Vai al contenuto

Opel Kadett


nucarote

Messaggi Raccomandati:

La Opel Kadett nasce nel 1962, in occasione del centenario della fondazione della Adam Opel AG, azienda tedesca di proprietà della General Motors dall’ormai lontano 1929. La Opel è reduce da anni molto difficili, a causa della seconda guerra mondiale che ha lasciato la Germania in ginocchio, con le città rase al suolo, le aziende bombardate o confiscate, le ingenti perdite umane. La Kadett è vista come l’auto della rinascita e non a caso è stato scelto il nome di un modello già prodotto prima del conflitto, quasi a voler sottolineare una sorta di beneaugurante continuità col passato. Per l’occasione è stato addirittura costruito un nuovo stabilimento a Bochum, nei bacini della Ruhr, con la speranza di rilanciare un’area in grave crisi in seguito alla chiusura delle miniere di carbon fossile.

La Kadett, di dimensioni medie (lunghezza di 3.923 metri, larghezza di 1.573 metri, altezza di 1.372 metri), ha una linea molto squadrata, in ossequio alle più recenti tendenze stilistiche di stampo americaneggiante, che giustificano così le “pinne” ai lati del cofano motore e del cofano bagagli, i paraurti ed i fari cromati, i pneumatici con le bande laterali bianche. La parentela con le automobili americane finisce qui, perché il motore è un onesto quattro cilindri ad aste e bilancieri di 993 cc, realizzato dalla Opel con la collaborazione dei tecnici della Chevrolet (altra azienda del gruppo General Motors), ed in grado di sfoderare una potenza massima di 40 CV. Il motore, disposto anteriormente, è associato ad un cambio a quattro marce, tutte sincronizzate, mentre la trazione è posteriore, come nella stragrande maggioranza delle automobili in produzione all’epoca. Niente d’eccezionale neppure per ciò che riguarda le sospensioni (le anteriori indipendenti e le posteriori ad assale) ed i freni, che sono tutti a tamburo. Inizialmente la Kadett ha una gamma ridotta all’osso, con un solo motore, un unico allestimento e l’unica versione a due porte. Dopo alcuni mesi, nel Marzo del 1963, la Opel amplia la gamma e presenta la versione familiare, la Caravan (denominazione che deriva dell’unione dei due termini inglesi “Car” e “Van” e che rimarrà per anni nei listini Opel a designare i modelli familiari); la Caravan ha due porte con portellone ma, a differenza della berlina, ha i finestrini posteriori scorrevoli.

Un mese più tardi, con la creazione della General Motors Italia, iniziano anche nel nostro Paese le importazioni della Kadett, la cui gamma in autunno è resa più ricca dall’introduzione della berlina in allestimento “L” e dalla Coupè. La Kadett L (“L” sta per Lusso) è più elegante e meglio rifinita; la si può riconoscere grazie alla nuova mascherina ad elementi verticali e soprattutto grazie ai fari anteriori, che in questo modello sono tondi, ma inseriti in un elemento quadrato. La Coupè è una “2+2” con carrozzeria derivata dalla berlina, ma con padiglione più basso e rastremato nella zona posteriore; è mossa da una versione più potente (48 CV) del classico motore di 993 cc, che ritroviamo anche sotto il cofano delle inedite versioni “S” di Berlina e Caravan. Grazie al nuovo motore, la Coupè riesce a raggiungere i 136 Km/h.

La Kadett A tuttavia ha una breve carriera, i gusti del pubblico cambiano in fretta, grazie anche al boom economico, e nel Settembre del 1965, al Salone di Francoforte, debutta la Kadett B. Più lunga di 18 cm della Kadett A, la nuova berlina Opel si presenta al pubblico con una carrozzeria a tre volumi interamente ridisegnata, che abbandona le linee squadrate della serie precedente. A differenza della sua progenitrice, la nuova Kadett è disponibile da subito con un’ampia gamma di versioni: Berlina a due o quattro porte, Caravan a tre porte e Coupè, con la berlina e la Caravan offerte nei due allestimenti Standard ed L. E’ stato modificato il motore, che ora ha una cilindrata di 1078 cc ed è offerto in due versioni, la base con potenza massima di 45 CV a 5000 giri/minuto e la S, che vanta una potenza massima di 55 CV a 5400 giri/minuto. Il cambio è ancora a quattro marce, ma i rapporti sono più corti, i freni anteriori sono a disco sulle versioni S e bisognerà attendere un altro anno prima che la Opel decida di dotare la Kadett di servofreno.

Le vendite vanno a gonfie vele e la Kadett B si avvia verso una brillante carriera, che la vedrà emergere anche nelle competizioni sportive. Il primo passo in tal senso è rappresentato dalla nascita, nel Novembre del 1966, della Rallye Coupè, mossa da un nuovo motore di 1100 cc, con doppio carburatore Solex, caratterizzato da una potenza massima di 60 CV a 5600 giri/minuto e da una coppia massima di 83 Nm a 3800 giri/minuto. La Rallye, così come le future generazioni di Kadett sportive, ha il cofano motore parzialmente verniciato di colore nero opaco con le doppie strisce laterali nere; completano la caratterizzazione sportiva le cornici dei finestrini nere, i cerchi in acciaio privi di copriruota ed i fari anteriori supplementari.

Al Salone di Francoforte del 1967 debutta la Kadett LS, con carrozzeria fastback-coupè, caratterizzata dal padiglione posteriore che si raccorda al cofano bagagli; è disponibile come variante della berlina a due o quattro porte e come variante della Coupè, in versione Rallye e non. Internamente le Kadett LS sono rifinite con maggior attenzione e condividono col resto della gamma gli aggiornamenti allo sterzo, all’impianto frenante e le nuove sospensioni posteriori a bracci longitudinali con barra Panhard, barra stabilizzatrice e molle elicoidali. Per quel che riguarda i motori, debuttano il 1500 da 65 CV ed il 1900 da 90 CV, quest’ultimo ereditato dalla Rekord e destinato alla sola Kadett Rallye, che in questa nuova versione ha addirittura quattro proiettori anteriori supplementari. Novità anche per la Caravan, che ora è offerta al pubblico anche nella versione con quattro porte e portellone, negli allestimenti Standard ed L.

Nel 1970 le vendite raggiungono livelli record, la Kadett è all’apice della popolarità ma gli aggiornamenti continuano nel 1971, con l’adozione di una nuova calandra, verniciata di nero come sulla Rallye e l’avvicendamento, sotto al cofano delle LS, di un nuovo motore di 1196 cc, con potenza massima di 60 CV, che condividono con le Coupè; la Rallye Coupè, disponibile ora solo in versione fastback, abbandona le vecchie motorizzazioni 1100 e 1900. Un anno più tardi la Opel, per ampliare il bacino d’utenza, decide di commercializzare le Kadett berlina in versione economica SE, mosse dal motore di 993 cc, con potenza massima di 48 CV. La Caravan torna infine ad essere venduta nella sola versione a tre porte.

Dopo alcuni mesi di riduzione delle vendite e delle conseguenti quote di mercato, la Opel presenta al pubblico, al Salone di Francoforte del 1973, la terza generazione della sua compatta, la Kadett C. E’ un momento molto difficile per il mercato automobilistico mondiale: la crisi petrolifera ha rivoluzionato i gusti dei consumatori e le tendenze del mercato, al punto che l’imperativo dominante è diventato il risparmio di carburante, contemporaneamente cominciano ad affermarsi le tematiche relative alla salvaguardia ambientale ed alla sicurezza. A farla breve molti modelli d’auto diventano di colpo obsoleti e la Kadett C, oltre a dover affrontare le rinnovate esigenze del mercato, deve superare le difficoltà legate alle agitazioni sindacali, che stanno movimentando la vita dello stabilimento di Bochum, così come dei principali stabilimenti automobilistici europei. La missione della nuova Kadett è resa infine più ambiziosa per ill fatto di essere stata progettata per diventare una world-car ed infatti, nel corso della sua carriera sarà assemblata, con nomi diversi, in Gran Bretagna con il marchio Vauxhall, negli Stati Uniti con il marchio Chevrolet, in Sud America dalla General Motors, in Australia dalla Holden e infine in Giappone dalla Isuzu.

Di dimensioni paragonabili a quelle della Kadett B (lunghezza di 4.12 metri e larghezza di 1.57 metri), la nuova Kadett è offerta ancora una volta in versione Berlina, Caravan e Coupè. La sua linea è molto semplice ed essenziale, così da accontentare i gusti di un pubblico mondiale, ed è frutto di un accurato studio aerodinamico. Osservando il frontale si notano subito i fari, rotondi nella versione Standard e quadrati nella Lusso, che delimitano una stretta calandra con tre listelli orizzontali cromati, gli indicatori di direzioni anteriori sono posti sotto al paraurti, inferiormente al quale trovano posto anche due prese d’aria e, più in basso, un piccolo spoiler.

Il parabrezza è fortemente inclinato e l’abitacolo è leggermente spostato all’indietro; la vista laterale, caratterizzata dalla bassa linea di cintura e dalle ampie superfici vetrate, permette di notare, sui montanti posteriori, due inedite alettature per lo sfogo dell’aria dall’interno dell’abitacolo, una delle quali (quella di destra) nasconde con uno sportellino il bocchettone della benzina; si nota inoltre nella zona bassa una nervatura d’irrobustimento che percorre tutta la fiancata, prosegue nella coda e alleggerisce la linea della Kadett; sulla Lusso sono presenti infine dei profili cromati sui passaggi ruota. I finestrini anteriori sono privi di deflettore, i posteriori sono discendenti con finto deflettore sulla versione a quattro porte ed apribili a compasso sulla Caravan e sulla due porte. Posteriormente la Berlina è caratterizzata da un cofano posteriore quasi spiovente che ne alleggerisce la coda, in cui si inseriscono i gruppi ottici posteriori, con luci di retromarcia incorporate, che condivide con la Coupè, mentre la Caravan è dotata di gruppi ottici differenti, a sviluppo verticale. La Coupè ha una linea a due volumi ed è disponibile sia con le finiture della berlina Lusso che con quelle della sportiva SR Rallye, con il cofano motore di colore nero opaco e le strisce nere lungo le fiancate. La Caravan, disponibile solo in versione a tre porte, differisce dalla berlina per la presenza del portellone, incernierato in alto e con l’apertura a filo del paraurti. L’abitacolo si rivela molto semplice, razionale e luminoso, grazie anche ai vetri che per la prima volta nella storia della Kadett sono leggermente curvi. Il volante è a due razze, la strumentazione, raccolta in un cruscotto con palpebra superiore anti-riflesso, è composta da tre elementi circolari. La plancia può contare su una migliore imbottitura e sull’eliminazione di parti sporgenti o pericolose per gli occupanti, ed è infine rivestita in finto legno sulla Lusso. La SR Rallye ha invece il volante sportivo a quattro razze e la strumentazione con contagiri, manometro olio ed amperometro. Tutte le Kadett hanno di serie lo specchietto esterno lato guida. Il bagagliaio, con capacità di 350 litri, è più piccolo di quello della versione precedente.

Alla nuova carrozzeria ed al nuovo abitacolo non corrispondono altrettante innovazioni nella meccanica, che la Kadett C eredita quasi interamente dalla precedente generazione: motore anteriore longitudinale, trazione posteriore, sospensioni anteriori indipendenti e posteriori a ponte rigido, quattro freni a tamburo. In Italia la nuova Kadett è disponibile in versione 1000, con il motore da 993 cc da 48 CV abbinato al cambio manuale a quattro marce, e 1200, con motore di 1196 cc da 60 CV abbinato ad una trasmissione automatica a tre rapporti, realizzata dalla General Motors. Fa eccezione la SR Rallye, mossa dal motore di 1196 cc, ma con cambio manuale a quattro marce. Tutte le Kadett 1200 hanno un impianto frenante potenziato, con freni anteriori a disco e servofreno.

La nuova Kadett raccoglie molti ordini in tutta Europa, grazie ai bassi prezzi d’acquisto, ai ridotti consumi ed ai contenuti costi di gestione. Due anni dopo, nel 1975, la gamma italiana si arricchisce dell’ormai immancabile versione SE, caratterizzata da finiture ed allestimenti molto essenziali; le Kadett Lusso invece, disponibili ora unicamente in versione Berlina a quattro porte, hanno una dotazione più ricca, che prevede ad esempio anche i pneumatici radiali, i sedili anteriori reclinabili, il lavavetro elettrico, l’accendisigari, i rivestimenti in moquette, il portacenere anteriore, il lunotto termico.

Nel Marzo del 1975 debutta al Salone di Ginevra la Vauxhall Chevette, una berlina compatta (lunghezza di 3.944 metri, larghezza di 1.58 metri) derivata dalla Kadett, con carrozzeria due volumi e tre porte. Identica alla Kadett Berlina nella parte anteriore e nell’abitacolo, ad eccezione del frontale che è stato reso più spiovente, la Chevette se ne differenzia nella parte posteriore, con la presenza del portellone e la totale assenza della coda; invariati invece i gruppi ottici posteriori. La meccanica è rimasta inalterata, ad eccezione dell’adozione del motore quattro cilindri di 1256 cc da 58 CV, che è stato associato ad un cambio manuale a quattro marce. Pur mantenendo la classica trazione posteriore, la Chevette strizza l’occhio a tutti quegli automobilisti che preferiscono la praticità del portellone posteriore e del sedile posteriore abbattibile per ampliare il bagagliaio. Due mesi più tardi la Opel presenta la propria interpretazione della Chevette, la Kadett City, equipaggiata con i motori 1000 e 1200 delle altre versioni della gamma ed in allestimento Standard o Lusso; per acquistarla in Italia bisognerà aspettare però fino al Settembre successivo.

Nello stesso mese di Settembre, al Salone di Francoforte, debutta la Kadett GT/E, derivata dalla Coupè ed equipaggiata con il motore quattro cilindri della Manta GT/E. Il motore ha cilindrata di 1987 cc, alimentazione ad iniezione con impianto Bosh L-Jetronic, potenza massima di 105 CV a 5400 giri/minuto. Il cambio è manuale a quattro marce, ma in opzione è disponibile anche un cambio manuale a cinque marce, prodotto dalla ZF. Lo sterzo è a cremagliera, i freni sono a disco anteriormente ed a tamburo posteriormente e dal 1976 sarà disponibile anche il differenziale autobloccante. Esternamente la GT/E si distingue dalle altre Coupè per la verniciatura bicolore (nero dalla linea di cintura in giù, giallo nella parte superiore) ed inoltre per i paraurti, le cornici dei finestrini, le griglie di sfogo dell’aria sui montanti posteriori di color nero opaco. Il frontale ha quattro proiettori supplementari di forma circolare; sui parafanghi anteriori e sul bordo destro del cofano posteriore compare la scritta GT/E.

Al Salone di Ginevra del Marzo 1976, debutta un’altra inedita versione, la Kadett Aero, mai importata in Italia, ma molto interessante, perché è in pratica la versione aperta della Kadett C. Derivata dalla berlina a due porte e realizzata dalla carrozzeria Bauer di Stoccarda, la Aero ha una carrozzeria tipo “Targa”, con tetto rigido amovibile in corrispondenza dei sedili anteriori, roll-bar e capote posteriore pieghevole. Internamente è stata scelta una tappezzeria inedita, i sedili anteriori sono muniti di appoggiatesta e cinture di sicurezza con riavvolgimento automatico, la strumentazione è stata arricchita; sono stati adottati infine cerchi in lega con disegno a stella. Il motore è il 1200, associato al cambio manuale a quattro marce. L’unica novità del 1976 per il mercato italiano è rappresentata invece dall’arrivo, a fine anno, della Kadett City J, (J sta per “junior”), che si distingue dalle altre City per le finiture esterne con paraurti e maniglie di color nero opaco e per le scritte adesive sulla parte alta della fiancata.

Nel 1977 la Kadett C si rinnova e debutta la seconda serie. Esce dai listini italiani il motore 1200 e viene rivoluzionata la gamma, con la scomparsa delle vecchie versioni e la comparsa dei nuovi allestimenti Special e Berlina (quest’ultimo riservato alla sola carrozzeria a quattro porte). Esternamente è stato modificato il frontale, che ha ora nuovi gruppi ottici, con gli indicatori di direzione posti ai lati e una nuova mascherina, contenente al centro il marchio Opel. Le fiancate sono interamente percorse da una modanatura gommata, mentre nella parte inferiore dei parafanghi anteriori è visibile adesso il nome della versione. Nell’autunno dello stesso anno l’aggiornamento riguarda la GT/E, ribattezzata ora GT/E2, che adotta un inedito motore di 1979 cc, con potenza massima di 115 CV, associato ad un cambio manuale a cinque rapporti. La GTE/2 si adegua esteticamente alle modifiche che hanno interessato il resto della gamma e sfoggia una nuova livrea, con la coppia di colori nero/giallo sostituita dalla coppia giallo/bianco; arricchita esternamente da due spoiler neri, uno anteriore ed uno posteriore, la GT/E2 ha ora di serie i sedili anatomici della Recaro.

Dopo sei anni di carriera, anche la Kadett C va in pensione, cedendo il passo, nel Settembre del 1979, alla Kadett D. Stavolta non siamo di fronte al semplice avvicendamento tra due modelli, ma ad una svolta epocale nella storia della Opel, dato che la nuova Kadett è la prima Opel a trazione anteriore e motore anteriore trasversale, schema meccanico che si sta ormai imponendo come standard nella fascia di mercato delle vetture medie, quello della Golf per intenderci. La Opel non nasconde l’intenzione di fare concorrenza alla Golf, così come 17 anni prima la Kadett A si contrapponeva al Maggiolino. La nuova Kadett è più corta della versione precedente (3.99 metri contro 4.12) ma ha un abitacolo più spazioso ed il bagagliaio, che ha una capacità di 320 litri, può essere ulteriormente ampliato abbattendo lo schienale posteriore, fino a raggiungere i 1000 litri di volume utile. Caratterizzata da linee esterne molto decise, la nuova Kadett ha un frontale leggermente a cuneo, con calandra inclinata in avanti e gruppi ottici, rettangolari o circolari a seconda delle versioni, con gli indicatori di direzione ai lati; alla base del paraurti anteriore è presente un piccolo spoiler; lateralmente si notano gli ampi finestrini e le ampie portiere. Posteriormente domina il lunotto, le cui dimensioni variano a seconda della presenza o meno del portellone, i gruppi ottici hanno sviluppo verticale e consentono di aprire il portellone o il cofano bagagli a filo del piano di carico. Modificando radicalmente lo schema meccanico della sua vettura media, la Opel ne ha aggiornato anche la gamma dei propulsori che prevede adesso tre unità, un 1000, un 1200 ed un 1300, tutti a benzina. I primi due sono vecchie conoscenze e stiamo parlando dei motori con cilindrata di 993 cc e 1196 cc, già visti nella Kadett C, ed aggiornati in occasione del lancio del nuovo modello. Il motore di 993 cc ha ora una potenza massima di 50 CV, l’altro raggiunge adesso i 60 CV. Al top della gamma c’è infine il nuovo propulsore di 1297 cc, con potenza massima di 75 CV, che ha già debuttato nella gamma Ascona. Le sospensioni anteriori hanno schema McPherson, le posteriori hanno uno schema con assale rigido e molle miniblock. Il cambio è ancora una volta manuale a quattro rapporti, ma sono di serie in tutta la gamma il servofreno ed i freni anteriori a disco.

In Italia la Kadett D è importata in cinque configurazioni di carrozzeria: a due volumi a due, tre, quattro o cinque porte e in versione Caravan, ormai un classico nella produzione Opel. Le versioni a due volumi, a due e quattro porte, non hanno il portellone posteriore ma un cofano bagagli incernierato al di sotto del lunotto, le versioni a due volumi, a tre e cinque porte, hanno invece il portellone posteriore. Gli allestimenti previsti sono tre: Base, Special e Berlina. Le Kadett in allestimento Base hanno fari anteriori circolari ed una dotazione di accessori ridotta al minimo, le Kadett Berlina sono le meglio rifinite e le più accessoriate e si distinguono dalle altre per la presenza delle cornici cromate su parabrezza e lunotto e per il disegno dei cerchi ruota, in più hanno di serie i vetri atermici, il tergilunotto ed il volante a quattro razze. La Kadett Caravan, di 21 cm più lunga della berlina due volumi, ha cinque porte ed è venduta in Italia con le motorizzazioni 1000 e 1200; ad essa si affiancherà un anno più tardi la Kadett Caravan Voyage, spinta dal motore 1300 e caratterizzata internamente dalla presenza della tendina coprivano bagagli. Scompare dai listini la versione Coupè, ma non manca una versione sportiveggiante, in questo caso ribattezzata SR, equipaggiata unicamente con il motore 1300, disponibile solo con carrozzeria a due volumi e tre porte e risconoscibile per la verniciatura in colore nero opaco che caratterizza l’intera parte inferiore del veicolo; completano il tocco di esclusività i pneumatici superibassati Pirelli P6 con cerchi in lega.

L’evoluzione prosegue nel 1981, con la commercializzazione della Kadett con cambio automatico a tre rapporti, di produzione General Motors, ma è al Salone di Ginevra del 1982 che la Kadett è protagonista di un’altra piccola rivoluzione in casa Opel, che presenta al pubblico un nuovo motore diesel, interamente realizzato da Opel, di cilindrata media, in grado di soddisfare un mercato sempre più attratto dai propulsori a gasolio. Il nuovo motore diesel, che oltre alla Kadett equipaggia anche la Ascona, è un 1600 quattro cilindri in linea, con monoblocco in ghisa, che raggiunge la potenza massima di 54 CV a 4600 giri/minuto e che si caratterizza per i tempi brevissimi di preriscaldamento;la Kadett diesel, disponibile in Italia in configurazione a cinque porte, Caravan e Caravan Voyage, raggiunge i 143 Km/h e consuma mediamente 6.6 litri/100 Km. Novità anche sul fronte dei motori a benzina, con l’introduzione del 1600 da 90 CV, che equipaggia ora la SR (ma la SR 1300 rimane in listino).

Le vendite della Kadett D, nonostante sia sul mercato da soli tre anni, cominciano a manifestare qualche affanno; per mantenere vivo l’interesse del pubblico, la Opel cede alle lusinghe delle serie speciali e propone due nuove versioni: la Kadett Corsa, equipaggiata con i motori 1300 e 1600 a benzina e riconoscibile per le strisce adesive laterali ed i pneumatici maggiorati con cerchi in lega, e la Kadett J 1200; contemporaneamente esce dai listini la Kadett 1000. Ma la Kadett riserva al pubblico il suo ultimo colpo di scena con l’arrivo, nella primavera del 1983, della GTE, l’attesa versione sportiva che ha nel mirino la Golf GTI. Spinta dal motore 1800 da 115 CV ad iniezione elettronica, già adottato dall’Ascona CD, la nuova berlinetta sportiva ha spoiler maggiorati, mascherina nera delimitata da due cromature e la sigla GTE riportata sui parafanghi anteriori e sulla mascherina; completano la dotazione i pneumatici maggiorati con cerchi in lega e i freni a disco (anteriori autoventilati). Disponibile nelle due versioni a tre e cinque porte, di cui solo la prima è importata in Italia, la Kadett GSI raggiunge i 187 Km/h ed accelera da 0 a 100 Km/h in 9 secondi.

Nell’Agosto del 1984 la Kadett D va definitivamente in pensione, cedendo il passo alla Kadett E, frutto della collaborazione tra il Centro Stile Opel e quello General Motors, che almeno esteticamente si differenzia in tutto e per tutto dalla precedente versione. Nel progetto del nuovo modello è stata data la massima importanza allo studio dell’aerodinamica e difatti la Kadett vanta un incredibile CX, pari a 0.32, che le consente di consumare veramente poco. La Kadett E, lunga esattamente come la D, ma di due centimetri più larga, ha una carrozzeria cuneiforme, con spigoli arrotondati. Il frontale, privo di giunzioni, è caratterizzato dai classici fari trapezoidali, tipici della produzione Opel dell’epoca, con ai lati gli indicatori di direzione. Alla base del paraurti c’è un piccolo spoiler; il cofano motore è perfettamente liscio, privo di nervature, i montanti anteriori sono arrotondati. Si fa notare la totale assenza di gocciolatoi: sono previsti quattro attacchi specifici sul tetto per poter inserire un eventuale portapacchi. La fiancata è percorsa da una modanatura laterale; la coda invece è piuttosto tozza e massiccia, con il lunotto ampio e fortemente inclinato; i fari posteriori, a sviluppo verticale, sono più piccoli di quelli utilizzati per la Kadett D. L’abitacolo è abbastanza spazioso ed il bagagliaio ha dimensioni maggiorate, potendo contare su un volume utile di 390 litri. La plancia, moderna ed ergonomica, è rifinita con cura nella parte superiore, ma nella parte inferiore, così come in altre parti dell’abitacolo, si è fatto uso di plastiche un po’ troppo economiche. Un plauso infine va fatto all’adozione di attacchi regolabili per le cinture di sicurezza anteriori.

Meccanicamente viene confermato lo schema meccanico della Kadett D: motore anteriore trasversale e trazione anteriore; le sospensioni posteriori hanno il classico schema McPherson, le posteriori sono a bracci interconnessi; i freni anteriori sono a disco, i posteriori a tamburo, il servofreno è di serie; il cambio è manuale a cinque marce su tutte le versioni. La gamma motori prevede inizialmente tre unità, tutte ereditate dalla Kadett D: si inizia con il 1200 da 55 CV per poi passare al 1300 da 75 CV e quindi al 1600 diesel da 55 CV. In Italia la gamma della nuova Kadett prevede inizialmente solo due configurazioni di carrozzeria (due volumi a cinque porte e Caravan a cinque porte) e tre allestimenti (LS, GL, GLS). Tutte le Kadett hanno di serie i poggiatesta anteriori, i fari alogeni ed il retrovisore esterno regolabile dall’interno. Tra gli accessori disponibili a richiesta, a seconda delle versioni, vanno segnalati i vetri elettrici anteriori, la chiusura centralizzata, il tetto apribile, il sedile guida regolabile in altezza, il volante regolabile in altezza, il retrovisore esterno regolabile elettricamente, il servosterzo.

La Caravan è lunga 4.23 metri; identica alla berlina fino ai montanti centrali, ha differenti portiere posteriori e si caratterizza per la presenza delle terze luci laterali; il portellone posteriore è quasi verticale, si apre a filo del paraurti e si caratterizza per piccolo lunotto. I gruppi ottici, anche in questo caso a sviluppo verticale, sono più grandi di quelli della berlina. Invariata la meccanica, con le ovvie modifiche alle sospensioni posteriori che, oltretutto, presentano una curiosa particolarità, essendo dotate di un impianto pneumatico che consente di regolare l’altezza dell’autovettura: nella parte posteriore del bagagliaio c’è una valvola, identica a quelle usate per i pneumatici, che consente di variare la pressione di gonfiaggio ad una qualunque stazione di servizio. Esteticamente la Caravan risulta decisamente più riuscita della berlina ed infatti gli italiani dimostrano in breve tempo di preferirla, al punto che per lungo tempo sarà in cima alle graduatorie di vendita del settore; intanto, nel Dicembre del 1984, la Kadett è eletta “Auto dell’Anno 1985”.

Contemporaneamente alla berlina e alla Caravan la Opel presenta la Kadett GSi, versione sportiva della gamma ed erede della precedente GTE, le cui vendite tuttavia inizieranno solo all’inizio del 1985. La caratterizzazione estetica è piuttosto marcata, per cui è facilissimo distinguere la GSi dalle altre Kadett: a “tradirla” contribuisce innanzitutto il logo GSi che compare sulla mascherina, ma risultano ancora più evidenti lo spoiler sul portellone posteriore, le bandelle laterali, gli spoiler aggiunti ai due paraurti in tinta con la carrozzeria, la zona targa e i montanti centrali verniciati di nero. Posteriormente sono stati leggermente modificati gruppi ottici, con l’adozione di due luci di retromarcia (gli altri modelli ne hanno una sola) e la luce retronebbia spostata nel paraurti; i freni anteriori sono ventilati mentre, per ciò che riguarda le sospensioni, è stata adottata al retrotreno una barra stabilizzatrice. Nell’abitacolo fa bella mostra di sé la futuristica strumentazione a cristalli liquidi. Grazie all’ottima aerodinamica (in questo caso il CX è di 0.30) la GSi raggiunge i 203 Km/h. Disponibile in versione a tre e cinque porte, la Kadett GSi è importata in Italia nella sola configurazione a tre porte.

Al Salone di Francoforte del 1985 debutta la versione a tre volumi e quattro porte che, lunga poco meno della Station Wagon, desta l’attenzione della stampa e del pubblico per l’impressionante capacità del vano bagagli: ben 550 litri, ampliabili a 1230 abbattendo lo schienale posteriore. L’aggiunta del terzo volume tra l’altro non ha peggiorato la linea della Kadett berlina, ma le ha conferito maggior eleganza e un miglior equilibrio. Posteriormente è presente un’inedita terza luce laterale, che migliora la visibilità posteriore; i gruppi ottici sono rimasti invariati, consentendo al cofano bagagli di aprirsi a filo del paraurti.

In Italia la nuova berlina a tre volumi è importata con le sole motorizzazioni 1300 a benzina e 1600 diesel. Contemporaneamente sono state adottate modifiche di dettaglio alla dotazione di accessori dell’intera gamma Kadett. Alla fine del 1986 la GSi cambia motore e passa ad un nuovo 2000 (1998 cc) con impianto d’iniezione Bosch e potenza massima di 130 CV a 5600 giri/minuto, derivato dal precedente 1800 e già adottato da Ascona ed Omega. Modifiche anche alla dotazione di accessori: la nuova GSi ha di serie i fendinebbia, i vetri elettrici anteriori, i retrovisori esterni elettrici, il sedile guida regolabile in altezza.

Pochi mesi più tardi, al Salone di Ginevra del 1987, fa il suo debutto una versione del tutto inedita, la Cabrio, progettata dal centro stile Opel in collaborazione con Bertone, che si preoccupa anche dell’assemblaggio. Molto curata la capote, composta da tre starti, che una volta chiusa sporge soltanto di 12 cm, mentre ad appesantire la linea della vettura aperta c’è il vistoso roll-bar centrale, necessario tuttavia per garantire un’adeguata sicurezza agli occupanti in caso di ribaltamento della vettura. La Cabrio è disponibile con la sola motorizzazione 2000 da 115 CV, in allestimento GSi, ma ad Ottobre arriva anche la Cabrio 1300, dal prezzo più basso e dai costi di gestione decisamente più contenuti. Al Salone di Francoforte dello stesso anno la Opel presenta in anteprima la GSi 16V, le cui vendite inizieranno nella primavera successiva, e che affianca e non sostituisce la GSi esistente. Spinta da un 2000 ad iniezione elettronica e quattro valvole per cilindro, con potenza massima di 156 CV, la Kadett GSi 16V raggiunge la velocità massima di 220 Km/h.

Nell’Ottobre del 1988 prosegue l’evoluzione dei propulsori diesel con il debutto del motore 1500 Turbodiesel, già utilizzato dalla Corsa e realizzato dalla Isuzu, casa giapponese del gruppo General Motors. Il nuovo motore, con cilindrata di 1488 cc e turbocompressore con intercooler, ha una potenza massima di 72 CV a 4600 giri/minuto, superiore di 5 CV rispetto a quella dell’unità montata dalla Corsa. La Kadett Turbodiesel, che raggiunge i 170 Km/h, è disponibile in configurazione a quattro e cinque porte e Station Wagon (nuova denominazione data alle Caravan); le versioni 1600 diesel rimangono regolarmente in listino. Per il resto la vita della Kadett è caratterizzata in questi anni dall’introduzione di nuove versioni o serie speciali, come la 1300 Sprint dell’Ottobre 1986, che adotta particolari di carrozzeria simili a quelli della GSi e che sei mesi dopo cede il passo alla 1300 GT a tre porte, che entra in listino assieme alla Kadett White; ma non possiamo dimenticare la Club, allestimento della Station Wagon creato nell’autunno del 1987, che in breve tempo diventerà la versione più richiesta in Italia.

All’inizio del 1989 la Kadett, ancora sulla cresta dell’onda, è sottoposta ad un moderato restyling. Il frontale è stato ridisegnato, prendendo ispirazione dalle versioni più sportive: griglia e paraurti sono ora divisi in due parti, il paraurti anteriore presenta una banda gommata di protezione ed un inserto cromato. Lateralmente sono state introdotte inedite fasce paracolpi, così come inedite sono le coppe ruota; tutte le Kadett hanno due specchi retrovisori, mentre l’ABS è disponibile di serie a richiesta nell’intera gamma. Nell’abitacolo la plancia è monocolore, il volante è stato ridisegnato, le cinture di sicurezza posteriori hanno gli attacchi regolabili e sono stati modificati i poggiatesta, ora di tipo forato. Il 1600 diesel cede il posto al nuovo 1700 diesel (1669 cc), già montato dalla recentissima Vectra, con potenza massima di 57 CV a 4200 giri/minuto e coppia massima di 105 Nm a 2400 giri/minuto. Debutta la Station Wagon 1800i GT, con motore ad iniezione elettronica, potenza massima di 111 CV a 5600 giri/minuto e coppia massima di 158 Nm a 3000 giri/minuto; stilisticamente è stata un po’ appesantita dall’adozione di alcuni dettagli come la calandra e coprimozzi neri, gli inserti rossi nei paracolpi laterali e nei paraurti, lo spoiler anteriore avvolgente. Ad Ottobre il motore 1300 è sostituito dal 1400 della Vectra, che ha stessa potenza massima ma, data la maggior cilindrata, è ovviamente più elastico.

La carriera della Kadett E volge al termine e gli ultimi due anni sono avari di novità, ma il successo di pubblico, almeno in Italia e soprattutto per la versione Station Wagon non diminuisce, tanto che la Opel ricorre solo in minima parte alla commercializzazione di serie speciali, strada obbligata per mantenere in vita modelli a fine carriera, uniche eccezioni sono, nel 1990, la la Kadett Champion derivata dalla GSi 16V e la Kadett Life, che ha di serie i fendinebbia, i vetri azzurrati, i retrovisori esterni in tinta ed è disponibile in configurazione a quattro o cinque porte con motore 1400 a benzina. La Opel inoltre inizia in questi anni ad importare in Italia modelli catalizzati: nella gamma Kadett è presente già dal 1989 la 1600 catalizzata, con motore da 75 CV, a cui si aggiunge, un anno più tardi, la 1400 da 60 CV.

Nel Settembre del 1991, al salone di Francoforte, debutta infine la nuova berlina media Opel, che abbandona il nome Kadett in favore del nome Astra, già utilizzato dalla Vauxhall per designare la propria versione della Kadett. Il perché di questa scelta è da ricercare nella decisione di chiamare tutti i modelli Opel con un nome terminante con la lettera A. Rimane in produzione, negli stabilimenti Bertone, la sola versione Cabrio, la cui erede arriverà nelle concessionarie soltanto nel 1994. Si conclude così, dopo quasi 30 anni, la carriera della Kadett, che cede il testimone all’Astra, arrivata oggi, dopo altri 14 anni, alla terza generazione. E la storia continua...

Non sarà una Bugatti Atlantique o una Alfa Romeo 8C anteguerra ma merita comunque di essere ricordata.

Link al commento
Condividi su altri Social

Grande Nuca' l'Opel Kadet D 1.2s è stata la prima auto che ho guidato! :0=

Che ricordi: le prime esperienze di guida, i primi tornanti di montagna affrontati a tutta velocità, i primi mancati tuffi carpiati con avvitamento dalle scarpate quando sbagliavo ad impostare le curve! :oops:

Poi è arrivata la Corsa e le cose sono migliorate grazie alla maggior coppia del motore, allo sterzo meno demoltiplicato, alla maggior tenuta di strada, ad i freni più potenti ma l'urlo di quel segalitico 1.2, poco potente è vero ma a coppia stava mica male, è ancora nei miei orecchi. :-P

Era uguale a questa ma a 4 porte, senza "rostri" nel paraurti e con i cerchi diversi: le borchie di plastica erano più piccole e nere.

84Kadett1.jpg

Link al commento
Condividi su altri Social

Ricordo le ultime Kadett che giravano per le strade quando ero piccolo... se oggi dovessi individuare "l'auto qualsiasi" degli anni '80 la Kadett sarebbe una delle prime che mi verrebbero in mente.

Quando io sono nato ('86) mio papà aveva l'Ascona 1.7 diesel!! :D

There's no replacement for displacement.

5967677fbce20_autohabenbahnfahren.jpg.4606d45af194e6808929d7c2a9023828.jpg

Anche tu ti ecciti palpeggiando pezzi di plastica? Perché stare qui a discutere con chi non ti può capire? Esprimi la tua vera passione passando a questo sito!

Link al commento
Condividi su altri Social

ah, le Kadett a trazione posteriore... l'equivalente tedesca delle nostre 1100 D/R prima e della 128 (questa però nettamente più moderna nonchè più sicura e prestazionale grazie alla trazione anteriore, alle 4 ruote indipendenti ed al vivacissimo monoalbero a corsa corta). Quelle che ricordi tu Wilhem saranno senz'altro quelle appartenenti alle ultime due generazioni, entrambe a TA e che con quelle sopracitate condividevano solo il nome... mio nonno paterno ne ebbe una dal '66 al '68 (dopo aver avuto nell'ordine una 1100/103 E ed una Prinz IV), una B prima serie "base" (col 1.078 da 45 cv ed ancora con le balestre al retrotreno, dato che le ultime B montavano il ponte rigido con molloni elicoidali). Mio padre, che ci prese la patente, ne ricorda soprattutto l'enorme bagagliaglio, gli interni poveri e plasticosi, l'accelerazione vivace (vicina a quella della più grossa -1.197cc- e potente -60cv- 124 che mio nonno ebbe subito dopo) grazie ai rapporti cortissimi (che però la penalizzavano in velocità -di poco superiore ai 120- e nei consumi -altini un po' in tutte le condizioni-), la tenuta pessima sul bagnato e sullo sconnesso (ma discreta sull'asciutto) e il rombo spernacchiante. Un' auto tutto sommato non male, ma con i suoi difetti insomma.

VW Scassat Muleline TDI 110 CV (superstiti una 70ina), 470.000 km... eppur si muove...

Link al commento
Condividi su altri Social

opkadb-a.jpg

opkadb-2door.jpg

...e questa era quella di mio nonno, berlina due porte bianca: mio nonno aveva il pallino delle auto bianche e, avendo cinque figli, lo aveva anche per le auto con il bagagliaio enorme, cosa che aveva anche incredibilmente la piccola Prinz nonchè la successiva 124 (anche loro bianche) ed infatti fu questo il motivo per cui scelse la Kadett.

VW Scassat Muleline TDI 110 CV (superstiti una 70ina), 470.000 km... eppur si muove...

Link al commento
Condividi su altri Social

se qualcuno è interessato ad una kadett conservata in condizioni quasi eccellenti, gli giro un nome..;)

image.php?type=sigpic&userid=879&dateline=1242680787

Mi avete fatto venire fino a quassù e mi avete detto...mi avete detto che mi compravate una bomba...arriverò tardi per il pranzo e mia mamma...ahhh...ahhh..e non mi farà mangiare per punizione..aaaaaah che vigliacchi.........nessuno ha una cioccolata??? un croccante???

Link al commento
Condividi su altri Social

Va anche detto che ad inizio anni settanta la Kadett B è stata una vettura di grande successo anche in Italia, di fatto una delle vetture straniere più vendute insieme a Ford Escort, Simca 1000 e NSU Prinz 4L. Il motivo del successo suppongo sia da cercare nel fatto che era disponibile con un economico motore da 1000 cm3, opzione rimasta fino al modello "D" del '79 (la prima a trazione anteriore) e precisamente fino al m.y. '82, quando quel propulsore è stato eliminato dalla gamma, contestualmente alla presentazione della Corsa.

La Kadett B 1000 sicuramente doveva essere abbastanza inchiodata come prestazioni, ma era pure spaziosa in rapporto alla cilindrata e questo ne ha decretato il successo anche da noi, in un mercato nel quale all'epoca le marche Italiane occupavano più di tre quarti del mercato.

--------------------------

Link al commento
Condividi su altri Social

Segnalo che il numero di Grace uscito proprio ieri è tutto dedicato alla storia delle Kadett, sia stradali ma soprattutto nelle versioni da Rally guidate anche da Rohrl, molto valido.

PS; storia curiosa, mio padre con noi molto piccoli ebbe nei primi anni 70 una Kadett famgliare, anche per lui era la piu brutta macchina che ha mai avuto (ma certamente pratica con bambini piccoli...) tra l'altro di un color sabbia/beige inguardabile... beh.. tra le 30 e piu auto che ha mai avuto... questa è stata l'unica che ci hanno rubato!

Link al commento
Condividi su altri Social

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere iscritto per commentare e visualizzare le sezioni protette!

Crea un account

Iscriviti nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.