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satira sul clero


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Al di là che io non sapevo della satira sul papa e sull'altro tizio e grazie alla polemica ne sono venuto a conoscenza, e ho sentito tg e giornali riportare gli sketch, quello che ha detto Magdi Allam stasera al tg5 è giusto: niente satira su Maometto eh?

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Al di là che io non sapevo della satira sul papa e sull'altro tizio e grazie alla polemica ne sono venuto a conoscenza, e ho sentito tg e giornali riportare gli sketch, quello che ha detto Magdi Allam stasera al tg5 è giusto: niente satira su Maometto eh?

Non credo sia doverosa la parcondici in satira, bin laden e sadam erano squisitamente imitati da luca e paolo, e non c'è motivo in italia di sfottere maometto non essendo ancora i musulmani giunti dove è giunto il papa. Tra l'alto le parodie di oltre tevere sono solo macchiettistiche e tutt'altro che politiche o religiose. Davvero questa caduta di stile dal Vaticano non me l'aspettavo.

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Guest Riccardo
Al di là che io non sapevo della satira sul papa e sull'altro tizio e grazie alla polemica ne sono venuto a conoscenza, e ho sentito tg e giornali riportare gli sketch, quello che ha detto Magdi Allam stasera al tg5 è giusto: niente satira su Maometto eh?

Magdi Allam e' veramente un mito e cio che ha detto mi sembra sacrosanto!!!

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Io invece questa volta non sono pienamente d'accordo con Magdi Allam.

Perchè scherziamo sul Papa e non su Maometto? Semplicemente perchè siamo cattolici e non mussulmani. La satira viene bene e fa ridere quando è autoironica, quando ridicolizza e prende in giro i propri comportamenti, usi e costumi.

Prendere per i fondelli qualcosa che non ci appartiene, e che soprattutto non conosciamo appieno, risulta sempre di pessimo gusto e/o offensivo.

E inoltre riuscire a scherzare anche sulla religione pone in evidenza l'enorme differenza culturale dell'occidente. Riuscire a scherzare anche delle cose importati non è perdita di valori, anzi, imho, è un rafforzamento dei valori. PErchè si riesce ad accettarli nella sua realtà, distinguendoli nel momento scherzoso e nel momento serio.

Non riuscire a ridere di qualcosa significa sempre accettare come boccaloni tutto quello che viene propinato....

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Guest Riccardo
Io invece questa volta non sono pienamente d'accordo con Magdi Allam.

Perchè scherziamo sul Papa e non su Maometto? Semplicemente perchè siamo cattolici e non mussulmani. La satira viene bene e fa ridere quando è autoironica, quando ridicolizza e prende in giro i propri comportamenti, usi e costumi.

Prendere per i fondelli qualcosa che non ci appartiene, e che soprattutto non conosciamo appieno, risulta sempre di pessimo gusto e/o offensivo.

Scusa ma allora perche si scherza su Bush, su Blair etc? In Italia ci sono anche musulmani e ci sono pure moschee

E inoltre riuscire a scherzare anche sulla religione pone in evidenza l'enorme differenza culturale dell'occidente. Riuscire a scherzare anche delle cose importati non è perdita di valori, anzi, imho, è un rafforzamento dei valori. PErchè si riesce ad accettarli nella sua realtà, distinguendoli nel momento scherzoso e nel momento serio.

Non riuscire a ridere di qualcosa significa sempre accettare come boccaloni tutto quello che viene propinato....

Su questo sono daccordo, il problema e' che ci confrontiamo con gente che non la pensa cosi e mentre noi siamo disposti a mettere sempre in discussione qualsiasi cosa anche quando proprio non ce ne sarebbe bisogno ed anzi servirebbe piu unita, gli altri non lo fanno cercando di imporre loro ed il loro modo di vedere. In una situazione del genere si rischia di lasciar prevalere il radicalismo e la chiusura mentale degli altri. Io le parole di Allam le ho interpretate cosi

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Scusa ma allora perche si scherza su Bush, su Blair etc? In Italia ci sono anche musulmani e ci sono pure moschee

Perchè li conosciamo abb. bene? :wink:

E comunque se noti in Italia una satira su Blair risulta molto meno raffinata e divertente della stessa su un Berlusconi o un Prodi :wink:

E penso che la satira su Maometto verrebbe divertente se proposta da un mussulmano.......ma mi sa che non accadrà per ancora un bel pò :(

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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mmm Toni non è che x caso ti hanno adottato?? no perchè ultimamente abbiamo troppe affinità culturali, devo capire se i miei si sono venduti in figlio :D:D:D:D:D:D

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Guest Riccardo

E comunque se noti in Italia una satira su Blair risulta molto meno raffinata e divertente della stessa su un Berlusconi o un Prodi :wink:

Vero anche questo!!

Personalmente credo che con la regina di Inghilterra, Blair e Carlo/Camilla certe volte si sia ecceduto ed anche nel cattivo gusto!!!!

E penso che la satira su Maometto verrebbe divertente se proposta da un mussulmano.......ma mi sa che non accadrà per ancora un bel pò :(

Quindi Crozza, Fiorello e la Littizzetto sono cristiani ;))))

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Guest DESMO16
La semplicità di Benedetto e il cattivo gusto della satira

PAPALE, ANZI POP

Benedetto XVI parla della fede e delle cose con parole così semplici e cristalline che persino a essere Maurizio Crozza lo si capirebbe…

“Nelle nostre famiglie cristiane si insegna ai piccoli a ringraziare sempre il Signore, prima di prendere cibo, con una breve preghiera e il segno della croce… perché educa a non dare per scontato il pane quotidiano”. Ecco, non è che sia sistemato per sempre il problema della fame nel mondo – la fame nel mondo, si sa, la sistemano alla Fao – ma senz’altro anche i bambini, e addirittura i loro genitori, avranno capito cosa ognuno può fare perché tutti possano avere “non il ‘mio’, ma il ‘nostro’ pane quotidiano”. Oppure, la famiglia: “E’ necessario pregare senza mai stancarsi e perseverare nel quotidiano sforzo di mantenere gli impegni assunti il giorno del matrimonio”. Oppure, il senso del giorno dei morti: la morte “non mostra più il ghigno beffardo di una nemica, ma come scrive san Francesco nel ‘Cantico delle creature’ il volto amico di una sorella”. Il Papa che parla difficile, il Papa inchiodato alla dottrina, il Papa da prendere in giro perché non sa comunicare, ammesso che abbia da dire. Questo è il Papa spesso adocchiato nelle chiacchiere giornalistiche, o in quella che in un tempo felice e perduto si chiamava “la satira”, dentro e fuori la tivù. Benedetto XVI invece, o il professor Ratzinger come talvolta lo si chiama, nelle brevi riflessioni proposte all’Angelus, o nelle udienze del mercoledì in cui da tempo conduce una catechesi semplice ed essenziale, parla della fede e delle cose con parole così semplici e cristalline – cioè che ci si può guardare in fondo – che persino a essere Maurizio Crozza lo si capirebbe. Come l’hanno capito i giovani radunati lo scorso anno a Colonia, a cui non sciorinò una riflessione astratta, ma disse: “La felicità che cercate, la felicità che avete diritto di gustare ha un nome, un volto: quello di Gesù di Nazareth… Vi ripeto oggi quanto ho detto all’inizio del mio pontificato: ‘Chi fa entrare Cristo nella propria vita non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande’”.

Forse che vediamo la ragione?

Forse Benedetto XVI sa spiegarsi in modo così semplice perché la vede, la semplicità. A un bambino che in piazza San Pietro, in uno strabiliante (per il tono dei contenuti) incontro con i ragazzi della prima comunione, gli domandò: “La mia catechista mi ha detto che Gesù è presente nell’Eucaristia. Ma come? Io non lo vedo!”, domanda che stenderebbe più di un genitore e di un teologo, rispose: “Sì, non lo vediamo, ma ci sono tante cose che non vediamo e che esistono e sono essenziali. Per esempio, non vediamo la nostra ragione, tuttavia abbiamo la ragione”. E giudicate voi se l’affermazione stia molto più in basso di quelle di Ratisbona. E adesso prendetelo in giro, fa parte delle civili libertà. Ma state attenti a prendere di mira, almeno, la persona giusta. Perché poi finisce che per scherzare sul Papa tocca raschiare il barile del “panzer di Dio”, del dandy del dogma, del cattedratico imbalsamato che condanna tutto ciò che vede muoversi sotto il cielo di Dio. Invece, spesso, dice cose così aderenti al vero che le capirebbero anche i grandi, se non fossero sempre così impegnati a rafforzare gli stereotipi con cui non riesce più a nominare niente: vita, morte, addirittura la fame. Così, persino quando il Papa ha invitato a “trovare l’equilibrio tra l’interiorità e il lavoro necessario”, la frase è finita rubricata in Internet alla voce “notizie curiose”. Recenti sketch di qualità “dopolavoristica” hanno fatto saltare la mosca al naso all’Avvenire. Paolo Martini sulla Stampa ha spiegato che quello che (dovrebbe) far ridere di Benedetto XVI è la sua incapacità di comunicare. Forse perché parla troppo semplice.

Il Foglio

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