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Addio conto corrente


Guest DESMO16

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Prima paghi e poi spendi: così svanisce l'incubo di andare in rosso

Una soluzione per i figli, una scorciatoia per extracomunitari e precari

Vivere senza conto corrente

boom per le carte ricaricabili

ROMA - Vivere senza conto corrente. Non rinunciando però all'accredito dello stipendio, a prelevare dagli sportelli automatici, a sfoderare una tesserina magnetica al ristorante. Gli italiani hanno scoperto che con le carte prepagate ci si può liberare dalla schiavitù dell'estratto conto e dai suoi costi esorbitanti, senza dover diventare schiavi del contanti. Apparsi sul mercato due anni fa i "borsellini elettronici" hanno conquistato clienti a tassi di crescita del 100% l'anno.

E negli ultimi sei mesi le banche si sono rincorse per emettere nuove carte e per entrare in un business dove leader del mercato è Bancoposta, con oltre un milione e mezzo di prepagate. La Ssb, società per i servizi bancari, stima che nel 2005 saranno tre milioni le carte in circolazione, 16 milioni le transazioni per un valore di un miliardo di euro.

I nuovi adepti non mancano. Quinta essenza del denaro di plastica la prepagata incarna il sogno delle società che emettono carte di credito: un mondo senza contanti. Funziona così: prima paghi, poi spendi. Quando i soldi sono finiti si può ricaricare la carta e la giostra dello shopping ricomincia. Svanisce, tra l'atro, l'incubo di andare in rosso. E' la riscossa di chi non può permettersi un conto corrente o un bancomat. E' la soluzione per dare la paghetta ai figli o per mandarli a studiare all'estero. E' una scorciatoia per gli extracomunitari. Viene scelta da sempre più aziende per versare la retribuzione dei lavoratori precari. Quelli intermittenti o a progetto, un po' come la carta, che non ti lega a vita, che puoi usare per uno scopo preciso e che ha costi tutto sommato fissi: rilascio e ricarica. Per di più può essere anonima.

Caratteristiche che ne hanno decretato il successo. "Nata per acquistare con sicurezza su internet - spiega Vito Di Dario, direttore dell'Osservatore finanziario, che su internet stila una classifica delle prepagate - è finita per diventare soprattutto la carta di chi una "banca" non ce l'ha". Non a caso sono le Poste a guidare il fenomeno con Carta Postepay. Per ottenerla basta un documento di identità, funziona in Italia e all'estero sugli Atm e dà accesso al sito Internet, dove si possono pagare alcune utenze. Il plafond massimo è di 2000 euro. Ma le banche si sono spinte anche più in là. La prepagata SellaMoney (Banca Sella) non prevede un massimale (ma in questo caso la carta è nominativa). Soldintasca del SanPaoloImi arriva a 10 mila euro (la nominativa), KristalCard di Monte Paschi tocca quota 5000, come IntesaFlash di Intesa.

Nel futuro c'è la semplificazione. "L'obiettivo è consentire la ricarica anche nella grande distribuzione come avviene oggi per i telefonini", spiega Gianluigi Rocca, responsabile progetti speciali di Ssb. La strada per arrivarci è già in costruzione. "Fin dal prossimo anno - aggiunge Rocca - cominceremo a vedere le prepagate a circuito chiuso, emesse cioè da grossi esercenti. Si tratta di un mercato aggiuntivo, non sostitutivo".

L'esempio sono gli Stati Uniti, dove circa 73 miliardi di dollari di transazioni passano per il borsellino elettronico e dove la grande distribuzione gioca un ruolo da protagonista, baypassando le banche. Ha una sua carta Wal Mart, il gigante dei supermercati Usa. Ne ha una la catena di cafe-shop Starbuck. Ed è proprio la concorrenza di società come Visa e Mastercard a far tremare le banche. Basta un'alleanza con la grande distribuzione o con una società di telefonia mobile e il gioco è fatto. La sfida è appena cominciata.

(12 novembre 2005)

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