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la fiat si è fiorellizzata.


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un articolo simpatico di mattioli della Stampa.

ironico e profondo.

La Fiat? Si è fiorellizzata

Fiorello arriva oggi a Torino: stasera e domani si esibirà in uno spettacolo per i dipendenti Fiat

Spot dello showman e manager in maglione: "Non dite più che siamo seriosi"

ALBERTO MATTIOLI

TORINO

Cos’hanno in comune Rosario Fiorello da Catania, di professione showman, e la coppia Gabriel Kahn & Stephen Power, analisti del Wall Street Journal, bibbia della Borsa americana? Tutti e tre si sono accorti che la Fiat ha cambiato immagine: il primo sta contribuendo al rinnovamento, gli altri due l’hanno certificato. Aver arruolato Fiorello come testimonial per una campagna di spot massiccia e soprattutto riuscita non è solo un bel colpo dell’artiglieria pubblicitaria della casa (mettete un Fiorello nei vostri cannoni), ma anche una svolta nel look, una rivoluzione culturale, un cambiamento epocale per la già austera Fiat. Che si è salvata e si sta rilanciando «by flouting traditions», «prendendosi gioco delle tradizioni», come appunto titolava il tuttora austerissimo Journal.

La rivoluzione del look

Insomma, dopo aver rischiato di restare in braghe di tela, la Fiat si è tolta la grisaglia e messa il pullover. Non solo in senso figurato. Sono fin troppo mediatizzati i maglioni che Sergio Marchionne, amministatore delegato del gruppo, indossa anche a consigli d’amministrazione, presentazioni di nuove automobili, incontri con la stampa, insomma anche dove la regola sarebbe quella del grigio più grigio e una cravatta regimental un azzardo quasi eversivo. Ma non si tratta solo di una rivoluzione di cachemire: è tutto il gruppo che ha cambiato immagine. Si è scravattata l’intera Fiat. E allora ben venga Fiorello che la pubblicizza prendendola in giro. «Fiorellizzeremo la Fiat», aveva promesso Lapo Elkann. Detto fatto. E pazienza se il Fiore nazionale, nel suo one-man-show Volevo fare il ballerino, si esibiva in questa battutaccia: «Sapete perché Pierce Brosnan non sarà più James Bond? Perché gli hanno detto che la nuova macchina di 007 è una Panda».

Un manager anticonformista

Del resto, se per la Fiat tradizionale Fiorello è un alieno, Marchionne è un outsider, sia per formazione (papà Concezio ha fatto il maresciallo dei carabinieri a Chieti, poi l’emigrante in Canada) che per gusti. Non di soli maglioni vive la sua immagine anticonformista. C’è la musica (jazz, cantautorato di qualità ma anche, grazie al Dio delle note, tanta Callas), anche come sottofondo alle più impegnate e impegnative riunioni. Ci sono, nel dopolavoro, hobby ben poco supermanagereschi come il giardinaggio nella casa con vista sul lago a Blonay, nella Svizzera felix. Ci sono, a Torino, le cene alla pizzeria Cristina e non nei ristoranti stellari e stellati. C’è perfino, si dice, lo shopping fatto di fretta e di persona senza delegare a segretarie e guardaspalle. E la svolta non riguarda soltanto Marchionne. Sembra che finalmente la Fiat si sia scrollata di dosso quell’immagine severa, solenne, noiosetta e, diciamolo, grigia che il luogocomunismo nazionale le aveva appiccicato addosso.

Un Gruppo «easy-style»

Un’immagine che faceva il paio con quella di Torino, per tutti ancora «città industriale» anche in epoche di delocalizzazione, con le strade squadrate, i ruoli stabiliti, i riti e miti nei secoli fedeli e le catene di montaggio che riproducevano gerarchie ancestrali, con dirigenti dai cognomi che evocavano Baroli e medaglie d’oro, entrambi d’annata, a guidare maestranze disciplinate e pronte al sacrificio come in qualche guerra d’Indipendenza. Chissà perché (anzi, perché si sa benissimo) dicevi Fiat e ti immaginavi i cancelli di Mirafiori in un’alba nebbiosa nei cupi anni Settanta. All’inizio degli Ottanta, con la marcia dei quarantamila già archiviata e l’edonomismo reaganiano ancora rampante, apparve quasi eversiva la campagna pubblicitosa di Forattini (ricordate? La Uno «comodosa, risparmiosa, sciccosa, scattosa»). Funzionò, ma non sembrava affatto «una cosa da Fiat». E invece oggi è normale che si faccia un concorso fra i dipendenti per trovare il miglior slogan per gli spot alla radio, con risultati da fare invidia ai Monty Python, tipo «Viaggi di cozze», «Altrimenti ci incricchiamo», «Rocco e i suoi fardelli». O che si chiami Fiorello a celebrare la rinascita con i concerti per chi fabbrica le auto e a «spingerla» con gli spot per chi le compra. Insomma, adesso la Fiat si presenta senza giacca e cravatta. In pullover.

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«Sapete perché Pierce Brosnan non sarà più James Bond? Perché gli hanno detto che la nuova macchina di 007 è una Panda»...

Infatti lui voleva la 500 ma gli dissero che non era ancora pronta...

...

C’è la musica (jazz, cantautorato di qualità ma anche, grazie al Dio delle note, tanta Callas)

...

Non ho capito cosa non vada nella musica Jazz; io l'adoro!

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