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calderoli?no grazie


lorenzo78

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Sono daccordo con la tua visione Ax. Io parlo di incontro e di tolleranza ma come sai difendo gli USA nelle loro guerre. Dico però che la guerra non può essere la soluzione migliore, occorre cercare strade pacifiche.

Alla fine è poi sempre un problema di benessere diffuso e di emancipazione diffusa. Fintanto non ci saranno queste cose si saranno sempre pochi furboni poco illuminati disposti a manovrare le folle più deboli e ignoranti per farsi li cazzi loro, magari si stampo medievale e tribale. Checchè se ne pensi della democrazia esportata con la forza in Iraq, a lungo andare solo questa democrazia potrà portare benessere ed emancipazione a tutti permettendo alle folle di individuare e spezzare il culo ai loro aguzzini secolari. Sarà pure che ci fa gola il petrolio, ma quà non è certo solo questione di petrolio. E non posso non chiedermi che cazzo se ne faccia dell'energia nucleare un paese come l'Iran che galleggia sul petrolio.

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Devo dire che il paragone Borg-Musulmani è estremamente esplicativo...

Però c'è una lieve differenza.. I borg assimilano la cultura e le conoscenze di una singola civiltà e la conformano al loro stato biologico cibernetico... I Musulmani rinnegano la cultura, ma cercano di assorbire la loro massa biologica...

Facciamo un favore a questo mondo... Meno SUV, più 4C e Lotus...

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Devo dire che il paragone Borg-Musulmani è estremamente esplicativo...

Però c'è una lieve differenza.. I borg assimilano la cultura e le conoscenze di una singola civiltà e la conformano al loro stato biologico cibernetico... I Musulmani rinnegano la cultura, ma cercano di assorbire la loro massa biologica...

non solo, i borg fanno tesoro delle conoscenze assimilate, accrescendo il proprio bagaglio di esperienze per affrontare meglio l'ignoto...

I musulmani integralisti, come i cristiani medievali, eliminano ogni traccia della cultura assimilata, soggiogando con la propria i nuovi assimilati.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Calderoli avrà sbagliato xkè era un minstro....ma allora mi sorge un dubbio quei musulmani di merda xkè possono continuare a fare quallo ke vogliono?!?!?è brutto dirlo ma secondo me milosevic in kosovo aveva intrapreso la strada giusta!sono degli incivili capaci solo di disprezzarci....e la sinistra italiana è capace di dere ma "povera gente"....povera gente????sti cazzi.....

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Guest DESMO16
Gheddafi, la miccia e il pretesto

E' stato un attacco preannunciato contro il nostro consolato a Bengasi. Erano giorni che Gheddafi aizzava la piazza contro Calderoli colpevole di aver promosso una «nuova crociata contro l'Islam». Ma anche contro l'Italia perché «non vuole chiudere con il passato fascista». Il governo Berlusconi era al corrente dei seri rischi a cui andava incontro. Eppure il ministro leghista si è prestato ad innescare la miccia che ha dato fuoco alle polveri, rifiutandosi di recedere dall' ostentazione delle magliette con le vignette su Maometto ritenute blasfeme. Ed ora che si fa la conta dei morti e dei feriti, le responsabilità sono chiare.

E di un regime tirannico possa essere messo in discussione, le dimissioni del nostro ministro sono a questo punto assolutamente doverose. C'era da attenderselo che l'Italia avrebbe finito per pagare proprio con la Libia il suo conto nella vicenda delle vignette blasfeme. L'ex colonia è una spina nel fianco da quando nel 1970 Gheddafi espulse in massa i ventimila italiani che vi risiedevano da generazioni, sequestrando tutte le loro proprietà. Ieri la televisione libica ha dato ampio risalto al discorso fatto dal presidente del Congresso generale del popolo (il Parlamento), prima dell'attacco al nostro consolato, in cui ha tuonato: «Dobbiamo riaprire il dossier con l'Italia. Il Congresso chiede la rottura delle relazioni con l'Italia.

E' arrivata l'ora in cui è il popolo che deve agire contro le vignette che irridono il nostro profeta e contro il ministro delle Riforme italiano che ha lanciato una nuova crociata contro l'Islam». Chi è stato in Libia sa bene che nessuno si sognerebbe mai di sfilare in corteo e tantomeno di attaccare una sede diplomatica se non glielo ordina il regime. Le poche immagini trasmesse enfatizzano una rara collera diffusa tra le migliaia di persone che hanno manifestato a Bengasi, urlando «con il sangue, con lo spirito, ci sacrificheremo per te oMohammad(Maometto) ». Che il presidente del Parlamento libico abbia strumentalizzato l'atteggiamento di Calderoli appare evidente dalle sue dichiarazioni: «Il ministro italiano ha chiesto al Papa di indire una nuova crociata contro l'Islam, vuole usare la forza contro l'Islam. Vogliono innalzare la croce nella terra dell'Islam. Noi diciamo no.

La Nazione islamica è sana nonostante la collusione di taluni. Gheddafi è pronto a guidarla. In passato gli aggressori fascisti si erano illusi di sottometterci, quando avevamo poche armi ma tanta fede. Ora la Storia si ripete. Pensavamo che l'Italia fosse cambiata.Mada sotto le ceneri emerge un'Italia che vuole riesumare il passato. Fino ad ora non ci vogliono indennizzare per le vittime e i danni coloniali ». Si tratta di un annoso contenzioso che Gheddafi fa riemergere a piacimento per usarlo come clava quando decide di infierire contro l'Italia. Aumentando ogni volta la posta, anche se per il nostro Paese quel contenzioso è chiuso. A ottobre di ogni anno Gheddafi celebra la «Giornata della vendetta» contro l'Italia, un giorno di lutto in cui si rievocano le atrocità della guerra fascista per mantenere vivo l'odio e il risentimento nei confronti degli italiani.

Anche se poi la Libia e l'Italia hanno uno stretto e intenso rapporto economico e commerciale, in cui la parte del leone la fanno le esportazioni di petrolio e gas libico. E' in questo contesto di per sé problematico, nonostante l'intenso lavoro diplomatico svolto dal ministro dell'Interno Pisanu per contenere il flusso dei clandestini, che è esploso il caso Calderoli sfociato nell'attacco mortale contro il nostro consolato. Non tenerne conto sarebbe fuorviante. Il ministro leghista è certamente colpevole di aver assunto, mantenendo un incarico ufficiale, un atteggiamento provocatorio che ha finito per coinvolgere la responsabilità del governo e mettere in pericolo la sicurezza delle istituzioni italiane.

Ma l’esplosione di violenza era già stata decisa. Gheddafi attendeva solo il pretesto. Calderoli glielo ha offerto.

Magdi Allam

18 febbraio 2006

dal Corriere

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Come al solito, lucido e preciso Magdi Allam... c'è poco da aggiungere!!

Come si fa a fidarsi, a sperare che questi popoli possano mai evolversi??

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Guest DESMO16
Ma la vera blasfemia è nei simboli degli estremisti

Nel giorno in cui si seppelliscono le vittime dell'assalto premeditato al nostro consolato a Bengasi, non è certamente mia intenzione soffiare sul fuoco dell'ondata di violenza fatta divampare ad arte dai burattinai del terrore strumentalizzando la pubblicazione di vignette considerate blasfeme o la provocazione del ministro Calderoli costretto alle dimissioni. Maritengo utile e doveroso riflettere sulle radici di questa cultura dell' odio che riesce a infiammare gli animi delle masse islamiche, facendo leva sull'ignoranza, il fanatismo e la schizofrenia identitaria.

In questa fase in cui sembra essere di moda indire dei concorsi per rappresentare personalità o eventi di eccezionale rilievo (Maometto, l'Olocausto), noi immaginiamo di lanciarne due. Nel primo chiediamo al nostro ipotetico pubblico di raffigurare il Corano, il libro sacro dell'islam, per molti increato e pertanto Dio stesso.

Rispondono al concorso in cinque. La prima raffigurazione ritrae il Corano circondato da due spade affilate che si intersecano con in mezzo l'ordine: «E preparate». Che introduce il versetto «E preparate contro di loro forze e cavalli quanto potete, per terrorizzare il nemico di Dio e vostro, e altri ancora, che voi non conoscete ma Dio conosce, e qualsiasi cosa avrete speso sulla via di Dio vi sarà ripagata e non vi sarà fatto torto» (Corano VIII, 60).

Nella seconda raffigurazione, su uno sfondo nero, il Corano è aperto in mezzo a un globo terrestre e dal Corano spuntano una mitragliatrice Kalashnikov, una bandiera nera e un pugno con l'indice rivolto verso l'alto, che sottintendono che tramite la violenza, il vessillo della morte e l'affermazione dell' unicità di Dio, l'islam conquisterà il mondo intero. Nella terza raffigurazione il Corano appare su uno sfondo giallo, posto al di sotto di un Kalashnikov e affiancato da un globo terrestre e la scritta in rosso: «In verità, il Partito di Dio, loro saranno i vincitori». Nella quarta raffigurazione il Kalashnikov rispunta nuovamente in mezzo al Corano aperto con sullo sfondo un sole giallo e l'ordine: «Combatteteli dunque fino a che non ci sia più sedizione, e la religione sia quella di Dio» (Corano II, 193). Lo stesso versetto coranico ricompare nella quinta raffigurazione, con il Corano che esibisce il motto «Il giudizio spetta solo a Dio», attorniato sulla destra da una sciabola e sulla sinistra dal Kalashnikov.

Ebbene voi come giudicate queste raffigurazioni del Corano? Per me sono blasfeme e inneggianti alla cultura della violenza e della morte. Eppure si tratta, nell'ordine, dei loghi ufficiali dei Fratelli Musulmani in Egitto e della loro filiale palestinese Hamas, del gruppo «Monoteismo e Guerra santa» affiliato ad Al Qaeda in Iraq, dell’Hezbollah libanese, del movimento pachistano del Kashmir Lashkar-e-Taiba, del «Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento » algerino.

Passiamo al secondo concorso in cui chiediamo al nostro ipotetico pubblico di raffigurare la moschea di Al Aqsa, il terzo luogo di culto sacro dell'islam, che sorge a Gerusalemme. Rispondono in tre. Nella prima raffigurazione la moschea è al centro incastonata tra due bandiere palestinesi e sormontata da due Kalashnikov laterali che sorreggono una bomba a mano nel punto dove si intersecano le canne. Su tutto troneggia l'ordine: «Combatteteli, dunque, e Iddio li castigherà per mano vostra e li coprirà d'obbrobrio, e vi assisterà a trionfo contro di loro, e guarirà il petto dei credenti» (Corano IX, 14).

La seconda raffigurazione ritrae la moschea al centro e, in sovrapposizione, c'è un combattente con la kefiah che imbraccia la mitragliatrice M-16 con la destra e un Corano con la sinistra. Alle spalle una bandiera verde con la professione di fede nell'islam «Non vi è altro Dio al di fuori di Allah». Mentre all'interno di una cornice circolare è riportato il versetto «Ma voi non li uccideste, bensì li ha uccisi Dio» (Corano VIII, 17). La terza raffigurazione è più ardita. Dalla cupola della moschea spuntano come corna due fucili, in mezzo l'invocazione «Allah è grande », mentre in una cornice circolare è impresso il versetto «Ma quelli che lotteranno zelanti per Noi, li guideremo per le nostre vie, e certo Dio è con coloro che operano per il bene» (Corano, XXIX, 69). Ebbene voi come giudicate queste raffigurazioni della sacra moschea di Al Aqsa? Per me sono blasfeme e inneggianti alla cultura della violenza e della morte. Eppure si tratta, nell'ordine, dei loghi ufficiali delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, delle Brigate Ezzeddin Al Kassam e della Jihad islamica palestinese.

Tuttavia nessun musulmano si è finora sentito offeso e ha protestato per questa profanazione del Corano e della moschea sacra di Al Aqsa. A nessun musulmano è passato per la mente di sporgere denuncia presso i tribunali di Gaza, Il Cairo, Beirut, Islamabad o Algeri. Ecco perché non convince l'ondata di violenza su scala mondiale contro le vignette che offenderebbero Maometto. I musulmani prima di scagliarsi contro la Danimarca, dovrebbero combattere la blasfemia a casa propria. A tutti i musulmani contrari all'interpretazione violenta dell'islam, lancio una proposta: mandiamo una e-mail all'indirizzo dell'Organizzazione per la Conferenza Islamica (info@oic-oci.org), con la nostra denuncia e il nostro appello: «No ai loghi islamici che profanano l'islam».

Magdi Allam

19 febbraio 2006

dal Corriere

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hanno condannato calderoli per vilipendio della religione mussulmana.. con mille episodi per cui tutta la lega dovrebbe essere arrestata per vilipendio alla bandiera italiana questa sentenza è proprio inopportuna

Hanno indagato Calderoli, non condannato.

con i tempi della giustizia italiana, la condanna o l'assoluzione arriva dopo anni.

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