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Tragico Catania-Palermo. E' morto un poliziotto


Alex87

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Niente di nuovo sotto al sole:

I controlli? Dati agli ultrà Favori e ricatti a Torino

Trasferte e biglietti pagati dai club. Gli investigatori: quasi un pizzo Dalle mediazioni dell'era Moggi alla nuova guerra tra bianconeri

TORINO — «Gli ultrà tirano in campo tre bombe carta e due fumogeni. La società sborsa 30-40 mila euro di multa. È ovvio che il lunedì vada a trattare: "Quanto spendete per una trasferta, 5mila euro?". L'accordo si trova subito: la domenica successiva i tifosi viaggiano gratis, la società risparmia 25 mila euro». È il racconto di un investigatore. Anche a Torino, ha sempre funzionato così. Rapporti con i club al limite del lecito, reciproca convenienza, accordi più o meno espliciti. Intrecci del passato che, in gran parte, resistono ai cambiamenti di dirigenza di Juve e Toro. Ingressi allo stadio «in appalto» ai capi delle curve. Steward ex ultrà che dovrebbero controllare la disciplina dei loro vecchi compagni. E poi la spartizione di soldi e potere. Che ha scatenato una guerra fratricida tutta interna al tifo bianconero.

Il controllo del territorio

Il business della curva ruota intorno ai biglietti. Nell'economia da stadio funzionano come assegni da portare all'incasso ogni domenica, prima delle partite. «Con la Triade erano una grande risorsa», rivela un'investigatore che da anni lavora a contatto con gli ultrà bianconeri. Quanti biglietti passavano? «Tra scontati e in omaggio, sui 150-200 a partita per ognuno dei 4-5 gruppi». I tagliandi venivano rivenduti in un giro di bagarinaggio interno. «Qualcuno si è sistemato comprando un bar, altri girano in Mercedes. I leader più tosti possono mettersi in tasca anche 100 mila euro in un anno». Altro capitolo, gli abbonamenti. Sistema di guadagni moltiplicati. Funzionava così: un gruppo riceve un pacchetto di tessere dalla società, pagandole in forma dilazionata. Ma ogni domenica offre l'ingresso alla massa degli altri ultrà: ogni tessera, ripassata ogni volta all'esterno, permette l'ingresso di tre-quattro persone. Senza tornelli per il controllo elettronico era un giochetto facile facile. Oggi è diverso, ma non tanto. «Il problema resta sempre la pressione violenta», spiega un funzionario che si occupa di ordine pubblico al Comunale di Torino. Conseguenza: lo steward che si trova al cancello chiude un occhio, «per paura, per connivenza, o perché proviene dallo stesso ambiente della curva». Il funzionario ammette: «Alcuni ingressi sono praticamente gestiti dagli ultrà, e da lì passa di tutto». È questo uno dei punti su cui insiste la polizia. Nicola Rossiello, segretario provinciale Silp-Cgil di Torino: «Vanno monitorate le dinamiche che nascono attorno alle partite, vogliamo che emergano eventuali connivenze. E che le cose cambino veramente».

Pizzo e pressioni

Sia Juve che Toro hanno di recente cambiato la dirigenza e gli equilibri si devono riassestare. Ma le pressioni continuano. L'esempio di un investigatore: «Prima di andare a negoziare i biglietti alla Juve, due gruppi di ultrà si sono affrontati con coltelli e bastoni. Secondo lei, chi deve dare i biglietti resta condizionato o no?». Nessuna società cede con piacere biglietti gratuiti. «È una specie di pizzo». E alla fine la convenienza c'è per tutti. Moggi e Giraudo, poi, negli affari sono sempre stati esperti. «Sapevano trattare, anche con i tifosi — racconta un conoscitore della realtà Juve —, a volte alzavano la voce: "Vi tagliamo tutto", poi si mettevano d'accordo». A volte davano una mano. Estate 2003: in un'amichevole a Catania, i Fighters (allora gruppo dominante) si fanno rubare lo striscione dai siciliani. A pagare il riscatto si dice sia stato Moggi. «Per anni la curva è stata uno strumento di politica aziendale». Esempio: striscioni «pilotati» contro giornalisti sgraditi. E un ruolo spesso decisivo nell'orientare le scelte. Dal licenziamento del super contestato Carlo Ancelotti (giugno 2001) alla guerriglia organizzata dagli ultrà del Toro (estate 2005) per impedire a Luca Giovannone di diventare presidente. «I tifosi dubitavano che avesse i soldi. Poi si era diffusa la voce che fosse fascista, mentre gli Ultras hanno simpatie opposte», spiega un frequentatore della Maratona. Con la dirigenza di Cairo, invece, i rapporti sono ottimi. Nessuna guerra fratricida per gli ultrà granata: il nemico è la polizia. Slogan del momento: «Né con i catanesi, né con i poliziotti».

Volti nuovi

Sponda bianconera. Il nuovo capo ultrà si chiama Fabio Germani: è il volto pulito della curva, quello che va in tv. Quello con cui tratta la società. «Si è aperto un dialogo. È garantito: quest'anno non facciamo nessun casino, manteniamo l'ordine, per quanto possibile». L'inizio non è stato così pacifico: «Li abbiamo contestati, non conoscevamo i progetti». Fabio si definisce «il referente della Curva Scirea». Ma gli Arditi, che della Scirea fanno parte, scrivono sul loro sito che «non può parlare per loro». E gli investigatori raccontano che il vero capo è sempre quel Dino Mocciola, storico leader dei Drughi, in carcere 15 anni per rapina, che non può andare allo stadio e «comanda senza esserci». Ma il mondo che racconta Fabio non c'entra niente con quello degli investigatori. Il giro d'affari? «Non c'è nessun guadagno: i biglietti li pago, e in contanti». Le entrate controllate dai tifosi? «Ogni settimana cambia quello che ci fa entrare, proprio per evitare coinvolgimenti con noi». Collusioni con la delinquenza? «Io e i miei amici abbiamo un lavoro onesto. E facciamo tante cose belle: portiamo a tifare i bambini malati, per esempio». Fabio è uno di famiglia, in società: martedì c'è una cena con Lapo Elkann, qualche giocatore, gente bene di Torino, giornalisti. Lui è stato invitato. Normale?

Mariella Scirea pensa di sì: «È giusto individuare referenti della curva e responsabilizzarli. Certo, devono rifiutare la violenza». Al rinnovo dei vertici societari, sembra essersi accompagnato un rinnovo dei vertici del tifo. Quello che non è cambiato è il trait d'union:

chi tiene i rapporti con le curve è ancora un uomo della vecchia gestione, legato a doppio filo a Giraudo. Facile presumere che qualche continuità sia rimasta. «Ma i nuovi dirigenti mi sembrano orientati a un sano dilettantismo — è il giudizio di un investigatore —, il che è positivo: non conoscono gli ultrà e sono più portati a vedere la polizia come referente».

La faida

Il legame a doppio filo Juventus-ultrà, durato anni, è stato scompaginato da Moggiopoli. Unica certezza: la posta in gioco è alta, se i gruppi se la contendono con i coltelli e le pistole.

Sulla faida nella curva bianconera indaga da mesi la Digos di Torino. La storia inizia un anno e mezzo fa. Mocciola, il capo dei Drughi, esce dal carcere. È un intoccabile della curva. La voce dello stadio (vedi striscioni «La triade non si tocca») vuole i Drughi vicini alla vecchia dirigenza Juve. Mocciola esce dal carcere e torna a riprendersi il suo posto in curva, mentre la lotta con i Fighters (ora Tradizione) e i Viking di Milano è già aperta. In gioco gli equilibri in curva e i rapporti con la società. Lotta fratricida, sottotraccia. Per ricostruirla bisogna mettere in ordine una serie di esplosioni di violenza. Tre Drughi arrestati per aver accoltellato un Fighters nell'aprile 2005. Quasi un anno dopo, altro colpo ai Fighters: due spari contro il loro bar-ritrovo, il Black White. A luglio 2006 Mocciola viene sfregiato con un coltello ad Alessandria, durante un'amichevole. Solo a pensarla, qualche anno fa, una cosa del genere avrebbe messo i brividi all'intera curva. Settembre scorso: trenta persone devastano il ritrovo dei Fighters. E quando la prima giornata di campionato è già passata, un centinaio di ultrà delle opposte fazioni si scontra con mazze da baseball, bottiglie e bastoni fuori dal Delle Alpi. Qualcuno lo chiama «effetto collaterale», dopo il crollo della Triade.

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Letto.

Incredibile.

E pensare che OVUNQUE in Italia succede così.....

Quanti voti controllano questi?

Come possono inserirsi in manifestazioni (di centro destra o sinistra) e mandare a puttane tutto?

Capite cos'è il calcio PROFESSIONISTICO (e sottolineo SOLO quello) oggi in Italia?

Chi si ricorda più oggi del poliziotto di 9 giorni fa?

Oggi è stata una peana unica per avere il pubblico negli stadi...

che schifo

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tutto questo non fà altro che farmi capire che sia del tutto inopportuno conservare una norma tanto becera ed inutile come la responsabilità oggettiva..............fin quando esisterà le società saranno sempre soggette a ricatti da parte di questi imbecilli:(

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fusi è chiaro che i primi ad influenzare, positivamente o negativamente, un ragazzo sono i genitori ma la scuola può intervenire cmq perchè se un ragazzo viene deviato dalla retta via a causa dell'ambiente in cui vive c'è cmq speranza che la scuola riesca a rimetterlo in riga............alemno si spera:wink:

I genitori, che spesso sono + coglioni dei figli, cosa vuoi che gli insegnino? Una parte della loro coglionaggine.

E poi scuola scuola. Io son del 1973, ai miei tempi vi era il rispetto a scuola, manco potevi cazzeggiare a guardare fuori dalla finestra, adesso si parla di "vietare" i cellulari. Cioè si deve "decidere" se fare una cosa che secondo il mio punto di vista e la mia estrazione dovrebbe essere superflua, ovvero i cellulari accesi a scuola ma col piffero!!!!!!!!!!!!!!!!!

E cmq la scuola cosa vuoi che faccia? Da un lato di "adegua", dall'altro "subisce".

Non dico che si debba tornare ai punti dell'inginocchiatoio sui ceci o sul granturco, ma manco che si arrivi come oggi che la figura del professore o insegnante non ha autorità. Non ce l'ha perchè l'idea stessa di autorità sti ragazzi non la sopportano da un lato, non gli è stata fatta capire dall'altro, nè lo vedono nella società.

Anche da questo punto di vista, e solo ORA (in ritardo come al solito, è almeno un quinquennio che le cose han assunto un carattere di gravità tale da dover intervenire in modo deciso), urgono provvedimenti "culturali", difficili, perchè si è andati già oltre un certo punto in cui il "rientro" all'interno di un modus vivendi decente poteva essere + semplice.

Difficile inculcare a un ragazzetto, magari lasciato a se stesso per la maggior parte delle ore del giorno, l'idea della giustizia, quando è tutto un casino.

Difficile anche usare certe armi, se hai il benpensantismo che ti leva la reclame della "patatina" per poi lasciarti vedere 24 ore al giorno quelli dei reality che scopano come dei ricci.

Eh ma si sa......... chi è agli alti sogli mica può arrivare a pensare che a 13anni oramai i ragazzetti, a parte che la roba che vedono nei reality san già come si fa, invece di "patatina" sanno ben dire sorca, figa e via discorrendo.

E' come andare in guerra nel 2006 coi forconi dei contadini........... credendo di trovarsi in un "campo" di battaglia, ovvero dove servono i forconi.

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'80 Alfasud 1.2 5m 4p --- '09 147 JTDm Moving

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Eh, lo so... me se a un bambino il poliziotto lo mostri come nemico ovvio che poi, in concomitanza ovviamente con mille altri fattori, c'è la possibilità che quello da grande come può li piglia a mazzate...

Il problema credo sia + complesso.

Premesso che oramai di punti fermi, di ideali che "riempiono", i ragazzi non ne hanno........... ed è anche difficile per loro, oggettivamente........ perchè mentre noi avevamo dei giochi e degli interessi cmq oggettivi, loro son cresciuti nella virtualità........ tutto artefatto, non palpabile, chiaro che la mente ti si tara verso questo, non hai il senso del reale e della misura, se poi manco ti pigli due schiaffoni per la pigrizia dei tuoi figurati che condimento.........

Ma non è che uno spranga la madama perchè "in casa il poliziotto mica mi han detto che è buono".

Lo sprangano perchè nella loro manifestazione del proprio io, ovviamente in branco (della serie spina dorsale solitaria come quella di un giunco), trascendono in azioni ovviamente criminose, che la polizia in questo caso gli contesta.

Quindi non è il poliziotto, ma "quello che non mi fa fare i cazzi miei", cosa che invece, fra indifferenza e imbecillità, fanno in casa, a scuola o dove sia.......... e al PC.

Questi oramai si credono che la loro vita sia "resettabile", che sia come GT che ti tari l'auto come vuoi te usando soldi virtuali, questi non sanno stare al mondo.

Anche perchè il mondo in cui campano, noi lo conosciamo bene, e forse forse anche noi vorremmo vivere nel nostro guscio.

Ma tanto non la si vuole capire. Questi ragazzi sono atrofizzati nel cervello, arrivando anche a rifiutare un mondo esterno che è del tutto foriero di paura, e di poche cose oggettive che possano risultare interessanti e dare come minimo fiducia e tranquillità (la felicità è invece una cosa che via via andrà sempre + scomparendo).

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'80 Alfasud 1.2 5m 4p --- '09 147 JTDm Moving

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Ma se facciamo girare le palle per davvero a Polizia e Carabinieri... se questo succede... io spero di essere in un altro Paese in quel momento, perché ad una guerra civile non voglio partecipare.

La guerra civile ci sarà, ma non per queste questioni........ oramai è tutta una polveriera. E quando gli immigrati che tirano la cinghia si organizzeranno, lo vedrai tu.........

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'80 Alfasud 1.2 5m 4p --- '09 147 JTDm Moving

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quoto tutto Fusi...

La guerra civile?? se sono gli immagrati a farla, ed al massimo vedo roba stile parigi l'anno scorso, mi guardo bene dal parlare di guerra civile. Al massimo gente come quel subumano di casarini viene coinvolto e si prende una schioppettata sul muso da qualche valligiano zelante della bergamasca. Il quale ci farebbe un grosso piacere sacrificandosi x la comunità.

Non vedo italioti scannarsi x qualcosa, se non quei pochi ma facinorosi deficienti che popolano le curve e le strade in particolari momenti di espressione della loro libertà di parola ed azione

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Gli immigrati ce la picchieranno nel culo..a differenza di quello che si crede, lavorano, risparmiano,si impegnano e fan più figli...

Noi col culo a bagno a lamentarci dei politici e a cercare di schivare il lavoro(dipendenti) o far del nero (padroni/in proprio)

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