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Berlusconi: illegale in tutto e per tutto...


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I più attivi nella discussione

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E con tutta la gentaglia da sbattere dentro dovremo adibire 2 o 3 città di medie dimensioni intere a carcere.......

:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D

però si risolverebbe un pò il problema-traffico.......

:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D

okkio a Snake Plissken poi xò...!! :evil::lol:

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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oddio, se copco pulisce il csx ci rimangono solo mastella e rutelli :lol: AIUTOO!!

No davvero! Eventualmente quegli stregoni sarebbero i primi a saltare, dopo il pecoraro ma ben prima di Fauto e skeletrik&baffino.

Fra cinque anni, eventualmente, forse, si vedrà.

Forse hai interpretato male: il contratto con Ax era di ripulire la maggioranza a breve termine e l'opposizione a medio termine. Opposizione che tutti i sondaggi identificano nel cdx. 8-)

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oddio, se copco pulisce il csx ci rimangono solo mastella e rutelli :lol: AIUTOO!!

ROMA - Non solo la socialdemocrazia è viva, ma è l´unico vero punto di riferimento dell´Ulivo. Piero Fassino non si limita a una difesa d´ufficio dopo le parole di Francesco Rutelli. Rilancia e in pratica riapre il caso: «Se la federazione alza gli occhi oltre i confini dell´Italia non può non vedere che il riformismo in Europa è rappresentato dai partiti socialisti. Voglio dire che la socialdemocrazia è l´interlocutore naturale della federazione dell´Ulivo».

Inutile inventarsi altre strade, sarebbe da «provinciali». Dunque, ricucire lo strappo sì, ma il segretario dei Ds indica anche l´approdo futuro del soggetto riformista, lo stesso dove sbarcarono lui e gli altri diessini dopo l´esperienza nel Pci.

Rutelli ha precisato il senso delle sue dichiarazioni di sabato. «La socialdemocrazia non è da buttare», dice. Ma è chiaro che nell´Ulivo si è aperto anche un confronto culturale.

«La lingua è andata oltre il pensiero e Rutelli se n´é reso conto. Però questo piccolo incidente è l´occasione per uscire dall´equivoco e dagli schematismi, perché rappresentare la socialdemocrazia con il volto di Jean Jaurès è una caricatura. È passato un secolo e, guardando solo agli ultimi anni, nel campo socialista ci sono stati Mitterrand e Gonzales. Ora, ci sono Blair, Schroeder e Zapatero. La verità è che i valori della sinistra sono più attuali che mai: uguaglianza, giustizia, dignità umana, solidarietà. E il socialismo democratico è l´unica politica che sia stata capace di tenere insieme tutte queste cose. È vero, ha alternato momenti di stagnazione e fasi di grande successo, ma ancora oggi, quando si indica un Paese con un´alta qualità civile, con un Stato sociale efficiente e veramente redistributivo si pensa alla Svezia o alla Norvegia, grandi paesi socialdemocratici del Nord Europa».

Rutelli voleva anche dire che non si deve rimanere con un piede nel '900 e bisogna guardare al futuro.

«Ma questa non è una novità. Le grandi socialdemocrazie il cambiamento lo hanno già cercato negli anni ´70... Brandt e Palme sono stati i primi a porre due questioni planetarie: il rapporto Nord-Sud del mondo e lo sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale. Nel frattempo, Gonzales ha traghettato la Spagna dal fascismo alla democrazia e alla modernità, Guterres ha fatto lo stesso in Portogallo, Blair ha creato la Terza via, Schroeder ha riconquistato il governo tedesco dopo 14 anni dominati dalla Cdu. E oggi in Spagna Zapatero sperimenta altre innovazioni. Per questo la socialdemocrazia diventa un punto di riferimento anche al di là dell´Europa. Per Lula, che quando ha voluto collocare nel mondo il suo partito ha chiesto l´adesione all´Internazionale socialista, e per Mandela che ha portato l´Anc nella stessa famiglia. Lo abbiamo fatto anche noi: quando abbiamo deciso di trasformare il Pci nel Pds, ci siamo affidati ai valori socialdemocratici».

Insomma, niente deve cambiare?

«No, al contrario. Deve cambiare il modo in cui questi valori vengono realizzati. Il lavoro è un valore fondante della sinistra, giusto? Trent´anni fa abbiamo difeso i diritti dei lavoratori in un mercato stabile, oggi lo dobbiamo fare in un mercato flessibile. Se fossimo "vecchi" e "immobili" non avremmo mai accettato la flessibilità. E invece l´accettiamo ma battendoci perché non si trasformi in precarietà e a ogni lavoratore, quale che sia il suo tipo di lavoro, vanno garantiti uguali diritti e uguali certezze. È solo un esempio e se ne potrebbero fare altri. Dobbiamo difendere il valore dell´uguaglianza nelle condizioni nuove. Su questo terreno si misura la forza del riformismo».

È possibile che Rutelli abbia voluto ribadire il suo no al progetto del partito riformista, magari dominato dall´eredità socialista e dalla Quercia?

«Il problema oggi non è costruire il partito unico. Abbiamo scelto la federazione dell´Ulivo proprio perchè è fondata sul riconoscimento delle identità di tutti, sulle diverse culture del riformismo italiano. Io so bene che oltre a quello socialista, c´è un riformismo cattolico, uno laico e uno più recente d´ispirazione ambientalista. E noi intorno a Prodi vogliamo far incontrare questi diversi riformismi. Ma va detto che se la federazione alza gli occhi oltre i confini dell´Italia non può non vedere che il riformismo è rappresentato in Europa dai partiti socialdemocratici. La socialdemocrazia è l´interlocutore naturale della federazione dell´Ulivo perché nel nostro continente il riformismo vive nei partiti socialisti, nei quali peraltro ci sono robuste correnti cristiane sia cattoliche sia protestanti. Anche nei Ds convivono coloro che vengono dal Pci e dal Pds insieme con socialisti, repubblicani e cristiano sociali».

Quando fu varata la lista unitaria qualcuno propose di individuare un nuovo contenitore di centrosinistra che superasse il partito socialista europeo. Poi, cosa è accaduto?

«Dobbiamo liberarci dal provincialismo di chi pensa che partendo dall´esperienza italiana si cambia il mondo. Non c´è nessuno, dico nessuno in Europa che metta in discussione il ruolo della socialdemocrazia e delle sue organizzazioni. E la costruzione di un centrosinistra europeo non può che essere fatto insieme alle grandi socialdemocrazie. Mandela e Lula hanno storie molto diverse da quelle, per dire, dei partiti socialdemocratici del Nord Europa eppure volendo individuare una famiglia politica mondiale hanno scelto l´Internazionale socialista. Detto questo, è un bene che sia scoppiato il caso, è l´occasione per un confronto aperto tra esperienze e culture differenti dentro la federazione, per dimostrare che non vogliamo essere soltanto un accordo elettorale».

Berlusconi intanto salta il dibattito sulla socialdemocrazia e torna all´anticomunismo da campagna elettorale. Dice che la sinistra semina «morte, terrore e fame».

«Si è dimenticato di dire che mangiamo i bambini... Se il Cavaliere pensa di vincere usando questi temi avrà una grande delusione, come è già successo nel 2002, nel 2003, nel 2004. In tutte le ultime elezioni, gli italiani si sono fidati più del centrosinistra che del Polo e penso lo faranno anche alle regionali e nel 2006. La gente non si fa più né illudere né spaventare da Berlusconi».

La campagna elettorale del Cavaliere ha due sbocchi: o Palazzo Chigi o la presidenza della Repubblica, con una chiara preferenza per la seconda ipotesi. Il centrosinistra non ha niente da dire sul Quirinale, ha un suo candidato per il 2006?

«Noi rifiutiamo questa logica che stravolge le regole istituzionali. Nel 2006 i cittadini sono chiamati a votare per il Parlamento e il governo del Paese mentre il capo dello Stato non si elegge a suffragio universale. La personalità giusta per il Colle la decideremo nel 2006, dopo aver visto gli esiti delle elezioni politiche. E in ogni caso, salvo Giovanni Leone, tutti i presidenti della Repubblica sono stati eletti con un consenso parlamentare molto largo proprio per non essere schiacciati sulla maggioranza di governo... Insomma, per noi è un errore politico e istituzionale parlare oggi dell´elezione al Colle. Non lo accettiamo e non abbiamo intenzione di commetterlo anche noi».

La Repubblica 17-01-2005

Ha fatto solo un errore: quello di considerare cuccagnero come un attore credibile dell'internazionale socialista.

Se

"nel nostro continente il riformismo vive nei partiti socialisti, nei quali peraltro ci sono robuste correnti cristiane sia cattoliche sia protestanti"

un zazzazero che fa la guerra ai cristiani è un elemento intorno al quale occorre fare terra bruciata (stavo per dire che occorre bruciargli il culo).

La storia dei gay e dei rapporti con i cristiani va affrontata seriamente senza scatenare guerre. In un continente a radici cristiane uno come gnoccazero danneggia enormemente il processo socialdemocratico perchè sarebbe un grave errore tentare di realizzarlo escludendo i cristiani.

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gli ultimi avvenimenti in terra spagnola dimostrano che è la chiesa (non i cristiani) a fare la guerra a zapatero, non il contrario 8-)

gli spagnoli sono molto più cristiani degli italiani e lo dimostra il clima di tolleranza, anzi, di benevolenza che respirano tutte le minoranze. Ma sono discorsi vecchi...

hai notato le facce che fa pecoraro scanio durante le interviste :lol: sembra gina lollobrigida... se guardo i verdi tedeschi e poi butto l'occhio su quelli italiani mi cadono le... braccia per non dire altro!

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gli ultimi avvenimenti in terra spagnola dimostrano che è la chiesa (non i cristiani) a fare la guerra a zapatero, non il contrario 8-)

gli spagnoli sono molto più cristiani degli italiani e lo dimostra il clima di tolleranza, anzi, di benevolenza che respirano tutte le minoranze. Ma sono discorsi vecchi...

hai notato le facce che fa pecoraro scanio durante le interviste :lol: sembra gina lollobrigida... se guardo i verdi tedeschi e poi butto l'occhio su quelli italiani mi cadono le... braccia per non dire altro!

Vabbè, il clero spagnolo mi pare che sia abbastanza criticabile e a volte reagisce alla guerra di cuccagnero in maniera sbagliata ma comunque non è che puoi disgiungere tanto facilmente i cristiani dalla loro Chiesa.

Il pecoraro è un altro che secondo me danneggia l'immagine della sinistra.

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se dobbiamo proprio fare pulizia, mastella e rutelli sono i primi che vengono spazzati dalla mia ENORME scopa di saggina ;)

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(John Fitzgerald Kennedy)

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