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Margherita Agnelli cita in giudizio Grande Stevens


Guest DESMO16

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Guest DESMO16
Margherita Agnelli/ L'accomandita conferma la fiducia nei soci

Piena fiducia nei vertici. Così i soci dell'accomandita "Giovanni Agnelli & C" rispondono in merito "alle notizie di stampa pubblicate in data odierna" relative ad un'azione legale di rendiconto intentata da Margherita Agnelli, figlia dell'Avvocato, nei confronti di Franzo Grande Stevens, Gianluigi Gabetti e Siegfrid Maron, in qualità di mandatari e gestori del patrimonio personale di Gianni Agnelli.

"I soci della Giovanni Agnelli & C Satap a tutela della propria reputazione, della compattezza dell'azionariato familiare, degli interessi di tutti gli stake holders delle società del gruppo e della trasparenza nei confronti del mercato, unanimente - si afferma - confermano piena fiducia nei vertici del gruppo e massimo sostegno al loro operato". L'accomandita ricorda, inoltre, che "Margherita de Pahlen aveva scelto di uscire in maniera definitiva dall'azionariato della società nel 2004".

MONTEZEMOLO- La vicenda di Margherita Agnelli non avrà conseguenze sulla Fiat. Ne è convinto il presidente della casa torinese Luca Cordero di Montezemolo, che ha parlato a margine dell'assemblea di Banca d'Italia. "E' una cosa che mi dispiace molto per la famiglia - ha spiegato - ma che non riguarda né direttamente né indirettamente la Fiat e non ha alcuna conseguenza sulla Fiat"

Libero Affari

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Come non condividere......

.......e organizare una scalata da parte degli autopareristi?????? ;) ;) ;)

Con i miei fondi l'unica scalata che posso pensare di organizzare con successo è quella del Musinè.......

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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OT che c'entra poco: l'avvocato Girolamo Abbatescianni che segue il caso lo conosco bene.... è il padre della fidanzata di un carissimo amico

Chi è più criminale, chi tiranneggia il suo popolo, o chi prima finanzia il tiranno, e poi rimpiazza la dittatura con l'anarchia?

(Niall Ferguson, trad. Rita Baldassarre, Corriere Della Sera 02/01/2007)

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Guest DESMO16
Lite sull'eredità di Gianni Agnelli,

la figlia Margherita va dai giudici

Ginevra - Poco più di un anno fa, su indicazione di Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens, secondo quanto risulta al Giornale, a Margherita Agnelli de Pahlen è stata offerta una nuova transazione, prevalentemente in titoli, a integrazione dell’eredità del padre Gianni pattuita nell’accordo del 18 febbraio 2004. Ma Margherita ha respinto l’offerta: non sono i soldi che chiede l’unica figlia dell’Avvocato Agnelli. Quello che pretende è trasparenza sulla consistenza del patrimonio di suo papà e chiarezza ulla gestione adottata dai due mandatari: Gabetti, presidente della Giovanni Agnelli & C, accomandita per azioni, e della Ifil, e Grande Stevens, legale storico della famiglia.

Chiarezza e trasparenza che Margherita ritiene le siano sempre state negate, fin dal 24 gennaio del 2003, giorno della scomparsa del padre. Per questo, e per tutta una serie di conti che non tornano, da quasi due anni Margherita ha ripreso in mano il dossier sul patrimonio Agnelli, chiedendo e richiedendo a Torino spiegazioni che, a suo dire, non le sono mai state date. Un’iniziativa che arriva ora in Tribunale, con l’atto di citazione presentato l’altro ieri a Torino contro Grande Stevens, Gabetti e Siegfried Maron (gestore di Zurigo), nonché nei confronti della madre Donna Marella Caracciolo (indicata giocoforza per questioni procedurali, essendo necessaria la citazione degli altri eredi). Nelle dieci pagine dell’atto e nei 24 allegati di cui il Giornale è venuto in possesso, preparati al numero 14 di Cours des Bastions a Ginevra dall'avvocato Charles Poncet dello studio Ziegler, Poncet, Grumbach, Carradrd, Luscher, e presentato in Italia dai legali dello studio milanese di Girolamo Abbatescianni, si ripercorrono i motivi della diatriba. Che da ieri è di nuovo aperta. Il punto fondamentale è il numero 20 dell’atto, nel quale si legge che «...le rinunce in base all’accordo del 18 febbraio 2004... sono nulle perché contrarie a norme imperative». Il riferimento è all’intesa con la quale Margherita rinunciava ai suoi diritti sulla Fiat (tramite una quota nella Dicembre società semplice, a cui fa capo il 33% della Giovanni Agnelli & C, primo azionista di Ifi e, a cascata, Ifil e Lingotto) in cambio di attivi mobiliari e immobiliari ritenuti di valore equivalente. Un accordo che consegnava il gruppo industriale nelle mani dei tre figli di primo letto di Margherita, Lapo, Ginevra e soprattutto John Elkann, delfino dell’Avvocato. Lasciando alla madre e, in prospettiva, ai 5 figli avuti da Serge de Pahlen, altri beni. L’intesa, dice ora l’avvocato Poncet, è nulla perché la legge italiana vieta i patti successori: un’eredità non può essere pattuita, è un diritto reale.

E Margherita Agnelli vuole sapere in cosa consiste: «Non avendo avuto una completa rappresentazione dell’asse ereditario nonostante solleciti recentemente rinnovati - si legge al punto 15 - l’erede non è in grado di ricostruire il patrimonio». Nell’atto i legali chiedono «il rendiconto del conto relativo alla gestione di tutti i beni di proprietà di Gianni Agnelli», cespite per cespite, con il dettaglio degli atti compiuti «dal 24 gennaio 1993 fino al 24 gennaio 2003, nonché da tale ultima data al momento della resa del conto». Chiedono inoltre che Margherita sia dichiarata «erede del Senatore Giovanni Agnelli» per tutti i beni del rendiconto. In altre parole, in mancanza di chiarezza tutto deve tornare in discussione. Compresa la quota nell’accomandita, dalla quale discende di fatto il controllo della Fiat. Tanto che l’atto chiede al Tribunale di «dichiarare lo scioglimento della comunione ereditaria mediante assegnazione in proprietà esclusiva... Con obbligo di collazione dei beni».

I lati oscuri riguardano soprattutto l’estero, dicono a Ginevra./u] Ci sono società la cui esistenza è accertata, ma misteriosa. Come la Alkyone Foundation di Vaduz, da cui dipendono società quali la Calamus Trading, la Fima o la Springrest delle British Virgin Islands. E altre «International Company» sempre alle Isole Vergini, quali il Cs Group, Sikestone Invest Corp o Sigma Portfolio Corp. C’è poi la dichiarazione, giunta a Margherita Agnelli il 13 aprile scorso, della Morgan Stanley, «con la quale si afferma - si legge al punto 14 - che un conto corrente del Senatore Agnelli è stato movimentato dopo la morte dello stesso». Da chi? E perché?

Il Giornale

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