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DDL editoria: registro per siti internet


Guest DESMO16

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GRILLO: DDL EDITORIA UCCIDE BLOG

ROMA - Il nuovo bersaglio di Beppe Grillo é il disegno di legge sull'editoria del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Franco Levi e le sue critiche rimbalzano dal web alla politica. C'é già una parte della maggioranza che chiede emendamenti al provvedimento che solo mercoledì inizierà il suo iter alla Commissione Cultura della Camera, proprio con un'audizione di Levi. Grillo sostiene che il testo è stato scritto "per tappare la bocca a Internet", e a suo avviso se dovesse passare chiuderebbe il 99% dei siti, e annuncia: "Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia. Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico".

Il riferimento è all'art. 7 che prevede l'iscrizione al registro degli operatori di comunicazione (Roc) anche per chi "svolge attività editoriale su Internet". Gli risponde con una lettera lo stesso Levi, spiegando che con il provvedimento "non intendiamo in alcun modo né 'tappare la bocca a Internet' né provocare 'la fine della Rete'. Non ne abbiamo il potere e, soprattutto, non ne abbiamo l'intenzione. Ciò che ci proponiamo è semplicemente di promuovere la riforma di un settore, quello, per l'appunto, dell'editoria, a sostegno del quale lo Stato spende somme importanti, che è regolato da norme che si sono succedute in modo disordinato nel corso degli anni e che corrispondono ormai con grande fatica ad una realtà profondamente cambiata sotto la spinta delle innovazioni della tecnologia". E aggiunge: "Siamo consapevoli che, soprattutto quando si tratta di internet, di siti, di blog, la distinzione tra l'operatore professionale e il privato può essere sottile e non facile da definire. Ed è proprio per questo che nella legge affidiamo all'Autorità Garante per le Comunicazioni il compito di vigilare sul mercato e di stabilire i criteri per individuare i soggetti e le imprese tenuti ad iscriversi al Registro degli Operatori".

Proprio dall'Agcom esprime perplessità il commissario Nicola D'Angelo, che invita a "contemperare le esigenze di garanzia con la libera apertura della rete". Altrimenti, conclude, "finirà che i blog si faranno dall'estero". C'é poi una parte della maggioranza che annuncia già la sua opposizione all'articolo. "I Verdi presenteranno emendamenti alla legge sull'editoria per evitare che ci siano restrizioni per chi apre un blog e per consentire a tutti gli utenti di poter parlare liberamente nella rete, preservando la libertà di espressione e la democrazia web. I Verdi sono contrari all'obbligo di registrazione per i blogger", annuncia il presidente dei Verdi e ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro sul suo blog. Sempre dal blog Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, chiede che il ddl venga "immediatamente bloccato".

Pietro Folena, presidente della commissione Cultura della Camera, sostiene che nel ddl "c'é un punto che va chiarito", e cioé "che chi fa informazione amatoriale on-line, così come è oggi, se vuole usufruire dei vantaggi della legge sulla stampa si iscriverà al tribunale, altrimenti non deve iscriversi da nessuna parte". Per il responsabile Informazione del Pdci, Gianni Montesano, "una cosa è la libera circolazione delle idee e delle informazioni, un diario; altra cosa un iniziativa editoriale per la quale, in quel caso sì, è giusta una regolamentazione". Mentre Francesco Caruso, parlamentare indipendente Prc-Se, sostiene: "Nessuno pensi di normare, imbavagliare e regolamentare l'uso della comunicazione telematica: siamo in Italia, non in Birmania". ANSA

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Guest DESMO16
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Levi dopo le anticipazioni di Repubblica.it replica alle accuse di Grillo "Vogliamo tutelare il pluralismo dell'informazione"

Ddl editoria, il governo si difende

"Nessuna censura per internet"

Folena: "Chi fa un blog non è un editore quindi non deve sottostare alle stesse regole"

Di Pietro: "Per quel che mi riguarda questa legge non passerà mai"

ROMA - Beppe Grillo attacca, Ricardo Levi risponde: si allarga il dibattito sul disegno di legge del governo sull'editoria che "burocratizzerebbe" i siti internet, anche piccoli e i blog, dopo le anticipazioni di Repubblica.it. Secondo il comico genovese, il ddl introduce un iter burocratico che "limita, di fatto, l'accesso alla Rete" perché "obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all'albo come direttore responsabile". Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio prima risponde sul blog del comico ("Non spetta al governo ma all'Autorità per le comunicazioni indicare, con un suo regolamento, soggetti e imprese tenuti alla registrazione") poi scrive una lettera a Grillo: col provvedimento "non intendiamo in alcun modo 'tappare la bocca a internet'". I Verdi annunciano emendamenti alla legge. Pietro Folena, presidente della commissione Cultura della Camera (competente anche per l'editoria) sottolinea: "Chi fa un blog non è un editore e non deve sottostare a regole riguardanti la stampa o gli operatori della comunicazione".

L'allarme di Grillo. Conseguenza della legge, sostiene il comico, sarebbe la chiusura del 99% dei blog e "il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura".

Levi "Promuovere riforma del settore". Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio precisa che intenzione dell'esecutivo "è promuovere la riforma del settore dell'editoria, a sostegno del quale lo Stato spende somme importanti", per "tutelare e promuovere il pluralismo dell'informazione". Nessuna intenzione "di censurare il libero dibattito" ma quella di "creare le condizioni di un mercato libero, aperto e organizzato". In programma, a questo scopo, l'abolizione della registrazione presso i tribunali, finora obbligatoria per qualsiasi pubblicazione, sostituita "dalla registrazione presso il Registro degli operatori della comunicazione tenuto dal Garante per le comunicazioni". Levi insiste: "Con l'obbligo della registrazione non pensiamo al ragazzo che realizza un sito o un blog ma a chi, con la carta stampata, e con internet, pubblica un vero prodotto editoriale e diviene un autentico operatore del mercato dell'editoria".

Folena "Punti da chiarire". Il presidente della commissione Cultura della Camera chiede chiarimenti: "Chi fa un blog non è un editore. Quindi non deve sottostare a nessuna regola particolare riguardante la stampa o gli operatori della comunicazione. Anche io ho un blog, e un blog è un diario. Nel quale, certo, si può fare informazione. Così come esistono migliaia di siti. Quindi - conclude - va chiarito che chi fa informazione amatoriale online, così come è oggi, se vuole usufruire dei vantaggi della legge sulla stampa si iscriverà al tribunale, altrimenti non deve iscriversi da nessuna parte. Un conto è la professione, l'impresa, altro è la libera circolazione di idee e informazioni".

Bellucci: "Riforma necessaria". Contrario "a qualsiasi ipotesi di bavaglio" ma certo della necessità della riforma della legge sull'editoria Sergio Bellucci, responsabile Comunicazione e innovazione tecnologica del Prc. "Le risorse pubbliche devono essere usate per aumentare il pluralismo della comunicazione nella carta stampata e in internet" ma la riforma "dev'essere ispirata al criterio di regalare meno soldi ai grandi gruppi e aumentare le capacità di comunicazione dei piccoli gruppi e dei singoli cittadini".

"Verdi contrari al registrazione". Alfonso Pecoraro Scanio annuncia che i Verdi presenteranno emendamenti alla legge "per evitare restrizioni per chi apre un blog e consentire a tutti gli utenti di parlare liberamente preservando la democrazia web". Per il ministro dell'Ambiente, "essendo un disegno di legge, per l'approvazione dovrà passare in Parlamento e lì sarà possibile apportare modifiche e migliorare il testo. Invito tutte le forze politiche a sostenere l'iniziativa dei Verdi per non limitare la possibilità d'espressione in Rete".

Di Pietro "No bavagli". Fra i primi politici-blogger, Antonio Di Pietro è convinto che "il ddl vada bloccato", perché "metterebbe sotto tutela internet in Italia e ne provocherebbe la fine". Parla di "una legge liberticida", e conclude: "Per quanto mi riguarda, questa legge non passerà mai, a costo di mettere in discussione l'appoggio dell'Idv al governo".

Repubblica

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non vedo perchè serve una regolamentazione, non vedo perchè devo essere riconoscibile.

Allora obblighiamo pure chi si iscrive ad un forum qualsiasi a registrarsi col proprio nome e cognome no?

Il mouse in mano ce l'avete voi cari miei... un po' come il telecomando. La TV di oggi non mi piace? non la guardo. Punto. Quel blog insulta il mio idolo? Non lo leggo... più semplice di così "se more"...

P.S. parlavo solo dei blog, di editoria in generale non mi interesso quindi non metto bocca...

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Diciamo che da un lato sono d'accordo, visto che spesso i blog sono usati solo per fare disinformazione spicciola e scrivere puttanate senza alcun fondamento.

Dall'altro....ma tutte le cagatine di foto che metto on-line che fine faranno???

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Con questa manovra si porrà fine a chi nel piccolo di un qualsiasi gruppo vuole crearsi un sito il più delle volte amatoriale, senza spendere molto e spesso affidandosi a host gratuiti come altervista e gli altri...

esattamente quello che penso io.........

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