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Liberta di stampa


Guest Riccardo

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Guest Riccardo

Non voglio entrare in merito a dichiarazioni recenti su cui ci scanneremmo ma mi fa rabbia sentire come vengano manipolate certe cose o come siano citate in modo improprio. E la rabbia e' che cosi facendo si capisce perche lo scontro politico finisca sempre e solo un muro contro muro.

Si e visto che l'Italia ha una posizione che non brilla in classifica e da Celentano la cosa e' stata chiaramente associata a Berlusconi.

Ora mi chiedo, qualcuno si e' preso la briga di andarsi a vedere le motivazioni per la posizione dell'Italia sul sito dove i dati sono stati raccolti e pubblicati.

Io sono andato sul sito di Reporter Senza Frontiere (www.rsf.org) da cui sono stati presi questi dati.

Ebbene la motivazione e' che l'italia e' stata molto penalizzata per l'episodio della perquisizione alla sede del Corriere della Sera in maggio dopo l'articolo sull uso delle pistole Beretta in Iraq. Per RSF questo dimostra una forte tentazione di violare il segreto delle fonti giornalistiche.

Dove sta il significato politico che gli si e' dato in questo? Come mai non si evidenzia questo dominio di Berlusconi?

Fanno peraltro notare i grossi miglioramenti di paesi come Lettonia (16), Lituania (21) ed Estonia (11) dopo il cambiamento che c'e' stato in Unione Sovietica con Cina (159), Cuba (161) e Libia (162) che rimangono in fondo alla classifica.

Quanta malafede!!!

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Riccardo, sulla manipolazione dell'informazione e sull'abbassamento del livello del dibattito politico sono d'accordo con te.

Certo è anche triste che nessuna delle reazioni in risposta a questi (almeno di quelle che ho sentito io) sia stata sorretta da un ragionamento come il tuo...

veramente la discussione politica si è ridotta a discorso da bar su roma e lazio!

PS ma nella classifica di cui si parla l'Italia non era alla posizione 70 e rotti???

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Guest Riccardo

PS ma nella classifica di cui si parla l'Italia non era alla posizione 70 e rotti???

SI!!

Ultima dei paesi occidentali!

USA e' 44esima, Spagna 40esima

A me dispiace che le cose si vedano sempre e solo contro una persona e se entra la politica diventa difficle parlare (e farsi idee chiare)

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Guest Riccardo
la classifica pubblicizzata in questi giorni perchè riportata dal messia adriano è questa:

http://www.freedomhouse.org/

però ancora non ho trovato quella che riguarda la stampa, ma solo i diritti civili/politici.

Quella della stampa (reporter senza frontiere) e' quella che ho citato io!!!

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Guest Riccardo
no guarda che qui l'italia è al 42esimo... invece io mi ricordo di aver visto delle immagini dove si parlava di 77-78 posizione...

HO capito e' quella presa dal sito Freedom house come dice Albizzie!!!

OK almeno hanno citato quella giusta!!

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si dovrebbe essere a questa pagina http://www.freedomhouse.org/research/pressurvey.htm ...

e qui parlano dell'argomento: http://www.freedomhouse.org/media/pressrel/042705.htm

mi pare che qui le motivazioni sulla cattiva classifica siano le stesse del celentano... ma questo non significa che sia vero, visto che altre organizzazioni (come quella riportata da Riccardo) la vedono in altro modo...

In ogni caso, sarebbe da leggersi la documentazione in merito...

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Guest Riccardo
si dovrebbe essere a questa pagina http://www.freedomhouse.org/research/pressurvey.htm ...

e qui parlano dell'argomento: http://www.freedomhouse.org/media/pressrel/042705.htm

mi pare che qui le motivazioni sulla cattiva classifica siano le stesse del celentano... ma questo non significa che sia vero, visto che altre organizzazioni (come quella riportata da Riccardo) la vedono in altro modo...

In ogni caso, sarebbe da leggersi la documentazione in merito...

Ecco la frase specifica nel sito

Press freedom in Italy, which was downgraded to Partly Free in 2003, remained constrained by the dominant influence of Prime Minister Silvio Berlusconi's media holdings.

STrano che non e' stata downgraded prima visto che Berlusconi e' stato al governo anche prima!!!!

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il problema è credere o meno a queste classifiche.

se le prendiamo per buone, questo è l'articolo che ci riguarda:

LEGAL ENVIRONMENT: 9

POLITICAL ENVIRONMENT: 13

ECONOMIC ENVIRONMENT: 13

TOTAL SCORE: 35

Status: Partly Free

Freedom of speech and the press are constitutionally guaranteed.

Legislators moved in July toward abolishing prison sentences for libel, a

development welcomed by media organizations, but the proposed

amendments have yet to be adopted. Politicians and their allies filed several

libel suits against journalists during 2004; in February, journalist

Massimiliano Melilli was sentenced to 18 months in prison and ordered

to pay 100,000 euros (US$124,400). In July, a 76-year-old journalist

and senator was placed under house arrest, relaxing his 2002 sentence of

29 months’ imprisonment for libel. Press freedom organizations criticized

two separate government raids on journalists’ homes and offices, owing

to the journalists’ refusal to reveal their sources for controversial,

investigative reports.

Most press outlets are privately owned but are often linked to political

parties or run by large media conglomerates that exercise some editorial

influence. In December, journalists at Italy’s leading and highest-selling

daily, Corriere Della Sera, protested increasing editorial interference and

pressure in the newsroom from its shareholders. The newspaper is owned

by RCS Mediagroup, in which 15 of Italy’s major conglomerates have a

stake. Concerns about the concentration of media ownership have been

an issue since the election in 2001 of Silvio Berlusconi, a media magnate

and Italy’s wealthiest individual, as prime minister. The print media, which

consist of eight national newspapers, two of which are controlled by the

Berlusconi family, continue to provide diverse political opinions, including

those critical of the government. However, Berlusconi controls or

influences six of the seven national broadcast channels. Mediaset, a

company in which he has a major interest and the largest private broadcaster

in the country, owns three national channels, while the state-owned

network (RAI), traditionally subject to political pressure, controls three.

Questions continue to be raised about the political impact of

Berlusconi’s control of the media. The Osservatorio di Pavia, an

independent media watchdog, reported that in the month of February,

Berlusconi’s presence on television accounted for 42 percent of the time

dedicated to politicians. During the year, the head of RAI, Lucia

Annunziata, and one of its star television broadcasters, Lili Gruber, quit

in reaction to Berlusconi’s domination of the media. A long awaited conflict

of interest bill, which was intended to resolve the contradictions between

Berlusconi’s private business and his role as prime minister, was passed in

July. Although the bill limits the managing control politicians have over

their holdings, it does not bar them from owning companies. As a result,

the bill, which was criticized as being toothless by critics, will have little

impact on Berlusconi’s media empire.

In April, the parliament adopted a law on broadcasting reform, known

as the Gasparri Law, which ostensibly introduces a number of reforms,

such as the switch-over to digital broadcasting (scheduled to take place in

2006) and the partial privatization of RAI. The law was initially vetoed in

December 2003 by President Carlo Ciampi, who was urged to do so by

media organizations claiming the law threatened press freedom and

undermined news pluralism. Although the revised law has a clause that

limits the maximum revenue a single media company can earn, it excludes

interests in publishing, cinema, and the music industry. Critics of the law

still say that it reinforces Berlusconi’s power over the media. The new law

also allows one of the three Mediaset channels, Retequattro, to continue

terrestrial broadcasting. The decree runs counter to a 2002 Constitutional

Court ruling that demanded the channel switch to satellite by January

2004 to ensure competition. The shift to satellite would have led to a

considerable loss in the station’s market value.

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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