d'accordo su questa analisi, nel senso che per fare cose importanti bisogna anche averne il coraggio e a volte la faccia tosta.

Però il ponte sullo stretto, rispetto a molti dei progetti citati, unisce controindicazioni tecniche a dubbia superiorità funzionale.

Il tunnel sotto la manica (pur non passandosela benissimo) ha dalla sua (tecnicamente) il fatto di essere immune da vento e problemi atmosferici e dal non essere costruito in una zona altamente sismica e tettonicamente attiva come lo stretto (infatti il tunne sotto lo stretto non si riesce a fare perchè attraverserebbe di netto una faglia tettonica e si spezzerebbe in due in pochi anni. Inoltre il tunnel della manica unisce una nazione enorme come l'inghilterra e in particolare unisce la zona della capitale (londra) con il centro dell'europa.

Il ponte che unisce Svezia e Danimarca è tecnicamente molto più semplice di quello sullo stretto: ha una campata sospesa di 400 metri (non 3,3 chilometri) ed il resto è un viadotto su piloni. Inoltre non è costruito in una zona geologicamente più stabile. Ma soprattutto unisce una regione estesissima (la scandinavia) con il centro dell'europa; è costuito a meno di 10 km da Copenhagen, cioè è nel cuore della danimarca non alla sua estremità.

I progetti di lineee ferroviarie ad alta velocità sono un vanto della Francia a cui molte altre nazioni si ispirano, e a cui anche l'Italia sta puntando (nella sua cronica lentezza) ma ricordiamo che noi abbiamo inventato un treno che consente alte velocità anche sulle normali linee ferroviarie, il pendolino.

Se a questa maggiore presenza di punti critici tecnici e alla minore funzionalità aggiungiamo anche i già citati pericoli di commistione mafiosa, di compromissione ambientale di un luogo non solo splendido ma epico e di "cattedrale del deserto", ecco spiegato perchè il ponte sullo stretto non andrebbe fatto (almeno non nella nostra epoca).

Guarda Regazzoni, io sinceramente non capisco tutte le remore che ci si fa per quanto riguarda il lato tecnico: sarà vero che ha posto problemi prima inaffrontati, ma se ora li puoi superare perché devi tirarti indietro? Gli altri hanno fatto ponti più semplici? Vabbé, noi siamo più bravi (e abbiamo il vantaggio di usare i simulatori)!

Se c'è la capacità di progettare e costruire qualcosa di migliore dei soliti altri, perché dobbiamo avere la soggezione? Paura di essere troppo bravi? ;)

PEr quanto riguarda la funzionalità e l'utilizzabilità, mi reputo d'accordo con copco e il Sergio

tricolore.jpg
Inviato

Ragazzi qua si parla di fattibilità tecnica dei progetti, di sismicità, opportunità etc. ma quando hanno chiesto a Lunardi perchè fare un ponte e non un tunnel (domanda fatta da giornalisti francesi a Parigi l'anno scorso) lui ha risposto che vogliono il ponte perchè il ponte si vede! Quello a cui puntano probabilmente sarà una cattedrale nel deserto ma una cattedrale che sarà eterno monumento a chi l'ha costruito.

Anche io penso che agli italiani manchi una dose di ambizione che manca anche una buona dose di serietà. E' allucinante come nel nord Europa i progetti si realizzino mentre da noi sono un intoppo dopo l'altro. Possibile che abbiamo tratti autostradali e linee ferroviarie da paleolitico? Inaugurano una autostrada in Sicilia ma solo per metà, poi la chiudono di nuovo per finire i lavori... non sappiamo fare una strada e vogliamo costruire i ponti. Quando ci sarà il Pendolino, un treno veloce che unisca Torino a Palermo? Fino a quando dovremo viaggiare sui treni in compagnia di cimici e pidocchi? Pagheranno anche loro per passare il ponte sullo stretto?

Non sono contrario al ponte in sè, sono amareggiato da tutto quello che gli sta e gli starebbe intorno. Non ci credo che tutti i lavori "di contorno" previsti finirebbero prima del ponte. Siamo in Italia (purtroppo).

Inviato
Non so ... se il Mose e il ponte (di Messina, ndr) verranno finalmente realizzati. Posso dirvi tuttavia che negli ultimi trent’anni, mentre noi discutevamo periodicamente dell’utilità di queste opere, la Francia e la Gran Bretagna hanno fatto il tunnel sotto la Manica e costruito il Concorde, la Francia ha costruito una splendida rete di treni ad alta velocità (Tgv) e costretto l’Europa ad avere una politica spaziale, la Francia e la Germania hanno sfidato con l’Airbus la supremazia dell’industria aeronautica americana, i danesi e gli svedesi hanno deciso di unire le loro coste con un ponte, la Germania ha interamente ricostruito e restaurato il centro di Berlino, la Spagna ha realizzato in pochi anni il Tgv Madrid-Siviglia e i cinesi sono andati nello spazio.

Da noi invece, in questo campo, poco o niente.Danoi lo sport nazionale preferito consiste nell’affondare qualsiasi progetto sotto una valanga di dubbi. So che i «grandi lavori» possono diventare cattedrali nel deserto, che il tunnel sotto la Manica non è ancora riuscito a decollare economicamente e che il ponte scandinavo sta suscitando molte discussioni.

Ma so anche che queste iniziative scuotono le vecchie società dalle fondamenta, mettono in moto la macchina della modernizzazione e presentano uno straordinario vantaggio immateriale: danno al Paese che li realizza una grande, insostituibile, soddisfazione collettiva. Per realizzarli non bastano il denaro, gli architetti, gli ingegneri, le attrezzature.

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Sergio Romamo

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da applausi... bella copco... :clap:

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Inviato

e scordiamoci la sismicità dell'area, altrimenti giapponesi e californiani dovrebbero abbandonare x sempre anche la sola idea di vivere...

Invece costruiscono ponti spettacolari e aeroporti sull'acqua in mezzo al mare...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Inviato
Per me questa opera è un intervento assurdo senza alcun ritorno a livello economico e sociale. Si tratta di far lavorare qualche migliaio di operai (credo e spero manovalanza locale) per qualche anno e niente più. Credo che il business del tunnel sullo stretto della manica possa insegnare (ci) qulacosa. Almeno in questo momento storico avrei preferito dirottare quei soldi verso attività più concrete che potessero essere da volano per lo sviluppo del paese o del mezzogiorno. Meglio sarebbe stato aspettare situazioni congiunturali più favorevoli.
Inviato
Il problema è: unire a cosa? A Reggio Calabria.

Non accorcia le distanze in Italia (perchè ti fa risparmiare 15-20 minuti, non 3 o 4 ora).

Non unisce la Danimarca alla Svezia cioè il centro europa con la scandinavia, ma Sicilia e Calabria che non sono certo il centro del mondo.

Non ti fa scegliere o meno se andare in vacanza perchè 1 ora in meno su 6 o 12 ore di macchina non cambiano nulla.

Non è concorrenziale con i colegamenti aerei.

Ma soprattutto rischia di fare disastri paesaggistici ed ecologici e costa uno sproposito.

Da far notare che il ponte lo dovranno pagare principalmente i siciliani perchè con l'abolizione dei traghetti prospettata dovranno pagarsi spesso il salato biglietto di attraversamento che andrà in tasca all'impresa appaltatrice.

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