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I Moggi rinviati a giudizio


Alex87

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Figc: dove sono le intercettazioni?

Abete: "Radiare Moggi? Rifletteremo"

"Non siamo ancora in possesso delle intercettazioni del processo di Napoli' date=' non siamo ancora riusciti a sapere quanto occorre pagare per avere tutte le intercettazioni e la cosa ci stupisce". Lo sfogo è targato Giancarlo Abete e lamenta l'impossibilità, da parte federale, di aprire un procedimento. Sulla questione della radiazione di Luciano Moggi: "Daremo la documentazione ai consiglieri federali e poi ci sarà una riflessione"

"Ci siamo mossi un mese fa perché ci attende una attività molto impegnativa - ha puntualizzato ancora Abete - se le intercettazioni sono state acquisite dalle parti degli imputati le dovremmo avere anche noi in tempo reale".

5 agosto 2010

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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  • 1 mese fa...
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I più attivi nella discussione

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Figc: acquisite tutte le intercettazioni di Calciopoli

Attraverso i suoi legali' date=' la Federcalcio ha acquisito oggi, presso gli uffici della procura della Repubblica di Napoli, tutte le registrazioni telefoniche disposte dalla magistratura nel quadro dell'inchiesta e del procedimento su Calciopoli. Si tratta di 228 cd che contengono circa 170mila telefonate: la Figc provvederà a far trascrivere tutte le registrazioni che saranno poi messe a disposizione della procura federale. Il 7 luglio scorso, in qualità di parte civile nel processo di Napoli, la Figc aveva presentato alla procura di Napoli formale richiesta per poter acquisire l'intera documentazione.

Questa mattina la cancelleria del Tribunale di Napoli ha provveduto a consegnare all'avvocato Tito Milella, legale della Federazione, copia dei 228 cd contenenti tutte le intercettazioni telefoniche effettuate nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria su Calciopoli, comprese quelle trasmesse dalla procura della Repubblica di Torino. Contestualmente sono stati pagati dalla Figc i relativi diritti di segreteria.

(Adnkronos)

15 settembre 2010

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Calciopoli' date=' svolta Juve:[/b'] 80 telefonate anti Inter

Obiettivo: la revoca del titolo del 2006. Nuovo legale a Napoli. Le intercettazioni selezionate per rendere più veloce la decisione della Federcalcio.

Al processo contro Moggi & Co. arriva Chiappero: dalla linea soft si passa a quella aggressiva.

(La Repubblica)

17 settembre 2010

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Calciopoli: primo summit della Procura. E sbucano altre telefonate...

Adesso che le telefonate sono al sicuro in Figc e che la pressione mediatica e juventina' date=' con lettere ed esposti, ha centrato il bersaglio è giunto il tempo del cambio di rotta del club torinese. Andrea Agnelli in estate è stato molto chiaro con Abete:[b'] «Ci aspettiamo una risposta entro breve ai quesiti posti con la nostra lettera». La risposta tanto breve non potrà essere per motivi tecnici, ma di certo c’è che ieri pomeriggio Stefano Palazzi ha convocato il vertice della procura federale negli uffici di via Po e con i suoi viceprocuratori ha tenuto una riunione sulla gestione dell’enorme patata bollente delle 180 mila telefonate e dei 228 cd: Abete e la Figc hanno scelto la via dell’ascolto e trascrizione di tutte le telefonate, si sono già presi contatti con agenzie specializzate per la sbobinatura. Si parla, dopo la spesa di 67.300 euro per i diritti di cancelleria pagati alla Procura di Napoli, di altri 350 mila euro per esternalizzare la perizia giurata. Nel frattempo, però, Palazzi deve decidere cosa fare e come coinvolgere la sua struttura. Considerato il pressing che la Juve in autunno accentuerà per avere chiarezza sullo scudetto 2006, intanto.

E A NAPOLI... - A Napoli intanto sta per ripartire il processo penale e dal 1 ottobre assisteremo ad un rapido (per quanto possa esserlo un processo penale) showdown con convocazioni a raffica di testimoni (per la rentree nell’aula 216, la star internazionale di Collina) per arrivare ad una sentenza di primo grado nei primi mesi del 2011. La Juventus ha per le mani da qualche giorno, lo sta esaminando, il lavoro di suoi periti che hanno provveduto a sbobinare poco meno di 90 telefonate ritenute assai interessanti tra le 200 che sono state appena consegnate ai giudici di Napoli dopo la trascrizione dei periti del tribunale. Potrebbe anche integrare il materiale su cui hanno lavorato gli avvocati Briamonte (che coordina il lavoro dell’avvocato Vitiello anche a Napoli, dove la Juve è responsabile civile) e Chiappero. Sì, perché da una seconda utenza telefonica attribuita a Facchetti sono state trovate e saranno inserite nel fascicolo processuale altre chiamate con Bergamo, Pairetto e alcuni vertici federali. Presenti nel papello ottobrino anche altre chiamate di Collina, Rosetti e altri arbitri.

17 settembre 2010

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Scudetto 2006: la Juve insiste

Agnelli da Abete: sì all'inchiesta-bis

Mimetizzato nell'agenda di una giornata caratterizzata dall'incontro tra Lega e Assocalciatori per scongiurare lo sciopero della Serie A' date=' il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha incontrato il presidente federale Abete per discutere dell'argomento Calciopoli e del famigerato scudetto 2006, assegnato a tavolino all'Inter e di cui il club torinese chiede la revoca. E la Figc, dal 1° ottobre, farà partire la nuova inchiesta.

Un supplemento di lavoro, per la procura federale guidata da Palazzi, che si baserà sulle circa 90 telefonate che coinvolgono dirigenti dell'Inter e prodotte dalla difesa di Luciano Moggi in vista della ripresa del processo penale sulla vicenda in corso a Napoli: anche se la Federcalcio ha acquisito tutte le 170mila telefonate registrate, il lavoro per lo sbobinamento e l'analisi dei contenuti sarebbe lavoro di anni. Focus, quindi, sul materiale che sarà esaminato anche dal Tribunale ordinario e inchiesta - si ritiene - più veloce e, sperano alla Juventus, più equa. La società di Agnelli non chiede la restituzione del titolo, ma vuole che l'Inter sia giudicata secondo gli stessi criteri usati per la Vecchia Signora nel 2006: se si ritiene che anche i nerazzurri, seppure in tempi e maniere diverse, abbiano scavalcato i confini della lealtà e dell'etica sportiva, quello scudetto non va a loro assegnato. È l'unico, grande rischio che corre l'Inter: tutto il resto dei fatti eventualmente contestabili è ormai in prescrizione. Una questione di principio, insomma, ma su cui la Juventus non intende transigere: potrebbe essere un autunno caldo, sull'autostrada Torino-Milano.

22 settembre 2010

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  • 2 settimane fa...
Calciopoli' date=' in aula tocca ai "big"[/size']

A Napoli Abete e Collina, manca Moratti

Dopo le vacanze estive, a Napoli riprende il processo di Calciopoli. Subito sotto la lente di ingrandimento le 141 telefonate, che hanno visto protagonisti Facchetti e Moratti con i referenti arbitrali Bergamo e Pairetto, a cui se ne potrebbero aggiungere un altro centinaio abbondante presentate dalla difesa di Moggi. Assenti il presidente nerazzurro, Tronchetti Provera e gli uomini Telecom, Cipriani e Tavaroli. In aula Abete, Collina e Baldini.

La novità principale della prima giornata dopo la sosta per le vacanze è la richiesta dei legali di "Big Luciano" di inserire altre intercettazioni-bis, qualcosa come circa 120-160 telefonate studiate durante l'estate dal consulente Nicola Penta.

Ma soprattutto spazio alle testimonianze del presidente federale, Giancarlo Abete, dell'ex designatore Pierluigi Collina, e dell'ex dirigente romanista, Franco Baldini. Assente giustificato (per il matrimonio della figlia), l'attesissimo Massimo Moratti, rappresentante ultimo di un'Inter finita suo malgrado sotto i riflettori giudiziari. Non soltanto dei giudici napoletani, ma anche della stessa Figc (per opera del procuratore Palazzi) dopo la richiesta da parte della Juventus di revocare il famigerato scudetto 2006. Il numero uno interista e gli altri personaggi interessati verranno ascoltati da metà mese in avanti.

1 ottobre 2010

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Collina: "Mai ricevuto pressioni"

Abete nega dei "rapporti privilegiati"

Il processo di Calciopoli è ripreso a Napoli con una sfilata di personaggi illustri. Davanti ai giudici sono passati il presidente federale' date=' Giancarlo Abete, e l'ex designatore degli arbitri, Pierluigi Collina. Proprio la sua testimonianza è stata tra le più attese. "Non ho mai ricevuto pressioni per influenza gli esiti degli incontri", ha detto. Abete ha parlato dei rapporti con i vari dirigenti: "Non ho alcun rapporto privilegiato".

Collina, poi, ha parlato di alcuni episodi in particolare. "Nessuno si adoperò per orientare il risultato di Siena-Milan (17 aprile 2005). Non ho mai ricevuto richieste da Bergamo e Pairetto, neppure da altre persone per modificare in qualche modo il risultato di Fiorentina-Brescia", ha spiegato. E ancora: "Non ero a conoscenza dei nomi dei giocatori diffidati prima delle gare che ho arbitrato, neppure prima di milan-Juventus (8 maggio 2005)".

Ad Abete, invece, sono state rivolte domande relative alla gestione della Federcalcio, ma anche sui rapporti con la Fiorentina e i Della Valle, in particolare in riferimento a un'intercettazione tra lo stesso presidente e Innocenzo Mazzini su un fallo di mano di Zauri non sanzionato. "Si usavano quei termini e si parlava in quel modo perché a breve la nazionale italiana avrebbe iniziato il raduno a Coverciano ed avrebbe giocato a Firenze e quindi mi premeva verificare che non si creasse un ambiente ostile. Ho ottimi rapporti con tutti i dirigenti, è una cosa normale e poi quando i Della Valle sono entrati nel calcio io non ero ancora presidente", ha precisato.

Nel corso dell'udienza è stato anche ascoltato l'attuale direttore generale della Figc, Antonello Valentini, che ha spiegato come funzionava il sorteggio,

Intanto, i legali di Luciano Moggi, hanno chiesto al tribunale l'acquisizione di un altro centinaio di telefonate trascritte dai propri consulenti. Il tribunale si è riservato di decidere all'inizio della prossima udienza.

1 ottobre 2010

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Moggi-Baldini' date=' sfiorata la rissa[/size']

L'ex ds Roma: "Uomo senza qualità"

Franco Baldini accende la prima udienza post-estiva del processo penale in corso a Napoli su Calciopoli. Durante la sua testimonianza, espressamente richiesta dalla difesa di Moggi, l'ex d.s. della Roma si è rivolto duramente proprio a Moggi fissandolo dritto e definendolo "uomo senza qualità". La reazione del "direttore" è stata veemente e i suoi avvocati hanno dovuto trattenerlo prima che si scagliasse direttamente su Baldini.

L'attuale manager della nazionale inglese, è ricorso a una citazione letteraria, che rimanda al titolo del romanzo di Musil, per scatenare la bagarre e rinnovare, se ce n'era bisogno, le asprezze con l'ex-rivale della sponda juventina. La ruggine risale alla vicenda Gea in cui Baldini fu un accusatore nel processo romano che ebbe lo strascico di una imputazione di minacce contestata a Moggi. Lo stesso ex dg della Juve, al termine dell'udienza, parlando con i giornalisti ha annunciato l'intenzione di querelare Baldini per l'espressione usata oggi in aula.

Nel corso della sua deposizione, Baldini ha confermato che i rapporti con Moggi divennero ''pessimi'' dopo che lui si decise a denunciarne ''le minacce, i maltrattamenti, i soprusi'' messi in atto nel mondo del calcio . L'ex dirigente romanista, invitato dal pm Narducci e dai legali a citare episodi specifici, è tornato sulla vicenda della Gea (la società di procuratori di calciatori che avrebbe fatto capo a Moggi) parlando, tra l'altro, di giocatori costretti a firmare procure al figlio dell'ex dg bianconero, nonché del presunto intervento di Moggi per impedire che Taddei venisse venduto dal Siena alla Roma (l'attaccante brasiliano venne acquistato dalla società giallorossa solo l'anno successivo quando era svincolato). ''Nulla si muoveva o si spostava senza che Moggi lo volesse'', ha detto Baldini che, incalzato dalle domande dei difensori, si è soffermato a lungo sul suo rapporto con Attilio Auricchio. Baldini ha affermato di aver conosciuto l'investigatore nel 2003 durante le indagini sulle fidejussioni fasulle e sulla inchiesta napoletana di Calciopoli, e che in seguito ebbe diversi incontri con Auricchio ''quando - ha affermato - avevo deciso che quel poco che avevo da denunciare lo avrei denunciato''. Ha spiegato di non essere stato in possesso di prove circostanziate e di aver tentato di convincere alcune persone (ha citato a tale proposito due procuratori e un dirigente di società) che si erano confidate con lui a denunciare agli inquirenti. Ha dichiarato poi di aver avuto un rapporto di ''collaborazione'' con l'investigatore e di essere stato disponibile a ''spiegargli come funzionavano le cose''.

1 ottobre 2010

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  • 2 settimane fa...
"Niente di strano in Milan-Juve"

Calciopoli' date=' Nesta "scagiona" De Santis[/size']

Più che la coda di un processo caldissimo, il Calciopoli bis pare una mano di bianco su un muro imbrattato di parole, molte, e fatti, pochini. A Napoli, dov'era atteso anche Del Piero - invece assente - hanno sfilato l'arbitro Rosetti, il laziale Ledesma e il milanista Nesta. Tutti, in diverso modo, hanno escluso "pressioni o cose strane". Insomma, spiega ad esempio Nesta, "non abbiamo notato nulla di strano. Milan-Juve? Fu regolare".

Niente di niente, da una parte. Abbastanza dall'altra se per altra parte, meglio, controparte, si intende l'arbitro De Santis, l'uomo appunto che ha chiamato come testimone Alessandro Nesta. Per capirci tocca fare un passo indietro: tra le accuse mosse contro il direttore di gara in particolare e più in generale contro Luciano Moggi c'erano le ammonizioni mirate ai giocatori che, diffidati, avrebbero poi incontrato la Juventus. Tra questi, nel caso specifico, c'era appunto Nesta. Che non venne ammonito, non venne di conseguenza squalificato e viene, perciò, buonissimo per i difensori di De Santis come prova a discarico del reato.

Eccolo, quindi, il centrale del Milan: "Ricordo di aver giocato la partita successiva Milan-Juventus e che in quella occasione fui ammonito per un brutto fallo. Polemiche? Tra Milan e Juve, che erano in lotta per lo scudetto, ognuno tirava dalla propria parte". Roba da bar, quindi, al massimo...

LEDESMA SU LECCE-JUVE

Da Nesta a Ledesma, altro teste al processo bis: "Ricordo che piovera molto, ma abbiamo giocato lo stesso - dice sulla gara contro la Juve del novembre 2004 -. Non ricordo di aver chiesto di verificare le condizioni del campo, e non so se lo abbia fatto il capitano della squadra avversaria". Ledesma ha ammesso che molti dettagli di quel periodo gli sono ormai sfuggiti dalla memoria. In riferimento alla partita Lecce-Parma del 29 maggio 2005 ha detto: "Il giocatore del Parma Morfeo fu espulso a fine gara, ma non ricordo la motivazione. Ricordo che Zeman ad un certo punto vide la partita da dietro la panchina, il pubblico cominciò a protestare ma non ho mai chiesto sal mister i motivi di quel gesto".

ROSETTI: "MAI RICEVUTE PRESSIONI"

All'udienza era presente anche l'arbitro Roberto Rosetti, che ha ricordato l'errore da lui commesso in occasione del mani di Zauri in Lazio-Fiorentina del maggio 2005 e la telefonata ricevuta da Bergamo: "Quell'episodio mi è sfuggito - ha detto - a me è sembrato un colpo di testa. È stato sicuramente un errore, ma in quel momento l'ho valutato così". Alla domanda se avesse avuto durante l'intervallo telefonate Roberto Rosetti ha precisato: "In 27 anni non ho mai tenuto acceso il cellulare nell'intervallo, per mia scelta. Tra il primo e il secondo tempo di quella partita però arrivò una telefonata da parte di Bergamo al quarto assistente. Parlai con Bergamo che usò toni molto duri sotto il profilo psicologico con frasi del tipo 'come hai fatto a non vederlo, era un mani clamoroso'. Io però poi ho pensato solo a finire bene la partita". Più in generale Rosetti ha spiegato: "Non ho mai ricevuto pressioni né arbitrato mai la Juventus (era della sezione di Torino). Non mi è mai interessato sapere chi erano i diffidati" quest'ultima dichiarazione rispondendo alla domanda sull'ipotesi di ammonire i giocatori diffidati che poi avrebbero saltato il successivo match con i bianconeri.

12 ottobre 2010

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"Non fu Facchetti a dire Collina"

Calciopoli' date=' perito: lo nominò Bergamo[/size']

Non fu Giacinto Facchetti ma l'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo a pronunciare il nome Collina durante la conversazione telefonica del 26 novembre 2004 (definita dalla difesa di Moggi 'la madre di tutte le intercettazioni') in cui si faceva riferimento a una griglia arbitrale per una partita del campionato. È quanto emerge da una integrazione della perizia fonica depositata al processo di Calciopoli in corso a Napoli dal perito Roberto Porto.

12 ottobre 2010

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