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Quelli che ci rimettono soldi facendo politica


orson

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Guest Riccardo

Io ho sempre rispettato le idee di tutti quando di idee si trattava. Non tutto quello che si dice puo' essere considerato tale.

Ma per favore!!!!

Evita le polemiche e discuti che e' piu interessante!!

****

Adios e chiuso OT

Per cio che riguarda il topic generale onestamente mi sembra una accozzaglia di cose prese per attirare l'attenzione altrove!!!

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Guest Riccardo
Da confrontare con le affermazioni di qualche leadre politico.

Da Rainews24

MA sara ma se se ne fosse discusso ora alla fine si sarebbe detto che Forza italia aveva interesse a discuterlo per interessi personali e si sarebbe invocato il conflitto di interessi!!

Se veramente Ci sono interessi di parte forse a Forza Italia sarebbe convenuto che si discutesse ora per poter "difendere"presunti interessi di parte piuttosto che lasciare tutto al dopo o sbaglio??

SAra ma sta storia del conflitto di interessi sembra veramente una farsa quando e' usata in questo modo

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MA sara ma se se ne fosse discusso ora alla fine si sarebbe detto che Forza italia aveva interesse a discuterlo per interessi personali e si sarebbe invocato il conflitto di interessi!!

Se veramente Ci sono interessi di parte forse a Forza Italia sarebbe convenuto che si discutesse ora per poter "difendere"presunti interessi di parte piuttosto che lasciare tutto al dopo o sbaglio??

SAra ma sta storia del conflitto di interessi sembra veramente una farsa quando e' usata in questo modo

Se non se ne discute è tutto interesse di Berslusconi.

L'obiettivo non è rinviare la discussione, ma evitarla. Se passa alla nuova legislatura deve trovare un calendarizzazione e come minimo per un altro anno si possono fare affari come si stanno facendo adesso.

Dire che non esiste conflitto di interesse su questo mi sembra audace, visto che se ne sono accorti anche quelli di AN.

Per Albizzie, Berlusconi e Alemmao sono accomunati dla titolo. Ovvero persone che si fanno i soldi con le proprie azioni poltiche.

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come al solito gli ipergarantisti sedicenti democratici danno già x condannato e corrotto uno che ancora deve essere processato, giudicato ed eventualmente condannato o assolto. E' tanto colpevole che ha pure rinunciato all'immunità volontariamente, al contrario di altri che vi si nascondono, a dx come a sx.

Sui diritti tivvù del calcio, io ho una mia idea: ok alla vendita collettiva, ma oltre alla solita tiritera del conflitto di interessi, io nn vedo cosa ci sia di strano cmq se un'azienda privata versa soldi ad un'altra azienda privata in misura del ritorno pubblicitario di quest'ultima... secondo le leggi vigenti, INVOCATE E PROMULGATE dal GOVERNO DI CSX DI D'ALEMA, sotto l'impulso degli stessi personaggi inquietanti che oggi fanno le verginelle violentate, da zamparini a sensi... CAZZI LORO, grossi e duri nel Kulo, sinceramente parlando se lo sono meritato.

Meno prosaicamente diciamo che concordo al 100% x una volta con BanalitàTosatti...

Il calcio dovrebbe come un'azienda predisporre un piano industriale

I diritti del pallone, tra realtà e illusione

Si discute su come ripartire le risorse della serie A ma solo con una strategia aziendale si possono eliminare caos e demagogia

È mortificante notare con quanta ignoranza, demagogia e superficialità si tratti il problema dei diritti tv nel calcio. Sui quali sarà opportuno ricordare alcuni punti fermi.

1 La teletrasmissione in diretta di una partita è, di fatto, l’estensione dello stadio reale. Invece di vendere abbonamenti e biglietti ai tifosi presenti nell’impianto, li cedi a chi non potendo recarvisi (per lontananza e altri motivi) la guarda sullo schermo.

2 Nessuno in nessun Paese ha mai chiesto che i proventi degli incassi allo stadio venissero divisi equamente fra tutte le partecipanti al campionato. Perché la loro proprietà è di chi organizza l’evento. Perché chi ha circa 170 mila spettatori in un anno (come Brescia e Siena nel 2004-05) non può pretendere di fare a metà con Milan (1.216.000), Inter (1.083.000) e Roma (850 mila). Proprio il seguito del pubblico ha consentito ad alcuni club (Napoli in testa) di competere con rivali finanziariamente più ricchi.

3 Ciò nonostante in Italia il 18 per cento degli incassi viene dato alla squadra con meno clienti. In tutti gli altri Paesi chi organizza si tiene tutto.

4 Per logica assonanza lo stadio televisivo si basa sugli stessi principi e premia chi ha più utenti. Anche qui viene riconosciuto il 18 per cento agli ospiti. Percentuale che sarà aumentata - c’è già un abbozzo di accordo - al 19 e poi al 20 per cento. Legittimo discutere una ripartizione ancora più favorevole per i club medio-piccoli. Ma senza dimenticare che essi nel 1999 depauperarono la serie A, destinando ben 200 miliardi (lire) alla B. Decisione presa da chi preferiva - pur partecipando alla A - garantirsi un paracadute economico in caso di retrocessione. Comprensibile con 4 bocciate all’anno su 18. Ora sono solo 3 su 20. Ma fu quella scelta a dissestare il sistema, togliendo risorse alla A e ingigantendo i costi della B. Il modello Premier League non prevede nessun finanziamento alla B. Anche negli altri Paesi europei essa riceve aiuti molto ridotti. Non è giusto, quindi, sostenere che nel nostro calcio manchi una forte mutualità interna. Anche per i diritti tv, quale che sia il modo di venderli, all’estero non si riconosce una percentuale agli ospiti.

5 Sono favorevole alla cessione collettiva dei diritti tv specie per due motivi: stabilire una comune strategia di vendita e uniformare le scadenze contrattuali. Ma è semplicistico dire: abroghiamo la legge D’Alema per cancellare la soggettività dei diritti. Essa fu il prodotto di tre situazioni. L’Antitrust proibì la vendita collettiva, minacciando Carraro (allora presidente della Lega) di rinviarlo a giudizio se proseguiva su quella strada. Fu concessa una deroga solo per i diritti in chiaro, previo accordo unanime di tutti i club. Diverse sentenze europee stabilirono che i diritti relativi a uno spettacolo sono di chi l’organizza. Si cercò di equilibrare il mercato, ponendo dei limiti (il 60 per cento) al possesso dei diritti tv. Ciò non impedì il monopolio di Sky e l’attuale caos. Solo in Italia e Grecia la materia è regolamentata da una legge, in entrambi i Paesi si vuole abolirla. Giusto. Ma sarebbe assurdo sostituirla con una legge che imponga la vendita collettiva dei diritti. Perché la Costituzione garantisce la proprietà. Come imporre una cessione forzata a s.p.a. con fine di lucro e persino quotate in Borsa? Si codificherebbe una sorta di esproprio. Come annullare contratti sottoscritti nel rispetto della legge esistente? Un simile intervento non resisterebbe alla prova dei tribunali. Solo una scelta condivisa da tutti i club e un accordo rispettoso del diritto può risolvere il problema. Né una legge più sbagliata di quella attuale, né la conta dei voti.

6 Conviene sgombrare il campo da tesi non suffragate dalla realtà. «Il sistema con cui vengono ceduti i diritti tv non incide sulla competitività». In Francia vendita collettiva: il Lione ha già in tasca il quinto scudetto consecutivo. Idem in Germania: il Bayern ne ha conquistati sei negli ultimi dieci anni e ha ipotecato il settimo. Chi cita la Premier League, come perfetto esempio di equità, dovrebbe almeno leggerne l’Albo d’oro. Da quando esiste, il Manchester ha vinto 8 campionati, l’Arsenal 3, il Blackburn uno. Poi Paperone Abramovich ha ucciso il torneo. In Italia vendita soggettiva, tranne la tv in chiaro: nell’ultimo decennio 5 titoli alla Juve (avviata verso il sesto), 3 al Milan, uno a Roma e Lazio. Ci sarebbe più competitività senza l’anomalia Inter: mai vinto, pur incassando quanto le altre due grandi. Il problema non è solo di risorse, ma di come le si gestisce. Ciò riguarda anche il Real Madrid: solo 3 scudetti in Spagna (vendita soggettiva con qualche variazione) nonostante un investimento economico senza pari nel mondo. Va verso il quarto il Barcellona, due sono andati al Valencia, uno a Deportivo e Atletico. Come si vede, una discreta alternanza. Cessione individuale in Portogallo e dominio (6) del Porto. Vendita collettiva in Olanda (ma alcuni club hanno una fetta più grossa): Psv 5, Ajax 4, Feyenoord 1. In Grecia l’Olympiacos ha vinto 8 titoli, nella Repubblica Ceca lo Sparta Praga 7.

7 Ciò dimostra che non è il sistema di vendita e neppure la ridistribuzione delle risorse nei vari campionati a ridurre la competitività. Intendiamoci: ovunque ha sempre vinto lo scudetto un piccolo gruppo di club. Ma lo squilibrio si è accentuato. «Colpa dell’Uefa e della Champions». Fin quando c’erano la Coppa Campioni, la Coppa Uefa e la Coppa delle Coppe (tutte a eliminazione diretta) il calcio europeo è cresciuto in modo equilibrato: moltissimi club avevano la possibilità di mettersi in luce, di avere spazi televisivi liberi, introiti dovuti ai risultati e abbastanza equamente divisi. Poi l’Uefa, per tener buoni i grandi club in rivolta, ha abolito la Coppa delle Coppe, svilito la Coppa Uefa confinata al giovedì, requisito martedì e mercoledì per una Champions a gironi, creando un’élite europea che ha letteralmente ricoperto d’oro, consentendole di prendere un vantaggio incolmabile (economico e agonistico) sulle rivali interne. Una ventina di club hanno un posto quasi fisso nella Champions, sono quelli che dominano i rispettivi campionati, grazie ai soldi dell’Uefa, la quale vende i diritti collettivamente: i partecipanti son ben felici di consentirglielo, visto i ritorni. Ma la maggioranza dei club, quelli fuori dal giro, ne hanno ricevuto un danno enorme. Ci rifletta chi ritiene la vendita collettiva una sorta di panacea. La Champions sta togliendo competitività ai campionati: basta leggerne le classifiche. Eppure in Germania le grandi vogliono ridiscutere la ripartizione interna in senso più meritocratico per poter meglio competere a livello europeo.

8 Si discute, giustamente, di come ripartire le risorse in serie A. Nessuno affronta il problema più importante: il confine fra i diritti soggettivi e quelli collettivi. Mi spiego. La Lega vende collettivamente i diritti in chiaro su A, B e Coppa Italia. Soldi che vanno a pagare (con giochi, sponsor e altre voci) l’enorme mutualità concessa alla B. Ma, se il vecchio «Novantesimo Minuto» e l’attuale «Serie A» appartengono a tutti, perché similari trasmissioni fatte sul satellitare o sul digitale vengono realizzate acquistando diritti soggettivi? La trasmissione della partita appartiene al club, i programmi sul campionato (dagli highlight alle interviste, da tutte le gare vendute insieme agli approfondimenti) appartengono a chi organizza il campionato, cioè alla Lega, cioè alla comunità. In Inghilterra questa divisione è chiara, da noi no. Non esiste proprio. Ecco perché ci vuole un dirigente esterno che difenda gli interessi di tutti. Già ponendo dei limiti fra ciò che è cedibile dal club e ciò che va ceduto insieme, si riequilibrerebbero le risorse. Non basta: ci vuole (e manca) una strategia di vendita. Perché il diritto di proprietà non significa diritto di cessione. Il digitale terrestre svuota gli stadi, abbassa il valore del prodotto, gli nuoce? Non lo si vende. O si fa una sperimentazione a tempo. Idem per i telefonini, per Internet ecc. Ma chi ha mai pensato in modo strategico? Si litiga

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Guest Riccardo
Se non se ne discute è tutto interesse di Berslusconi.

L'obiettivo non è rinviare la discussione, ma evitarla. Se passa alla nuova legislatura deve trovare un calendarizzazione e come minimo per un altro anno si possono fare affari come si stanno facendo adesso.

MA se il csx va al governo non risolvera tutto?

Di cosa ti preoccupi!!!

De lresto la legge in vigore e' una legge del CSX!!!!!!!!

Dire che non esiste conflitto di interesse su questo mi sembra audace, visto che se ne sono accorti anche quelli di AN.

IL problema e' che il conflitto di interesse lo sventolate a vostro piacimento ed e' fin troppo facile da sventolare. QUALSIASI provvedimento va a favore di qualcuno!!

Berlusconi ne ha fatti troppi? Va bene vedremo cosa fanno gli altri ma non credere che il conflitto di interessi non sia facile da trovare per la stragrande maggioranza dei politici se uno vuole usarlo come arma per diffamare

Le verginelle del csx non credano di poter dormire sonni tranquilli. Appena si riuscira a spostare i riflettori anche su altri (come sembra si inizi a fare) si vedra!!!

Per Albizzie, Berlusconi e Alemmao sono accomunati dla titolo. Ovvero persone che si fanno i soldi con le proprie azioni poltiche.

Mio caro se ti rileggi di cosa e' accusato Alemanno ti accorgerai con non si parla di finanziamenti illegali in se ma eventualmente di entita

FAi veramente una pessima propaganda ed accusi (ma questo ormai e' evidente) a sproposito.

Impara tu ed i tuoi soci come ci si comporta da Alemanno prima di crocifiggerlo

Per la serie continuiamo con le lezioni di democrazia non bastava la negazione delle Foibe!!! ALLUCINANTE

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Mio caro se ti rileggi di cosa e' accusato Alemanno ti accorgerai con non si parla di finanziamenti illegali in se ma eventualmente di entita

FAi veramente una pessima propaganda ed accusi (ma questo ormai e' evidente) a sproposito.

Impara tu ed i tuoi soci come ci si comporta da Alemanno prima di crocifiggerlo

Per la serie continuiamo con le lezioni di democrazia non bastava la negazione delle Foibe!!! ALLUCINANTE

Allora su Alemanno la vicenda è abbastanza semplice.

Mentre Alemanno insediava un commissione ministeriale che che diede un esito favorevole a PArmalat, Parmalat dava alcune decine di miaia di euro alla rivista della corente di Alemanno.

Se tu leggessi quello che scrivo scopriresti che ho scritto che probabilmente non è reato.

Si è trattato di una forma di ringraziamento ad Alemanno sooto forma di sponsorizzazione.

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