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Prime impressioni di guida ed immagini da motorbox.com

Il parto è stato lungo ma l'attesa è ripagata. A quattro anni dalla sua apparizione come concept, la 8C è finalmente pronta a solcare le strade, anche se solo in 500 esemplari. Linea affascinante, motore possente e guidabilità eccellente sono i plus di una coupé che lascerà comunque il segno.

Domenica, 09 Settembre 2007 - Paolo Sardi

Com'è

DA SOGNO A REALTA’ Nel mondo dell’auto non tutti i sogni svaniscono per forza all’alba. Capita anzi – come nel caso degli appassionati dell’Alfa Romeo – che un sogno iniziato nel settembre 2003 a Francoforte si materializzi addirittura quattro anni dopo, in una mattina soleggiata, assumendo le forme filanti e suadenti della 8C Competizione. In attesa della nuova piccola del Biscione, che vedrà la luce a metà del prossimo anno e che per ora viene chiamata da tutti Junior, è a questa coupé che l’Amministratore Delegato Antonio Baravalle e i suoi collaboratori affidano il rilancio definitivo del marchio. Certo, è un’auto prodotta in soli 500 esemplari, andati letteralmente a ruba in ogni angolo del pianeta, e che per molti resterà solo una chimera, ma è anche un’auto che "fa immagine" come poche altre.

AUTARCHIA Il merito va innanzitutto alle forme filanti e suadenti di cui sopra, disegnate dal Centro Stile Alfa Romeo, che appone la firma sulla carrozzeria dove di solito la mettono i designer di grido, come a ribadire che la linea è tutta farina del suo sacco. Per trovare ispirazione, i designer hanno preso spunti da alcune tra le più gloriose Alfa del passato: è dalla 33 Stradale che vengono i fari, composti da tre elementi racchiusi sotto un unico trasparente e le luci di coda tonde. Tipico Alfa è anche il frontale a tre lobi, con al centro il tradizionale scudetto, privo però dei classici listelli per apparire ancora più cattivo. Dai suoi lati parte la V del cofano che solca l’intero frontale, mentre a movimentare la fiancata c’è una nervatura poco sotto i finestrini.

ACQUA E SAPONE Quella che sorprende è l’incredibile pulizia delle linee. Se si toglie il sottilissimo labbro anteriore in carbonio e l’accenno di spoiler sulla coda, la 8C Competizione non ha orpelli aerodinamici e anche il diffusore posteriore è una presenza molto discreta. Tutto il lavoro si è concentrato sul fondo, per ottenere una specie di effetto suolo. Lunga 434 cm, larga 188 e alta 128, quest’Alfa Romeo riesce a essere nel contempo elegante e muscolosa, slanciata e ben piantata a terra.

CARBONIO OVUNQUE Forme a parte, la carrozzeria merita due parole anche per il fatto di essere per grandissima parte in carbonio, così come in carbonio è anche la struttura monoscocca portante che poggia sul pianale, realizzato invece in acciaio. E il carbonio fa da ritornello anche nell’abitacolo. L’incrocio delle sue tele caratterizza la plancia intera, i pannelli portiera e i gusci dei sedili sportivi. La cura delle finiture è maniacale. Moltissimi sono i componenti interni realizzati in alluminio ricavato dal pieno. Per capire cosa ciò significhi, si pensi che si parte da blocchi d’alluminio grezzo per un peso totale di 100 kg per ottenere alla fine parti pronte al montaggio che pesano, sommate tutte, soltanto 5 kg.

TUTTO AL CENTRO E a proposito di pesi, la 8C Competizione ferma l’ago della bilancia a 1.585 kg, che gravano per il 49% sull’anteriore e per il restante 51 sul posteriore. Questo valore non deve sorprendere: è qui che secondo le schema transaxle è alloggiato il cambio, un robotizzato a sei marce con funzione automatica e manuale, entrambe utilizzabili in modalità Normal o Sport. Quello che le fredde cifre non dicono è invece che le masse sono ben centrate, con il motore sistemato in toto tra l’abitacolo e l’asse delle ruote davanti.

MUSICA, MAESTRO! E’ un inserimento "chirurgico" del possente V8 4.7 di derivazione Maserati, che rinverdisce i fasti delle Alfa 8C degli Anni 30 e 40. I suoi numeri sono da brivido, con una potenza massima di 450 cv a 7.000 giri e una coppia massima di 470 Nm a 4.750 giri, l’80% dei quali disponibili però già 2.000 giri. Il tutto per uno scatto da 0 a100 in soli 4,2 secondi e una velocità massima di oltre 292 km/h. Ove non bastassero questi numeri, a far venire la pelle d’oca provvede lo scarico, accordato ad hoc per produrre un rombo cupo e profondo ai bassi, che si fa lacerante agli alti. Un consiglio spassionato: ascoltatelo per bene, quando verrà pubblicata la prova video… E se lo 0-100 impressiona, il 100 – 0 non è da meno. I dischi anteriori da 360 mm e posteriori da 330 assicurano uno spazio d’arresto di soli 33 metri.

SOLO "USATA" Come già anticipato, per compare la 8C Competizione, non resta che aspettare che uno dei 500 proprietari decida di vendere il proprio esemplare. Quattro i colori di serie in cui si potrebbe imbattere: rosso Alfa (pastello), rosso Competizione (micalizzato), nero e giallo Racing. Non mancano però alcuni esemplari in giro per il mondo verniciati su campione del cliente, nella maggioranza dei casi sul bianco. Con la macchina fuori mercato, giusto per la cronaca vale la pena di ricordare il prezzo, che era di 162.550 euro per l’Italia. Ora ci vorrà poco per scoprire se la tendenza dell’usato sarà alla svalutazione o, come sembra almeno inizialmente, alla rivalutazione.

Come va

TOCCARE CON MANO Sedendosi per la prima volta al volante della 8C Competizione passa qualche minuto prima che si dia inizio alle operazioni di avviamento. Non che il posto di guida crei problemi, tutt’altro: il sedile è bello basso, ben arretrato e le regolazioni consentono di sistemarsi in modo perfetto in men che non si dica, con il volante in verticale alla giusta altezza. Il tempo se ne va soprattutto per gustare fino in fondo la qualità dei materiali e della componentistica in genere. Molti elementi hanno un aspetto artigianale, nulla di rilevante ha un’aria dozzinale o pare costruito con l’idea di limare sui costi.

GRAN VOCIONE Giro di chiave, accensione del quadro e pressione sul pulsante di avviamento: è così che si suona la sveglia al motore che, neanche fosse infastidito dalla cosa, borbotta sinistro, pronto a ruggire a ogni minima sollecitazione dell’acceleratore. Il rumore è assolutamente gasante, sordo e cattivo come solo i V8 sanno fare. La partenza non crea certo problemi. Basta tenere schiacciato il freno, tirare la levetta destra dietro il volante perché si inserisca la prima o premere il pulsante R sul mobiletto centrale per mettere la retro, fare un’acceleratina e mamma elettronica modula la frizione con maestria. La visibilità posteriore non è eccezionale ma se si considera che si è alla guida di una supersportiva, non ci si può affatto lamentare.

FORZA DELLA NATURA I 450 cv accettano di buon grado di marciare al passo, senza scalpitare nemmeno alle andature da parata. Il loro pane quotidiano sono però le sgroppate veloci e lo si capisce già dai primi affondi sull’acceleratore. Il tiro ai bassi è già notevole, con la 8C Competizione che si fionda fuori dalle curve rapidissima anche se magari si è entrati in traiettoria con una marcia più lunga del dovuto. Il bello viene però una volta superato il regime di coppia massima, tra i 4.500 e i 5.000 giri. E’ da qui in poi che la spinta del motore sembra incontenibile, con la lancetta del contagiri che supera d’un fiato quota 7.000 fino a che, circa 500 giri più in alto, il limitatore tarpa le ali all’allungo.

DATEMI UNA LEVA… Il cambio è all’altezza della situazione, morbido e dolce quando si va a passeggio, secco e rapidissimo quando invece si mette la cavalleria alla frusta. Come spesso accade, la funzione Auto Sport è quella che si apprezza meno. Se si vuole osservare il panorama, meglio optare per il programma Normal. Se si dissotterra l’ascia di guerra e si pesta giù duro sull’acceleratore, viene spontaneo darsi al fai da te, selezionando manualmente i rapporti. Così facendo emerge uno dei pochi nei della 8C Competizione, ereditato dalla Maserati: le levette che azionano il cambio sono fisse sul piantone dello sterzo e non seguono il volante che gira, costringendo talvolta a muovere le mani sulla corona per cambiare marcia a ruote girate.

BASTA POCO E’ un peccato, anche perché, proprio per permettere al pilota di tenere le mani ben salde in posizione corretta, i tecnici dell’Alfa Romeo hanno dotato la 8C Competizione di uno tra gli sterzi più diretti in circolazione. Con piccoli movimenti consente di affrontare anche percorsi misti tortuosi e di avere sempre un gran senso di padronanza della situazione.

IN EXTREMIS Dal canto suo, quest’Alfa tiene alta la tradizione del Biscione in fatto di guidabilità. Grazie alla equilibrata distribuzione dei pesi e al baricentro basso, il suo comportamento è neutro. L’ingresso in curva avviene in modo veloce e puntuale, senza inerzie, e in fase di percorrenza emerge un’ottima scorrevolezza, in virtù del grande appoggio fornito ai cerchi da 20". In uscita, invece, se si vuole vestire i panni dei funamboli del controsterzo, non resta che disattivare il controllo elettronico della stabilità VDC e rimboccarsi le maniche. La centralina è comunque settata in modo che, in caso di emergenza, sia sufficiente schiacciare il freno perché i microchip tornino al lavoro per salvare il salvabile. In ogni caso si può sempre fare un po’ di pratica utilizzando il tasto Sport, che oltre a modificare le logiche del cambio, rende il VDC più permissivo con il pilota, lasciandolo più libero di giocare.

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