Vai al contenuto

AMACORD - 25 annifa...


Albizzie

Messaggi Raccomandati:

Venticinque anni fa, sulla pista di Zolder, moriva il canadese

Gilles Villeneuve, il pilota che faceva sognare

Enzo Ferrari, per la prima volta in vita sua, confessò di aver voluto bene a uno dei suoi campioni

gilles--140x180.jpg Gilles Villeneuve (Internet)

8 maggio 1982, pista di Zolder in Belgio, ore 13.40. Mancano dieci minuti alla fine della qualifica e Gilles Villeneuve è in ritardo su Didier Pironi, suo compagno di squadra alla Ferrari, che è terzo. Fra i due non corre buon sangue, due settimane prima a Imola Didier aveva «rubato» la corsa a Gilles Villeneuve non rispettando un equivoco cartello esposto al muretto Ferrari: «slow». E Gilles, in cuor suo, ha già deciso di lasciare la scuderia di Maranello per formare insieme al tecnico francese Gerard Ducarouge (ex Ligier, Lotus e Alfa Romeo) una squadra con sede nel centro della Francia. Come tanti anni dopo fece suo figlio Jacques con la Bar. Dietro ai box di Zolder, dove ora non si corre più la F1, c’è una toilet per soli uomini, all’inglese, dove chi ha bisogno sta vicino a chi ha la stessa necessità. Io e Gilles siamo vicini, lui mi dce: «Adesso vado fuori e gliela faccio vedere a quello lì».

IL GIRO IMPOSSIBILE - Quello lì è Pironi, ovviamente, ma il canadese non ha più gomme. Deve far ricorso al suo grande coraggio. Riprendo da un «pezzo» di allora: la Ferrari uscì dal box, velocemente. Il commissario, seduto sul muretto, quasi non fece in tempo ad azionare il semaforo per dare il verde alla Ferrari n.27 turbo, il mitico numero di Gilles che pensava ad un giro buono anche senza gomma da qualifica: ma ci voleva pista libera e neppure un errore nelle traiettorie, la macchina era eccezionale e avrebbe fatto il resto. Fece un giro di lancio e poi, via, all’assalto: la pole di Alain Prost con la Renault è inattaccabile, lui vuole solo superare Pironi. Il turbo della n. 27 dette tutta la sua spinta, la potenza non provocò eccessiva scarica di adrenalina. In un test a Montecarlo, il cuore di Gilles era sembrato d’acciaio: un massimo di 146 pulsazioni ad ogni staccata, contro le 207 di Didier in fase di sorpasso. La staccata, prima della salita, filò via senza problemi, del resto conosceva il circuito a memoria e sapeva di poter fare il curvone in quinta piena, traiettoria interna: lì avrebbe fatto il tempo, lì avrebbe tentato di superare il limite della gomme e, quindi, della macchina. Impresa per tanti altri piloti inimmaginabile. Si lanciò e a 260 all’ora arrivò al curvone.

crash6--180x140.jpgLa Ferrari di Villeneuve dopo l'impatto (Internet)

L'IMPATTO CON MASS - Trecento metri avanti, sulla traiettoria ideale

c’era la March del tedesco Jochen Mass. Per buona condotta di guida, Mass che era più lento di 120 chilometri orari rispetto a Gilles avrebbe dovuto restare su quella linea di guida, lasciando al canadese di scegliere se passare all'esterno oppure rallentare. Gilles aveva già deciso di passare all’esterno, altrimenti il suo tentatrivo di qualifica sarebbe fallito. E Mass, per agevolarlo commise l’errore: si spostò all’esterno per facilitare la curva di Villeneuve. L’impatto fu inevitabile, le scene drammatiche della morte di Glles sono state mandate nel mondo migliaia di volte, nessuna immagine però di come sia avvenuto l’impatto fatale. Arrivò subito il medico, si accorse che non c’era più nulla da fare, Gilles aveva subito un colpo sulla colonna vertebrale da circa 27g: una decelerazione spaventosa. Fu caricato su un elicottero verde che s’alzò turbinando. Farfalla del destino di Gilles Villeneuve.

gilles2--180x140.jpgUn'uscita di curva di Villeneuve (Internet)

L'ARRIVO ALLA FERRARI - Gilles era arrivato alla Ferrari a fine ’97, aveva vinto con la Rossa soltanto sei gran premi fra cui quelli di Spagna e Montecarlo, bellissimi per come si erano sviluppati. Per correre con la Ferrari, Gilles aveva mentito sulla propria età, calandosela di due anni: solo alla morte la verità venne a galla. Il canadese era stato raccomandato a Enzo Ferrari, che voleva sostituire Niki Lauda con un pilota sconosciuto per dimostrare quanto una macchina fosse superiore al pilota, da Walter Wolf, un austro canadese che lo aveva visto correre con le motoslitte. Wolf aveva una scuderia di F1 con la quale correva Jody Schecter che diventerà compagno di Gilles all’inizio del 1979. La fiducia di Ferrari fu ben riposta, Villeneuve fu presto beniamino dei ferraristi che ancora oggi lo onorano con numerosi club di tifosi intitolati a lui. Resta nel cuore dei tifosi quell’appellativo, aviatore, che gli demmo un giorno in Austria quando volò sulle nostre teste alla prima chicane della pista di Zeltweg.

IL DUELLO CON ARNOUX - Ma l’impresa per cui Villeneuve è ricordato non è una sua particolare vittoria, bensì un secondo posto conquistato nel GP di Francia a Dijon quando fu protagonista con René Arnoux, che guidava una Renault turbo, di tre giri al calor bianco: sorpassi a catena, traiettorie impossibili, 24 centesimi di secondo sul traguardo a vantaggio di Gilles. Ve lo riproponiamo in video, perché la sintesi della vita di Gilles Villeneuve, fatta di ardimento e di spregiudicatezza tecnica, è in quei tre giri. Che gli valsero l’ammirazione del mondo e il ricordo perenne di noi italiani. Anche di Enzo Ferrari che, per la prima volta in vita sua, confessò di aver voluto bene a uno dei suoi piloti. A quel piccolo canadese che gli distruggeva le macchina dandogli in cambio sensazioni inimmaginabili.

gilles3--180x140.jpg Il duello tra Villeneuve e Arnoux

Nestore Morosini (corriere.it)

08 maggio 2007

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

Link al commento
Condividi su altri Social

come puo' non interessare l'unico pilota che ci ricordiamo dopo 25 anni ?

che ha vinto pochissimo, ma era ed e' capace di far sognare ?

Di Gilles dubito che qualcuno si dimentichera' anche dopo 100 anni.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

Link al commento
Condividi su altri Social

certo che molti qui dentro 25 anni fa ancora non c'erano, quindi non lo conoscono se non di fama

averlo vissuto in quel periodo per gente come me che ero attorno ai 20 e' decisamente diverso.

Gil sapeva entusiasmare anche senza vincere perche' ci metteva il cuore, l' istinto, la follia. Forse e' stato amato proprio per quello, perche' correva per il piacere di farlo, come un cavallo pazzo , senza far calcoli, dando il 100% sempre e comunque.

Per me la F1 e' finita 25 anni fa. Quella di oggi ne e' solo una brutta,noiosa copia.

Link al commento
Condividi su altri Social

io non riesco, mi emoziono ancora... ho pianto quel giorno!!

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Link al commento
Condividi su altri Social

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere iscritto per commentare e visualizzare le sezioni protette!

Crea un account

Iscriviti nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.