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L'Antimafia su Fortugno


renyuri71

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Mi pare giusto e doveroso, dopo la polemica su un topic che non ho rintracciato, dare atto di cosa pensa la Procura nazionale Antimafia dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria.

da Repubblica

Primo rapporto del nuovo super procuratore: "La 'ndrangheta

vuole imporsi come soggetto politico". Seicento pagine di analisi

La relazione di Piero Grasso

"Fortugno ucciso come Moro"

Nel capitolo Sicilia citati anche Dell'Utri e Cuffaro

di ATTILIO BOLZONI e CLAUDIA FUSANI

Piero Grasso

ROMA - Un omicidio strategico, un messaggio di avvertimento "perché tutto resti come prima e nulla cambi", un delitto eccellente "che fatte le debite proporzioni può in qualche modo avvicinarsi a quello del presidente Aldo Moro". E' stata la 'ndrangheta che vuole imporsi come "soggetto politico" a uccidere il pomeriggio di domenica 16 ottobre 2005 Francesco Fortugno, vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, uomo della Margherita, medico, uno di quegli amministratori nel Sud "alla ricerca di una via nuova e diversa di governare". Ecco come la Procura nazionale nella sua ultima relazione annuale ha decifrato l'attacco a urne aperte per le primarie della sinistra nel seggio di Locri, un rapporto di quasi 600 pagine sulle mafie italiane, il primo resoconto della stagione di Pietro Grasso, il magistrato che appena nominato superprocuratore ha scelto proprio Reggio per presentarsi ufficialmente come capo dell'antimafia. Colpito perché "simbolo" Francesco Fortugno, ammazzato proprio nel giorno in cui il popolo del centro sinistra per la prima volta in Italia andava a scegliere il suo candidato premier, un ammonimento per tutti: mafiosi e non mafiosi.

La relazione della Super procura ricostruisce la sua attività dall'1 luglio 2004 al 30 giugno 2005, ma il capitolo sul "caso Fortugno" è stato inserito volutamente fuori tempo massimo proprio perché segna una svolta nelle strategie del crimine organizzato. Il rapporto della procura di Pietro Grasso affronta anche le trasformazioni della Cosa Nostra siciliana, l'emersione di un vero e proprio "blocco di borghesia mafiosa", l'espansione della cosiddetta area grigia, l'intreccio con la politica. Nell'elenco dei processi e delle indagini sulle contiguità si citano tra gli altri il senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri e il governatore Udc della Sicilia Totò Cuffaro, nomi al contrario assenti nella relazione di fine legislatura - non ancora approvata per le polemiche sollevate anche nella stessa maggioranza - della commissione parlamentare antimafia presieduta dall'ex magistrato Roberto Centaro. La parte dedicata al "blocco di borghesia mafiosa" scavalca la figura dei semplici fiancheggiatori e parla di una fascia "di tecnici, di esponenti della burocrazia, di professionisti, di imprenditori e politici che o sono strumentali o interagiscono con la mafia in una forma di scambio permanente fondato sulla difesa di sempre nuovi interessi comuni". Tutti questi personaggi stanno sempre di più conquistando "ruoli di comando". E' la nuova Cupola di Palermo.

Nel dossier della Super procura si fa un'analisi di tutte le altre mafie, italiane e straniere. Si comincia dall'"invasione" dei cinesi, si racconta dei traffici dei russi, dell'aggressività crescente dei clan albanesi. Molte pagine sono riservate alla "tratta degli esseri umani". Impressionanti i numeri degli ultimi cinque anni: 661 procedimenti, 1779 indagati, 874 vittime tra le quali 301 minori.

Ma è la 'ndrangheta che è al centro della relazione annuale, la 'ndrangheta come "associazione criminale e forza eversiva, tale da porre in pericolo la sicurezza del Paese". E' la prima mafia d'Italia, la più ricca e la più potente. Ed è nel capitolo su Reggio Calabria che entra di forza l'omicidio di Francesco Fortugno. A pagina 446 i magistrati di via Giulia scrivono: "La mancanza di motivazioni familiari e personali, la personalità e il ruolo di Fortugno che non ricopriva incarichi di governo, rafforzano la convinzione che l'obiettivo è stato colpito in relazione alla sua collocazione politico-istituzionale, quale simbolo insomma di una politica regionale alla ricerca di una via nuova e diversa di governare, lontana da compromissioni e cedimenti, chiusa a tentativi di infiltrazione".

E' la storia del medico Fortugno che viene eletto consigliere regionale in un angolo di Calabria come Locri, votato da un notabilato meridionale non sempre immune da fragilità e paure ma non per questo piegato ai clan, uomo nuovo voluto da Agazio Loiero per provare a fare anche con lui il grande cambiamento in una terra consegnata da decenni ai boss. Secondo i magistrati della Super Procura, l'omicidio del vice presidente della Regione Calabria "è stato strategico". E spiegano: "Un concetto che non deve apparire eccessivo. Fatte le debite proporzioni, può in qualche modo avvicinarsi a quello del Presidente Aldo Moro". E aggiungono: "Anche la 'ndrangheta ha voluto dimostrare la propria 'geometricà capacità militare di colpire nei modi e nei tempi prescelti". I killer che quella domenica entrarono al seggio delle primarie, un delitto a urne aperte. La conclusione della Super procura di Pietro Grasso sulla Calabria e sulla sua mafia è assai inquietante: "Non siamo più all'interno della tradizionale categoria mafia-politica, che presuppone l'esistenza di due entità diverse anche se in dialogo tra di loro, ma in una nuova dimensione, quella della mafia che tende a farsi, a proporsi, 'soggetto politicò essa stessa. E che come tale rivendica ruolo e visibilità, per contare nelle decisioni strategiche che determinano la spesa regionale, in particolare quella della Sanità".

Questa relazione è stata elaborata e spedita in Cassazione - scrive il procuratore Grasso - "perché lo ritenevamo doveroso oltreché opportuno". Con la riforma dell'ordinamento giudiziario, il governo ha infatti cancellato l'obbligo per la Super Procura di informare ogni anno il Parlamento delle sue attività e di quelle delle altre procure antimafia.

(13 gennaio 2006)

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Vedo che invece di far conoscere le 32 bobine di telefonate

fra FORTUGNO e il cassiere del clan MURABITO .....si fa la solita confusione

come avviene qui su autopareri

e cioè tirare in ballo gli altri ....in quetso caso MArcelloDell'Utri e una sorta di strana Borghesia Mafiosa ...nuova cosa ,invetata sul momento da contrapporre a un'elite di magistratura democratica

nb:salvo elaborazioni varie di Scalfaro e compagnia bella.

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Vedo che invece di far conoscere le 32 bobine di telefonate

fra FORTUGNO e il cassiere del clan MURABITO .....si fa la solita confusione

come avviene qui su autopareri

e cioè tirare in ballo gli altri ....in quetso caso MArcelloDell'Utri e una sorta di strana Borghesia Mafiosa ...nuova cosa ,invetata sul momento da contrapporre a un'elite di magistratura democratica

nb:salvo elaborazioni varie di Scalfaro e compagnia bella.

ma che vai cianciando? : questo lo dice Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia nominato da questo governo: avrà valutato certo meglio di te gli atti e non le chiacchiere

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Guest Riccardo
ma che vai cianciando? : questo lo dice Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia nominato da questo governo: avrà valutato certo meglio di te gli atti e non le chiacchiere

Scusa ma in realta cio che e' presentato e che tu riporti non e' il testo per esteso ma cio che riporta Repubblica a riguardo citando parti del documento.

IL documento della procura e' pubblico?

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Guest DESMO16

...per non aprire ulteriori topic, riporto qui un'altra notizia sempre sul fenomeno della malavita organizzata..

In provincia di Napoli 83 comuni su 92 sotto inchiesta per camorra.

Quasi tutti del Centrosinistra

Dal ‘91 ad oggi su 138 comuni sciolti per infiltrazione o condizionamento della criminalità, ben 67 sono campani. E Napoli è in testa alla classifica.

“Appena nove comuni napoletani su 92 in questo momento non sono sotto la lente delle commissioni d’accesso o monitorati dalla prefettura e forze dell’ordine. Ottantatrè sono sotto monitoraggio o sciolti”. Per il 90 per cento invece, delle amministrazioni comunali della provincia di Napoli è scattata per tempo la “sorveglianza speciale”.

Per presunte infiltrazioni o condizionamenti della camorra o anche perché in molti casi, i sindaci non hanno firmato i protocolli per la legalità che prevedono la richiesta dei certificati antimafia. Numeri che scuotono la platea del coordinamento politico regionale che si è tenuto ieri presso la segreteria regionale della Quercia. Un incontro in cui all’ordine del giorno era prevista la discussione del “caso Salerno”, ma che improvvisamente (e inaspettatamente) sposta la mira anche sui comuni napoletani.

“Sui giornali sembra esistere solo l’inchiesta giudiziaria di Salerno - attacca il locale segretario provinciale della Quercia, Alfredo D’Attorre - ma badate bene che su 92 comuni napoletani appena nove non sono sotto controllo per presunte infiltrazioni”.

Numeri che scuotono la platea e che fanno pensare ad un’esagerazione di un fenomeno già noto e che brucia ancora visto che appena una settimana fa, per infiltrazioni camorristiche, il ministro Pisanu ha mandato a casa le amministrazioni (di centrosinistra) di Pozzuoli e di Melito.

In sala però, c’è qualcuno che quei numeri li conosce bene e che chiede la parola.

“Compagni - esordisce il deputato di terra di lavoro, Lorenzio Diana - purtroppo è vero: solo 9 comuni napoletani su un totale di 92, non sono sotto la lente per presunte infiltrazioni”. Numeri che l’onorevole Diana elenca con precisione anche alla fine della riunione.

“Altro che Salerno - continua - la situazione è allarmante in tutta la Campania e il centrosinistra dovrebbe fare mea culpa su alcune leggerezze che sono state commesse (leggerezze? ndr). E non si può continuare a far finta di nulla per evitare che le vicende siano strumentalizzate. In questo momento - elenca - dieci amministrazioni sono state sciolte, in cinque è al lavoro la commissione d’accesso. Per altri sessantasei comuni invece, è scattato il monitoraggio da parte della prefettura e delle forze dell’ordine con finalità anticamorra o per accertare se ci siano stati abusi o condizionamenti di qualsiasi tipo negli atti amministrativi. O ancora per capire perché non siano stati sottoscritti i protocolli per la legalità negli appalti pubblici. Con un quadro del genere non c’è da stare allegri ma anzi occorre fare una riflessione per andare avanti e per cercare altri metodi per selezionare la classe dirigente, per creare griglie che separino politici e amministratori da esponenti della criminalità organizzata”.

Un quadro eccessivamente allarmante?

“Dal ‘91 ad oggi, quando è entrata in vigore la normativa - continua il deputato diesse - su 138 comuni sciolti per infiltrazione o condizionamento della criminalità, ben 67 sono campani. E Napoli è in testa alla classifica.

E le colpe le ha anche il centrosinistra che non ha mai voluto ascoltare i vari campanelli d’allarme che più volte hanno suonato.

“E’ venuto meno - continua - il rapporto tra etica e politica e non si è dato peso alla gravità della situazione. In più, anche nel nostro partito sono saltate alcune regole base: selezionare con rigore la classe dirigente. Ora bisogna rinnovarla”.

Si riferisce al caso del consigliere diessino di Salerno arrestato per associazione camorristica prima di Natale?. Una città amministrata dai Ds, come la maggior parte dei comuni napoletani.

“No, qui il problema non riguarda solo singoli consiglieri e nemmeno il caso Salerno - conclude - perché la camorra ha trovato anche nel nostro partito l’indifferenza e soprattutto anche l’autoreferenzialità. Sentimenti che hanno spinto molti di noi a pensare, a torto, che la camorra condizionava le scelte delle amministrazioni solo nel passato, senza toccare noi che l’avevamo combattuta negli anni ‘80. E non è così perché ora il problema riguarda da vicino noi”.

Corriere del Mezzogiorno 6/1/2006

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Vi hanno raccontato che la ndrangheta ha fatto uin atto dimostrativo, per ribadire il suo ruolo, perche' alla regione lottano la ndrangheta, per acquisire peso politico...

Non la bevete! Ve lo dice uno che vive alle pendici dell'Aspromonte ad un passo dalla locride.

Fortugno, che tra l'altro credo sia una persono per bene, anche amico di mio padre, ha semplicemente pestato i piedi a qualcuno, o meglio ha magari promesso o fatto credere cio' che poi non ha (giustamente) mantenuto... sicuramente la storia riguarda lui in persona ed il suo rapporto con le cosche del luogo, null'alltro.

Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza, ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi!Impareremo a volare! Richard Bach, 1973," Il gabbiano Jonathan Livingston"

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Vi hanno raccontato che la ndrangheta ha fatto uin atto dimostrativo' date=' per ribadire il suo ruolo, perche' alla regione lottano la ndrangheta, per acquisire peso politico...

Non la bevete! Ve lo dice uno che vive alle pendici dell'Aspromonte ad un passo dalla locride.

Fortugno, che tra l'altro credo sia una persono per bene, anche amico di mio padre, ha semplicemente pestato i piedi a qualcuno, [b']o meglio ha magari promesso o fatto credere cio' che poi non ha (giustamente) mantenuto... sicuramente la storia riguarda lui in persona ed il suo rapporto con le cosche del luogo, null'alltro.

sono contento di quello che dici ,e come spesso mi capisci ..come non hai riserva mentale nei miei confronti e potrebbe essere normale averla

visto che io parlo molto come un padano...

quello che ho evidenziato significa essere collusi

sono contento che lo ripeti tu

vediamo se chi ha tagliato le mie frasi e che mi ha dato 10pt di warn

si rende conto di aver sbagliato!!!!!

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guglielmo, i punti di warn che ti sei preso hanno altre motivazioni.

rimaniamo in topic.

no

i 10 pt di warn mi sono stati dati da carrera perchè ho discusso i tagli

che avete fatto a le mie frasi su frotugno collouso...

(oltre a esservi permessi di dare un giudizio sulla mia persona)

e lo sai benissimo.

fine polemica inutile.

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