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3/11/2005 ore 21:00 Roma, via Nomentana 360


Albizzie

Messaggi Raccomandati:

Fini, Fassino, Veltroni. E poi da Calderoli a Cacciari, aumentano

le adesioni politiche all'iniziativa del Foglio pro-Israele

Fiaccolata all'ambasciata iraniana

Ci sarà la diretta televisiva

Polemici i rappresentanti delle comunità ebraiche

"I partiti che non partecipano spieghino il perché"

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Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad

ROMA - Arrivano sempre in misura maggiore e bipartisan, le adesioni alla 'fiaccolata' promossa dal quotidiano Il Foglio per il 3 novembre a sostegno di Israele, dopo le affermazioni del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, secondo il quale "lo stato di Israele deve essere cancellato dalla carta geografica". L'appuntamento è alle 21 davanti all'ambasciata iraniana, a Roma, in via Nomentana 361/360.

Tra i politici, hanno annunciato che ci saranno il segretario dello Sdi Enrico Boselli ("i socialisti hanno sempre conservato verso Israele lo spirito che animava Pietro Nenni, la cui figlia Vittoria morì in un campo di sterminio nazista"), il segretario dei Ds Piero Fassino, che ha sottolineato come "battersi per il diritto di Israele ad esistere e ad essere sicuro, è un irrinunciabile dovere morale e politico di ogni democratico". Ci sarà anche il sindaco di Roma, Walter Veltroni.

E ancora: il presidente di An Gianfranco Fini, il leader Udeur Clemente Mastella, il ministro per le Riforme Istituzionali Roberto Calderoli, che ha definito l'Iran "Stato-canaglia", il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, Marco Pannella, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il vicesegretario del nuovo Psi Donato Robilotta, il presidente del Pri Giorgio La Malfa, il deputato della Margherita Ermete Realacci, l'eurodeputata dell'Ulivo Lilli Gruber, il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, la Uil, il Movimento Cristiano Lavoratori, l'associazione Libertà e Giustizia.

Mentre invece, pur dichiarandosi d'accordo con l'obiettivo della manifestazione, i Verdi hanno annunciato un sit-in davanti all'ambasciata dell'Iran a Roma per il 2 novembre, al quale parteciperà anche il presidente Alfonso Pecoraro Scanio. "La nostra sarà una manifestazione che vuole anche sostenere l'opposizione democratica all'attuale regime in Iran - spiegano i Verdi in un comunicato - come unica garanzia per una politica diplomatica che eviti qualsiasi tentazione di guerra".

Le adesioni all'iniziativa del Foglio continuano ad arrivare. Il giornalista Pierluigi Diaco ha annunciato un appello via radio e Tv per sensibilizzare i giovani verso la manifestazione. Il capogruppo Ds in commissione di Vigilanza Rai Giuseppe Giulietti, il presidente degli eurodeputati di Forza Italia Antonio Tajani e il deputato di An Maurizio Gasparri hanno chiesto alla Rai di seguire in diretta la manifestazione e l'azienda di viale Mazzini ha detto sì.

Non ci sarà, invece, l'eurodeputato dei Comunisti italiani Marco Rizzo: "Non parteciperò perchè sono indisponibile a prendere parte a qualsiasi manifestazione che non contempli chiaramente le parole d'ordine: 'Due Popoli e due Stati' . Partecipare alla fiaccolata significherebbe prendere parte per una sola delle parti in causa e non agevola, potendo addirittura divenire controproducente, quel processo di pace che auspichiamo si voglia perseguire".

Intanto, una polemica sulla manifestazione nasce da una dichiarazione rilasciata dal portavoce della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici al quotidiano Maariv di Tel Aviv. Pacifici si è così espresso: "Il raduno permetterà a tutti i critici di Israele, che affermano di opporsi alla politica del governo del premier Ariel Sharon, ma di non odiare Israele, di schierarsi assieme a noi davanti ai cancelli dell'ambasciata iraniana". "Gli ebrei italiani - ha continuato - verificheranno attentamente chi parteciperà alla manifestazione e chi no. Non c'è dubbio che chi eviterà di partecipare e non ci sarà considerato un nemico non solo di Israele ma anche degli ebrei italiani".

Successivamente il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche Amos Luzzatto ha cercato di attenuare la portata delle dichiarazioni di Pacifici: "L'assenza del singolo alla manifestazione non basta per giudicare: si può essere malati, o all'estero. Se invece una forza politica decide di non venire, spieghi bene perchè, e quello si valuterà".

(31 ottobre 2005)

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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Stasera la manifestazione davanti all'ambasciata

dell'Iran per respingere le minacce di Teheran

Cdl e Unione in piazza per Israele

A Roma attese 10.000 persone

Presenti molti ministri, da Fini a Martino a Calderoli

insieme a Fassino, Rutelli, D'Alema, Parisi e Epifani

di GIOVANNA CASADIO

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Giuliano Ferrara

ROMA - Insieme. Per la prima volta, confusi sotto lo striscione "Ahmadinejad propone: cancelliamo Istraele?". Il No - scritto a caratteri cubitali - sarà bipartisan. A scandirlo questa sera, illuminato da cinquemila fiaccole davanti all'ambasciata iraniana a Roma, ci saranno mezzo governo Berlusconi, i partiti della Casa delle libertà e quasi tutta l'Unione, ad eccezione della sinistra di Bertinotti e Diliberto; associazioni e Ong; sindacalisti e movimenti giovanili; i leader della comunità ebraica e i giovani musulmani; il sindaco di Roma, Walter Veltroni con una delegazione di ex deportati e i presidenti di Provincia e Regione. Neppure il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, che ha organizzato la manifestazione, immaginava potesse avere tanto successo di adesioni (500 firme) e - calcolano ieri sera in redazione - anche di presenze: la stima è oltre diecimila in piazza "contro l'odio". Nel 2002, l'Israeleday sempre lanciato da Ferrara, ebbe tutt'altra eco, scatenò divisioni.

In prima fila alla fiaccolata per Israele il responsabile della Farnesina e leader di An, Gianfranco Fini che ha confermato: "Ci sarò, l'Italia è indignata per le minacce". E poi, il ministro della Difesa, Antonio Martino (che ha inviato una lettera di solidarietà all'ambasciatore israeliano in Italia, Gol); i ministri Buttiglione, Giovanardi, Landolfi, Caldoro e i leghisti Bobo Maroni e Roberto Calderoli con folta delegazione "lumbàrd". Il Carroccio ha anche preparato un comunicato in cui esprime piena solidarietà al popolo di Israele "contro i nuovi nazisti che con il volto coperto da musulmani moderati sferrano editti che ricordano la notte dei cristalli del 1933 in Germania". Tensioni e polemiche non mancano: Calderoli chiede il ritiro dell'ambasciatore italiano da Teheran dopo la protesta ufficiale dell'Iran che ieri lo ha convocato.

In piazza la sinistra riformista. Anche Romano Prodi ha fatto trapelare alla vigilia che, se riuscirà a spostare appuntamenti e impegni, parteciperà. E intanto ha inviato una lettera al premier israeliano Sharon: "La comunità internazionale fermi il presidente iraniano", afferma. Esprime solidarietà e esorta a un impegno dell'Italia e dell'Europa perché "l'Iran abbandoni parole e gesti inaccettabili e pericolosi". Ci saranno i Ds guidati da Piero Fassino e Massimo D'Alema. Il segretario della Quercia commenta: "Qualsiasi democratico non può che battersi perché Israele esista e esista nella sicurezza". Dalla Margherita un gruppo numeroso: Francesco Rutelli è stato tra i primi ad aderire e ha lanciato la proposta di una mozione bipartisan di richiamo a Ahmadinejad, ma stasera è in Sardegna per il tour tv. In piazza Arturo Parisi, dopo avere fugato perplessità e dubbi sul carattere della manifestazione direttamente con Ferrara.

Anche il Verde Alfonso Pecoraro Scanio decide alla fine di andare: "Temevamo che questa iniziativa venisse strumentalizzata per ricavarne un indiretto sostegno alla guerra in Iraq, ciò non è avvenuto", spiega dopo il sit-in per "due popoli e due stati" organizzato ieri con Rifondazione e pdci. Quindi, i Verdi di saranno, come il "Cantiere" di Occhetto; i Radicali e lo Sdi; Di Pietro e i Repubblicani europei. Clemente Mastella annuncia: "Guiderò una delegazione dell'Udeur". Non mancherà il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. Dal centrodestra fioccano le adesioni di Forza Italia (Bondi, il coordinatore, sarà in piazza); di An (Ronchi, il portavoce, presente); dell'Udc (ci saranno Follini e il segretario Cesa).

L'appuntamento è alle 21 in via Sant'Agnese, all'angolo con la Nomentana. Un camion servirà come palco improvvisato per i soli tre interventi previsti: il rabbino capo, Riccardo Di Segni; il giornalista Magdi Allam per la comunità musulmana; Mariarosa Guarnieri per le comunità cattoliche. Di Segni ha preparato un discorso di pace: "Nessuno di noi odia il popolo iraniano...", esordirà. Riccardo Pacifici, portavoce della comunità ebraica romana, racconta delle 400 mail di solidarietà arrivate.

(3 novembre 2005)

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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Guest DESMO16

..ottima manifestazione: dispiace solamente che c'é solo un settore della politica italiana (Rif. Comunista e Verdi) che non ritengono di protestare contro le affermazioni di questo presidente iraniano.

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Guest DESMO16
Il Foglio 29.10.2005

Il discorso dell'odio

Se qualcuno è oppresso da una potenza egemonica (l’occidente, ndr) e capisce che qualcosa non va, o è un ingenuo oppure è un egoista e il suo edonismo lo conduce a riconoscere il regime sionista, ma dovrebbe sapere che brucerà nel fuoco della nazione islamica (…). Dobbiamo comprendere qual è la vera storia della Palestina. L’establishment del regime che occupa Gerusalemme (Israele, ndr) è il frutto di una gravissima decisione di un sistema egemonico e arrogante verso il mondo islamico; e questa guerra dura da centinaia di anni. La situazione al fronte è cambiata molte volte. In certi periodi, i musulmani hanno marciato vittoriosi, guardando al futuro, e il mondo dell’arroganza (l’occidente, ndr) ha battuto la ritirata. Sfortunatamente, negli ultimi trecento anni, il mondo islamico ha dovuto ritirarsi di fronte all’avanzata del mondo dell’arroganza. Nel corso degli ultimi cent’anni, poi, le mura del mondo islamico sono state abbattute e il mondo dell’arroganza ha costruito un bastione per mezzo del quale espandere il proprio dominio in tutto il mondo dell’islam. Ciò significa che l’attuale guerra in Palestina rappresenta la linea del fronte contro il mondo dell’arroganza. Quando il grande imam Khomeini disse che bisognava abbattere il regime dello scià, e che noi dovevamo esigere un mondo senza governi schiavi, molti dicevano: ‘Si riuscirà mai a rovesciare davvero il regime dello scià?’. La nostra nazione non si è lasciata intimorire, e ora, da ormai ventisette anni, viviamo senza un governo sottoposto all’America. L’imam Khomeini disse: ‘Il dominio dell’est e dell’ovest deve cessare’. Nessuno credeva che un giorno avremmo assistito al crollo dell’imperialismo dell’Unione sovietica. E invece l’abbiamo visto crollare, senza quasi lasciare traccia di sé. L’imam Khomeini disse che Saddam Hussein doveva essere spodestato, e che avrebbe subito un’umiliazione senza precedenti.

Che cosa è accaduto? Un uomo che dieci anni fa parlava come se fosse destinato a vivere in eterno oggi si trova in catene e sta per essere processato dal suo stesso paese. L’imam Khomeini disse: ‘Il regime che sta occupando Gerusalemme deve essere cancellato dalle pagine della storia’ (questa frase è stata tradotta in inglese sulla stampa mondiale con ‘cancellato dalla carta geografica’, ndr). Sono parole sagge. Sulla questione della Palestina non ci possono essere compromessi.

“La forza di colpire come una grande ondata”

E’ possibile che un paese islamico permetta a un paese non islamico di crescere nel suo seno?

Questo significa sconfitta, e chi accetta l’esistenza di questo regime (Israele, ndr) firma la sconfitta del mondo islamico. Non ho il minimo dubbio sul fatto che la nuova ondata che si è formata in Palestina e che oggi vediamo formarsi anche in altri paesi islamici, sia un’ondata di moralità destinata a diffondersi in tutto il mondo islamico. Molto presto, questa disgraziata macchia (Israele, ndr) sparirà dal centro del mondo islamico. Ma dobbiamo stare attenti alla ‘fitna’ (la guerra interna ai fedeli del Corano, ndr). Per oltre cinquant’anni, il mondo dell’arroganza ha cercato di riconoscere l’esistenza di questo falso regime (Israele, ndr). Ha fatto di tutto per renderlo solido.

Purtroppo, 27 o 28 anni fa, uno dei paesi che si trovava sulla prima linea del fronte (l’Egitto, ndr) ha compiuto un terribile errore (il riconoscimento di Israele, ndr), e noi speriamo che vorrà porvi rimedio. Malgrado la forzata evacuazione di Gaza imposta dal popolo palestinese, essi hanno evacuato soltanto un piccolo angolo di terra. Oggi (Israele, ndr) cerca, in modo diabolico e truffaldino, di ottenere il controllo del fronte di guerra. Sta cercando di indurre i gruppi palestinesi a occuparsi delle loro questioni politiche e dei posti di lavoro per far sì che abbandonino la causa palestinese e per creare conflitti interni. Io spero che il popolo palestinese non si lasci trascinare in una ‘fitna’. I profughi devono tornare nelle proprie case, e ci deve essere un governo deciso dalla volontà del popolo palestinese. E, naturalmente, coloro che sono entrati in questa terra per depredarla (gli ebrei, ndr) non hanno il minimo diritto di decidere nulla in nome del popolo palestinese. Coloro che siedono in stanze chiuse non hanno il diritto di prendere decisioni. Il popolo islamico non può permettere a questo suo nemico storico di vivere nel cuore stesso del mondo islamico. Oh, amato popolo, osserva questa arena globale. Chi dobbiamo affrontare? Dobbiamo comprendere la profondità della disgrazia che ci è stata imposta dal nemico, fino a quando il nostro odio sacro avrà la forza di colpire come una grande ondata”.

per gentile concessione del Memri, in esclusiva al Foglio

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desmo, ecco anche chi dice no:

Fiaccole romane

ROSSANA ROSSANDA

Cominciamo con l'eliminare le bassezze. Un esponente della comunità ebraica romana ha dichiarato che chiunque non sarà al suo fianco a manifestare davanti all'ambasciata dell'Iran giovedì sera non soltanto è nemico di Israele ma di tutti gli ebrei, e deve sapere che sarà tenuto sotto osservazione. Il saggio amico Amos Luzzatto ha cercato di rimediare osservando che qualcuno sarà impedito di esserci perché ammalato o all'estero. Io sono in questa condizione. E però non a Pacifici, che una volta mi ha additato come terrorista alle sassate dei suoi seguaci, ma a Luzzatto voglio dire che non sarei andata alla fiaccolata neanche se fossi a Roma e sana come un pesce. Primo, perché nessuno mi farà andare o non andare a una manifestazione sotto minaccia di essere schedata, e non preciserò che cosa questo mi ricordi; secondo, perché non vedo ragioni di essere a fianco di Calderoli e di Fini e sotto l'egida del Foglio. E con ciò chiuso. Che qualcuno della comunità ebraica possa definirmi per questo antisemita è un problema della medesima comunità. Delle intemperanze del Foglio, che sta varcando il limite tra provocazione e stupidità, non meriterebbe parlare se troppi e troppe non fossero frementi di frequentarne la scena. E veniamo alle cose serie. Politicamente grave è stata l'uscita di Ahmadinejad sulla necessità di cancellare Israele dalla carta geografica, e miserrimo il rattoppo: «Ma non sarà l'Iran a cominciare, e del resto sono cose che Khomeini e Khamenei hanno detto per vent'anni». Grave che una folla di giovani e meno giovani e financo di donne, trattate come sono da quel regime, si sia inebriata per le strade di Tehran di questa minaccia simbolica.

Perché è un mero simbolo, ancorché pessimo. Non solo Israele è uno degli stati più difesi, più armati e per certi versi più aggressivi del mondo, e quindi non è certo messa in pericolo dall'Iran, ma quel che gli ebrei hanno subito nel `900 fa dell'esistenza di una terra loro, dove non possano mai sentirsi perseguitati o indesiderati, il minimo che l'umanità deve a se stessa. Se c'è qualcosa da cancellare è l'incapacità di molte comunità della diaspora di liberarsi dal senso di essere in un ghetto, di essere isolata e perseguitata, e la parallela incapacità di Israele di presentarsi come in stato d'assedio e quindi di agire in modo conseguente per uscire da quel conflitto in medioriente, nel quale sia ebrei sia palestinesi, spossessati della loro terra, hanno perduto troppe vite e stanno dando il peggio di sé. Non è vero che un forsennato presidente iraniano voglia cancellare lo stato di Israele mente il saggio Sharon riconosce pienamente l'esistenza di uno stato palestinese. Ambedue rifiutano di riconoscersi, si rilanciano minacce di sterminio che fortunatamente non possono mettere in atto, svicolano dai loro problemi reali e danno corda ai reciproci fondamentalismi.

Su questo l'appello a partecipare al presidio di giovedì non dice né solo né tutta la verità. E' una manovra che fa comodo alla destra, viene da uno dei suoi uomini, pretende di misurare la temperatura democratica della sinistra di fronte a uno dei problemi più dolorosi del tempo nostro. Soprattutto è una misera cosa davanti al vero problema di civiltà dal quale è impossibile stornare ormai lo sguardo. Da tutte le parti del mondo ci viene infatti un'analoga immagine: al venir meno di un conflitto civilizzato come è stata e vissuta nel `900 la lotta di classe e quella di emancipazione dei popoli, sono conseguite da parte della sinistra l'abbandono di ogni principio, e nei paesi terzi la retrocessione dalla emancipazione all'identità di sangue e terra. E' giocoforza constatare che alla fine di un messianesimo terrestre per ingenuo che fosse, dai primi illuministi all'ambizione di creare un soggetto sociale rivoluzionario internazionalista, è sopravvenuta non altro che una regressione dell'una e dell'altra molto al di qua del punto da cui si era partiti.

La fine dei laicismi arabi è una catastrofe per quei paesi: davvero solo gli ayatollah potevano liberare l'Iran dalla modernità poliziesca e filoamericana dello scià? Davvero solo la disperazione dei kamikaze può ormai far fronte a Sharon? O Al Qaeda e la sue ramificazioni al venire meno di ogni progressismo arabo? E sono lo sette fondamentaliste, musulmane o indu, che si danno reciprocamente fuoco ma convincono e spesso organizzano i reietti della crescita indiana. Ma anche in occidente sembra che alla mera forza della tecnica del mercato non possa opporsi che la mera visceralità. Non è questa che ha dato spazio negli Stati Uniti ai neocons, in Francia a Le Pen, a Bossi in Italia, ai Kaczynski in Polonia, e si potrebbe continuare? Il modello occidentale trionfante moltiplica i reietti, e i reietti non sono - su questo ha ragione Dahrendorf - il terreno delle rivoluzioni. Sono terreno del populismo. Così quel che potrebbe essere stato, anche nel caso del presidente iraniano, un dibattito serio nel conflitto politico italiano degenera di colpo in una brutta commedia. Bisognerà pure che qualcuno si decida a dirlo.

(rossana rossanda)

manifesto.it

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E' l'Iran che deve essere cancellato dalle carte geografiche,non Israele

che c'entra il Pease con il folle che lo guida?

altrimenti non basterebbero le gomme di tutto il mondo.

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che c'entra il Pease con il folle che lo guida?

altrimenti non basterebbero le gomme di tutto il mondo.

Loro generalizzano su israele e l'occidente,io generalizzo su di loro

Loro ci vedono come degli inferiori...tutti dal primo all'ultimo...americani,italiani,europei,israeliani

Io vedo loro come inferior....e se il popolo non si ribella vuol dire che:

o sono dei vigliacchi

o sono d'accordo con chi li guida

cmq sia non riesco a giustificarli e prendermela solo col loro capo,un proclama con qualche firma non cambia nulla....gli iraniani sono milioni...non una 20ina

"nuke 'em all" come diceva ieri Ax

 

花は桜木人は武士

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..ottima manifestazione: dispiace solamente che c'é solo un settore della politica italiana (Rif. Comunista e Verdi) che non ritengono di protestare contro le affermazioni di questo presidente iraniano.

per ora solo rifondazione, i verdi ci saranno.

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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Loro generalizzano su israele e l'occidente,io generalizzo su di loro

Loro ci vedono come degli inferiori...tutti dal primo all'ultimo...americani,italiani,europei,israeliani

Io vedo loro come inferior....e se il popolo non si ribella vuol dire che:

o sono dei vigliacchi

o sono d'accordo con chi li guida

cmq sia non riesco a giustificarli e prendermela solo col loro capo,un proclama con qualche firma non cambia nulla....gli iraniani sono milioni...non una 20ina

"nuke 'em all" come diceva ieri Ax

come si dice in questi casi... chi è senza peccato...

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