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Massa alla Ferrari


Wilhem275

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(ANSA) F1, Felipe Massa nuovo pilota della Ferrari: "Cerco la mia 1/a vittoria. Sono pronto a fare il secondo di Schumacher".

There's no replacement for displacement.

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Guest DESMO16
Intervista a Felipe Massa, nuovo pilota della Ferrari

Massa: «Posso arrivare vicino a Schumi»

«Penso che sia logico pensare prima al podio e poi alla vittoria». Valentino Rossi in F1? «Dovrebbe fare il collaudatore per un anno»

MADONNA DI CAMPIGLIO – Arrivare alla Ferrari, per un pilota di 25 anni che arriva dalla Sauber, è un fatto importante. Perché significa avere opportunità a getto continuo, non solo per il fatto di poter guidare una macchina di vertice ma anche per la disponibilità di avere un maestro come Michael Schumacher dal quale attingere esperienze tecniche di altissimo valore. Questo accade a Felipe Massa, 25 anni di Curitiba, ennesimo brasiliano della formula 1, una stirpe che ha avuto grandissimi campioni del mondo quali Ayrton Senna, Nelson Piquet, Emerson Fittipaldi. Nessun brasiliano, però, ha vinto il mondiale con una Ferrari: e questo è il sogno di Massa il cui manager è Nicolas Todt, il figlio del direttore generale della Casa di Maranello. Un sogno confessato a mezze parole ma sicuramente ben radicato all’interno del cuore di Felipe. «Sono felice di essere in Ferrari – confessa – perché avrò le grandi opportunità che non ho potuto avere in sauber, buone macchine ma non per stare davanti».

Tu conti di reggere meglio il confronto con Schumacher di quanto non sia riuscito a fare Rubens Barrichello?

Io spero di disputare una buona stagione. E’ la prima volta che corro per un top team, già dai primi test ho avuto molto supporto. E quello con Michael sarà il paragone più importante che un pilota possa avere. Per questo io spero di far bene da subito.

Quali sono le tue doti migliori come uomo e come pilota?

Come uomo sono simpatico. Come pilota sono uno dallo stile aggressivo ma che ho imparato a dosare e controllare. Imparo le piste in fretta, ho uno stile di guida che mi permettere di raggiungere il giusto set up della vettura. E ogni anno che passa miglioro.

Il tuo manager è Nicolas Todt: quanto sei stato aiutato da questo rapporto per entrare in Ferrari?

Ero in un a situazione delicata, avevo due manager con opinioni che contrastavano: fatto che non mi ha aiutato. Poi ho conosciuto Nicolas, ci siamo trovati bene e siamo diventati amici. La situazione in seguito si è evoluta in moda da permetterci una collaborazione. Sotto un certo punto di vista le conoscenze aiutano, nel mestiere che ognuno fa. Ma non sono arrivato alla Ferrari per Nicolas, credo che la Scuderia non avrebbe ingaggiato un pilota solo perché il manager è il figlio di Todt. Non so cosa succederà in futuro, comunque la nostra amicizia continuerà.

Torniamo al rapporto con Schumi: pensi che ti gioverà più guardarlo o lavorare con lui?

Per me sarebbe bello poter giocare al football con Pelé. Così è con Schumi, lavorare con lui mi farà migliorare.

Si parla del futuro della Ferrari in chiave Schumacher, Raikkonen, Valentino Rossi. Ma di te si parla poco: ti da fastidio?

Il fatto è che tutti parlano del 2007 e nessuno di quest’anno. Io sono tranquillo perché la squadra è concentrata sul 2006. Io sono abituato a guardare anno dopo anno: per arrivare al 2007 dovrà scorrere tanta acqua sotto i ponti e io sono teso a guadagnare il massimo spazio in formula 1.

Hai già sognato la tua prima corsa con la Ferrari?

Ancora no, ci sono tanti test da fare. Ma quel giorno arriverà.

Che differenza hai trovato alla Ferrari rispetto alla Sauber?

Conosceva già la Ferrari per esserne stato collaudatore nel 2001. Ma stavolta ho visto di più, ho potuto vedere come ognuno lavora nel suo settore per raggiungere il miglior risultato. E alla Ferrari ognuno sa del lavoro dell’altro in modo da poter percorrere una strada insieme. Quando arrivai in Sauber avevo vent’anni, la macchina era molto difficile da guidare, io e il mio compagno correvamo con due assetti diversi. Ho sofferto per metà campionato, poi ho trovato la giusta soluzione e sono stato molto veloce. Quando ritornai in Sauber, trovai una vettura più tranquilla, io avevo già capito i miei errori e avevo più esperienza su come lavorare.

Tutti parlano di Valentino in Ferrari: ci credi?

Sarebbe bello vedere cambiare strada a un asso di quella portata. Ma sarà lui a decidere anche se dovrà avere conoscenza totale del lavoro che lo attenderebbe. Molti di noi della formula 1 hanno cominciato a correre a otto anni, sui kart: per girare come noi Valentino dovrà sottoporsi a un duro lavoro, anche fisico, come collaudatore per un anno. E non sarà facile fare il collaudatore con una F1 e correre nella motoGP.

Hai già provato a immaginarti in una situazione di confronto con Schumi, prevedi che potrai essere distante da lui?

Sono preparato anche a stargli più vicino. Ogni campionato ha le sue sorprese, io sono pronto a ogni situazione.

Quali sono i tuoi obiettivi: speri di arrivare a fine stagione puntando prima alla vittoria o subito al mondiale?

Io penso che sia logico prima pensare al podio e poi alla prima vittoria. Battersi per il mondiale rappresenta un passo successivo. Il mondiale si vince, conquistando prima un successo, poi un altro e così via. Io sto con i piedi per terra: il mio primo obiettivo è vincere un grand prix.

Cosa pensi di Alonso che ha già siglato il contratto con McLaren per il 2007?

Avrà fatto i suoi calcoli e penso che correrà sempre per vincere. E se la Renault vuole bissare il campionato non potrà nascondersi e dovrà supportarlo in pieno.

Certo correre avendo sul capo la grande tradizione brasiliana della formula 1 non sarà facile.

Quando è morto Ayrton è stato lutto nazionale. Non è facile essere brasiliano in formula 1, ma io lavorerò molto non solo per me ma anche per il mio Paese.

Nestore Morosini

11 gennaio 2006

Parla il collaudatore della Ferrari dopo i primi test con il nuovo propulsore

Gené: «Il nuovo V8 è un motore nato bene»

«ll livello di affidabilità è migliore di quanto non mi aspettassi». Lavorare con Schumi? «A volte vuole fare lui i test al mio posto»

MADONNA DI CAMPIGLIO – Marc Gené è un catalano di 31 anni, quattro stagioni con la Williams come collaudatore, tre grand prix disputati con un quinto posto a Monza. Poi, l’anno scorso, la Ferrari l’ha ingaggiato per la sua grande esperienza con le monoposto e perché Marc è un pilota di rara intelligenza, capace di mettere a fuoco le situazioni con estrema razionalità. Per questo, insieme a Luca Badoer, Marc Gené sta portando avanti i collaudi del nuovo motore V8 (che, provato a Jerez da Schumi ha dato risultati molto incoraggianti) e delle nuove gomme Bridgestone. «Sarà un anno molto positivo per le mie aspirazioni – spiega Gené – la Ferrari è una squadra molto migliore della Williams con la quale sono stato quattro anni. La squadra mi è vicina, l’intesa con i meccanici e i tecnici è eccezionale, così come con Schumi e Massa. Insomma, mi sento in famiglia e spero in un grande 2006».

Come va il nuovo motore V8?

L’ho provato per primo ed è un motore nato bene, sin dall’inizio ci ha dato pochi problemi. Il livello di affidabilità è migliore di quanto non mi aspettassi. Possiamo di certo migliorare, ma per conoscerne le reali performances occorrerà attendere le vetture avversarie.

E per quel che riguarda le gomme che l’anno scorso dettero una montagna di problemi?

Tutti i team lavorano avendo come base il nuovo regolamento. I test con la Bridgestone ci hanno confermato i passi avanti compiuti. Ma le gomme necessitano, quest’anno, di una durata inferiore e quindi è più facile arrivare alle soluzioni che vogliamo. Ma la strada intrapresa, sia per quello che riguarda il motore sia per gli pneumatici, è quella giusta.

Lei è un pilota, non le sembra che fare il collaudatore sia limitativo?

Ovvio che a un pilota piaccia correre. Ma è piacevole anche lavorare per una squadra dove stai bene, io nei test vado sempre al limite come se fossi in gara. L’unica differenza, insomma, è che non c’è pubblico e che fai pochi sorpassi, quelli cui ti obbligano i colleghi che non si accorgono che stai arrivando. A volte, lo confesso, la corsa mi manca ma non ci penso molto. Ci penserò a fine stagione, quando il mio contratto con la Ferrari terminerà.

La Ferrari è un team in rilancio. Ma cosa cambia nel lavoro di collaudo rispetto al 2005?

Stiamo spingendo al massimo, ma anche l’anno scorso alla Ferrari lo si faceva. Quest’anno siamo molto più motivati, lo si può vedere anche dall’impegno di Michael che porta anch’egli avanti i test. Conosciamo gli errori del 2005 e sappiamo dove lavorare.

Che cosa apprendi da Michael Schumacher?

Ho lavorato con molti bravi piloti ma nessuno come Michael. Non parlo di come guida, uno che ha vinto sette titoli mondiali non lo si può giudicare. Ma come adattabilità al lavoro. Ha 37 anni, ma ogni stagione che passa lui migliora. Sta molto con la sua famiglia ma il resto è 100% per la squadra. In questo momento per esempio lui è in pista a Jerez a fare test. E’ molto corretto con tutti, è un grande motivatore del team, è una grande lavoratore: a volte viene cancellato un mio test perché vuole farlo lui, con gli altri piloti accadeva il contrario.

Come stimi il pilota Felipe Massa?

E’ giovane, veloce e ha margini di miglioramento ampi. E’ stato fortunato ad arrivare in Ferrari in questo momento.

Pensi che Alonso abbia fatto male a rendere pubblico il suo contratto per il 2007 con la McLaren?

La Renault, penso, gli starà dietro. Ma ci sono momenti nella stagione in cui gli sviluppi della macchina vengono tenuti segreti. Se le cose andranno bene, allora il team non gli nasconderà nulla; se ci saranno problemi le soluzioni del 2007 Alonso non le conoscerà.

Insomma, alla Ferrari hai trovato l’atmosfera giusta.

Mi ha sorpreso la scorsa stagione l’atmosfera tranquilla, senza nervosismi, con cui si lavorava senza avere grandi risultati. Fino a quando tutte le nuove auto non saranno in pista non conosceremo fino in fondo la reale valutazione del nostro lavoro. Ma la Ferrari è un team unito, ciascuno sa quello che fa e tutti spingono nella stessa direzione. Negli altri team dove ho lavorato, non sempre era così.

Nestore Morosini

11 gennaio 2006

dal Corriere

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