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Il paese "libero" chiamato USA...


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I più attivi nella discussione

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però diamo al papa quello che è del papa: GPII si appellò affinchè fosse chiesta la grazia a BERNABEI l'italoamericano RITARDATO giustiziato per un omicidio che lui, si seppe in seguito, non aveva commesso.

diciamo che ormai la posizione della chiesa è contro la pena di morte..ma nn l'ufficializza perche se no viene su un macello..lo stanno nascondendo agli occhi del mondo e per nn farlo risalire alla luce fanno finta di nn averlo mai detto..

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..."Williams è stato condannato nel 1981 per aver ucciso Albert Owens durante una rapina da 120 dollari. Due settimane dopo la rapina, Williams ha sparato a un'anziana coppia di immigrati di Taiwan che gestivano un motel e alla loro figlia..."

Questo per tutti i benpensanti su razzismo, legittima difesa etc.etc. e chi pensa che il "poverino" sia vittima del proprio colore. Mi sembra chiaro che si stia parlando di un delitto commesso da un cittadino americano che viene giustiziato dal suo proprio paese. Poi possiamo discutere su tutto il resto...certo, neanch'io condivido la pena di morte....ma casomai 12 ore al giorno di piccone per trent'anni o per tutta la vita. Peggio che morire. Volete vederli soffrire? FATELI LAVORARE!

Ma non vi chiedete come mai tanta gente è favorevole alla pena di morte?

Semplicemente perchè in Italia non c'è la certezza che reati commessi vengano adeguatamente puniti.

Cosa volete che pensi l'opinione pubblica quando vengono rimessi in libertà assassini, terroristi, stupratori, spacciatori, amministratori di società etc.etc. oppure quando pedofili vengono condannati non all'ergastolo ma "solo" ad anni di detenzione?

E poi c'è chi protesta perchè in carcere le condizioni sono disumane. la prossima volta mandiamoli in hotel a 5 stelle, va'....

Ma poi...voglio dire....vietnam,egitto,arabia saudita,russia,cina,cuba,mianmar(birmania),marocco,nigeria,iraq,iran,indonesia....ma perchè certi personaggi rompono i maroni solo agli stati uniti? Qualche genio me lo può spiegare? Grazie....cioè, è solo per criticare un pò l'amministrazione e magari anche Bush?

Perchè di solito è così...

premesso che bush è un idiota tale che berlusconi vincerebbe nobel per la fisica e per la buona gestione statale in confronto, sul resto sono assolutamente d'accordo con questa posizione.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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premesso che bush è un idiota tale che berlusconi vincerebbe nobel per la fisica e per la buona gestione statale in confronto, sul resto sono assolutamente d'accordo con questa posizione.

quindi trovi giusta l'esecuzione di quest'uomo?

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sono stato un po' ingiusto, ecco due buoni motivi per cui salverei gli USA :lol:

quoto x entrambi...e cmq diamo a bush quel che è di bush...naturalmente mi riferisco a...uhm no...vediamo...mah...ehm...vabbè adesso non mi sovviene nulla ;)

dopo la cazzata ritorno al discorso...e mi limito a condannare qualsiasi decisione favorevole all'assassinio umano, per giunta inflitta da stati che si dichiarano democratici...è fuori dal mondo...con questo naturalmente nn voglio depenalizzare reati atroci, però credo che vadano risolti in modo diverso...dopotutto nn mi sembra che in europa ci siano tutti questi problemi di ordine pubblico...

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il carcere deve servire a rieducare non a vendicare. è divertente vedere predicare la vendetta a chi si proclama cristiano, ed in nome di questa sua cultura vuole andare a fare la guerra ai barbari musulmani, che loro pure non scherzano eh, ma prima di contestare la pagliuzza nell'occhio altrui toglietevi le travi che avete in c**o. e non l'ho detto io ma il vostro gesù.

premetto che sono contrario alla pena di morte in linea di massima... poi però scusami ma mi faccio una grassissima ridata su questa tua affermazione :lol:

ed in special modo sul carcere che rieduca...

l tipo aveva una fedina lunga come il conto della spesa di mia madre dopo un mese senza supermercato. Innocente un paio di maroni.

Per una volta lacsiamo in pace la religione, che in questo caso non centra molto.

E lasciamo perdere anche varie polemiche sulla guerra etc... anche questo non centra nulla con la cultura che viene espressa da un popolo ed una nazione al suo interno.

Prima di sputare sentenze su chicchessia, nel bene e nel male, prima di mitizzare il diavolo o santificare il salvatore, entrambe anime presenti nel grande paese delle opportunità e delle contraddizioni, dovreste imparare a conoscerne la cultura oltre a tivvù ammaliatrice e giornali ignoranti, scandalistici e sensazionalisti...

Tra l'altro non capisco cosa ci sia di così fuori dal normale in questa "uccisione" rispetto alle altre che un mese si e due no regolarmente vengono praticate in vari stati.

Solo il fatto che Conan il barbaro non ha concesso una grazia non richiesta per orgoglio??

Scusate ma pur non condividendo la pena di morte non mi sento di provare alcun sentimento positivo nei confronti del giustiziato.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

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per giunta inflitta da stati che si dichiarano democratici...

esistono tantissimi paesi messi molto peggio degli usa, ad esempio il giappone, ma quello che fanno negli stati uniti è esponenzialmente più grave perchè si sono arrogati il diritto di guidare il mondo e di imporre il loro modello a tutto il mondo con massiccio uso della violenza e della illegalità, in barba alla democrazia di cui portano la bandiera

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premetto che sono contrario alla pena di morte in linea di massima... poi però scusami ma mi faccio una grassissima ridata su questa tua affermazione :lol:

ed in special modo sul carcere che rieduca...

l tipo aveva una fedina lunga come il conto della spesa di mia madre dopo un mese senza supermercato. Innocente un paio di maroni.

Per una volta lacsiamo in pace la religione, che in questo caso non centra molto.

E lasciamo perdere anche varie polemiche sulla guerra etc... anche questo non centra nulla con la cultura che viene espressa da un popolo ed una nazione al suo interno.

Prima di sputare sentenze su chicchessia, nel bene e nel male, prima di mitizzare il diavolo o santificare il salvatore, entrambe anime presenti nel grande paese delle opportunità e delle contraddizioni, dovreste imparare a conoscerne la cultura oltre a tivvù ammaliatrice e giornali ignoranti, scandalistici e sensazionalisti...

Tra l'altro non capisco cosa ci sia di così fuori dal normale in questa "uccisione" rispetto alle altre che un mese si e due no regolarmente vengono praticate in vari stati.

Solo il fatto che Conan il barbaro non ha concesso una grazia non richiesta per orgoglio??

Scusate ma pur non condividendo la pena di morte non mi sento di provare alcun sentimento positivo nei confronti del giustiziato.

capisco che sei sentimentalmente legato agli stati uniti, ma le loro esecuzioni sono decisamente arbitrarie, e lo dice la prova del dna. Negli Usa ci sono sicuramente tantissime cose buone, ma è innegabile che la piega che hanno preso nell'ultimo decennio è brutta assai.

Stati Uniti d'America

Stati Uniti d’America

Capo di Stato e del governo: George W. Bush

Pena di morte: mantenitore

Statuto di Roma della Corte penale internazionale: firmato

Convenzione delle Nazioni Unite sulle donne: firmata

Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite sulle donne: non firmato

Centinaia di detenuti hanno continuato a essere trattenuti senza accusa né processo presso la base navale di Guantánamo Bay, a Cuba. Migliaia di persone sono state arrestate nel corso di operazioni militari e di sicurezza in Iraq e Afghanistan senza che fosse loro assicurato il diritto di avere accesso a un legale o ai familiari. Sono state condotte indagini sulle denunce di torture e maltrattamenti ai danni di detenuti perpetrate da personale statunitense ad Abu Ghraib in Iraq e sono state aperte inchieste sui casi di maltrattamenti e di decessi in custodia avvenute in Iraq, Afghanistan e a Guantánamo. Sono venute alla luce prove che dimostrerebbero come l’amministrazione statunitense avesse autorizzato tecniche di interrogatorio proibite dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. A Guantánamo sono iniziate le udienze preliminari di fronte alla commissione militare, ma sono poi state sospese in attesa della sentenza di una corte federale statunitense. Negli Stati Uniti, più di quaranta persone sono decedute dopo che erano state colpite con un taser dalla polizia, sollevando preoccupazioni sulla reale sicurezza di queste armi. La pena di morte ha continuato a essere comminata e vi sono state esecuzioni.

Corte penale internazionale

Il governo statunitense ha intensificato i propri sforzi per limitare le prerogative della Corte penale internazionale. A dicembre il Congresso ha approvato una disposizione nel bilancio di spesa che permetterebbe all’esecutivo di negare aiuti economici ai Paesi che si rifiutassero di garantire ai cittadini statunitensi l’immunità nei confronti della Corte.

Guantánamo Bay

A fine anno, più di 500 persone provenienti da circa 35 Paesi rimanevano detenute senza accusa né processo nella base navale di Guantánamo Bay in quanto sospettate di avere legami con al-Qaeda o il regime dei Taliban. Almeno 10 detenuti sono stati trasferiti a Cuba dall’Afghanistan e più di cento sono stati rimpatriati nei Paesi di origine per continuare la detenzione o essere rilasciati. Almeno tre minorenni sono stati rilasciati, ma si ritiene che a fine anno altri due minorenni al momento dell’arresto si trovassero ancora a Guantánamo. Il Dipartimento della difesa ha continuato a non diffondere i nomi e il numero dei detenuti a Guantánamo, alimentando la preoccupazione che alcuni di loro potessero essere stati trasferiti nella base senza comparire nelle statistiche ufficiali.

Nel mese di giugno, con una sentenza storica, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che le corti federali degli Stati Uniti hanno giurisdizione sui detenuti di Guantánamo. Tuttavia il governo ha cercato di tenere qualsiasi revisione sui casi dei detenuti il più lontano possibile dalle aule di tribunale. A questo scopo è stato creato il Tribunale di revisione dello status dei combattenti (Combatant Status Review Tribunal – CSRT), un organismo amministrativo di revisione articolato in commissioni composte da tre militari che dovrebbero stabilire se i detenuti siano “combattenti nemici”. I detenuti compaiono di fronte al CSRT senza avere l’assistenza di un legale e rischiando che contro di loro possano essere utilizzate prove tenute segrete. Molti reclusi hanno boicottato le udienze, ciononostante a fine anno il CSRT aveva stabilito che oltre 200 detenuti erano “combattenti nemici”, mentre altri due non lo erano e nei loro confronti si poteva procedere al rilascio. Le autorità hanno anche annunciato che a tutti i detenuti riconosciuti come “combattenti nemici” sarebbe stata garantita una revisione annuale del loro status di fronte al Comitato di revisione amministrativa (Administrative Review Board – ARB) al fine di determinare se essi debbano rimanere in carcere o meno. Anche in questo caso i detenuti subirebbero l’inchiesta senza accesso a una consulenza legale e con la possibilità di essere accusati sulla base di prove segrete. Sia il CSRT sia l’ARB potranno avvalersi di testimonianze e confessioni estorte sotto tortura o coercizione. A dicembre, il Pentagono ha reso noto di aver istruito la prima udienza di fronte all’ARB.

Il governo ha informato i detenuti del fatto che essi potevano intentare cause di habeas corpus presso le corti federali – avendo quindi la possibilità di comparire di fronte a un giudice, essere pienamente informati delle accuse e contestarle in un regolare processo – e ha provveduto a fornire loro l’indirizzo della Corte distrettuale federale di Washington DC. Tuttavia, il governo ha aggiunto che in quella sede i detenuti di Guantánamo non avrebbero il diritto di contestare sulla base della Costituzione degli Stati Uniti o del diritto internazionale la legittimità della propria detenzione. A fine anno, sei mesi dopo la sentenza della Corte Suprema, nessun detenuto aveva goduto di alcuna revisione giuridicamente legale sulla legittimità delle propria detenzione.

Detenzioni in Afghanistan e in Iraq

Ad agosto, in seguito alla pubblicazione delle foto riguardanti le torture e i maltrattamenti compiuti da personale statunitense nella prigione di Abu Ghraib in Iraq (vedi oltre), la Commissione indipendente per la revisione delle procedure detentive del Dipartimento della difesa, nominata dal segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, ha reso noto che dall’inizio dell’invasione dell’Iraq e dell’Afghanistan circa 50.000 persone erano state arrestate durante le operazioni militari e di sicurezza condotte dalle forze statunitensi.

I militari statunitensi hanno operato in 25 strutture detentive in Afghanistan e in 17 in Iraq (vedi oltre). In ognuna di esse, ai detenuti è stato usualmente negato l’accesso ad avvocati e familiari. In Afghanistan, il Comitato internazionale della Croce Rossa (ICRC) ha potuto visitare solo alcuni detenuti delle basi aeree di Bagram e Kandahar.

Detenzioni in località segrete

Un certo numero di detenuti, quelli giudicati dalle autorità statunitensi più interessanti dal punto di vista dell’intelligence, si troverebbero rinchiusi in località segrete. In alcuni casi le modalità del loro arresto e della loro reclusione sono ascrivibili a vere e proprie “sparizioni”. Si ritiene cha alcuni di loro siano detenuti in queste condizioni da circa tre anni. Il rifiuto o l’incapacità delle autorità statunitensi di chiarire la situazione di questi reclusi, lasciandoli al di fuori della protezione della legge per periodi così prolungati, costituisce chiaramente una violazione degli standard sanciti nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate.

Si è continuato a nutrire il sospetto che le autorità statunitensi siano coinvolte nel trasferimento segreto di detenuti da un Paese all’altro, esponendoli così al rischio di subire torture e maltrattamenti.

Commissioni militari

A fine anno, 15 detenuti erano soggetti alle disposizioni del 2001 sulla detenzione, il trattamento e il processo di cittadini stranieri durante la guerra al terrorismo, che vanno sotto il nome di Military Order. I detenuti ai quali si applica il Military Order possono essere rinchiusi senza accusa né processo oppure giudicati da commissioni militari. Tali commissioni sono organi esecutivi, non tribunali indipendenti e imparziali, con il potere di comminare la pena di morte e contro le cui sentenze non è possibile appellarsi.

Nel corso di alcune udienze preliminari iniziate ad agosto, quattro dei 15, gli yemeniti Ali Hamza Ahmed Sulayman al Bahlul e Salim Ahmed Hamdan, l’australiano David Hicks e il sudanese Ibrahim Ahmed Mahmoud al Qosi, sono stati accusati di cospirazione finalizzata a commettere crimini di guerra e altri reati.

L’8 novembre, il giudice distrettuale James Robertson, chiamato a presiedere all’istanza di habeas corpus presentata da Salim Hamdan, ha stabilito che l’uomo non poteva essere processato da una commissione militare. Il giudice Robertson ha disposto che a meno che e fino a quando un «tribunale competente» – così come richiesto dall’art.5 della Terza Convenzione di Ginevra – non avesse determinato che Hamdan non aveva diritto allo status di prigioniero di guerra, egli poteva essere giudicato unicamente da una corte marziale in conformità al codice penale militare statunitense.

Il magistrato ha affermato che, anche nel caso in cui a Salim Hamdan non fosse riconosciuto lo status di prigioniero di guerra da parte di un «tribunale competente» (sicuramente non per ordine presidenziale o del CSRT), un eventuale processo di fronte a una commissione militare sarebbe comunque illegale in quanto tale organismo prevede l’esclusione dell’imputato da determinate fasi del dibattimento e l’utilizzo di prove “riservate” non rivelabili alla difesa. A fine anno, i procedimenti presso la commissione militare restavano sospesi in attesa dell’esito dell’appello presentato dal governo contro la sentenza del giudice Robertson.

Torture e maltrattamenti di detenuti reclusi al di fuori degli Stati Uniti

Le prove fotografiche delle torture e dei maltrattamenti subiti dai detenuti di Abu Ghraib in Iraq sono diventate di dominio pubblico verso la fine di aprile, suscitando profonda preoccupazione negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Il presidente Bush e altri membri dell’amministrazione si sono affrettati ad affermare che il problema era limitato ad Abu Ghraib e a pochi soldati indegni.

Il 22 giugno, dopo la diffusione di precedenti documenti del governo relativi alla “guerra al terrorismo” secondo i quali in un tale contesto eventuali torture e maltrattamenti erano da considerarsi prevedibili, l’amministrazione statunitense ha deciso di rendere noti alcuni documenti riservati allo scopo di “fare chiarezza sulla questione”. Tuttavia, il contenuto della documentazione ha mostrato come il governo avesse autorizzato tecniche di interrogatorio che violavano la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e che lo stesso presidente, in un memorandum datato 7 febbraio 2002, aveva affermato che nonostante i valori degli Stati Uniti «richiedessero di trattare i prigionieri umanamente» non tutti «avevano diritto legale a un tale trattamento». I documenti, tra l’altro, riguardavano i modi in cui gli agenti statunitensi avrebbero potuto aggirare il divieto internazionale a ricorrere alla tortura e ad altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti, avvalendosi anche del fatto che il presidente avrebbe potuto travalicare le leggi nazionali e internazionali in materia. Gli incartamenti hanno portato alla luce la decisione del presidente Bush di non applicare le Convenzioni di Ginevra alle persone catturate in Afghanistan su suggerimento del proprio consigliere legale, Alberto Gonzales. In tal modo i funzionari statunitensi preposti agli interrogatori avrebbero avuto mano libera nella “guerra al terrorismo” e i procedimenti giudiziari per crimini di guerra contro agenti statunitensi sarebbero stati meno probabili. All’indomani delle elezioni presidenziali di novembre, il presidente Bush ha nominato Alberto Gonzales quale Procuratore Generale della nuova amministrazione.

Il 30 dicembre, poco prima dello svolgimento delle udienze di fronte al Senato per la ratifica della nomina di Gonzales, il Dipartimento di giustizia ha aggiornato uno dei memorandum sull’uso della tortura più controversi, datato agosto 2002. Nonostante il nuovo memorandum costituisse un miglioramento del precedente, molti aspetti della versione originale potevano essere ritrovati in un altro documento governativo, il Rapporto del Gruppo di lavoro del Pentagono sugli interrogatori dei detenuti nella guerra globale al terrorismo, redatto il 4 aprile 2003, che a fine anno era ancora operativo.

A febbraio, sono trapelati alcuni passi di un rapporto dell’ICRC sugli abusi perpetrati dalle forze della Coalizione in Iraq, in alcuni casi definiti «equivalenti a torture», e il resoconto delle indagini condotte dal generale dell’esercito statunitense Antonio Taguba. Il rapporto Taguba aveva riscontrato «numerosi casi di abusi criminali sadici, manifesti e perversi» ai danni dei detenuti di Abu Ghraib tra l’ottobre e il dicembre 2003. Secondo il rapporto inoltre, nella prigione, gli agenti degli Stati Uniti avevano tenuto nascosto agli occhi dei funzionari dell’ICRC un certo numero di detenuti, definiti “detetnuti fantasma”. In seguito è stato reso noto che uno dei prigionieri era deceduto in detenzione, uno dei vari casi di decesso rivelati nel corso dell’anno in cui si ritiene che torture e maltrattamenti abbiano avuto un ruolo determinante.

Nel corso dell’anno, le autorità hanno intrapreso diverse indagini, hanno aperto procedimenti giudiziari contro soldati ritenuti responsabili di abusi e parimenti hanno svolto revisioni sui metodi e le pratiche di interrogatorio e detenzione. Le varie inchieste hanno registrato «approssimativamente 300 casi di denunce di abusi in Afghanistan, Iraq e a Guantánamo». Il 9 settembre, il maggiore Paul Kern, supervisore di una delle inchieste militari, ha riferito alla Commissione del Senato sulle Forze armate che in Iraq sarebbero stati presenti circa 100 “detenuti fantasma”. Il segretario alla Difesa Rumsfeld ha ammesso di aver autorizzato almeno in un caso la CIA (Central Intelligence Agency) a tenere un detenuto al di fuori da qualsiasi registro carcerario.

In ogni caso ha destato preoccupazione il fatto che gran parte delle inchieste fossero esclusivamente militari, pertanto non in grado di indagare ai più alti livelli di comando. Le attività della CIA in Iraq e altrove, ad esempio, sono rimaste largamente circondate dal più stretto riserbo. Non sono state aperte inchieste sul coinvolgimento degli Stati Uniti in trasferimenti segreti di detenuti tra Paesi e sulle torture e maltrattamenti conseguenti. Molti documenti sono rimasti riservati. AI ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta su tutti gli aspetti della “guerra al terrorismo” condotta dagli Stati Uniti, sui metodi e sulle pratiche di detenzione e interrogatorio.

Nel corso dell’anno, diversi detenuti rilasciati da Guantánamo hanno raccontato di aver subito torture e maltrattamenti mentre si trovavano nelle mani delle autorità statunitensi in Afghanistan e a Guantánamo. Sono emerse prove secondo cui qualcuno, compresi agenti dell’FBI (Federal Bureau of Investigation) e funzionari dell’ICRC, avevano scoperto che tali abusi erano stati perpetrati contro i detenuti.

Detenzione negli Stati Uniti di “combattenti nemici”

Nel mese di giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che Yaser Esam Hamdi, un cittadino statunitense tenuto in custodia delle autorità militari da oltre due anni senza accusa né processo in qualità di “combattente nemico”, aveva diritto a un processo e alla revisione di habeas corpus della sua detenzione di fronte a una corte degli Stati Uniti. Il suo caso è stato poi rinviato a tribunali di grado inferiore per ulteriori procedimenti. Quando l’ultimo di questi era ancora in corso, in ottobre, Hamdi è stato rilasciato dagli Stati Uniti ed estradato in Arabia Saudita, in base a condizioni concordate dai suoi avvocati con il governo degli Stati Uniti. Questi comprendevano la rinuncia alla cittadinanza statunitense, l’obbligo di non lasciare l’Arabia Saudita per cinque anni e il divieto di recarsi in Afghanistan, Iraq, Israele, Pakistan e Siria.

José Padilla, cittadino statunitense, e Ali-Saleh Kahlah Al-Marri, cittadino del Qatar, sono rimasti reclusi senza accusa né processo in qualità di “combattenti nemici”. José Padilla ha presentato un richiesta d’appello di fronte alla Corte Suprema analogamente a Yaser Esam Hamdi, ma la Corte ha rigettato la sua richiesta in quanto presentata alla giurisdizione sbagliata. A fine anno, il suo caso era ancora sotto esame nella Carolina del Sud, lo Stato in cui si trovava detenuto in un carcere militare.

Prigionieri di coscienza

Due obiettori di coscienza, il sergente Camilo Mejía Castillo e il sergente Abdullah William Webster sono stati incarcerati e pertanto considerati prigionieri di coscienza. A fine anno si trovavano ancora in prigione.

Il sergente Camilo Mejía Castello è stato condannato a una anno di reclusione per diserzione dopo che si era rifiutato di ritornare alla sua unità di stanza in Iraq per motivi morali in relazione ai suoi dubbi sulla legittimità della guerra e per la condotta delle truppe statunitensi nei confronti della popolazione civile irachena e dei prigionieri. Il processo è avvenuto nel mese di maggio nonostante si fosse ancora in attesa della decisione dell’esercito in merito alla sua richiesta per l’ottenimento dello status di obiettore di coscienza.

A giugno, il sergente Abdullah William Webster, in servizio presso l’esercito dal 1985, è stato condannato a 14 mesi di reclusione e alla perdita della paga e delle indennità per essersi rifiutato di partecipare al conflitto in Iraq a causa del suo credo religioso. Webster aveva ricevuto l’ordine di recarsi in Iraq nonostante avesse presentato una richiesta per essere rassegnato a incarichi che non prevedessero il servizio attivo. La sua domanda per ottenere lo status di obiettore di coscienza è stata rifiutata in quanto la sua opposizione sarebbe stata rivolta a un conflitto specifico e non alla guerra in generale.

Rifugiati, migranti e richiedenti asilo

A novembre, l’emittente radiofonica National Public Radio ha riportato una serie di denunce di abusi commessi ai danni di immigrati rinchiusi in tre prigioni del New Jersey, tra cui la prigione di Passaic e il centro correzionale della contea di Hudson. Due detenuti sarebbero stati picchiati mentre erano in manette e altri sarebbero stati morsicati dai cani da guardia. AI aveva registrato maltrattamenti simili nel 2003. Molte delle presunte vittime sono state deportate prima che le indagini fossero completate. Il Dipartimento per la sicurezza della patria ha reso noto di aver avviato una revisione di diverse strutture carcerarie a gestione privata, ma non ha fornito conferme su quali carceri fossero oggetto del provvedimento.

Maltrattamenti e uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine

Sono giunte notizie di maltrattamenti e decessi in custodia in cui sarebbero coinvolti taser della “nuova generazione”, vale a dire potenti armi a scossa elettrica in grado di sparare dardi metallici utilizzati da più di 5.000 tra dipartimenti di polizia e strutture detentive. Più di 40 persone hanno perso la vita dopo essere stati colpiti da queste armi, portando a più di 70 il numero totale di morti dal 2001. Mentre in genere i coroner attribuiscono le cause della morte a fattori come l’intossicazione da droghe, in almeno 5 casi i taser sono stati considerati tra i fattori direttamente responsabili del decesso.

La maggioranza delle vittime erano disarmate e non sembravano costituire una seria minaccia quando sono state colpite. Molti hanno subito scosse a più riprese, ed alcuni sono stati anche irrorati con spray al pepe o incatenati in modo pericoloso, come nel caso della tecnica detta del hogtying (con le mani e i piedi legati assieme dietro la schiena).

Secondo alcune testimonianze, i taser sarebbero abitualmente utilizzati dagli agenti per stordire persone mentalmente disturbate o che semplicemente non obbediscono agli ordini. Anche minorenni e anziani sono stati oggetto di simili trattamenti. In molti dipartimenti i taser sono diventati gli strumenti di lavoro più largamente utilizzati.

AI ha reiterato la propria richiesta alle autorità statunitensi affinché sospendano l’utilizzo e la vendita di taser e di altre armi a scossa elettrica fino a quando non venga condotta un’inchiesta indipendente e rigorosa sul loro utilizzo e sui loro effetti.

Pena di morte

Nel corso dell’anno, sono state eseguite 59 sentenze capitali, portando a 944 il numero di prigionieri messi a morte da quando la Corte Suprema pose fine a una moratoria nel 1976. Lo Stato del Texas ha ucciso 23 condannati assommando complessivamente 336 esecuzioni dal 1976. Cinque persone sono state liberate dal braccio della morte in quanto riconosciute innocenti, portando dal 1973 a 117 il numero dei rilasci di persone innocenti.

Otto persone condannate in Texas nella contea di Harris sono state messe a morte durante l’anno, nonostante le preoccupazioni riguardanti l’attendibilità delle perizie legali esaminate dal laboratorio del dipartimento di polizia di Houston (HPD), dove si erano palesati gravi problemi nel 2003. A ottobre, un giudice della Corte d’Appello del Texas ha affermato che si sarebbe dovuto stabilire «una moratoria su tutte le esecuzioni nei casi in cui le condanne erano state basate su prove provenienti dalla polizia di Houston fino a quando l’attendibilità delle prove non fosse verificata». Si tratta dell’unica opinione contraria quando la stessa corte ha negato l’istanza di sospensione presentata da Dominique Green sulla base dei dubbi riguardanti l’accuratezza della perizia balistica condotta dall’HPD e sulla scoperta di 280 scatole contenenti prove catalogate malamente che potrebbero aver inficiato migliaia di casi. Dominique Green è stato messo a morte il 26 ottobre.

Gli Stati Uniti hanno continuato a violare il diritto internazionale ricorrendo alla pena di morte nei confronti di persone minorenni al momento del crimine. Durante l’anno il braccio della morte contava circa 70 persone in questa situazione, oltre un terzo delle quali in Texas.

*A gennaio, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di prendere in considerazione un appello presentato dallo Stato del Missouri riguardante il caso di Christopher Simmons, che aveva 17 anni all’epoca del reato. La Corte Suprema del Missouri aveva revocato la sua condanna a morte nel 2003 in quanto avrebbe incontrato l’ostilità dell’opinione pubblica, contraria alla pena capitale nei confronti dei minorenni. Le esecuzioni di un certo numero di minorenni al momento del reato sono state sospese in attesa della sentenza della Corte Suprema attesa all’inizio del 2005.

Il 31 marzo, la Corte Internazionale di Giustizia si è espressa in merito a una causa intentata dal Messico riguardo ai propri cittadini arrestati, privati dei diritti consolari e condannati a morte negli Stati Uniti. La Corte ha riscontrato come gli Stati Uniti avessero violato gli obblighi assunti con la Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari e li ha invitati a riconsiderare gli effetti di tali violazioni nei casi che vedono coinvolti cittadini stranieri. La stessa Corte di Giustizia ha ribadito la propria «forte preoccupazione» riguardo al fatto che era stata fissata la data dell’esecuzione di Osvaldo Torres Aguilera, uno dei cittadini messicani citati nella causa. La condanna di Aguilera è stata in seguito commutata dal governatore dell’Oklahoma dopo che il presidente messicano aveva presentato una richiesta di clemenza e la commissione statale incaricata di esaminare tali richieste aveva emesso una raccomandazione in tal senso. Il 10 dicembre, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di esaminare la domanda di appello di José Medellin, un cittadino messicano rinchiuso nel braccio della morte in Texas, allo scopo di determinare quali debbano essere gli effetti della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sui tribunali degli Stati Uniti. La sentenza era prevista nel 2005.

Prigionieri affetti da gravi malattie mentali hanno continuato a essere condannati a morte e le loro sentenze sono state eseguite.

*Charles Singleton è stato messo a morte in Arkansas il 6 gennaio. Durante il periodo trascorso nel braccio della morte, la sua malattia mentale si era manifestata in modo talmente acuto da spingere i medici a sottoporlo a trattamento sanitario obbligatorio.

*Kelsey Patterson, al quale era stata diagnosticata una schizofrenia paranoide, è stato messo a morte in Texas il 18 maggio. Il governatore dello Stato aveva rigettato una raccomandazione per la clemenza presentata dalla Commissione sulla libertà sulla parola e la clemenza del Texas.

*Il 5 agosto James Hubbard, di 74 anni, è stato messo a morte in Alabama. Si tratta della persona più anziana messa a morte negli Stati Uniti dal 1977 ed era rimasto nel braccio della morte per oltre un quarto di secolo. James Hubbard soffriva di demenza che talvolta lo portava a dimenticare chi era e perché si trovasse nel braccio della morte.

Rapporti e missioni di AI

USA: Dead wrong – The case of Nanon Williams, child offender facing execution on flawed evidence (AI Index: AMR 51/002/2004)

USA: “Where is the compassion?” – The imminent execution of Scott Panetti, mentally ill offender (AI Index: AMR 51/011/2004)

USA: Another Texas injustice – The case of Kelsey Patterson, mentally ill man facing execution (AI Index: AMR 51/047/2004)

USA: Osvaldo Torres, Mexican national denied consular rights, scheduled to die (AI Index: AMR 51/057/2004)

USA: Undermining security -- violations of human dignity, the rule of law and the National Security Strategy in ‘war on terror’ detentions (AI Index: AMR 51/061/2004)

USA: An open letter to President George W. Bush on the question of torture and cruel, inhuman or degrading treatment (AI Index: AMR 51/078/2004)

USA: Appealing for justice – Supreme Court hears arguments against the detention of Yaser Esam Hamdi and José Padilla (AI Index: AMR 51/065/2004)

USA: Restoring the rule of law – The right of Guantánamo detainees to judicial review of the lawfulness of their detention (AI Index: AMR 51/093/2004)

USA: A deepening stain on US justice (AI Index: AMR 51/130/2004)

USA: Human dignity denied – Torture and accountability in the ‘war on terror’ (AI Index: AMR 51/145/2004)

USA: Guantánamo: Military commissions – Amnesty International observer’s notes, No. 3 – Proceedings suspended following order by US federal judge (AI Index: AMR 51/157/2004)

USA: Excessive and lethal force? Amnesty International’s concerns about deaths and ill-treatment involving police use of tasers (AI Index: AMR 51/139/2004)

USA: Proclamations are not enough, double standards must end – More than words needed this Human Rights Day (AI Index: AMR 51/171/2004)

Nel mese di aprile delegati di AI si sono recati nello Yemen e hanno avuto colloqui con i familiari dei detenuti di Guantánamo provenienti dalla regione del Golfo. Un delegato di AI ha assistito alle udienze preliminari di fronte alla commissione militare tenutesi a Guantánamo Bay nei mesi di agosto e novembre.

dal sito di amnesty

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