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Virus dei polli, 1° contagio da uomo a uomo


Guest DESMO16

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Guest DESMO16

quote]Emergenza aviaria

Ragazza infettata in Vietnam. Isolato ceppo resistente al Tamiflu. Dal paziente zero lo studio del vaccino

L’influenza dei polli tiene con il fiato sospeso il mondo, scientifico e no. Più del terrorismo secondo gli ultimi sondaggi. E la rivista scientifica britannica Nature, avendo in pagina una notizia scoop al riguardo, ne ha anticipato il contenuto per aiutare le autorità sanitarie a pianificare le strategie più efficaci. La notizia: un gruppo di ricercatori ha isolato un ceppo del virus H5N1 responsabile dell’influenza aviaria che passa da uomo a uomo e che è risultato in parte resistente all’oseltamivir (Tamiflu), il farmaco anti-virale della Roche consigliato come primo argine in caso di pandemia.

Il ceppo è stato individuato in Vietnam in una ragazza di 14 anni contagiata dal fratello e non direttamente da uccelli malati. La decodificazione del genoma di questo particolare virus H5N1 ha dimostrato una mutazione che lo avrebbe anche reso resistente all’oseltamivir.

Test in laboratorio su animali avrebbero tuttavia dimostrato che questo virus è sensibile all’altra sostanza consigliata: lo zanamivir (Relenza, GlaxoSmithKline). «In conclusione meglio avere di scorta entrambi i farmaci», commenta Yoshihiro Kawaoka che ha coordinato lo studio dell’università di Tokio e dell’università del Wisconsin. «Conclusioni premature», commenta la Roche. Per la cronaca: la giovane è guarita. «La vera novità — dice Giampiero Carosi, direttore dell’Istituto di malattie infettive e tropicali dell’università di Brescia e componente dell’Agenzia italiana per i farmaci (Aifa) — è che questo sarebbe il primo caso di virus H5N1 mutato trasmesso da uomo a uomo. Un episodio precedente in Thailandia non è stato mai confermato». Potrebbe essere il paziente zero, il virus da studiare per un eventuale vaccino.

E aumenta le preoccupazioni perché finora di reali timori non ce n’erano. «Le condizioni degli allevamenti e dei mercati del Sudest asiatico, con scarsa igiene e promiscuità volatili-uomini, non esistono infatti da noi—sottolinea Carosi —. Il virus dagli animali all’uomo si trasmette infatti con saliva e feci...». Ora però il quadro cambia. «Il virus è mutato e occorre studiarne virulenza e letalità. Da animale a uomo la letalità è alta: oltre 60 vittime su 120 infettati, ma sempre in Paesi con organizzazioni sanitarie deficitarie. Da noi, come è accaduto per la Sars, i sistemi di isolamento e di prevenzione sono più che collaudati ».

Serve la vaccinazione per l’influenza stagionale? «Per l’aviaria no. La vaccinazione di massa è utile per collaudare il sistema. Anche i farmaci antivirali servono solo per la protezione individuale ma non bloccano la diffusione virale ».

Lo studio pubblicato da Nature arriva in una giornata convulsa in cui gli esperti dell’Unione Europea hanno ordinato ai 25 maggiori controlli e norme di biosorveglianza, dopo le ulteriori negative notizie dalla Turchia (9 persone in quarantena per precauzione dopo essere state in contatto con 40 colombi infetti morti negli ultimi 15 giorni) e dalla Romania (in un secondo villaggio è stato individuato il virus H5N1). Però nessun bando Ue per la caccia. Stessa linea del ministro della Salute Francesco Storace nonostante le polemiche e le richieste di Wwf e ambientalisti. E Storace annuncia: «A giorni il piano pandemia».

Mario Pappagallo

15 ottobre 2005

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Guest DESMO16
Le misure

L’Italia corre contro il tempo per gli antivirali

A fine mese la consegna delle prime 150 mila dosi. Sbloccati i fondi per acquistarne altri 6 milioni

ROMA - Le prime 150 mila dosi verranno consegnate entro la fine di ottobre. Le altre saranno disponibili «non appena possibile, non in tempi brevissimi, non possiamo fare previsioni, di certo non nel 2007» evitano di fissare scadenze alla Roche, l’azienda titolare di oseltamivir (Tamiflu) uno dei due antivirali per l’influenza tradizionale indicati dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) come efficaci anche per la febbre pandemica umana. Nel mondo c’è la corsa alla terapia, che va somministrata entro 48 ore dai sintomi. Molti Paesi hanno presentato cospicui ordinativi. L’Italia ancora no e il ritardo è motivo di polemiche. Il ministro della Salute, Francesco Storace, ha convocato per mercoledì un incontro con le industrie per chiudere la partita entro la prossima settimana: «I fondi sono stati sbloccati solo ieri, prenoteremo altri 6 milioni di dosi. Ma prima devo sapere dai miei tecnici se il Tamiflu è davvero utile» aggiunge, riferendosi alla scoperta di un ceppo resistente alla terapia. La Roche chiarisce: «Se dovesse esserci un contratto così importante, faremo l’impossibile per accelerare la consegna, attrezzando gli stabilimenti di Basilea per raddoppiare la produzione. I tempi di lavorazione del farmaco, 12 mesi, potrebbero essere notevolmente ridotti». GlaxoSmithKline, che possiede l’altro antivirale, lo zanamivir (Relenza), conferma: «Non abbiamo contratti con il governo italiano». Sei milioni di dosi. La stima, spiega Roberto Gasparini, esperto del Comitato ministeriale per la pandemia, si basa sul numero di cittadini a rischio (anziani e malati cronici), dei pazienti ricoverati in ospedale e degli operatori dei servizi essenziali che dovrebbero ricevere la cura.

VACCINI - Il ministero, che invierà 350 mila lettere ai medici per informarli sulla gestione della malattia, ha annunciato di aver prenotato scorte di vaccino antipandemico per proteggere l’80% della popolazione. Si tratta del farmaco che entrerà in lavorazione solo quando l’Oms dichiarerà l’avvio della pandemia umana e identificherà il ceppo virale dell’H5N1 che ne è responsabile. Daniel Jacques Cristelli, amministratore delegato di Sanofi Pasteur Msd, uno dei maggiori marchi farmaceutici sui vaccini, difende l’Italia: «E’ stata uno dei primi Paesi a mettere l’opzione sulle dosi. Ci è già stato ordinato invece il vaccino cosiddetto prepandemico, ottenuto col ceppo H5N1 ora in circolazione che non dovrebbe discostarsi molto da quello definitivo. Cominceremo la consegna entro la fine dell’anno, in modo progressivo».

TEMPI - Si fanno i calcoli sui tempi. Secondo il modello matematico utilizzato dal Comitato ministeriale, dice Gasparini, la pandemia impiegherebbe circa 6 mesi, dal momento del via, per fare il giro del mondo: «Dovrebbe manifestarsi all’inizio nel Sudest asiatico e poi raggiungere l’Occidente. L’Asiatica del ’68 è arrivata da noi dopo un anno. Stavolta nella peggiore delle ipotesi potrebbe materializzarsi in Italia nella metà del tempo». Ecco una ricostruzione di quanto potrebbe accadere. All’inizio l’influenza colpisce con qualche focolaio, casi isolati. Si utilizzano gli antivirali già immagazzinati per curare i malati e proteggere le persone con cui hanno avuto contatti. Dopo sei mesi la pandemia si presenta in forma massiccia. A quel punto l’Italia potrebbe aver ricevuto altri quantitativi di antivirali (di certo non tutte le dosi necessarie e probabilmente nessuna finirà in farmacia, ma in gestione alle Asl) e di vaccini specifici. Per prepararlo, prevede Cristelli, «non meno di 3-4 mesi» a partire dall’annuncio dell’Oms. Storace sta studiando con i suoi tecnici di tagliare i tempi con iniziative di comarketing: «Stiamo verificando se sarà possibile far produrre le fiale anche da altre aziende italiane ottenendo la cessione del brevetto dai rispettivi titolari».

Margherita De Bac

15 ottobre 2005

dal corriere della sera

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Inutili allarmismi alimentati da una stampa sempre più alla spasmodica ricerca di sensazionalismo e da certa industria del farmaco che ha enorme interesse ad alimentare gli allarmismi.

Interessi della stampa + interessi dell'industria = terrorismo puro al 100 %.

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Guest DESMO16
Inutili allarmismi alimentati da una stampa sempre più alla spasmodica ricerca di sensazionalismo e da certa industria del farmaco che ha enorme interesse ad alimentare gli allarmismi.

Interessi della stampa + interessi dell'industria = terrorismo puro al 100 %.

..in effetti mi chiedevo perché continuano ad invogliare di effettuare il vaccino antiinfluenzale, se non per altri motivi di carattere economico: davvero si scongiurerebbe il pericolo di trovarsi davanti un virus più agressivo nel caso in cui una persona non abbia effettuato il normale vaccino dell'influenza?

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Inutili allarmismi alimentati da una stampa sempre più alla spasmodica ricerca di sensazionalismo e da certa industria del farmaco che ha enorme interesse ad alimentare gli allarmismi.

Interessi della stampa + interessi dell'industria = terrorismo puro al 100 %.

E' la prima cosa a cui ho pensato quando sentivo la notizia!!

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IMHO questa storia farà la fine della SARS......ovvero tra un pò svanirà in una bolla di sapone....

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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..in effetti mi chiedevo perché continuano ad invogliare di effettuare il vaccino antiinfluenzale, se non per altri motivi di carattere economico: davvero si scongiurerebbe il pericolo di trovarsi davanti un virus più agressivo nel caso in cui una persona non abbia effettuato il normale vaccino dell'influenza?

Una cosa sono i vaccini, altra cosa sono i farmaci antivirali.

Diciamo che chiunque decida di farsi la normale vaccinazione anti-influenzale non sbaglia quasi mai.

Vaccinarsi contro l’influenza normale non è mai sbagliato per il semplice fatto che può impedire di cuccarsi l’influenza. Ma questo a prescindere dall’influenza aviaria.

In caso di influenza aviaria (di là da venire e chissà se verrà mai) succede che se uno se la becca ed oltre a questa si becca contemporaneamente l’influenza normale sono kazzi acidi. In questo caso è davvero probabile lasciarci le penne anche per un individuo sano e giovane. Se uno invece ha fatto il vaccino contro l’influenza normale dovrebbe evitare di beccarsi almeno questa e scongiurare il pericolo di beccarsela insieme all’aviaria.

Vedo parecchia mafia invece sui farmaci antivirali e sui vaccini contro l’aviaria.

Ci fu un’epidemia nel Sudest asiatico nel 2003 in cui si contarono 65 morti. La pandemia non si sviluppò mai. E se si andasse a vedere chi erano quei 65 morti probabilmente si scoprirebbe che erano gente malnutrita, debilitata, anziana etc.

Aprire gli occhi e stare allerta contro possibili pandemie di aviaria sta bene, anche perché i virus mutano con estrema facilità e possono diventare più virulenti, ma terrorizzare il mondo intero non va bene. I politici si cagano sotto e alla sola idea di andare a finire nella merda sono pronti a fare contratti miliardari con le case farmaceutiche al solo scopo di mettere al riparo il loro culo dal rischio infinitesimale di finire nella merda. I soldi li tiriamo fuori noi. Le case farmaceutiche fanno affari d’oro. E ancora nel mondo non s’è vista una seria pandemia di influenza aviaria e nessuno sa se davvero è tanto pericolosa. A naso direi che tanto pericolosa non è, perché i virus degli uccelli non sono nati ieri ma esistono da sempre. Gli uccelli migrano da sempre. Evidentemente, se può succedere che l’uomo si infetti col virus dei polli e se può anche succedere che un uomo ne infetti un altro, dato che l’uomo convive coi polli da millenni e per quanto ne sappiamo non c’è mai stata una pandemia di aviaria evidentemente il virus dei polli ha grosse difficoltà a propagarsi nell’uomo.

Intanto tutti i governi dei paesi avanzati stanno piangendo perché non riescono a comprarsi tutti i vaccini e tutti i farmaci antivirali che vorrebbero comprarsi.

Intanto le case farmaceutiche stanno piangendo perché non riescono a soddisfare le richiete di farmaci anti-aviaria ai governi che li richiedono.

Il business miliardario è oramai in moto, col contributo fondamentale della stampa e della disinformazia.

Il tutto per un virus che nessuno ha ancora mai visto provocare delle pandemie.

Se la cosa prenderà piede andrà avanti per secoli e per millenni, perché i politici ed i governi è probabile che si cagheranno sotto per secoli e per millenni e le case farmaceutiche col dollaro nella pupilla stai certo che ci saranno sempre e sempre continueranno a terrorizzare il mondo per secoli e per millenni.

Il tutto per una cosa che fino a prova contraria è ancora solo un fantasma.

Siamo evidentemente giunti ad un tale livello di progresso e benessere che possiamo permetterci non solo di prevenire le malattie ma addirittura di prevenire i fantasmi delle malattie. Potremmo definirlo un nuovo passo avanti dell’umanità dopo l’invenzione del fuoco, della ruota, della bomba atomica , degli anestetici e della penicillina.

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Quasi quasi metto su un'azienda farmaceutica, con i dovuti "appoggi" avrò lavoro da qui fino alla fine del mondo (pro-pro-pro-n-nipoti). ;)

E' più facile entrare nel mercato del pizzo ai negozi. La concorrenza è meno spietata e assetata di soldi.;)

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