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File sharing: Sentenza della cassazione


Albizzie

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E lo chiedi ad uno che vorrebbe abolire i diritti d'autore? I brevetti? Ecc…? ;-)

Occhio che i brevetti (soprattutto quelli industriali) tutelano e hanno uno scopo completamente diverso dal diritto d'autore...

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Occhio che i brevetti (soprattutto quelli industriali) tutelano e hanno uno scopo completamente diverso dal diritto d'autore...

Mica li ho comparati. :)

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Alonso, come ha detto Kimi, è il primo top driver che si fa pagare il posto a Maranello.

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Secondo me si è arrivati a questo scontro per una somma di scorrettezze.

Da una parte ci sono le case discografiche col loro rischio d'impresa, che però hanno sbagliato facendo cartello con prezzi sì sostenibili, ma poco corretti.

Dall'altra ci sono stati in primis gli utenti gonzi, che hanno finanziato quel cartello, e in secundis tutti quelli che dicendo "tanto costano troppo, gli faccio il dispetto" scaricano quantità di materiali immani.

Due torti non fanno una ragione... :roll:

La mia vision è: lo scambio su internet è una forma di comunicazione e passaggio di risorse che col suo avvento su larga scala ha introdotto concetti economici in gran parte nuovi, nuovi nel senso che nessuno prima aveva concepito dinamiche simili.

Una persona che oggi scarica musica e film e programmi, lo fa dando ormai per scontato che "si può, e si fa". A me girerebbero le palle se domani il mulo venisse bloccato, e tanto tempo tre giorni sarebbe di nuovo in piedi per qualche via traversa (l'ingegno umano ha potenzialità infinite con lo stimolo della libertà).

E mi rendo conto, onestamente, che anche se domani un album costasse 5€ invece di 20, probabilmente non lo comprerei comunque, perché per la quantità di musica e film di cui io fruisco, sarebbe una spesa ingestibile.

Ma una soglia veramente irrisoria rispetto ad oggi farebbe fare il passo a molti, secondo me.

Su di me funziona allo stesso modo del limite di velocità. Ci sono zone dove vige un limite di 50 all'ora non giustificato. Una volta che sono sopra i 50 (semplifico) fra l'andare a 70 e l'andare a 110 tenderò alla seconda -parlo solo per quanto riguarda l'aspetto legale- perché tanto ormai il limite è passato, quindi multa per multa tanto vale tirare.

Se invece il limite fosse posto (teoricamente) a 90 invece di 50, stante che la struttura se lo può permettere, ci penserei bene prima di violarlo, visto che già così com'è si adegua bene alla situazione per me migliore.

Uno Stato, un'Istituzione, deve ricevere fiducia da parte dei cittadini, ma in cambio deve anche offrirne.

E secondo me il mercato è sfruttabile anche in questo modo.

In un mondo onesto, per come la vedo io, la casa discografica dovrebbe chiedere un prezzo basso + i costi di supporto (quasi nulli in caso di download via rete), ma per contro nessuno e dico nessuno dovrebbe permettersi di rubarlo, e a quel punto si parla di furto vero e proprio.

A quel punto voglio vedere se ci prendono più soldi a vendere X a 20€, o a vendere 30X a 1€!!

Oggi viviamo una contraddizione continua, siccome tu rubi a me io rubo a te, bell'equilibrio! Quanto bene fa alla crescita economica...

Un po' più di onesta, da una parte e dall'altra.

Oppure, alla peggio, un mercato differenziato: se ai fessi sta bene comprare un cd di pop trash a 25€, prego metteteglielo anche a 50, ma non mi fate lo stesso prezzo per i classici...

Prezzi nell'ordine di:

1-2€ ad album completo, + IVA + costi di supporto (costo di un cofanetto rifinito, costo di un CD vergine in case slim o costo ridicolo di un download) con prezzi a salire a 5-6€ per le hit più richieste e più nuove

3-4€ a film + IVA + supporto e a salire a 10€ per i best seller del momento

+ altre limitazioni o vantaggi tipo:

- possibilità di provare, praticamente noleggiarsi il film o l'album, però è difficile evitare davvero la duplicazione della copia usa e getta. Commercialmente ha senso, chi me lo fa fare di comprare il disco se poi mi fa schifo? Il diritto di recesso esiste... se non lo pago, non lo riascolterò più volte, che è il vero godimento di un bene tipo musica o film

- scontare il film a chi l'ha visto al cinema, per esempio, ma è alla stregua di quello che ho detto qui sopra.

Il succo è: prezzi infinitamente più bassi e diritto di recesso.

Altrimenti, io continuo per la mia strada, così facciamo torto in due e stiamo tutti meglio. Vero?

Quando le ruote slittano e la macchina non va avanti... voi pestate di più o mollate per rimettere d'accordo ruota e asfalto? Poi una volta che il grip c'è, è crescita per tutti... L'esempio è calzante. :)

There's no replacement for displacement.

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Anche tu ti ecciti palpeggiando pezzi di plastica? Perché stare qui a discutere con chi non ti può capire? Esprimi la tua vera passione passando a questo sito!

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e poi ripeto: 1. il costo di andare a tracciare tutti gli IP di tutti gli utenti connessi a un programma di file sharing che non siano quelli legali ha un costo enormemente maggiore dei benefici ottenibili. e in tempo di rigorosissimi tagli a spese, la buona vecchia analisi costi-benefici ha un valore ben più che simbolico.

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Riporto quanto detto da Paolo Attivissimo riguardo al P2P e al file sharing, non in merito a tale sentenza, ma comunque può essere motivo di spunto

Penso che il diritto d’autore com’è oggi abbia perso di vista lo scopo per il quale era nato. Il diritto d’autore era un patto sociale: noi, società civile, concediamo a te, autore, un monopolio temporaneo su quello che crei, così potrai creare altra cultura. In cambio, quando scade il periodo di monopolio, la tua produzione diventa disponibile liberamente a tutti, così gli artisti che vengono dopo di te possono costruirvi sopra senza timore di liti legali.

Ma se il monopolio da temporaneo diventa quasi eterno (70 anni dopo la morte dell’autore!), allora il patto è violato. Che senso dare diritti all’autore quando è morto? Di certo non è più in grado di creare nuova arte, una volta cadavere, per cui il principio ispiratore (l’incentivazione della cultura) è andato a ramengo.

Come se non bastasse, le tecnologie anticopia e le leggi che le riguardano ambiscono a stravolgere anche questa durata già oggi assurda del diritto d’autore, rendendolo realmente eterno. Un file protetto con cifratura anticopia (DRM) non perde la propria protezione allo scadere del periodo di tutela dei diritti dell’artista. Rimane lucchettato per sempre (salvo che qualcuno scopra il modo di rompere il lucchetto).

Come autore, credo che ci si debba adattare a un nuovo mercato: i sistemi anticopia non funzionano, vengono sistematicamente scavalcati e causano disagi soltanto agli utenti legittimi che non vogliono imparare le complesse tecniche anti-anticopia. Per cui la commercializzazione deve adeguarsi a questo stato di cose, trovando formule innovative: per esempio, il file PDF dei miei libri non intacca le vendite della versione cartacea, ma le complementa, permettendo al potenziale acquirente di provare prima di pagare, e intanto fa parlare di sé in Rete, evitando i costi di una promozione tradizionale.

Credo che qualunque industria che si metta a far causa ai propri clienti perché non comprano il suo prodotto abbia fallito completamente il suo compito. Questi comportamenti brutali e prepotenti, spesso rivolti a utenti giovani e squattrinati (mentre le centrali della pirateria organizzata prosperano alla luce del sole), non fanno altro che spingere i clienti a rivolgersi altrove. Alle case discografiche alternative, alla free music legalmente scaricabile da Internet, all’autoproduzione. E come si fa a spiegare a un ragazzino che Madonna si porta a casa 45 milioni di dollari per una canzone (pagati da Microsoft), ma non tollera che lui ne abbia una copia senza pagare? Come si fa a spiegargli che non deve copiare le canzoni o i film, quando su ogni CD/DVD vergine che compra c’è una tassa preventiva applicata proprio per compensare i presunti costi della pirateria?

Alla richiesta di trovare un punto di equlibrio tra detentori dei diritti e scaricatore risponde così:

Ci sono almeno un paio di soluzioni interessanti: la prima è un ritorno al diritto d’autore a breve termine: una decina d’anni, per esempio. La stragrande maggioranza delle opere artistiche ha successo nei primi dieci anni dall’uscita. Perché una canzonetta dovrebbe beneficiare di una tutela giuridica più lunga di quella di un farmaco salvavita, il cui brevetto scade ben prima della morte del suo creatore?

La seconda è una “tariffa flat” per il diritto d’autore. Invece dell’attuale, fallimentare sistema di controllo delle copie e delle tirature, il cittadino potrebbe pagare un importo forfetario mensile ed avere il diritto di copiare tutto quello che gli pare. Tanto c’è un limite fisiologico al numero di film o canzoni che una persona può fruire. Questo eliminerebbe tutti gli oneri amministrativi di gestione dei diritti, con bollini SIAE e altre follie. L’informatica, grazie al watermarking, consentirebbe di automatizzare le statistiche di ascolto/visione e quindi devolvere gli introiti agli artisti che realmente vengono più fruiti, invece di dare più soldi a chi è già in cima alla classifica come avviene attualmente. Non vi sarebbe più alcun incentivo alla pirateria o a scroccare, dato che comunque la tassa sarebbe da pagare, ma vi sarebbe la possibilità di scegliere a chi devolverla: ai nostri artisti e attori preferiti.

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Penso che ai "camalli" (scaricatori -di porto- in zenese) l'attività non cambierà di molto :lol: :lol: :lol:

There's no replacement for displacement.

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Anche tu ti ecciti palpeggiando pezzi di plastica? Perché stare qui a discutere con chi non ti può capire? Esprimi la tua vera passione passando a questo sito!

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Penso che ai "camalli" (scaricatori -di porto- in zenese) l'attività non cambierà di molto :lol: :lol: :lol:

Hai ragione

Ma sai....parlare di sentenze riguardo a questo argomento riaccende sempre il dibattito,ma dopo 2/3 giorni le acque si ri-calmano e tutto procede per il verso giusto :D :D

 

花は桜木人は武士

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