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Milano, rivolta a "Chinatown"


Guest DESMO16

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Milano, rivolta a "Chinatown": 300 cinesi attaccano i vigili, la polizia carica

Milano - Si sono riversati in 300 in via Paolo Sarpi, a Milano. Nella Chinatown del capoluogo lombardo sono scoppiati dei tafferugli per protestare contro i vigili urbani ritenuti "colpevoli" di aver preso una decisione sbagliata in merito a una querelle sul codice della strada ancora da accertare. Nessun ferito, ma una spettacolare sollevazione popolare dei cinesi di Milano contro i vigili che hanno chiamato la polizia per calmare gli animi. Sul posto, ci sono una decina di equipaggi della polizia che stanno cercando di capire quale sia stata la miccia dell'episodio.

Bandiere alle finestre Tutto è nato da un normale controllo stradale e da un primo tafferuglio tra le forze dell'ordine e una decina di cinesi che sono intervenuti aggredendo le forze dell'ordine. Dopo poco tempo i cinesi hanno cominciato a protestare sventolando bandiere della Repubblica popolare cinese. Persone con i megafoni arringano la folla. La polizia ha fatto delle cariche per cercare di sedare gli scontri.

Il bilancio Almeno un agente è rimasto ferito mentre tre ragazzi sono stati portati in ospedale per malori e contusioni. È il primo biilancio della rivolta dei commercianti cinesi contro la polizia nella Chinatown scoppiata intorno alle 13 e non ancora del tutto placata. La protesta pare sia partita da una multa inflitta a una commerciante. Sull'esatta dinamica circolano due versioni, una che fa riferimento al mancato rispetto dell'orario di carico e scarico della merce da parte della commerciante e un'altra, raccontata da alcuni giovani che si trovavano sul posto, secondo la quale i vigili avrebbero voluto ritirare la patente a una donna cinese in auto con il figlioletto di due anni, che si sarebbe inalberata. A darle man forte sono arrivati subito numerosi connazionali che avrebbero tentato di aggredire il vigile. Il reparto mobile giunto sul posto ha caricato la cinquantina di residenti cinesi che lanciavano bottiglie contro le forze dell'ordine. Un testimone riferisce di aver visto un poliziotto in borghese estrarre la pistola e colpire con il calcio una donna alla testa. Ma la polizia smentisce.

Scene da guerriglia urbana"Mi sono ritrovata tra bottiglie che volavano, auto dei vigili distrutte, persone che rovesciavano una macchina parcheggiata. La reazione è stata davvero molto violenta". È quanto racconta Loredana Cerrato, dell'associazione Vivisarpi, residente in via Giusti. "Sono uscita di casa per andare incontro a mio figlio, che frequenta le medie e non lo vedevo ancora arrivare. In mezzo a via Niccolini - spiega - mi sono trovata in mezzo ai tafferugli, con autoambulanze che andavano e venivano. Appena ho recuperato mio figlio siamo corsi a casa. Siamo bloccati qui".

"Colpa del Comune" "Questa zona è diventata una mina vagante, perché quando succedono queste cose i cinesi poi ce l'hanno anche con noi". L'artigiano Rocco Maiorino ha lasciato il suo negozio indossando ancora il camice da lavoro blu per raggiungere il luogo degli scontri. Abita e lavora a Chinatown da 30 anni: «Io faccio il fabbro e abito qui, i cinesi mi conoscono, ma ora mi chiedono 'Sei con noi o contro di noi?'. Ormai siamo arrivati a questo". Ha comprensione nei confronti delle difficoltà incontrate dagli immigrati venuti a vivere a Milano. "I cinesi sono qui da tanto e hanno speso tanti soldi. Perchè quando sono arrivati quello che a noi costava 100mila lire a loro costava un milione. È stato il Comune a permettere che si arrivasse a questo e ora per gli italiani residenti qui si è creata una situazione di disagio". Il rapporto con la comunità cinese non è facile, i contrasti nascono facilmente. Per esempio "se i cinesi non possono più scaricare la merce davanti al negozio, non lo possiamo più fare nemmeno noi: le aziende non vengono a scaricare perché ci sono sempre i loro furgoni in doppia fila". Maiorino poi conclude: "Io sono per la convivenza, ma facendo così non si riesce, la gente ora ha paura".

Il Giornale

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Consiglio il metodo di risoluzione dei contrasti che è in uso nel loro paese

Stile piazza Tienanmen.

bravo pensavo proprio a questo...........nel loro paese non si sarebbero mai permessi neanche di pensarla una cosa del genere:roll:

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La situazione in Zona Sarpi è stata sottovalutata e questi sono i risultati.

Era una zona che a me piaceva molto, una decina di anni fa la frequantavo spesso, c'erano dei negozietti ove trovare regalini, poi sopratutto c'era Nicolini Street con tutto quello che comportava (Bentley, RR, Harley, Buell ecc.)

Adesso sono anni che non ci vado più, robaccia e basta.

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"Tutti i giorni mi fanno una multa" ha dichiarato Ling Xiu, una commerciante della zona, cercando di spiegare le ragioni della protesta. "Noi siamo qui per lavorare. Non siamo mafiosi, non uccidiamo nessuno, lavoriamo e basta pagando le tasse. Lei mi deve spiegare perché tutti i giorni i vigili mi fanno una multa. Glielo dico io perché, perché la polizia vuole il male dei cinesi. Infatti gli italiani possono lavorare, ma a noi lo impediscono. E adesso mi hanno chiuso il negozio, come faccio a dare da mangiare ai miei figli? A pagare l'affitto di casa?".

Una donna italiana ha raccontato di essersi "ritrovata tra bottiglie che volavano, auto dei vigili distrutte, persone che rovesciavano una macchina parcheggiata. La reazione è stata davvero molto violenta". A parlare è Loredana Cerrato, dell'associazione Vivisarpi, residente in via Giusti. "Sono uscita di casa per andare incontro a mio figlio, che frequenta le medie e non lo vedevo ancora arrivare. In mezzo a via Niccolini - ha spiegato la donna - mi sono trovata in mezzo ai tafferugli, con autoambulanze che andavano e venivano. Appena ho recuperato mio figlio siamo corsi a casa. Ora siamo bloccati qui".

Intorno alle 14 le cariche sono cessate, ma la tensione resta alta. Per terra i segni degli scontri con bottiglie rotte e cestini divelti. Intorno alle 15, un centinaio di cinesi, soprattutto giovani, ha cercato di avviare un corteo di protesta con uno striscione e diverse bandiere rosse della Repubblica Popolare. Sullo stricione c'è scritto: "Violenze e abusi sulla comunità cinese". Il corteo non è autorizzato e alla sua testa si registrano brevi momenti di tensione con la polizia. La tensione è tornata a crescere quando una donna italiana ha apostrofato il corteo: "Ma cosa fate? Ma non

vedete che avete combinato? Ma non vedete che deve passare l'autobus?". Le frasi hanno riacceso dopo la tensione, dopo che la situazione si era al momento stabilizzata. La donna e' stata rincorsa da alcuni cinesi e si e' rifugiata nel portone aperto di un palazzo al civico 7, mentre qualcuno le lanciava addosso una bottiglietta di plastica piena d'acqua. Sono inoltre volate parole dure da parte di un giovane italiano contro un cinese che lo aveva scontrato camminando: "Se mi sfiori un'altra volta ti ammazzo", ha gridato l'italiano, facendo fuggire l'immigrato. Ora la situazione si è normalizzata di nuovo. La donna è rimasta chiusa nel palazzo. Davanti ci sono sei poliziotti in tenuta antisommossa. Nel frattempo il corteo si è trasformato in presidio, bloccando il traffico quasi in tutta la zona.

repubblica

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io ogni tanto ci vado..giusto quando sono a secco di tutto..c'è un negozio di uno (italiano) che ritira tutto dagli stock e vende a prezzi stracciati..capita che c'è qualche affare..

vorrei fare una domanda: perché i vigili non multano la gente che sta DIETRO il cimitero maggiore? li non vige il divieto di sosta?

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Mi avete fatto venire fino a quassù e mi avete detto...mi avete detto che mi compravate una bomba...arriverò tardi per il pranzo e mia mamma...ahhh...ahhh..e non mi farà mangiare per punizione..aaaaaah che vigliacchi.........nessuno ha una cioccolata??? un croccante???

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Io continuo a pensare che la stragran parte degli immigrati (99%) vengano in Italia con le migliori intenzioni... per essere onesti e lavorare onestamente.... rifarsi una vita lontani da brutture e povertà di casa propria, magari sperando di trovare nello stivale quell'America, che tante persone in fuga dallo stivale stesso hanno trovato uno-due secoli fa, dove non ti chiedano "da dove vieni" ma "che cosa sai fare".....

....e, trovandosi nell'impossibilità di vivere onestamente - nessuno assume un cinese, nessuno assume un negro, nessuno assume un islamico - si trovino costretti a vivere in una condizione di illegalità, "lotta" e ghettizzazione che eran loro i primi a non volere. Come fai a vivere onestamente, se il paese in cui sei andato a stare di fatto non te lo permette? ...poi è bravo e veloce a manganellare, però.

In zona Paolo Sarpi ci vado spesso, ultimamente, ho una cara amica che abita lì e spesso la passo a trovare (chi ha orecchie per intendere..... :roll:)

Io con i cinesi mai un problema, lei - anni ventitrè - mai un problema, i suoi fratellini - anni diciassette e tredici - mai un problema. Ora vi incazzerete tutti se dico questo, ma i primi colpevoli siamo noi....

Chi è più criminale, chi tiranneggia il suo popolo, o chi prima finanzia il tiranno, e poi rimpiazza la dittatura con l'anarchia?

(Niall Ferguson, trad. Rita Baldassarre, Corriere Della Sera 02/01/2007)

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