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Lorenzo Ramaciotti responsabile Style di Fiat Automobiles e Maserati


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Guest DESMO16

semi OT

Fiat/ Marchionne quoque tu

L’indiscrezione, se confermata, è di quelle che in un paese come il nostro non dovrebbe affatto stupire, considerando il rapporto strettissimo che vige fra imprenditoria e politica da sempre legati indissolubilmente, come i recenti avvenimenti di questi ultimi mesi hanno chiramente dimostrato, sia in positivo, vedi fusioni fra banche o acquisizioni all’estero di campioni nazionali, ma anche in negativo come nel caso della vicenda Telecom e dell’infinita telenovela Alitalia.

Ma che uno dei manager più preparati e più apprezzati, anche per il suo ruolo super partes e per la sua disinvoltura sia nella sobria eleganza, sia nella assenza o quasi di frequentazioni di salotti romani e quindi immune da giochi di potere e da pettegolezzi di varia natura, voli a Roma per cercare di tranquillizzare i palazzi del potere a dir poco indispettiti, prendendo le distanze dalle parole pronunciate dal riottoso presidente della Fiat, lascia francamente senza parole e lancia un ulteriore ombra sulla già poca credibilità del nostro paese a livello internazionale.

Non si capisce infatti il senso di questa che appare davvero come una excusatio non petita da parte del manager della più grande industria del paese, che è stato in grado di risanarsi proprio quando è riuscita a rompere quel cordone ombelicale con la politica che con la sua pratica assistenzialista e perversa logica del do ut des, la stava portando alla bancarotta.

Il fatto che un uomo ripetiamo fuori da qualsiasi schema e da qualsiasi corrente si senta in dovere di difendere la propria impresa dopo le parole pronunciate da chi in quel momento rivestiva una carica istituzionale, durante una occasione pubblica, è una cosa assolutamente fuori luogo e inaccettabile.

L’anomalia che in Italia è la regola della contemporaneità di innumerevoli cariche in capo alle stesse persone non giustifica la mossa di Marchionne, che difficilmente ha agito senza interpellare il suo presidente, ma anzi semmai acuisce il problema e lascia adito a mille dubbi sulla paternità della rinascita dell’azienda.Il rapporto fra politica e imprenditoria, infatti, deve essere basato sul rispetto dei reciproci ruoli senza commistioni ambigue e pericolose.

Di cosa ha paura Marchionne? Chi ha visto?Chi lo ha consigliato a fare un passo del genere?E’ davvero scoraggiante che in un paese industrializzato e moderno come il nostro, il manager della principale industria del paese si possa sentire minacciato da una ipotetica vendetta da parte della politica per delle ragionevoli critiche lanciate dal suo presidente.

Ma certo è che la famiglia Agnelli, da sempre molto attenta a blandire le forze politiche, dopo la morte dei due fratelli ha perso molto del suo appeal e anche del suo stile, come anche i fatti sportivi dell’amata Juventus hanno dimostrato. Forse il buon Luca ora sarà convocato dalla famiglia per essere catechizzato a dovere sullo stile che un dipendente Fiat deve sempre avere e sul rispetto dei doveri e delle cariche istituzionali(?) che competono ad un presidente Fiat, ma difficilemnte la figuraccia che è stata fatta potrà essere ricucita in fretta e senza lasciare strascischi polemici, conoscendo anche il carattere ribelle del presidente Fiat, che da proprio nel suo discorso ha voluto puntare, profeticamente, sul rispetto dei ruoli..

C’è da augurarsi davvero che ci sia un cambio di passo non solo nell’azione di Governo in sé ma anche e soprattutto nel modo di condurre la cosa pubblica, a meno che dopo aver perso la fiducia degli elettori come da quasi tutti ormai riconosciuto, si rischia anche di perdere quel briciolo di credibilità a livello internazionale che ancora ci è rimasta

Libero affari

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altro mattoncino che rafforza l'ipotesi della longa manu di Shiva e Visnù... al solito i giornali ci devono ricamare tutto ed il contrario di tutto, per gusto polemico.

Come quando Secco andò a Londra x un corso di aggiornamento UEFA tenuto a Stanford Bridge e subito i giornali a scrivere che era andato a trattare Lampard.

Che palle... e si che lo scrivono anche che la nostra credibilità è infima. I giornali sono i PRIMI reaponsabili, a 360° sui colori politici.

La cosa + probabile è che SM sia andato a illustrare i suoi programmi personali nel caso di cessione, visto che l'azienda senza di lui varrebbe un bel tocco in meno, sia a livello di credibilità indistriale che a livello di immagine.

Altrimenti è andato a battere cassa su Termini, proponendo come alternativa qche sito estero... :evil:

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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e che verginità dovrebbe ricostruisri?? fatto salvo l'eventuale benservito ad oggi avrebbe un curriculum tale, dopo il lavoro svolto in stile Flatliners (citatio), che ci sarebbe la cosa al citofono di casa...

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