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la Fiat 126 fabbricata in Polonia differiva da quella italiana soprattutto nella meccanica. Montava infatti un motore di 700 cc. raffreddato a liquido e coricato su di un fianco (il cosiddetto posizionamento "a sogliola"), in modo da consentire la realizzazione di un sia pur minimo portabagagli.

Vennero studiate diverse soluzioni di carrozzeria per questa vettura, ma la maggior parte rimase allo stadio di prototipo, proprio come questa 126 Furgoncino, che montava un piccolo cassone (a causa degli ingombri del motore) sulla parte posteriore.

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Un'altra versione fu la 126 Giardinetta, che seppure di linea piacevole non vide mai la linea di produzione, probabilmente per i soliti - cronici - problemi di finanziamenti.

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Sicuramente le evoluzioni più interessanti furono i prototipi della 126 a motore anteriore e trazione anteriore.

Realizzati negli anni dal 1978 al 1981, montavano lo stesso bicilindrico di 650 cc. della versione normale, ma sistemato anteriormente e ruotato di 180 gradi. Sarebbe interessante sapere come andava su strada, ma purtroppo le ingenti spese che avrebbero richiesto le modifiche al progetto originale fecero desistere la dirigenza dal continuarne lo sviluppo, così anche questa vettura non entrò mai in produzione.

Interessante la somiglianza alla prima serie della Panda a causa della piccola presa d'aria sul frontale ed i paraurti avvolgenti in plastica.

da conceptcars.it

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La nascita della Dialogos

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La prima fase di ricerca è stata molto libera, su invito dello stesso Robinson, ma gli sviluppi si sono concretizzati in tempi brevi. Dopo un paio di mesi dedicati al disegno, nell'estate del 1996, sono stati realizzati nell'ottobre seguente cinque modellini in clay in scala 1:4.

Delle cinque ipotesi in scala ne sono state sviluppate tre: Arca, Agorà e Tikal. Nel maggio del 97, l'amministratore delegato della FIAT sceglie il modello Agorà e il team Lancia mette a punto il modello di stile arrivando al prototipo presentato al Salone di Torino del 1998.

da conceptcars.it

Modificato da j

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1985 I.DE.A. Fiat Tipo

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Ipotesi di studio eseguito per conto dell'I.DE.A. Institute nel 1985 su pianale Fiat Tipo con il proposito di creare una famiglia di derivati.

Lo studio prevedeva un disegno predisposto a lievi modifiche, ma senza interventi radicali.

Si può notare nei vari modelli, partendo dalla base della 2 volumi, l'evoluzione nel modello a 3 volumi o nella station wagon, pur conservando la maggior parte delle ossature principali.

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1994 LANCIA K 2000 COUPE' BONANSEA

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Nel 1994, La Società di progettazione Bonansea mi commissionò uno studio per tentare di stimolare i vertici aziendali a cambiare rotta, ma purtroppo il progetto fu accantonato.

Nell'affrontare questo tema mi sono ispirato vagamente alla famosa Aurelia B 20 in alcuni tratti stilistici: linea morbida ma proporzionata, coda posteriore con alettone integrato ai parafanghi molto “soft”, fiancata appena scolpita da motivo nascente dal passaruota posteriore e l'insieme si presentava in modo non stridulo ma, a mio avviso con un forte carattere ed una spiccata personalità.

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1972 Fiat 130 Coupè - Studio versione USA

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Nel 1972, appena cessata, inspiegabilmente, la produzione la produzione della Fiat 130 Coupè, mi venne proposto di disegnare per il Centro Stile Fiat una nuova versione del coupè partendo dalla base di quella attuale, ma per il mercato americano.

Chiaramente le normative di quell’epoca erano estremamente rigide, specialmente per i gruppi della fanaleria e dei paraurti.

Il lavoro svolto è rappresentato dalla prima soluzione A che è ancora molto vicino allo stile italiano e mal si adattava alle normative oltreoceano, quindi nella soluzione B ho cercato di “esagerare” nei limiti sia dimensionali che stilistici.

Il modello realizzato in scala 1:10 rappresenta tridimensionalmente la soluzione B.

Affiancando e sovrapponendo le immagini della 130 Coupè Pininfarina e la versione B è impressionante come, pur stando nelle medesime quote di abitabilità e dimensioni esterne, si abbia in quest’ultima l’impressione di opulenza e robustezza, ingredienti molto graditi dai clienti americani.

Questo aspetto imponente era piaciuto molto ad una selezione di esperti del mercato, ma alla fine, il tutto si tradusse in un sondaggio relativo allo stile, non seguito poi da alcuna decisione.

Comunque è abbastanza comune nel campo del design automobilistico svolgere questo tipo di operazioni, che se non altro servono per ottenere uno scambio di idee e rendersi conto delle tendenze del mercato.

da ConceptCars.it

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1968 Pininfarina Alfa Romeo 33 Roadster (2° Versione)

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Verso la fine degli anni '60 era prerogativa dei carrozzieri italiani essere presenti sempre e comunque ai saloni internazionali, dimostrando aldilà dei modelli presentati, una notevole creatività.

Uno degli studi fatti alla Pininfarina per il 1968 fu questa nuova versione della Alfa Romeo P33 Roadster, che però non fu scelta perchè risentiva troppo delle influenze degli altri prototipi dell'epoca, come l'Alfa Romeo Carabo di Bertone.

Eppure lo studio mostrava diverse soluzioni interessanti ed innovative per l'epoca, come il radiatore dell'olio posto nel triangolo del tetto, o ancora, l'uscita aria nello specchio di coda, composto da due semicilindri che si aprivano per favorire la ventilazione.

da ConceptCars.it

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