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MotoGP Giappone - Motegi


Guest DESMO16

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Stoner ha detto che ha provato dei settaggi nuovi che con la gomma da gara andavano abbastanza bene...mentre con quella da qualifica ha creato problemi

PETIZIONE 125 in Superstrada e Autostrada

La Desmosedici è una moto difficile, quando dai gas vibra e si muove, ma è una sua prerogativa perchè se non ti fai spaventare vedi che tutto funziona. [Casey Stoner]

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Complimenti innanzitutto al nuovo campione del mondo, solo una serie di disastri suoi e vittorie di Vale poteva rovinargli la festa... ma soprattutto a Capirossi, che al contrario dei tre polli che erano in testa è entrato ai box al momento giusto; sinceramente non ho capito perchè si siano ostinati a restare in pista, quando era palese che non ce l'avrebbero mai fatta a restare davanti con quelle gomme :confused:quello che l'ha pagata più cara è stato Pedrosa, che più cocciuto degli altri ha tentato di fare un'altro giro! Rossi non si sa bene cosa gli sia successo, sembra quasi che gli sia rimasta un pò frenata la ruota anteriore.. peccato, credo che se fosse entrato prima a cambiare moto avrebbe sicuramente vinto.

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"Ai consideres des fleg of de Iunaite Steiz nos onli a fleg of e cantri, bus is a iuniversal messagg of fridom e democrassi"

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Stoner, la tempesta perfetta

Da pilota "cascatore" a fantastico dominatore della MotoGP: riviviamo l'impresa dell'australiano. La straordinaria maturazione, il perfetto rapporto con la Ducati, la correttezza: ritratto del nuovo campione

MOTEGI (Giap), 23 settembre 2007 - Tutti i campioni del mondo sono meravigliosi predestinati. Però la scalata di Casey Stoner al trono della MotoGP, la classe regina delle due ruote, sbalordisce lo stesso. Come altro commentare la fantastica impresa di questo 21enne australiano, letteralmente esploso in un colpo dopo una carriera da perfetto comprimario? Una stagione in 125 a partire dal 2001, l’anno del debutto, una in 250, altre due in 125, una in 250, una in MotoGP: 76 GP alla ricerca di un’identità con pochi acuti, sette vittorie in tutto e qualche caduta di troppo che gli hanno regalato il poco simpatico nick di “Rolling Stoner”.

MATRIMONIO - Poi il matrimonio con Adriana, la ragazza che tutti dicono avergli dato la tranquillità che gli serviva, e il passaggio alla Ducati: Rolling Stoner diventa "Storming Stoner", una tempesta che si abbatte sulla MotoGP spazzando gli avversari. E i pronostici visto che a inizio anno il suo Mondiale era quotato 25 a 1… Quindici GP disputati, 8 vittorie e 7 piazzamenti, alla faccia di chi lo definiva un cascatore. Pure sua maestà Valentino Rossi ha dovuto ammetterlo: “Ha meritato”. Nemmeno Nicky Hayden, primo lo scorso anno più grazie alle disavventure tecniche del pesarese che per una reale superiorità, strappò un così convinto apprezzamento dal sette volte iridato.

PREGI - Stoner ha strameritato per tanti motivi. La Desmosedici è uno di questi (e rende grande onore alla tecnologia italiana, tornata sul gradino più alto della classe regina dopo 34 anni), ma sarebbe ingeneroso non apprezzare molti altri pregi di Casey: l’ottimo rapporto coi tecnici Ducati, diventata per lui una famiglia; la sicurezza dei suoi mezzi, la bravura nei settaggi nell’intero fine settimana, la costanza di rendimento, la grande sportività nei confronti degli avversari. Mai polemico, mai provocatorio nemmeno dopo vittorie da urlo.

CORPO A CORPO - Stoner ha spiazzato Rossi anche per questo. Finora tutti quelli che avevano fatto a ruotate (in pista e fuori) con Valentino ne erano usciti ridimensionati: Vale era imbattibile nei finali di gara corpo a corpo, specie nella tremenda capacità di mettere pressione al rivale di turno. Si potrà sempre obiettare che quest’anno la Yamaha del pesarese e le gomme Michelin non hanno reso bene (e già si parla di campionato monogomma, un caso?). Eppure quando c’era un finale serrato Valentino era sempre riuscito a inventarsi qualcosa. In quelle situazioni, invece, Stoner è stato grande tre volte, in Qatar, Cina e Montmeló. Tre capolavori che qualcuno ha interpretato come un passaggio di consegne perché ormai nei giudizi si è sempre esagerati. Per ora giù il cappello di fronte a questo degno campione. Agli avversari di Casey, invece, il compito di dimostrare l’anno prossimo che la tempesta era solo un temporale.

da gaspor

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Motegi è un tripudio Ducati

Vince Loris, Stoner campione

Nel GP del Giappone reso rocambolesco dalla pioggia che ha costretto i piloti al cambio moto in gara il più furbo è Capirossi che azzecca il momento. Casey è 6° e vince il titolo iridato, insieme alla scuderia bolognese di nuovo regina dopo 34 anni

MOTEGI (Giap), 23 settembre 2007 - Trionfo della Ducati nel GP del Giappone classe MotoGP. Loris Capirossi ha vinto il GP davanti a De Puniet, Elias, Guintoli e Melandri mentre Casey Stoner, sesto, si è laureato aritmeticamente campione del mondo. La gara è stata condizionata dalla pista bagnata che si è progressivamente asciugata costringendo i piloti al cambio moto. Rossi era secondo dopo il cambio, ma un problema tecnico lo ha costretto alle posizioni di rincalzo: ha chiuso 13°.

DESTINO - Probabilmente era scritto. Nel fine settimana forse più difficile della stagione con una moto che non riusciva a mettere a punto ecco arrivare la pioggia nel giorno della gara. Con tutto quello che ne consegue, vale a dire grande forza delle sue gomme Bridgestone. Al via infatti Casey ha rimontato di colpo mettendosi dietro a Melandri e davanti a Rossi e Pedrosa.

PROBLEMA - La gara è però stata decisa dall'asciugarsi della pista. I battistrada hanno percorso metà GP a guadagnare, ma dietro di loro chi ha cambiato moto prima ha progressivamente recuperato. Tra loro Loris Capirossi, il più abile e fortunato a indovinare il momento giusto. Rossi è risalito fino alla testa, ma dopo il cambio è dovuto rientrare di nuovo ai box per l'ennesimo problema tecnico della sua Yamaha. Peggio è andata a Pedrosa che è caduto proprio mentre Valentino cambiava.

PASSERELLA - Così il finale è stato una splendida passerella rossa di Capirossi che ha trionfato con un buon margine su De Puniet ed Elias vincendo il suo primo GP stagionale. Lo ha fatto nel giorno più bello per la Ducati, pure lei campione come Stoner, 34 anni dopo il successo della MV Agusta e un ininterrotto dominio di moto giapponesi. "Non ho parole per descrivere come mi sento" ha detto a caldo Casey. Tra tre settimane in Australia la meritatissima passerella del secondo più giovane iridato della storia della classe regina (21 anni e 342 giorni contro i 21 anni e 258 giorni del mitico Freddie Spencer del 1983).

da gaspor

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CORPO A CORPO - Stoner ha spiazzato Rossi anche per questo. Finora tutti quelli che avevano fatto a ruotate (in pista e fuori) con Valentino ne erano usciti ridimensionati: Vale era imbattibile nei finali di gara corpo a corpo, specie nella tremenda capacità di mettere pressione al rivale di turno. Si potrà sempre obiettare che quest’anno la Yamaha del pesarese e le gomme Michelin non hanno reso bene (e già si parla di campionato monogomma, un caso?). Eppure quando c’era un finale serrato Valentino era sempre riuscito a inventarsi qualcosa. In quelle situazioni, invece, Stoner è stato grande tre volte, in Qatar, Cina e Montmeló. Tre capolavori che qualcuno ha interpretato come un passaggio di consegne perché ormai nei giudizi si è sempre esagerati.

questo passaggio non mi trova d'accordo.......alla fine gli scotri veri in pista tra i due sono stati pochissimi e non tutti vincenti per Stoner, al contrario la differenza in negativo l'hanno fatta altre cose.........

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