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Antonveneta, Unipol e altro


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Il provvedimento anche per Boni e Spinelli

Antonveneta, arrestato Gianpiero Fiorani

L'accusa: associazione per delinquere finalizzata all’aggiotaggio. L'ordine firmato dal gip Clementina Forleo. Somme a politici

0IRGGAUA--180x140.jpg Uomini della Guardia di Finanza davanti alla casa di Gianpiero Fiorani, a Lodi (Emmevi)

ROMA - Il gip Clementina Forleo ha firmato gli ordini di custodia cautelare per l’ex numero uno di Bpi Gianpiero Fiorani che è stato arrestato martedì sera dagli uomini della Guardia di Finanza. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata all’aggiotaggio, all’appropriazione indebita e ad altri reati. Dal mandato di cattura emergono somme pagate a politici per la difesa dell'italianità della banca. I nomi dei politici nell'ordinanza del gip Forleo sono coperti da omissis. «Rubavano ai clienti per ripianare le perdite - si legge nell'ordinanza - Soldi ai politici e complicità di chi doveva controllare».

Oltre che per Fiorani l'ordine di custodia cautelare è stato eseguito anche per l'ex- direttore finanziario di Bpi Gianfranco Boni e per l'ex dirigente dell'istituto di credito Silvano Spinelli. Emessi due mandati di arresto anche per Fabio Massimo Conti e Paolo Marmont, gestori del fondo Victoria Eagle, coinvolto nelle operazioni di Fiorani. Anche loro accusati per associazione per delinquere e riciclaggio. Conti è già stato arrestato, mentre Marmont si troverebbe attualmente in Svizzera, a Lugano.

Indagato anche l' avvocato Ghioldi, fiduciario di una serie di società e conti occulti - secondo le accuse - su cui venivano fatti confluire dai due gestori i proventi delle appropriazioni indebite. Indagato, infine, a piede libero, anche l'imprenditore agricolo Giuseppe Besozzi che - secondo la Procura - avrebbe ricevuto soldi sottobanco per acquistare azioni dell'Antonveneta. Fiorani e Boni sono stati portati nel carcere di San Vittore, a Milano.

SUPERTESTIMONE - Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti i provvedimenti sono scattati dopo le dichiarazioni dell' ex dirigente di Bipielle Suisse Egidio Menclossi, supertestimone dell' inchiesta e gravemente minacciato, unitamente a un altro dirigente di Bipielle Toscana, e dell' imprenditore milanesi Mario Sechi, a seguito di accertamenti riguardo all'attività in corso da parte degli indagati. In particolare nel mirino dei magistrati sarebbero finite alcuni movimenti di denaro sospetti compiute in queste ultime settimane e riscontrati attraverso controlli incrociati con l'Ufficio Italiano Cambi. Il sospetto inoltre è che il gruppo stesse organizzandosi in vista dell'assemblea del 27-28 gennaio della Bpi, chiamata ad eleggere un nuovo consiglio di amministrazione, e nella quale per i pm si stava allungando pericolosamente l'ombra della vecchia gestione.

Nel pomeriggio, prima dell'avvio dell'operazione, l'iscrizione al registro degli indagati dell'europarlamentare Udc e imprenditore Vito Bonsignore per concorso in aggiotaggio. La sua società Gefip aveva ricevuto finanziamenti dalla Bpi per comprare azioni Antonveneta che aveva poi rivenduto realizzando una plusvalenza a una società di Gnutti.

I PROTAGONISTI-Gianfranco Boni è stato direttore finanziario della Banca Popolare di Lodi all' epoca in cui Gianpiero Fiorani governava l' istituto. Silvano Spinelli, ex dirigente di Bpl era l'uomo di fiducia di Fiorani. Giuseppe Besozzi, socio storico della Lodi, era il punto di riferimento di quei 12 imprenditori agricoli che avevano ricevuto finanziamenti per oltre 290 milioni di euro dalla ex Lodi per acquistare azioni Antonveneta rivendendole poi alla stessa banca o ad altri soggetti a lei vicini, realizzando plusvalenze.

14 dicembre 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/12_Dicembre/13/fiorani.shtml

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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L'ordinanza del giudice

«Rubavano a tutti i clienti»

«Un modo per ripianare le perdite». Patrimoni personali enormi grazie alle scalate illecite

La banda Fiorani si arricchiva accumulando «patrimoni personali enormi» anche grazie alle scalate illecite. E a pagare i danni era la massa dei risparmiatori: clienti onesti della banca che subivano tanti piccoli ammanchi. «Spese» e «commissioni» inventate dai vertici della Popolare di Lodi per coprire le perdite in Borsa, ripianate in via provvisoria perfino con prelievi abusivi dal caveau. Con casi limite di furti dall’eredità dei clienti morti.

L’ordinanza di arresto del banchiere Gianpiero Fiorani, dei suoi due più stretti collaboratori e di due riciclatori italo-svizzeri racconta la storia di un’«associazione per delinquere» imputata di «innumerevoli reati» concatenati in due fasi logiche. Prima tappa, accumulare il bottino. Con manovre di aggiotaggio e insider trading. Le informazioni privilegiate sulle future acquisizioni, come la scalata tentata ad Antonveneta, garantiscono sicuri profitti a una cerchia di clienti privilegiati. Raccomandati che poi restituiscono in nero fino a due terzi del bottino a Boni e Fiorani. Quindi i soldi - a colpi di «decine di milioni di euro» - finiscono su conti esteri e società offshore, che li reinvestono in Italia, soprattutto in speculazioni immobiliari finanziate dalla stessa Lodi, moltiplicando così i patrimoni illeciti.

Quando però in Borsa va male, Boni e Fiorani ordinano ai cassieri di ripianare le perdite prelevando i soldi direttamente dal caveau. Il buco così creato viene ricoperto «spalmando», cioè dividendo il passivo sui conti di gran parte e forse di tutti i clienti onesti. Le singole ruberie sono modeste - spese bancarie per pochi euro, aumenti eccezionali delle commissioni, addebiti di bollette o pagamenti inesistenti - per cui gli ignari risparmiatori, che si fidano della banca, non se ne accorgono. A segnalare gli ammanchi nel caveau è anche l’ultima ispezione di Bankitalia, mentre le precedenti missioni degli 007 del governatore Fazio avevano ignorato questi «buchi». La «banda Fiorani» usava i depositi dei clienti onesti anche per «parcheggiare», attraverso conti di transito, i profitti illeciti delle scalate.

I risparmiatori diventavano ricchi a loro insaputa e perdevano tutto senza saperlo. Una «gola profonda» dell’inchiesta ha raccontato ai pm milanesi che c’era perfino «il sistema dei clienti morti». E ha fatto l’esempio: il conto del cliente X viene caricato di capital gains a sua insaputa; quando il depositante muore, quei soldi non finiscono agli eredi, ma vengono sottratti dalla solita «banda nella banca». Nell’ultimo interrogatorio l’ex banchiere Fiorani si è visto contestare di aver nascosto all’estero «circa 70 milioni di euro» addirittura «fino all’ottobre scorso». Soldi finiti su conti offshore di Singapore e Jersey. Di fronte all’accusa di aver occultato il bottino perfino dopo le intercettazioni e il blitz dei pm, Fiorani non ha fatto una piega: «Era per stare più tranquillo».

Nel nuovo atto d’accusa dei magistrati compare anche il reato bancario di «aver concesso finanziamenti a tassi agevolati e senza garanzie a società di cui Fiorani era socio occulto o a suoi prestanome». Di aver venduto «beni sociali a danno della banca e in conflitto d’interessi». E di aver garantito ai pochi clienti privilegiati «operazioni sui derivati con utili per il correntista e perdite per la banca». Per il primo grande testimone d’accusa dell’inchiesta Antonveneta, Egidio Menclossi, qualcuno è invece arrivato alle «minacce di morte»: lettere anonime con tanto di «teschio e ossa incrociate».

Paolo Biondani Fiorenza Sarzanini

14 dicembre 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/12_Dicembre/14/ordinanza.shtml

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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ho un amico, in una certa posizione nell'istituto in questione, che tempo fa ha ricevuto una telefonata dal suo capo: "se devi ritirare con il bancomat, fallo oggi, e poi x un paio di giorni nn guardare l'estratto conto..."

Detto fatto, banking online il giorno dopo x controllare: 45 milioni di euro sul conto, per circa 48 ore.

Che porcate che fanno.

Io gli ho detto che avrebbe dovuto ritirare almeno una parte, e poi chi gli viene a contestare qcosa si va in procura!!

Così imparano...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Inviato

una volta in banca da che sul conto c'erano 1000-2000 euro mi son trovato circa 20.000 euro,e puntualmente dopo pochi giorni era tutto a posto,non avevo preso niente perchè da assolutamente ignorante in materia ho pensato che alla fine gira che ti rigira sempre in qualche modo in quel posto lo prendevo,ma mi sa che ho fatto una grossa scemenza..chissà

Inviato

banca?? :evil:

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ah quelli poi... attraverso 121 ex salento m'hanno pure ink... 1500 euri...

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Inviato

su studio aperto il solito direttore di parte si lamentava dell'arresto dicendo che era inutile e che non poteva inquinare le prove, scusate ma se rubo un portafoglio mi lasciano libero? non credo proprio

  • Ieri: Fiat Panda 900 Young (1998) - AB Y10 II Avenue (1993) - Fiat Panda 1.2 DynamicClass (2004) - Fiat Punto Evo 1.4 GPL (2010)
  • Oggi: Ford Focus SW 1.6 Tdci 90cv (2009) e Lancia Ypsilon 1.2 (2016)
  • Ieri: Aprilia Rally II L.C. 50cc (1996) - Piaggio Vespa PX 150 (2002) - Honda Hornet 600 II (2006)
  • Oggi: Honda Hornet 600 III (2007) e Piaggio Vespa PX 150 (2000)
Inviato
ma secondo te se facevo un bel prelievo poi gli dovevo restituire tutto o se la prendevano in quel posto?

assolutamente NO... se te la giochi bene è un errore loro!!

su studio aperto il solito direttore di parte si lamentava dell'arresto dicendo che era inutile e che non poteva inquinare le prove, scusate ma se rubo un portafoglio mi lasciano libero? non credo proprio

assolutamente SI... ormai in questo paese nn ti fanno nulla... ;)

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