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Ucciso prete in Turchia


Autodelta85

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Guest Riccardo
IL colpevole sembra che lo abbiano preso

07/02/2006 09:01

Dal Mondo

SACERDOTE UCCISO, ARRESTATO L'ASSASSINO

Altro aggiornamento

07/02/2006 13:39

Dal Mondo

SEDICENNE CONFESSA OMICIDIO DON ANDREA

Ha confessato il giovane sedicenne, arrestato questa notte perchè ritenuto responsabile dell'omicidio del sacerdote italiano avvenuto domenica nella chiesa di Santa Maria a Trebisonda, in Turchia. Lo riferiscono fonti giudiziarie.Il ragazzo, trovato in possesso di una pistola, è iscritto a un liceo della città, senza averlo mai frequentato. Secondo l'emittente turca Ntv, il giovane avrebbe detto,dopo la confessione, di essere rimasto sconvolto dalle vignette su Maometto.La stessa emittente ha riferito che il sedicenne sarebbe legato a un traffico di prostitute.La notizia riportata dalla Ntv non ha trovato finora conferme.

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Guest DESMO16
QUANDO RATZINGER MI DISSE: “NO ALLA TURCHIA NELLA UE”

Cosa c’è dietro l’assassinio di don Santoro…

L’avevamo previsto: i cristiani che si trovano nei paesi musulmani subiranno le ritorsioni della rabbia islamista. Che il massacro di don Andrea Santoro sia accaduto in Turchia mi fa ricordare ciò che mi disse, sull’ingresso di quel Paese nella Ue, l’allora cardinale Ratzinger, un anno fa. Ma lo vedremo. Prima va detto che i cristiani sono davvero (e da tempo) i capri espiatori, indifesi e disprezzati, dell’una e dell’altra parte, quella laicista europea (così potente nelle burocrazie di Bruxelles) e quella islamista, unite nell’odio anticristiano o nella cristianofobia.

Pur di dare addosso alla Chiesa, anche i giornali italiani, sono disposti a contraddirsi. Il Corriere della sera domenica in un editoriale ha accusato la Chiesa di ambiguità nei confronti dei musulmani, cioè di avvicinarsi a “un’ingiunzione alla censura” riguardo alla libertà di satira. L’ha fatto attribuendo al Vaticano una frase (“la libertà non è un valore assoluto”) che semplicemente non esiste nella dichiarazione della Sala Stampa vaticana. Proprio non c’è. Semmai quel concetto si trova nelle parole usate da Ciampi che invitava al “senso di responsabilità nell’esercizio delle libertà” perché “c’è la libertà di espressione e c’è la libertà religiosa” e “il limite” nell’esercizio di ognuna “sta nel non toccare le altre”. Queste parole significano appunto che la libertà non è un assoluto. Se il Corriere non le condivide deve “bacchettare” Ciampi, non il Vaticano. Perché ha fatto il contrario? Non si sa.

Ieri poi, dopo l’uccisione di don Santoro, con un altro editoriale non firmato il Corriere ha capovolto (in apparenza) le posizioni e si è messo a elogiare la Chiesa per il motivo opposto, cioè perché – a suo dire – per l’omicidio di don Santoro il Vaticano avrebbe scagionato gli islamisti. Anche in questo caso è pura fantasia. La Chiesa non ha scagionato affatto gli islamisti. Qualcuno osservò, durante l’ultimo referendum, che il “Corriere della sera” si era evoluto ed era diventato il “Corriere della notte (eterna)”. Ora si segnala un’ulteriore evoluzione: è diventato il “Corriere delle Mille e una notte”. Infatti al regime turco, che si sta facendo in quattro per dimostrare che la mattanza del prete italiano non c’entra nulla con l’islamismo, offre su un piatto d’argento la soluzione: il solito “squilibrato”. Senza aver fatto indagini, senza essere sul posto e senza conoscere chi ha sparato, il Corriere sa già tutto e lo ha scritto in quell’editoriale di ieri intitolato “Niente conclusioni affrettate”. Dice: “è facile, in questo clima, cadere nella trappola della guerra di civiltà”, ma bisogna invece “dare prova di saldezza di nervi” anche se “uno squilibrato” è stato suggestionato dal linguaggio delle manifestazioni islamiste.

Come se si trattasse in quelle manifestazioni solo di “violenza verbale”, come se lo “squilibrato” fosse un isolato, come se non fossero stati pronunciati verdetti di morte per chi ha fatto quelle vignette, come se in queste ore non fossero state assalite da folle inferocite delle ambasciate (in Siria), chiese e quartieri cristiani in Libano. Come se tutto l’Islam non fosse un immenso lager per i cristiani e come se l’incendio non dilagasse da un paese islamico all’altro in queste ore. Anche Emma Bonino, a Istanbul per un convegno, ha subito sposato l’idea del “fanatico” isolato per scagionare i turchi: “mi auguro che il mondo politico, le istituzioni europee, sappiano leggere e distinguere quello che sta succedendo in questa parte del mondo e che lo sciagurato gesto di un fanatico qui in Turchia non serva a criminalizzare tutto un popolo”. Veramente a essere criminalizzati – da una parte e dall’altra – sono solo i cristiani. Ma ai radicali, pur di andar contro la Chiesa, vanno bene anche i turchi. I cristiani sono il vaso di coccio su cui picchiano simultaneamente gli islamici (considerandoli emissari del volterriano Occidente liberale) e i volterriani d’Occidente per attribuire anche ai cristiani il fondamentalismo degli islamici. Basta aprire l’ultimo numero di Micromega. Il primo saggio, scritto da un “giudice della Corte costituzionale”, Gustavo Zagrebelski comincia così: “Cattolicesimo e democrazia sono compatibili? Non è affatto una provocazione; è un problema reale” (ogni italiano medio sa che in questo Paese, dal 1945, per mezzo secolo, a instaurare e garantire per la prima volta la democrazia e la libertà sono stati i cattolici, ma il “giudice costituzionale” non è stato informato). Del resto in Turchia volterriani d’Occidente e islamici fanno a tarallucci e vino. Come c’informa lo stesso Corriere della sera: “Proprio da stamani, come ha annunciato Erdogan, sui più importanti giornali europei verrà illustrata l’iniziativa che porta, in calce, due autorevoli firme: appunto quella del capo del governo turco, un musulmano, e quella del primo ministro spagnolo, il cattolico Zapatero”.

Avete letto bene, il Corriere scrive proprio così: “il cattolico Zapatero”. Questi sono i “cattolici” che piacciono agli islamici turchi. Del resto c’è un fatto emblenatico del dicembre scorso: l’antica chiesa di San Nicola a Demre, sulla costa turca (è un celebre santuario dal IV secolo, ben prima che nascesse Maometto), chiesa di proprietà del patriarcato ortodosso, è stata trasformata da lorsignori turchi (presto cittadini della Ue) in un museo dove, da due anni, non si può celebrare la Messa neanche per la festa del santo. Anche due mesi fa la richiesta del patriarca Bartolomeo I ha ricevuto un “no” dalle autorità turche, ma – come ha scritto l’agenzia Asianews – la chiesa è stata invece data “al muftì della città che organizzava una ‘preghiera della pace’, durante la quale - il colmo dei colmi – un’associazione locale turca ha rilasciato l’annuale premio per la pace a Jeannine Gramick, una suora cattolica americana – così definita dal quotidiano nazionale religioso turco Radikal – perché accanita difensore dei diritti dei gay e delle lesbiche. Tanto che nel suo discorso di ringraziamento questa 63enne suora ha voluto chiedere perdono a nome del papa e dei credenti che non dimostrano rispetto per gli omosessuali”.

L’ennesimo gesto di oltraggio e disprezzo contro i cristiani da parte delle autorità turche le quali ovviamente prediligono Zapatero. L’Europa laica ha aperto le porte dell’Europa alla Turchia perché si culla nell’illusione che l’Islam turco sia “laico”. Ha capito poco. Al Sinodo dei vescovi del 1999 monsignor Giuseppe Bernardini, arcivescovo di Smirne in Turchia (antica chiesa che ha duemila anni) fece impressione riferendo questo episodio: “Durante un incontro ufficiale sul dialogo islamo-cristiano, un autorevole personaggio musulmano” raccontò il vescovo “rivolgendosi ai partecipanti cristiani, disse a un certo punto con calma e sicurezza: ‘Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo’. C’è da crederci” aggiunse il vescovo “perché il ‘dominio’ è già cominciato con i petrodollari usati non per creare lavoro nei paesi poveri del Nord Africa e del Medio Oriente, ma per costruire moschee e centri culturali nei paesi cristiani di immigrazione islamica, compresa Roma, centro della cristianità. Come non vedere in tutto questo” concludeva il prelato “un chiaro programma di espansione e di riconquista?”.

Per capirlo bisognerebbe considerare la sorte toccata da sempre alle minoranze cristiane,”ma che sappiamo” si chiede Didier Rance in un suo libro-inchiesta “dell’angoscia di quei contadini cristiani che, in Bangladesh, in Pakistan, in Turchia, vedono le loro figlie di dodici-tredici anni prelevate all’uscita della scuola, sposate a forza a vecchi notabili musulmani e assassinate alla morte di questi?”.

Certo, è vero che proprio per queste cupe condizioni i cristiani di Turchia hanno chiesto che la Ue approvasse l’ingresso del loro Paese in Europa, sperando così di venire meglio tutelati. Ma l’Europa non ha dato seriamente l’altolà al regime turco sul rispetto dei diritti dei cristiani. E’ per questo che l’allora cardinal Ratzinger, nell’ottovre 2004, in una conversazione, mi diceva la sua preoccupazione per l’ingresso in Europa di un Paese di 70 milioni di musulmani: “l’amicizia e il rispetto sono necessari verso tutti i Paesi, ma inserire la Turchia in Europa mi sembra contraddittorio. Sono proprio la storia, la cultura e la religione ad aver disegnato il confine dell’Europa con la Turchia. Non si possono ignorare tutte queste cose”.

In effetti l’Europa moderna nasce esattamente resistendo ai tentativi di invasione dell’Impero Turco, fermato a Vienna e a Lepanto. I Turchi arrivarono fino in Friuli nel 1469 con atrocità inenarrabili e nell’estate del 1480 in Puglia espugnando Otranto e passando a fil di spada, uno dopo l’altro, 800 uomini che si rifiutarono non solo di convertirsi, ma pure di versare la tassa di sottomissione. Del resto sono sempre i turchi che il 28 maggio 1453 conquistarono la capitale cristiana dell’Oriente, Costantinopoli, devastandola con violenze inumane e trasformando in moschea S. Sofia che sarebbe come trasformare in moschea S. Pietro: “grande pericolo minaccia l’Italia” scrisse il cardinal Bessarione.

Si dirà che sono cose antiche. Ma il genocidio degli Armeni (cristiani) è stato perpetrato con ferocia inaudita dal regime turco novant’anni fa: un milione e 500 mila vittime, due milioni di deportati, migliaia di convertiti a forza all’Islam. Fu il primo genocidio del Novecento, ma ancora oggi lo Stato turco non ammette neanche di parlarne. Nel settembre scorso il tribunale turco ha sospeso una conferenza sul massacro degli armeni e in dicembre il famoso scrittore Orhan Pamuk ha passato seri guai giudiziari per averne scritto. L’ambasciatore americano Morghenthau – ebreo che denunciò per primo quell’orrore – scrisse nelle sue memorie del 1918: “Le grandi persecuzioni dei tempi passati sembrano insignificanti di fronte alle sofferenze sopportate dagli armeni nel 1915… Senza alcun dubbio il popolino turco e curdo immolò gli armeni per far piacere al Dio di Maometto, ma gli uomini che concepirono il crimine avevano tutt’altro scopo, essendo tutti atei”.

Fa pensare: atei miscredenti e manovalanza islamica uniti in quel crimine anticristiano. Fa seriamente riflettere sulla Turchia e non solo.

Da “Libero” del 7 febbraio

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Guest DESMO16

NO COMMENT!

Un gruppo di giovani ha minacciato un sacerdote a Smirne

Per il vicario apostolico è "frutto evidente di fanatismo"

Turchia, aggredito un prete

"Morirete tutti, Allah è grande"

SMIRNE (Turchia) - Un gruppo di giovani ha aggredito e minacciato un sacerdote a Smirne. Quattro giorni dopo l'omicidio di don Andrea freddato da un giovane fanatico a Trebisonda, gli integralisti tornano a colpire i religiosi cattolici in Turchia. Questa volta l'obiettivo è stato un sacerdote di nazionalità slovena, don Martin Kmetec. Teatro dell'aggressione è stata la piccola parrocchia di Sant'Elena dei frati conventuali a Smirne, sul mar Egeo.

Il vescovo monsignor Luigi Padovese, Vicario Apostolico dell'Anatolia, a Roma per i funerali di don Andrea, ha raccolto la testimonianza del sacerdote aggredito. "Erano un gruppo di persone fra i 25 e i 30 anni", ha detto il prelato riferendo le parole del religioso. "Hanno picchiato violentemente don Martin contro la porta della sua abitazione. Lo hanno preso perla gola e gli hanno urlato: Vi faremo morire tutti. Siamo nazionalisti. Allah Akbar (Dio è grande). Di certo - ha detto il vicario apostolico - questa aggressione è frutto evidente di fanatismo".

Il vescovo Luigi Padovese si è immediatamente messo in contatto con la locale comunità cristiana. Secondo quanto riferito al vescovo dai suoi collaboratori, la polizia locale "non avrebbe prestato molta attenzione alla notizia dell'aggressione".

(9 febbraio 2006)

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desmo, non capico come mai ad uno come te così attento ai giornali ed alla parola del papa, sia sfuggito questo articolo riportato +/- da tutti i media:

«Commovente testimonianza di amore e adesione a Cristo e alla Chiesa»

Papa: sacrificio di don Santoro aiuti dialogo

«Il Signore accolga l'anima di questo silenzioso e coraggioso servitore del Vangelo. Ho ricevuto una sua lettera del 31 gennaio»

CITTÀ DEL VATICANO - Il «sacrificio della vita» di don Andrea Santoro «contribuisca alla causa del dialogo fra le religioni e della pace tra i popoli». Lo ha detto Benedetto XVI al termine dell'udienza generale Benedetto XVI (Ansa)

ricordando il sacerdote italiano assassinato domenica in Turchia. «Il Signore accolga l'anima di questo silenzioso e coraggioso servitore del Vangelo».

«HO RICEVUTO UNA SUA LETTERA» - «Martedì sera», ha reso noto il Papa, «mi è giunta una sua bella lettera scritta il 31 gennaio insieme alla piccola comunità cristiana della parrocchia Santa Maria in Trebisonda. È una commovente testimonianza di amore e di adesione a Cristo e alla sua Chiesa. Il Signore faccia sì che il sacrificio della sua vita contribuisca alla causa del dialogo fra le religioni e della pace tra i popoli». Il pontefice ha detto che la lettera di don Santoro sarà pubblicata sull'«Osservatore romano».

09 febbraio 2006

direi un articolo molto interessante, almeno per chi è credente.

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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Guest DESMO16
desmo, non capico come mai ad uno come te così attento ai giornali ed alla parola del papa, sia sfuggito questo articolo riportato +/- da tutti i media:

«Commovente testimonianza di amore e adesione a Cristo e alla Chiesa»

Papa: sacrificio di don Santoro aiuti dialogo

«Il Signore accolga l'anima di questo silenzioso e coraggioso servitore del Vangelo. Ho ricevuto una sua lettera del 31 gennaio»

CITTÀ DEL VATICANO - Il «sacrificio della vita» di don Andrea Santoro «contribuisca alla causa del dialogo fra le religioni e della pace tra i popoli». Lo ha detto Benedetto XVI al termine dell'udienza generale Benedetto XVI (Ansa)

ricordando il sacerdote italiano assassinato domenica in Turchia. «Il Signore accolga l'anima di questo silenzioso e coraggioso servitore del Vangelo».

«HO RICEVUTO UNA SUA LETTERA» - «Martedì sera», ha reso noto il Papa, «mi è giunta una sua bella lettera scritta il 31 gennaio insieme alla piccola comunità cristiana della parrocchia Santa Maria in Trebisonda. È una commovente testimonianza di amore e di adesione a Cristo e alla sua Chiesa. Il Signore faccia sì che il sacrificio della sua vita contribuisca alla causa del dialogo fra le religioni e della pace tra i popoli». Il pontefice ha detto che la lettera di don Santoro sarà pubblicata sull'«Osservatore romano».

09 febbraio 2006

direi un articolo molto interessante, almeno per chi è credente.

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Guest DESMO16
sicuramente. :)

l'ho scritto perchè non mi piace mettermi in bocca le parole del papa (o di altri) solo quando mi fa comodo. ;)

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A San Giovanni in Laterano le esequie del sacerdote ucciso in Turchia

La madre del religioso: "Perdono l'assassino di mio figlio"

In migliaia al funerale di don Andrea

Ruini: "Chiederò la beatificazione"

</B>Ciampi: "Bisogna sradicare le cause che alimentano la violenza".

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La sorella di don Andrea insieme all'anziana madre

ROMA - Il cardinale Ruini ha intenzione di avviare la causa di beatificazione di don Andrea Santoro: ''La sua tragica morte - ha detto commosso il presidente della Conferenza episcopale durante il funerale del sacerdote - è in realtà la sua glorificazione. Ho in mente di aprire il processo di beatificazione e canonizzazione di don Andrea ma fin da adesso sono interiormente persuaso che nel sacrificio di don Andrea ricorrono tutti gli elementi costitutivi del martirio cristiano''.

La madre di don Andrea: "Perdono l'assassino". Nella basilica di San Giovanni in Lateranosi è svolto il funerale di don Andrea Santoro, il sacerdote romano assassinato da un giovanissimo estremista in Turchia a Trebisonda. Il cardinal Ruini ha concluso l'omelia ricordando le parole della mamma di don Andrea: "Perdono chi ha ucciso mio figlio. Provo pena per lui". La platea ha accolto le parole del cardinale con un lungo applauso mentre la madre del sacerdote, seduta in prima fila accanto ai figli, si asciugava le lacrime.

In migliaia nella basilica. La Messa è stata seguita da migliaia di fedeli. Erano presenti i presidenti della Camera Pier Ferdinando Casini e quello del Senato Marcello Pera, insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e al leader dell'Unione Romano Prodi che ha detto: "Il martirio di don Santoro spero aiuti la comprensione e la pacificazione e non sia di impulso alla divisione".

Il messaggio di Ciampi. Il Presidente della Repubblica ha inviato un messaggio letto al termine della funzione: "Don Andrea è stato stroncato da una cieca violenza nel raccoglimento della preghiera, nella pienezza di una vita consacrata alla sollecitudine verso i diseredati, alla solidarietà e all'amicizia fra uomini e donne di cultura e di fedi diversa. Al fermo contrasto dei crimini motivati dal fanatismo e dall'estremismo - conclude Ciampi - è necessario che si accompagni un lucido impegno volto allo sradicamento delle cause che alimentano la violenza".

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L'ultimo abbraccio. Sul sagrato della basilica, l'ultimo abbraccio della madre alla bara con il corpo di don Andrea Santoro. L'applauso, che aveva accompagnato l'uscita sul sagrato della bara, si è interrotto immediatamente non appena la gente si è accorta di quell'anziana donna che si chinava all'interno del carro funebre, per poi raccogliersi in preghiera sulla bara. Poi, pochi minuti prima di mezzogiorno, scortato da sei motociclisti della polizia municipale, il carro funebre ha lasciato piazza San Giovanni, dirigendosi verso il cimitero del Verano, dove don Andrea sarà seppellito nell'ala riservata ai parroci.

"Non volevo che partisse". "Non avrei voluto che don Andrea andasse in Turchia", ha svelato il cardinal Ruini dal pulpito dell'altar maggiore. "Mi rincresceva privare Roma di un ottimo parroco e temevo che don Andrea non reggesse a lungo in una situazione che non consentiva molti margini di azione e nemmeno una ricchezza di relazioni. Ma don Andrea era un uomo tenace nel domandare: così partì per Trebisonda".

La camera ardente. Per tutta la notte, gli ex parrocchiani del sacerdote avevano reso omaggio alla salma composta nella chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio, nel quartiere Appio, dove il sacerdote ha lavorato a lungo.

da la Repubblica..

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In effetti è singolare che questi fatti accadano in Turchia. In quasi tutti i paesi islamici vivono ancora delle minoranze cristiane - per quanto vessate - i turchi invece i conti con i cristiani che vivevano in quelle terre da molto prima dei turchi li hanno regolati fra il 1915 e il 1921, facendo fuori (letteralmente!) un milione di armeni e cacciando 2 milioni di greci...

Farli entrare nell'Europa è probabilmente il male minore, però dovremmo pretendere quanto meno il riconoscimento pubblico di questi crimini.

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