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satira sul clero


ludico

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sul corriere la risposta di crozza, che risponde anche a tutte le critiche sollevate da riccardo kenzo ed altri

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2006/11_Novembre/19/conti.shtml

«Sono più famoso di Agca, senza nemmeno l'aiuto dei servizi bulgari»

Crozza: «Adesso tocca al presidente iraniano»

Parla il comico criticato dal giornale dei vescovi per la sua imitazione di Benedetto XVI. «Ma al Papa non rinuncio»

ROMA - «Mi hanno chiamato dal New York Times, lo giuro. Ma dico: faccio il 3% di share su La7, non hanno di meglio da fare? E che dovrebbe succedere a Pippo Baudo? Un’intervista da Marte? Mamma mi ha telefonato: "Sei su tutti i tg, cos’hai fatto?". E io: "Mamma, sono più famoso di Alì Agca, e non mi hanno nemmeno aiutato i servizi segreti bulgari"».

Crozza, è la risposta alle polemiche sull’imitazione del Papa?

«No. Sto provando il monologo per lunedì. Sa cosa mi ha stupito? Tanta gente che ha dichiarato: "Non ho visto l’imitazione, ma mi offende". Mi ricorda chi ci dice come fare sesso e non fa sesso, come educare i figli e non fa figli».

Una descrizione dei documenti della Conferenza Episcopale?

«E’ una sua deduzione…. Certo, mi hanno trattato come il diavolo. Ma se non ho nemmeno scritto la Finanziaria!».

Domani alle 21 rinuncerà o no all’imitazione di Benedetto XVI

«Creo suspence. Accendete la tv. E vedrete».

Dicono anche che proporrà anche un’imitazione di Ahmadinejad, il presidente dell’Iran.

«Ci sto lavorando, continuo a sperimentare. Ma questa è l’idea: siamo a Teheran, c’è Antonio Zichichi che spiega a Ahmadinejad i segreti della bomba atomica. Il dialogo si ingarbuglia. Tutto finisce come la lettera di Peppino e Totò».

Si apre il capitolo della satira sul mondo dell’Islam?

«Non rivendico nulla. Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri imitarono tre anni fa Bin Laden. Io stesso ho fatto Saddam. Si ironizza su temi sicuri. Potrei fare Kim Jong-Il... Satira sull’Islam? E io che ne so? Non ho tre anni di corano alle spalle. Ma tre da chierichetto sì. Quasi una laurea breve».

Cos’ha pensato quando il segretario del Papa ha detto «basta»?

«La stessa cosa che ho pensato sul New York Times»

Cioè che don Georg Genswein non aveva di meglio da fare?

«Altra sua deduzione... Non credevo di avere tanto potere. Forse ho letto troppo Geppo da piccolo. Avrei dovuto dire troppo Faust, lo so. Ma fa lo stesso».

Ma lei si definisce un cattolico?

«Sì. Sono cresciuto con quei valori. Quando avevo sei anni sono entrato in chiesa e il prete mi ha detto: pentiti! Sono 45 anni che mi chiedo: di che? Ho sviluppato un gran senso di colpa… Mi sono sposato in chiesa, era un desiderio di mia moglie Carla Signorinis, cattolica e credente, che ho rispettato. I nostri figli a Genova studiano dai Maristi. Poi io con loro parlo di tutto. Anche delle religioni».

Però molti cattolici ritengono blasfema la sua satira.

«Ma non sono un mangiapreti, l’ho spiegato. La realtà è che parlo di un mondo che conosco e mi appartiene. Prendete Borat. Da ebreo prende in giro gli ebrei. Perché si ride di ciò che si conosce. E qui rispondo ancora sulla satira e l’Islam. Comunque lo penso da tempo: viviamo un Paese assai poco laico, molto clericale. Ma tutto questo non dovrebbe influenzare la cultura. Né la libertà di satira».

Avvenire parla di «totalitarismo satirico», di «satira intoccabile ».

«Non capisco cosa voglia dire. Io voglio poter sorridere di qualsiasi cosa riguardi gli esseri umani. Tutti gli esseri umani, incluse le loro debolezze. La satira è l’esasperazione, l’iperbole di quelle debolezze. Siamo tutti uomini. Tutti fallibili. Con la gag sul Papa volevo solo umanizzare il personaggio. Ricordare che non esistono idoli terreni».

Ha sentito il don Georg radiofonico di Fiorello?

«Non ancora. Ma dev’essere fantastico. Fiorello è bravissimo».

Sembra quasi che il «suo» Pontefice non sappia cosa dire…

«Ho la sensazione che la Chiesa sia un po’ anacronistica, che viva al di fuori della realtà. Per questo vedo Benedetto XVI come un attore costretto ad andare in scena ogni domenica con l’Angelus. Lì c’è molto Mel Brooks. E c’è l’amarezza dell’uomo: "Quando parlava lui, tutti dicevano bravo Papa, quando parlo io tutti dicono bravo Papa di prima...". Poi è arrivato il discorso di Ratisbona e abbiamo capito tutto».

Si metta però nei panni di un cattolico osservante.

«Già fatto. La moglie di un mio autore è cattolicissima osservantissima. Ora è anche delusissima dalla reazione della Chiesa. Anche a me, ora sono serio, tutto sembra una follia».

Ha detto monsignor Georg Genswein: sarebbe troppo onore se il Papa rispondesse a «questa gente ». Cosa risponde?

«Che va benissimo. Non bisogna attribuire troppi significati a un uomo di satira. Sono un comico. Non voglio cambiare il mondo. Ma voglio continuare ad essere un comico».

Paolo Conti

19 novembre 2006

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Guest DESMO16

più che il presidente iraniano si dovrebbe imitare adel smith, o meglio, includere anche quest'ultimo per par condicio

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dal corriere

La cabarettista rilancia su Ruini: «Io e Eminens ci vogliamo un gran bene»

Satira sul Papa, Fiorello e Litizzetto insistono

Ma lo showman siciliano si limita a una battuta: «L'imitazione di padre Georg? Ma io volevo fare Don Backy. Tutta colpa di Baldini»

MILANO - Non saranno stati fuochi d'artificio, ma né Fiorello né tantomeno Luciana Litizzetto si sono tirati indietro dopo le polemiche seguite alla presa di posizione del quotidiano dei vescovi, Avvenire, sulla satira contro papa Benedetto XVI e il suo assistente padre Georg. Entrambi - in onda praticamente in contemporanea rispettivamente su Raiuno e su Raitre - non si sono lasciati sfuggire l'opportunità di inserire nei rispettivi copioni battute e allusioni a sfondo «vaticanesco». Lo showman siciliano si è tuttavia limitato ad una veloce e tutto sommato innocente battuta che gli ha consentito di glissare e di puntare su altri pezzi celebri del suo ultimo repertorio, come l'imitazione di Gianni Morandi, e sul botta e risposta con il suo specialissimo ospite, l'amico Mike Bongiorno, già suo «complice» in alcuni spot pubblicitari.

Marco Baldini e Fiorello nella versione tv di VivaRadiodue (Lapresse)

«DOVEVO FARE DON BACKY» - Fiorello non si è cimentato nell'imitazione del pontefice e neppure in quella del suo assistente padre Georg, lanciata con successo dai microfoni di VivaRadiodue (■ ascolta). Ma in uno dei suoi interventi ha spiegato che la colpa di quanto accaduto è tutta della sua «spalla» radiofonica (e per l'occasione anche televisiva), il dj Marco Baldini: «In un'intervista dicevano che faccio "una satira vigliacca", se devo chiedere scusa mi prendo tutte le responsabilità, ma sull'imitazione di padre Georg la colpa è di Baldini. Io gli avevo detto: "faccio Don Mazzi", ma lui mi ha detto "fai padre Georg"; dovevamo fare Don Backy, così si arrabbiava solo Celentano... Finiamola qua, vi vogliamo bene». Fiorello non è andato oltre, deludendo forse chi si aspettava qualche affondo più coraggioso.

Fabio Fazio e Luciana Litizzetto (Emmevi)

Fabio Fazio e Luciana Litizzetto (Emmevi)

«IO E EMINENS, GRANDI AMICI» - Senza troppi peli sulla lingua, invece, Luciana Litizzetto, che nella trasmissione di Fabio Fazio ha inscenato il solito dialogo a distanza con il suo «Eminens», ovvero il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Camillo Ruini: «Lei è don Camillo e io la sua Peppona - ha esordito rivolgendosi al porporato-; lei è l'acqua santa e io il suo pollo alla diavola». La cabarettista ha spiegato che lei e il cardinale in realtà si vogliono bene e che «sono i giornali che ci fanno litigare, sono come le suocere». Come fanno? Chiamano nei momenti meno opportuni, «magari quando lui è nella sua canonica che sta stirando la stola e io a casa mia che mi stiro il tanga...». «Arriva il giornalista e mi riferisce cosa ha scritto l'Osservatore romano - ha spiegato la Littizzetto -. Ma cosa vuoi che me ne importi dell’Osservatore Romano, che non lo compero mai, che non c’è neanche il sudoku...». Quindi la pestifera intrattenitrice di Raitre ha ribadito che «se ci vedessimo in pizzeria io e Eminens andremmo d’amore e d’accordo: gli darei anche tutti i capperi della mia pizza». Infine un appello e un invito ad una sorta di santa alleanza: «All’inferno non ci vanno i comici e neanche i preti. I veri cattivi sono altri, i mafiosi, i pedofili, quelli che fanno le guerre. Alleiamoci. Facciamo una joint venture. Che poi lei ha agganci in alto e questo mi dà sicurezza...». (■ Guarda il video)

SFIDA IN CASA RAI - C'è ora attesa per i dati Auditel sulle due trasmissioni. Dopo la puntata dell'8 ottobre si era parlato di screzi tra Fiorello e Fazio legati al fatto che il secondo non avrebbe gradito la sovrapposizione. Alcune dichiarazioni di Fiorello avevano contribuito ad accreditare la contrapposizione, ma poi i due fecero pace in diretta su Radiodue. Tra l'altro la concomitanza delle due trasmissioni consentì in quell'occasione alla Rai di catturare più della metà dell'intera audience televisiva (quasi il 50% degli spettatori con le sole due trasmissioni). Fiorello, nella sua seconda apparizione televisiva, non ha comunque mancato di fare un riferimento a «Che tempo che fa»: «Questa sera non possiamo parlare di Finanziaria - ha spiegato Fiorello -: è su Raitre che stasera ne hanno l'esclusiva». Proprio in quel momento, infatti, Fabio Fazio stava intervistando il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa.

Alessandro Sala

19 novembre 2006

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Guest Riccardo
sul corriere la risposta di crozza, che risponde anche a tutte le critiche sollevate da riccardo kenzo ed altri

Andiamo ludico, ovvio che non si tirano indietro, tutta pubblicita gratuita ;)

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altra intervista della litizzetto su repubblica

L´attrice: pensavo che il cardinal Ruini mi avrebbe risposto

La mia idea era quella di chiedergli il perché di certe posizioni. Poi è diventato un tormentone

Di padre Georg ho solo detto che se avesse fatto un calendario l´avremmo comprato

di SILVIA FUMAROLA

ROMA - Da mesi parla di lui a "Che tempo che", tirandolo in ballo sui temi che le stanno a cuore: sperimentazione, Pacs, «le cose della vita che ci riguardano tutti. Il cardinale Camillo Ruini, nel tormentone di Luciana Littizzetto è diventato "Eminence" o "Eminems", a seconda dei momenti. Travolgente e ironica, fissa la telecamera e provoca: «Eminence, lei è don Camillo e io sono la sua Peppona», «Sono il suo pollo alla diavola», «Vengo a fare la sua chierichetta, sapesse come so far girare il turibolo!». E ironizza con Fazio sulle polemiche dei giornali: «Non leggo l´Osservatore Romano, non c´è neanche il sudoku». Racconta che l´idea di rivolgersi al cardinale le è venuta quest´estate. «Ma sì, quando ho letto il suo intervento sul referendum, di non andare a votare».

Così ha deciso di iniziare un dialogo con lui.

«Sì, perché in tutte le cose che riguardano il progresso è molto duro: la fecondazione assistita, la ricerca, tutto quello che potrebbe significare un andare avanti lui lo blocca. Mette i divieti. La mia idea era chiedergli il perché di certe posizioni».

Poi Emincence è diventato un tormentone.

«Perché è diventato un personaggio: un cardinale non si può toccare nel senso più rispettoso del termine, non è una presa in giro su di lui, ma su quello che pensa. Non è un´aggressione alla persona».

Alla fine Ruini le è simpatico.

«Sì, molto. Mi aspettavo che mi rispondesse. Così è come parlare ad un´altra me stessa, a una persona che non vedi e non senti, perché io non ho saputo di reazioni, neanche dall´entourage. E qui vorrei rimproverare i giornali, anche voi».

Vada, ne ha per tutti?

«Certo. I giornali hanno creato un caso che non c´era. Io non ho mai fatto la parodia di padre Georg: hanno messo tutto insieme. Mi sono sempre rivolta a Ruini, di padre Georg ho semplicemente detto che se avesse fatto il calendario a noi avrebbe fatto piacere, l´avremmo comprato. L´abbiamo visto sulla copertina di Chi con i calzoncini...».

La satira rispetta l´Islam.

«Intanto l´islamismo è una cosa molto lontana dalla nostra quotidianità, ma guardi che noi non parliamo di Dio e Gesù, ma di persone, di esseri umani che fanno il loro mestiere, col rispetto che bisogna avere. Ma sono persone. È un po´ anche quello che dicevo in trasmissione: i veri cattivi non siamo noi, sono i prepotenti, i mafiosi, i pedofili, quelli che rovinano l´ambiente e chi fa le guerre . Non i comici. All´inferno non vanno i comici e neanche i preti. Che fastidio diamo? Abbiamo perso la proporzione delle cose».

Ma nessuno in Rai le ha mai detto di lasciar stare Eminence?

«Mai. Ho la massima libertà, da parte di tutti, del direttore di RaiTre Ruffini prima di tutto. E anche Fazio, che fa quelle facce ed è spesso sul punto di svenire, sta al gioco».

Si è mai autocensurata?

«Certe cose mi verrebbero facili da dire, per esempio che Eminence moltiplica i pani e i pesci, ma le censuro quasi tutte. Può essere offensivo per quelli che credono. A me interessano gli uomini della Chiesa per come si esprimono su questioni vitali per la gente: Pacs, matrimonio, sperimentazione».

Però i cattolici sono molto attenti: sono arrivati a chiedere di boicottare la fiction con Banfi padre di una lesbica.

«Bisogna dire che si può anche spegnere la tv, che so, cambiare canale. Questi passano le sere a telefonarsi tra loro per dire: "Hai visto quello? Hai visto quell´altro?", e poi alla fine guardano tutto! Una trasmissione che non mi piace, che non mi corrisponde, io non la guardo. Leggo un libro. Questo continuo invocare la censura, soffocare le cose, non me lo spiego».

Se mai accettasse l´invito, le piacerebbe confrontarsi con Ruini?

«Tantissimo. Solo che Fabio non me lo farebbe mai incontrare, mi chiuderebbe in camerino. Degli ospiti ho incontrato solo Pippo Baudo, forse farò qualcosa con Celentano, ma Fabio ha troppa paura. Anche perché non sa mai cosa dirò, mica gli avevo detto che avrei parlato dell´orgasmo. Sapeva che avrei parlato delle ferrovie».

Le sembra normale che a difendere la laicità sia un´attrice e non la politica?

«Ma anche noi apparteniamo alla vita politica. I politici non si sono preoccupati di difendere i comici, ma erano molto presi dalla finanziaria, che, capisco, è una cosa più seria delle nostre beghe».

Prepara uno spettacolo teatrale?

«No, però il 28 novembre esce il mio libro: Rivergination-Per evitare la svalutazione e incentivare la devolution. Parlo di donne, uomini e di tutto il resto, una nuova verginità è utile».

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più che il presidente iraniano si dovrebbe imitare adel smith, o meglio, includere anche quest'ultimo per par condicio

non capisco perchè bisogna inseguire gli islamici sul loro stesso terreno dell'integralismo religioso.

Crozza non fa satira sui buddisti o gli animisti, e allora? per par condicio deve farla anche su quelli?

Fa satira su Zichichi (uomo di scienza) ma non su uno sportivo... e così via.

Secondo me ognuno faccia la satira su chi gli pare, purchè gli riesca bene. La par condicio sulla satira è un concetto ai limiti del delirio.

Ciao e buona giornata

Alfa_Milano

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